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Wenesday, 6 November 2024 - San Leonardo ab. ( Letture di oggi)

Lettera agli Efesini 1


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L'Apostolo benedice Dio, il quale ricolmò di moltissimi, e grandissimi benefizi i predestinati, e rende grazie a Dio per la fede degli Efesini, e per la loro carità verso i prossimi, e prega per essi, perchè acquistino perfetta sapienza. Spiega l'esaltazione di Cristo risuscitato da morte, e costituito capo di tutta la Chiesa.

1Paolo per volontà di Dio Apostolo di Gesù Cristo, ai santi tutti che sono in Efeso, e fedeli in Cristo Gesù.2Grazia, e pace a voi da Dio padre nostro, e dal Signor Gesù Cristo.3Benedetto Dio, e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale del cielo in Cristo,4Siccome in lui ci elesse prima della fondazione del mondo, affinchè fossimo santi, ed immacolati nel cospetto di lui per carità.5Il quale ci predestinò all'adozione de' figliuoli per Gesù Cristo a gloria sua secondo il beneplacito della sua volontà,6Onde si celebri la gloria della grazia di lui, mediante la quale ci ha renduti accetti nel diletto suo Figlio.7In cui abbiamo la redenzione pel sangue di lui, la remissione de' peccati per la dovizia della sua grazia,8La quale ha soprabbondato in noi in ogni sapienza, e prudenza:9Per far noto a noi il mistero della sua volontà, secondo il suo beneplacito, che aveva egli seco stabilito,10Di riunire nella ordinata pienezza de' tempi in Cristo tutte le cose, e quelle, che sono ne' cieli, e quelle, che sono in terra:11In lui, nel quale eziandio fummo noi chiamati a sorte, predestinati giusta il decreto di lui, che opera il tutto secondo il consiglio della sua volontà:12Affinchè siamo argomento di lode alla gloria di lui noi, che abbiamo i primi sperato in Cristo:13In cui (avete sperato) anche voi, adita la parola di verità, (il vangelo della vostra salute) al quale avendo anche creduto, avete ricevuto l'impronta dello Spirito di promissione santo,14Il quale è caparra della nostra eredità per la redenzione del popol d'acquisto a lode della gloria di lui.15Per questo io ho pure udita la fede vostra nel Signor Gesù, e la dilezione verso tutti i santi,16Non cesso di render grazie per voi, facendo di voi memoria nelle mie orazioni:17Affinchè il Dio del Signor nostro Gesù Cristo, il padre della gloria dia a voi lo spirito di sapienza, e di rivelazione pel conoscimento di lui;18Illuminati gli occhi del vostro cuore, affinchè sappiate, quale sia la speranza della vocazione di lui, e quali le ricchezze della gloria dell'eredità di lui per li santi,19E quale sia la sopreminente grandezza della virtù di lui in noi, che crediamo secondo l'operazione della potente virtù di lui,20Dispiegata efficacemente in Cristo risuscitandolo da morte, e collocandolo alla sua destra ne' cieli,21Al di sopra di ogni principato, e potestà, e virtù, e dominazione, e sopra qualunque nome, che sia nominato non solo in questo secolo, ma anche nel futuro.22E le cose tutte pose sotto i piedi di lui: e lui constituì capo sopra tutta la Chiesa,23La quale è il corpo di lui, ed di complemento di lui, il quale tutto in tutti si compie.

Note:

1,1:Paolo per volontà di Dio Apostolo di Gesù Cristo, ai santi tutti, che sono in Efeso, e fedeli ec. Vedi 1. Cor.1I.2. Cor. I. I.
Ai santi tutti... e fedeli in Cristo Gesù. La voce fedeli può prendersi e nel significato di credenti onde verrà a dire: Ai santi di Efeso, che hanno fede in Cristo Gesù, ma più propriamente si spiegherà della fedeltà nel mantener le promesse fatte a Cristo primieramente nel battesimo: Ai santi di Efeso, che mantengono fedeltà a Cristo Gesù, e con ciò viene a lodarli non solo dell'esser santi, ma anche del conservare la santità in mezzo alle tentazioni, ond'era provata la loro fede.

1,2:Grazia, e pace a voi ec. Rom. I. 8., I. Cor. 1. 3; 2. Cor. I. 2.; Gal. I. 3.

1,3:Benedetto Dio, e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, ec. Comincia dalle laudi di Dio, come fa anche I. Cor. I. 3. Egli, dice l'Apostolo, ci ha benedetti con ogni maniera di benedizione (ovvero con piena, e perfetta benedizione) non temporale, e terrena, come quella promessa nel vecchio testamento; ma spirituale, e del cielo, perchè in cielo siamo stati benedetti da lui in Cristo, il quale ivi fu in suo, e in nostro nome benedetto da Dio, onde noi come incorporati a Cristo, e membri di lui nostro capo, per mezzo di lui, e per lui come cagion d'ogni nostro bene abbiamo ricevuto la benedizione del Padre suo, che è pur nostro Padre.

1,4:Siccome in lui ci elesse prima della fondazione del mondo, ec. E che Dio ci abbia così benedetti non è stato od a caso, e senza fermo consiglio, nè per alcun merito, o prerogativa, che avessimo noi sopra degli altri uomini; imperocchè mentre Dio adesso ci benedice, altro non fa egli, ché dare a noi ora nel tempo i benefizi, e le grazie, le quali avea determinato fino ab eterno di darci; conciossiachè egli con una liberalissima elezione (la quale di tutte le benedizioni per noi fu sorgente, ed origine) eletti ci aveva per effetto di sua carità ad essere santi, mediante la remissione de' peccati, ed il rinnovellamento dell'uomo interiore, e immacolati, cioè senza macchia di colpa per l'esatta osservanza de' comandamenti divini; santità, e purezza non esteriore solamente, o apparente, ma vera, e interiore, che tale è negli occhi di Dio, che tutto vede.

1,5:Il quale ci predestinò all'adozione del figliuoli per Gesù Cristo ec. E per effetto della medesima carità Iddio secondo il beneplacito della sua volontà ci predestinò ad essere figliuoli suoi adottivi per mezzo di Gesù Cristo di venuto nostro fratello, e nostro mediatore, e ciò a gloria del medesimo Cristo.
Quelle parole secondo il beneplacito della sua volontà, indicano, come osserva s. Tommaso, la causa efficiente della predestinazione, che è la sola buona volontà di Dio verso di noi.

1,6:Onde si celebri la gloria della grazia di lui, mediante la quale ec. Porta qui l'Apostolo la causa finale della predestinazione, la quale si è, che conoscasi, quanto Iddio sia da lodarsi, e glorificarsi per ragione di un benefizio sì grande, per cui gratitudine infinita dobbiamo alla grazia di lui, mediante la quale senza alcun merito precedente, anzi essendone affatto indegni, siamo divenuti cari, ed accetti a lui nel diletto suo Figlio; onde siccome nel vecchio testamento dichiarò Dio più volte, che il bene, che faceva al popolo Ebreo, gliel faceva a riguardo di Abramo, di Giacobbe, e degli altri santi; così adesso con molto maggiore verità si dica, che l'amore, che Dio ha per Cristo, è stato la causa, per cui sono beneficati da Dio coloro, che credono in Cristo; imperocchè Cristo è quegli, che ha a noi meritato l'amore del Padre suo, l'adozione, e la grazia.

1,7:In cui abbiamo la redenzione ec. In Cristo adunque siamo stati amati dal Padre; e in Cristo abbiamo la liberazione dal peccato, dall'impero del diavolo, e della morte. Liberazione effettuata non senza gran prezzo, anzi col prezzo infinito del sangue sparso dal mediatore nostro sopra la croce, dove pagata la pena de' nostri falli ne meritò a noi la piena, e perfetta remissione; e tutto ciò è effetto di quella veramente abbondante, e divina bontà, la quale per salvare i nemici diede a morte lo stesso Figlio. Questa bontà mosse il Padre a darci il proprio Figliuolo, e mosse il Figlio a dar la vita per noi.

1,8:La quale ha soprabbondato in noi in ogni ec. Questa bontà con sovrabbondanza grande si è comunicata a noi, e in noi ha sfoggiato, riempiendoci di tutta la scienza delle cose celesti, e di tutta la prudenza de' figliuoli di Dio, affinchè conosciamo perfettamente, in qual maniera camminar dobbiamo nelle vie della giustizia. Parla qui Paolo degli Apostoli, e di se stesso, e de' primi fedeli.

1,9-10:Per far noto a noi il mistero.... di riunire ec. Questa stessa soprabbondante grazia, e bontà comunica tasi a noi c'introduce alla cognizione del sublime arcano consiglio della divina volontà, consiglio fondato nel divi no suo beneplacito, consiglio, che Dio aveva nella infinita sua mente fissato ab eterno. Or questo consiglio, e questo altissimo mistero si è la eterna determinazione di riunire in Cristo (quando compiuto fosse il prefisso spazio dei tempi) tutte le cose e le celesti, e le terrene.
In Cristo ha Dio riunito, o (come dice il greco ) ha recapitolate tutte le cose, perchè tutto quello, che Dio di sè rivelò ai Patriarchi nella legge di natura,tutto quello, che manifestò ai Profeti nella legge Mosaica, tutto quello, che fu adombrato nelle figure, e ne' simboli dell'antico testamento, in Cristo si trova riunito, adempiuto, e ridotto alla sua perfezione. In Cristo riunite sono le cose non solo della terra, ma anche del cielo, perchè in lui, e per lui è stato riconciliato a Dio il genere umano, congregati in una medesima fede Ebrei, e Gentili: in lui, rotto il muro di divisione, fu riaperto il commercio tra 'l cielo, e la terra, tra Dio, e gli uomini, tra gli uomini, e gli Angeli, de' quali Angeli il numero sminuito per la caduta di molti, vien riparato nella salvazion degli eletti. In Cristo finalmente e gli Angeli del cielo, e gli uomini della terra riuniti sono quasi in una sola società, di cui egli è il capo, capo degli Angeli secondo la natura incorporea, degli uomini secondo la carne. Così il Grisostomo, Agostino, ed altri. Ecco, dice l'Apostolo, il mistero altissimo che Dio si è compiaciuto di rivelarci, mistero ascoso fin da' secoli eterni in Dio, mistero, che dovea eseguirsi nel debito tempo stabilito da Dio, e prescritto, e annunziato secondo l'ordine di Dio dai Profeti. Questo mistero è, come ognun vede, l'incarnazione di Cristo: ma quanto nobile e grande, e divina è l'idea, che in poche parole ne dà l'Apostolo con la descrizione di uno degli effetti della medesima incarnazione!

1,11-12:In lui, nel quale eziandio fummo noi chiamati a sorte, ec. Unisce l'Apostolo questo versetto col precedente con una studiata repetizione, affine di maggiormente imprimer negli animi dei fedeli la grandezza de' benefizi, che abbiam ricevuto per Cristo. Di sopra ha generalmente parlato de' Cristiani; in questi due versetti parla degli Ebrei chiamati i primi alla grazia del Vangelo, e chiamati a sorte, con la qual parola vuole escluso ogni merito, ogni industria, e qualità personale, come dice s. Agostino, e allo stesso fine aggiunge predestinati giusta il decreto di lui, il quale le cose tutte e nell'ordine della natura, e in quel della grazia ordina, e dispone non meno liberamente, che con sapienza e giustizia infinita. Ed è da notare, che l'Apostolo chiama consiglio della volontà di Dio il decreto divino, non perchè Dio abbia bisogno di far consulte, e ricerche alla maniera degli uomini, ma per significare, come in quello, che Dio per sua volontà liberamente determina, è insieme infinita sapienza, e certezza. Questa predestinazione, e vocazione degli Ebrei, dice l'Apostolo che ebbe per causa finale, che Dio glorificato fosse per la conversione de' medesimi Ebrei, i quali avendo prima de' Gentili sperato in Cristo, doveano portare per tutto il mondo la parola di Dio, e comunicare alle genti la grazia del Vangelo.

1,13:In cui (avete sperato ) anche voi. Parla qui agli Efesini, e in essi a tutti i Gentili posteriori nella vocazione, e nella fede agli Ebrei.
La parola di verità. Chiama così il Vangelo, non solo perchè egli è verità per eccellenza, perchè contiene la verità rivelata da Dio, ma più particolarmente in questo luogo, perchè vuol contrapporlo alle ombre dell'antica legge.
Avete ricevuto l'impronta dello Spirito di promissione santo. Come pecorelle della greggia del Signore ricevuto avete l'impronta, per cui siete gloriosamente distinti: siete stati adunque contrassegnati, non con qualche segno esteriore impresso nella carne, come prima i Giudei, ma col dono dello Spirito santo promesso già da' Profeti, e da Cristo stesso ai credenti, e in virtù della stessa promessa a tutti ora comunicato.
Questo spirito è il sigillo della vostra santificazione, ed è l'augusto segnale, per cui siete riconosciuti figliuoli di Dio. Usa sovente l'Apostolo di questa similitudine del sigillo, od impronta, per cui o si contrassegna alcuna cosa, o si ratifica qualche fatto, o istrumento, per ispiegare un de' principali effetti dello Spirito santo in noi, che è di rendere, come dice egli altrove, testimonianza al nostro spirito, che noi siam figliuoli di Dio.
E per verità qual miglior prova di questo, che il vedere i Gentili alieni già dal vero Dio, avuti in sommo di spregio, e abominazione da quel popolo, che solo sopra la terra il vero Dio conosceva, ed adorava, il vedler, dico, questi Gentili non solo convertiti al Dio vivo e vero, ma agguagliati repentinamente a' profeti, e ai maggiori uomini del vecchio testamento nei doni straordinari di lin gue, di guarigioni, di profezia, e simili? Questi doni e rano pe' credenti manifesto segno della paterna benevo lenza di Dio verso di loro; e questi erano doni delloSpirito santo.

1,14:Il quale è caparra della nostra eredità per la redenzione del popolo di acquisto. Se figliuoli, adunque eredi, Rom. VIII., eredi di Dio, coeredi di Cristo; e di questa eredità è una caparra il medesimo Spirito, il quale anche per questo titolo è Spirito di promissione, perchè sicuri ci rende della promessa eredità, di cui egli ci dà gia come un saggio. Imperocchè per mezzo dello Spirito santo, che è Spirito di carità, abbiamo una partecipa zione della divina carità. Or questa carità, la quale a differenza degli altri doni non dee togliersi a noi, ma di venir piena, e perfetta nella vita avvenire, I. Cor. XII, ella è il cominciamento della totale rigenerazione nostra, la perfezione della quale avremo nella patria celeste.
La caparra è insiememente pegno del futuro pagamento del prezzo di una cosa comprata, ed è anche parte del prezzo stesso; e perciò meglio si dice, che lo Spirito santo è caparra della futura nostra eredita, che pegno, perche (conforme osservò s. Girolamo, e s. Agostino) il pegno ed è cosa per lo più diversa da quella, per cui si da e avuta la cosa (verbi grazia il prezzo della cosa venduta ) il pegno si rende; ma non così della carità, che abbiamo dallo Spirito santo, secondo che abbiam detto.
Per la redenzione del popol d'acquisto.Il greco può anche tradursi: fino alla redenzione del popolo d'acquisto: lo che significherebbe, essere stato dato lo Spirito santo come caparra della futura nostra eredità fino, alla piena, e perfetta liberazione di tutto quel popolo, che Gesù Cristo si è acquistato col prezzo del sangue suo, 1. Pet. II. 9. Atti XX.. 28. Ma seguendo il senso della Volgata, dirà, esserci dato lo Spirito santo come caparra ec. per dare al popol di acquisto un pegno, ed un saggio della sua perfetta liberazione, la quale non sarà seno, nella futura risurrezione, quando libero l'uomo da tu te le miserie, e infermità non solo dell'animo, ma anche del corpo, sarà costituito in una beata eterna immu tabilità.
A lode della gloria di lui. Ripete più volte l'Apostolo queste parole trattando de' benefizi, che abbiam ricevuti da Dio per Gesù Cristo, affinchè non ci dimentichiamo giammai di renderne i dovuti ringraziamenti all'autore, di tanto bene.

1,15-16:Per questo io pure udita la fede vostra... non cesso di render grazie ec. Aveva detto di sopra agli Efesini, che anch'essi erano stati chiamati a partecipa re di sì bella sorte, onde aggiunge adesso, che per questo appunto godendo del loro bene, e uditi ancora i progressi, che dopo la sua partenza avevan fatto nella fede di Cristo, e nella carità, continue grazie ne rende a Dio, nelle sue orazioni. Unisce la carità e la fede, le quali due cose sono tutto l'uomo cristiano, e unisce ancora rendimento di grazie all'orazione, e così egli fa quasi sempre: il ringraziamento riguarda i favori passati, l'orazione è pe' futuri, e la gratitudine per li precedenti, è scala per arrivare a' futuri.

1,17-18:Affinchè il Dio del Signor nostro Gesù Cristo,... dia a voi ec. Ecco l'argomento della orazione dell'Apostolo pei Cristiani di Efeso, orazione degna di un tal padre, e di tali figliuoli pieni di viva fede, e di ardente amore dei veri beni. Dice adunque, che la preghiera, ch'ei fa per essi, consiste in chiedere, che Dio (il quale è Dio anche di Cristo in quanto uomo) Padre infinitamente glorioso, dia loro, cioè accresca in loro il dono della sapienza spirituale, di quella sapienza, a cui scoperti sono i misteri celesti inaccessibili all'umana ragione, e i quali per la sola rivelazione divina si intendono; che illumini li occhi del loro cuore, onde ogni di meglio comprendano, qual sia quel bene, che sperano e quanto grande e splendida e magnifica sia la gloria di quella celeste eredita, che a' santi, cioè a' fedeli, è promessa.

1,19-21:E quale sia la sopreminente grandezza della virtù di lui in noi, ec. E affinchè comprendiate, quanto sia sovragrande quella potenza e virtù che Dio ha dimostrata in noi nell'operare il gran prodigio della conversione nostra alla fede, nel trarci dalle tenebre dell'infedeltà alla ammirabil luce di Cristo, dal peccato alla grazia, e dalla servitù del demonio al regno del Figliuol suo.
I Padri paragonano la conversione del peccatore al risuscitamento di un morto, e la Chiesa dice, che Dio la potenza sua manifesta massimamente nel perdonare, e nell'usare misericordia; e l'Apostolo conferma questa gran verità nelle parole, che seguono.
Secondo l'operazione della potente virtù di lui, dispiegata efficacemente in Cristo ec. Dice l'Apostolo, che la potenza di Dio risplende nella vocazione nostra alla fede, come nella risurrezione di Cristo da morte. Egli ci ha convertiti, e condotti nella sua casa, che è la Chiesa, con ope razione della potente virtù sua, virtù simile a quella, che egli fe' risplendere agli occhi di tutti gli uomini nella persona del medesimo Cristo in quanto uomo, allorchè risuscitollo da morte, e in quieto possesso lo collocò della suprema felicità e dignità, che a lui era dovuta. Dignità superiore a quella di tutti i cori degli Angeli, e a quella di qualunque natura o angelica, od umana, di cui o in cielo, o in terra si faccia menzione. L'Apostolo dopo aver detto, che Dio ha dimostrato nel condurre gli uomini alla fede la stessa virtù, che dimostrò nel risuscitar Gesù Cristo da morte, trascorre a descrivere la sublime altissima podestà, a cui fu innalzato questo divino nostro mediatore dal Padre, non solo perchè dalla esaltazione del capo si rilevasse la gloria futura de' membri, ma ancora perchè si ravvisi nella risurrezione, e nell'esaltazione di Cristo il pegno della risurrezione, ed esaltazione nostra futura, e da tutto questo comprendasi la dignità dell'nomo cristiano, per cui Dio ha fatto tante cose, e sì grandi, e tante, e sì grandi è per farne.

1,22:E le cose tutte pose sotto i piedi di lui. Si fa qui una tacita comparazione tra Adamo, e Cristo, cui Paolo applica ciò, che nel salmo VIII. 6. fu detto di Adamo. A Cristo adunque furono assoggettate tutte le creature senza escluderne i cori stessi degli Angeli, quando ad Adamo furono soggettati i buoi, gli armenti ec.
Capo sopra tutta la Chiesa. E militante, e trionfante. Or Cristo è capo della Chiesa non solo perchè egli la governa, e la ha a sè soggetta, ma egli è in più stretto senso capo di lei secondo la relazione del capo dell'uomo con le membra dell'uomo, perchè egli ha la stessa natura di lei, e in essa influisce, e trasfonde con segreto mirabil modo i doni della sua grazia, e tutta la virtù di operare, che hanno le membra, perchè egli è, che a tutto il mistico corpo suo da con occulta azione la forza, il moto, il senso, e la vita.

1,23:La quale è il corpo di lui, ed il complemento di lui. La Chiesa è il mistico corpo di Cristo, ed è perciò il complemento di Cristo, perchè nella stessa guisa, che il capo dà ornato, e compimento, e integrità alle membra, così nell'unione, che con lui hanno le membra, riceve il capo la sua perfezione. Siccome il corpo umano fatto per l'anima umana è il complemento dell'anima umana, così la Chiesa fatta per Cristo è il complemento di Cristo.
Il quale tutto in tutti si compie. Il quale fa un tutto compiuto e perfetto nella unione con tutti i suoi membri.