Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Osea 7


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Volendo Dio sanare Israele, furono di ostacolo le sue iniquità: perocché seguendo la malvagità de' loro re si dettero totalmente all'idolatria, e, abbandonato il Signore, ricorsero all'aiuto degli Egiziani, e finalmente furono trasportati nell'Assiria.

1Mentre io volea risanare Israele, si scoperse l'iniquità di Ephraim, e la malvagità di Samaria; perocché hanno data opera alla menzogna; i ladri vanno in casa, e gli spogliano, e fuora gli assassini.2E non istiano a dire in cuor loro, che io rappello la memoria di tutte le loro malvagità; di presente son essi circondati dalle loro empie invenzioni; queste sono sotto i miei occhi.3Colla loro perversità hanno dato piacere al re, e a' principi colle loro menzogne.4Son tutti adulteri, son come un forno acceso dal fornaio: la città fu per un poco tranquilla dopo mescolato il lievito, finché il tutto non fu lievitato.5E' il giorno del nostro re: cominciarono i principi ad impazzire pel troppo bere; ed egli porse la mano a que' buffoni.6Apersero a lui il cuor loro come un forno, mentre egli ad essi tendeva insidie: egli riposò tutta notte, quand'ei si cuocevano, la mattina egli fu acceso come ardente fiamma.7Furono tutti ardenti come un forno, e divorarono i loro giudici: tutti i loro regi cadder per terra: non havvi tra loro chi alzi la voce verso di me.8Ephraim si mescolò colle nazioni. Ephraim diventò come un pane messo sotto la cenere, e non rivoltato.9Divorarono gli stranieri le sue ricchezze, ed ei non se n'è accorte, anzi è venuta ben presto a lui la canizie, ed egli non vi pon mente.10E Israele co' proprj occhi vedrà umiliata la sua superbia: e non torneranno al Signore Dio loro, e dopo tutte queste cose non cercheranno di lui.11Ephraim è divenuto come stolta colomba priva d'intelletto. Invocarono gli Egiziani, andarono a trovare gli Assiri.12E quando saranno andati, io stenderò la mia rete sopra di essi, e li trarrò abbasso come un uccello dell'aria, ne farò strage come hanno udito a dire nelle loro adunanze.13Guai a costoro, che si son ritirati da me, saran distrutti, perchè hanno peccato contro di me: io fui il loro liberatore, ed eglino proferiron menzogne contro di me.14E non alzarono verso di me la voce del loro cuore, ma urlavano nei loro letti; ruminavano sul grano, e sul vino. Son'iti lungi da me.15Ed io fui loro istitutore, e io alle braccia loro diedi vigore, ed eglino pensarono a mal fare contro di me.16Tornarono a voler essere senza giogo, simili ad un arco infedele. I loro principi periranno di spada, colpa della furiosa lor lingua. Tali furono i loro scherni nella terra di Egitto.

Note:

7,1:Mentre io volea risanare Israele, si scoperse ec. Mentre io volea curare gli antichi mali, e peccati del popolo di Israele, si è opposta alle mie sollecitudini l'iniquità di Ephraim, e di Samaria. Dio avea voluto estirpare dal regno delle dieci tribù l'idolatria, ed egli in fatti tolse il culto di Baal, e fece morire quattrocento cinquanta profeti di Baal: ma Jehu per lo stesso principio d'indegna politica, per cui il primo re Jeroboam avea alzati i vitelli d'oro, per lo stesso principio Jehu lasciò in piedi que' vitelli, vale a dire affinchè il popolo non pensasse a tornare al tempio di Gerusalemme, e a riunirsi colle due tribù. Così tutto quello, che Dio avea fatto innalzando Jehu, e mettendolo sul trono di Israele non ebbe tutto l'effetto che dovea sperarsene per l'iniquità e del principe, e dei sudditi. Tale è la sposizione data da qual che dotto Interprete a questo luogo, ed ella mi sembra assai verisimile. Vedi 4. Reg. X. 18. ec.
Perocchè hanno dato opera alla menzogna. Hanno voluto servire alla idolatria, al culto de' bugiardi dei. Come Dio è verità, così i falsi numi si chiamano menzogna nelle Scritture.
I ladri vanno in casa, e gli spogliano, e fuori gli assassini. I tiranni domestici rubano, e divorano il misero popolo nelle sue città, e al di fuora i nemici colle loro scorrerie.

7,2:E non istieno a dire ec. Nè mi accusino di soverchio rigore con dire, che io vo rammentando tutte le passate iniquità e di essi, e de' padri loro: le iniquità, ch'ei fanno di presente, quelle, che sono sotto degli occhi miei, posson essi forse scusarle, o difenderle?

7,3:Colla loro perversità hanno dato piacere al re, ec. O si parli di Jehu, o di alcun altro di que' regi, egli è certo, che tutti quanti sostennero l'idolatria, e che il popolo per amore, e rispetto ai sovrani la coltivò.

7,4:Son tutti adulteri, son come un forno acceso dal fornaio. Tutti gli Israeliti sono accesi da veementissima passione verso de' loro idoli; e il fuoco, onde ardono per questi impuri obbietti del loro amore, può paragonarsi all'ardore di un forno infuocato.
La città fu per un poco tranquilla dopo mescolato il lievito, ec. Alla similitudine del forno aggiunge quella dell'impasto, nel quale si è messo il lievito, e dice: Je roboam allorchè separò il popolo di Israele dalle due tribù messe per così dire un po' di lievito nella pasta, ergendo i vitelli d'oro senza violentare nissuno ad adorarli, dandone però egli l'esempio co' suoi cortigiani: ecco il lievito: in tal guisa lasciando a' sudditi la libertà di fare la loro volontà intorno al ricevere, o no il culto di quei vitelli, non segui movimento, nè tumulto veruno nella repubblica; ma il fermento ebbe alterata ben presto tutta la massa del popolo, e allora l'idolatria con tutti i disordini, che le van dietro si impossessò di tutto il paese, e vi accese quel fuoco, che si divora Israele.

7,5:È il giorno del nostro re: ec. Si sottintende: dicono gl'Israeliti: e ciò essi dicono applaudendo al loro re nel giorno anniversario del suo istallamento sul trono. Può credersi, che in quel giorno particolarmente si ricorresse a' vitelli d'oro, offrendo loro de' sacrifizi per ottenere prospera e lunga vita al sovrano.
Cominciarono i principi ad impazzire ec. Ma questo giorno era poi celebrato co' sontuosi banchetti, ne' quali la nobiltà, e i grandi bevendo senza misura davano in pazzie, e il re, meno intemperante di essi, e più accorto, facea loro buon viso, e animava que' buffoni, i quali riscaldati dal vino non aveano più verun rispetto nè alla religione, nè a Dio. La voce illusor, e la ebrea, che le corrisponde, significa sempre nelle Scritture un libertino, un empio, che si burla di ogni cosa, che la religione, e la pietà e la saviezza tiene per un nulla.

7,6:Apersero a lui il cuor loro come un forno, ec. Il re non pensava se non a gabbare i principi ed il popolo e ad impegnarli nella idolatria, ed essi apersero, e mostrarono a lui il loro cuore acceso come un forno; per la qual cosa veggendo egli il loro furore, non ebbe più verun timore, e fu tranquillo riguardo all'esito del suo disegno, e tranquillo dormi tutta la notte, mentre quelli tral vino, e le crapule si accendevano sempre più, e si cuocevano come la pasta lievitata si cuoce nel forno.
La mattina egli fu acceso ec. È qui un passaggio dal plurale al singolare; perocchè delle stesse persone, cioè degli Israeliti si parla, imbriacati non tanto dal vino, quanto dal furore della idolatria; ciò si rende manifesto per quello, che segue: furono tutti ardenti come un forno.

7,7:Divorarono i loro giudici: tutti i loro regi ec. Giudici probabilmente son qui detti gli anziani del popolo, che avevan molta parte nel governo. Questi (dice il Profeta) furono anch'essi consunti dal fuoco stesso, che si era appreso a tutta la nazione. Tutti i regi di Israele cad dero nelle stesse indegnità, e seguirono la politica di Je roboam figliuolo di Nabat, che fece peccare Israele, e missun pensò più a invocar il vero Dio.

7,8:Ephraim si mescolò colle nazioni: ec. Israele rinunziò all'onore di popolo del vero Dio, e diventò un popolo profano come le altre genti. Ephraim diventò come una di quelle schiacciate, che si cuocon sotto la cenere, le quali se non si rivoltano, restano abbruciate: così Ephraim non ritornando a Dio colla penitenza sarà arso e consunto da' suoi nemici.

7,9:Divorarono gli stranieri le sue ricchezze, ec. Gli Assiri, i re della Siria, e di Damasco ec. sono venuti a saccheggiare le terre di Ephraim, e questi non ha dato segno di accorgersi nè del male, ch'ei pativa, nè della cagione dello stesso male; anzi Ephraim incanutisce, in vecchia, è vicino al suo fine, ned egli vi pensa, nè di vien più saggio.

7,10:Dopo tutte queste cose. Dopo tutti i mali, che inon dano il loro paese.

7,11:Come stolta colomba ec. È notissimo, che la colomba tra tutti gli animali è la più imbelle, e niente scaltra, onde è facil preda e degli uomini e degli animali. Paragona adunque Ephraim ad una stolida e imbelle colomba: Ephraim per salvarsi dagli Assiri ricorre all'Egitto, per salvarsi poi dall'Egitto ricorre agli Assiri, e l'Egitto non lo salverà, e gli Assiri dopo aver più volte devastato, e spogliato il suo paese, distruggeranno quel regno. Ephraim frattanto quasi insensata colomba, la quale sola tragli animali non difende, nè protegge i suoi, e se le son tolti, non se ne affligge, nè li cerca più; così Ephraim non bada al presente suo stato, nè si affligge, o si sveglia in veggendo come or in questa, or in quella parte è deva stato il suo paese, e ucciso, o condotto schiavo il suo popolo.

7,12:E quando saranno andati, ec. E quando saranno andati a cercar soccorsi stranieri, li prenderò colla mia rete quasi stolte, e deboli colombe, e li abbatterò, e li ucciderò. Come hanno udito a dire nelle loro adunanze. Come è stato predetto da' miei profeti al popolo adunato in molte occasioni, ovvero come lo stesso popolo adunato presso al Sina udi già predirsi dal suo legislatore Mosè. Vedi Deuter. XXVII. XXVIII.

7,13:Proferirono menzogne contro di me. Dicendo come già nel deserto: questi, o Israele, sono i tuoi dei, che ti trasser fuora della terra d'Egitto. Exod. XXXII.

7,14:Urlavano nei loro letti: ruminavano ec. Urlavano nelle loro angustie come i Gentili implorando l'aiuto de' loro dei perchè credono di farsi esaudire co' loro clamori. Ma tutti i loro pensieri non andavan più insù, che a domandare abbondanza di pane e di vino, non pensando se non al ventre.

7,16:Tornarono a voler essere senza giogo. Senza legge, senza cognizione del vero Dio come erano prima che io in Abramo, e poi in Mosè li chiamassi ad essere mio popolo. Simili ad un arco infedele: avendoli io eletti per opporgli agli errori, e alla corruttela delle altre nazioni idolatre, si sono rivolti a offendermi, e bestemmiarmi come arco, che in cambio di ferire il nemico, fa male al padrone.
Colpa della furiosa lor lingua. Perchè empiamente chiamarono dei i simulacri, e i vitelli d'oro. Tali furono i loro scherni ec. Così già ab antico si burlaron di me nella terra d'Egitto, dove adorarono il dio Api.