Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 7


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BIBBIA MARTINIBIBBIA VOLGARE
1 Accadde ancora, che sette fratelli furon presi insieme colla lor madre, e a forza di frustate, e di nerbate volea costringerli il re a mangiare delle carni di porco in odio della legge.1 E avvenne che furono pigliati sette fratelli colla madre sua insieme, ed erano costretti dal re contro alla legge di toccar le carni del porco, con percosse e battiture di corregge (di pelle) di cuoio di bue.
2 Ma uno di essi, che era il primogenito, disse: Che cerchi tu, o che vuoi sapere da noi? Noi siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi paterne dateci da Dio.2 E uno di loro, il quale era il primo, disse così che cerchi tu, e che vuoi tu imparare da noi? Noi siamo apparecchiati più tosto di morire, che prevaricare le leggi paterne, e quelle di Dio.
3 E sdegnato il re comandò, che si mettesser sul fuoco delle padelle, e delle caldaie di bronzo: e quando elle furono bollenti,3 E corrucciato il re, comandò che fusse accese le padelle e vasi di bronzo; le quali sùbito accese,
4 Comandò, che a quello che avea parlato il primo fosse tagliata la lingua, e gli fosse strappata la pelle dal capo, e gli fosser troncate le estremità delle mani, e de' piedi a vista degli altri fratelli, e della madre.4 comandò che a colui, che prima parlò, li fusse tratta la lingua; e anco, levata la coteca del capo, comandò li fusse tagliate (tutte) le mani e li piedi, tutti gli altri fratelli e la madre vedendolo.
5 E quando ei fu ridotto a un'assoluta impotenza ordinò, che lo accostassero al fuoco, e spirante tutt'ora fu arrostito nella padella, nella quale egli fu lungamente tormentato, esortandosi frattanto gli uni gli altri i fratelli colla madre a morir con fortezza,5 Ed essendo così fatto inutile per tutto, comandò che fusse posto al fuoco, e anco così spirando ardesse nella padella; nella quale lungamente cruciandosi, li altri insieme con la madre si confortavano di morire fortemente,
6 Dicendo: Il Signore Dio volgerà gli occhi alla verità, e si consolerà in noi, come nel cantico della protesta disse Mosè: Egli si consolerà ne' suoi servi.6 dicendo: lo Signore Iddio vedrà la verità, e consolerassi in noi, sì come nella protestazione del cantico dichiarò Moise: E CONSOLERASSI NELLI SERVI SUOI.
7 Morto adunque che fu in tal guisa il primo condussero agli strazj il secondo, e strappatagli la cotenna dal capo lo interrogavano se volesse mangiare prima di essere tormentato in tutti i membri del corpo.7 E morto il primo a questo modo, menavano lo seguente a disprezzarlo; e levata che li fu la coteca del capo con li capelli, dimandoro s' egli mangerebbe inanzi che fusse punito per i membri di tutto il corpo.
8 Ma egli in lingua della patria rispose, e disse: Nol farò. Onde anche questo sopportò al suo luogo i tormenti del primo:8 E lui, rispondendo con la voce paterna, disse: non farò. E per questo nel luogo del primo fu tormentato.
9 E vicino a rendere l'ultimo spirito disse così: Tu, o uomo iniquissimo, distruggi noi nella vita presente, ma il Re dell'universo risusciterà per la vita eterna noi, che muoiamo per le sue leggi.9 Ed essendo nell' ultimo del spirito, disse; tu certamente, scelestissimo, ne perdi in questa vita; ma il re del mondo, poi che noi saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà nella resurrezione della eterna vita.
10 Dopo di questo venne straziato il terzo, il quale alla prima richiesta messe fuori la lingua, e stese costantemente le mani:10 Dopo questo il terzo è dileggiato, e dimandatoli la lingua, sùbito la mise fuori, e constantemente stese le mani.
11 E con fidanza disse: Dal cielo ebbi in dono queste cose, ma per amor delle leggi di Dio io le disprezzo, perocché ho speranza, che mi saran rendute da lui:11 E disse con fiducia: io possiedo queste cose dal cielo, ma per amor delle leggi di Dio disprezzo tutte queste cose, però ch' io spero di ricever tutte queste cose da lui.
12 Ammirarono e il re, e la sua comitiva lo spirito di quel giovinetto, che nessun caso facea de' tormenti.12 Si che (dicendo a questo modo) si maravigliò il re, e quelli ch' erano con lui, (della costanza e) dell' animo del giovane, che come nulla esistima i cruciati.
13 E morto quello, allo stesso modo tormentavano il quarto.13 E morto che fu questo, similmente cruciavano il quarto.
14 Ed egli stando già per morire disse cosi: Ell'è cosa molto buona l'essere uccisi dagli uomini colla speranza in Dio di essere da lui nuovamente risuscitati: perocché la tua risurrezione non sarà per la vita.14 Ed essendo già propinquo alla morte, disse così coloro i quali sono dati alla morte dagli uomini più tosto debbono aspettare con speranza da Dio, un' altra volta esser resuscitati da lui; ma a te non sarà resurrezione a vita.
15 E preso il quinto lo martoriavano; ed egli mirando il re, disse:15 E avendo pigliato il quinto, lo cruciavano anco lui. E lui riguardando al re, disse:
16 Avendo tu tragli uomini potestà, benché tu sii uomo corruttibile, tu fai quel che ti piace: non creder però, che la nostra stirpe sia da Dio abbandonata:16 Tu hai autorità fra gli uomini, avvenga che tu sii corruttibile; tu fai quello che vuoi; ma non voler pensare che la nostra gente sia abbandonata da Dio.
17 Ma tu abbi pazienza, e vedrai la potestà grande di lui, e com' egli tormenterà te, e la tua stirpe.17 Ma tu abbi un poco pazienza, e vederai la grande sua podestà, a che modo te e la progenie tua sarà tormentata.
18 Dopo questo fu condotto il sesto, e questi presso al morire disse: Guardati dal vanamente ingannarti; perocché noi per nostra colpa sopportiam questo, avendo peccato contro il nostro Dio; e terribili cose ci sono avvenute:18 Dopo questo menarono anco il sesto, e questo cominciando a morire disse così: non volere errare invano; però che noi sosteniamo queste cose per cagion di noi istessi, però che abbiamo peccato contro al Dio nostro; e per degna ammirazione sono fatte queste cose in noi.
19 Ma tu non credere, che abbia ad essere senza castigo l'ardimento, che hai di combattere contro Dio.19 Ma tu non pensar di scampare sanza punizione, il qual hai tentato di combattere contro a Dio.
20 Ma la madre oltre modo ammirabile, e degna della ricordanza de' buoni, la quale in veggendo sette figliuoli, che nello spazio di un sol giorno perivano, di buon animo ciò sopportava per la speranza che aveva in Dio:20 E la madre loro, mirabile e degna di memoria delli buoni, con l'animo costante sostenea, vedendosi dinanzi agli occhi suoi esser uccisi sette figliuoli in uno dì, per la speranza la qual avea in Dio.
21 Ella piena di saggezza a uno a uno gli esortava nel linguaggio della patria, e alla tenerezza di donna univa un coraggio virile,21 E confortava ciascuno di loro, ripiena di sapienza, fortemente colla paterna voce; e avendo inserto l'animo virile nelli pensieri feminili,
22 Ella diceva loro: Io non so in qual modo voi veniste ad essere nel mio seno: perocché non fui io, che diedi a voi spirito, e anima, e vita, né io messi insieme le membra di ciascheduno.22 disse a loro: io non so a che modo voi appariste nel mio ventre, e anco io non diedi a voi lo spirito e l'anima e la vita, e non formai li membri di ciascuno di voi.
23 Ma il Creatore del mondo, che stabilì la generazione dell'uomo, e a tutte le cose diede il principio, renderà, egli a voi di bel nuovo per sua misericordia e spirito, e vita, perché voi adesso per amore delle sue leggi non curate di voi medesimi.23 Ma egli è il Creatore del mondo, il quale formò la natività dell' uomo; colui che trovò la origine delli uomini vi renderà un' altra fiata la vita con misericordia, così come voi disprezzate voi stessi per amore delle sue leggi.
24 Ma Antioco stimandosi vilipeso, e credendosi che quelle voci lo insultassero, rimanendovi tutt'ora il più giovine, non solamente lo esortava colle parole, ma con giuramento gli prometteva di farlo ricco, e beato, e che quando avesse abbandonate le leggi paterne lo avrebbe tenuto tra' suoi amici, e gli avrebbe dato tutto quello, che gli bisognasse.24 E Antioco, vedendosi disprezzato, e insieme disprezzata la voce di chi lo vituperava, essendo anco rimasto il più giovane, non solamente lo confortava con parole, ma anco con giuramento affermava che lo farebbe ricco e beato; e se lui si rimovesse delle leggi paterne, sarebbe sempre suo amico, e arebbe tutto quello li fosse bisogno.
25 Ma non piegandosi per ciò il giovinetto, il re chiamò la madre, e la consigliava a salvare il figliuolo.25 E conciosia cosa che il giovane per alcuno modo non si potesse inclinare, chiamò la madre, e sì la persuadeva ch' ella volesse confortar il figliuolo alla salute sua.
26 E quando egli la ebbe esortata con lungo ragionamento, ella promise di persuadere il suo figliuolo.26 E avendola confortata con molte parole, promiseli di persuadere al suo figliuolo.
27 Per la qual cosa chinandosi a lui, deridendo il tiranno crudele disse in linguaggio della patria: Figliuol mio, abbi pietà di me, che ti ho portata nove mesi nell'utero, e per tre anni ti allattai, e ti nutrii, e a quest'età ti ho condotto.27 Inclinata dunque al suo figliuolo, facendosi beffe del crudele tiranno, disse colla voce paternale: figliuolo mio, abbi misericordia di me, la quale ti portai nove mesi nel ventre, e per tre anni diediti lo latte, e sì ti nutricai, e a questa età io ti condussi.
28 Io ti chieggo, figliuol mio, che tu guardi il cielo, e la terra, e tutte le cose, che vi si contengono, e sappi, che e quelle cose, e l'umana progenie creò Dio dal niente:28 Dimandoti, figliuolo mio, che tu guardi in cielo, e alla terra e a tutte quelle cose che sono in loro; e intendi che tutte queste cose fece Iddio di niente, e anco la generazione degli uomini;
29 Cosi avverrà, che non temerai questo carnefice, ma fatto degno di aver comune la sorte co' tuoi fratelli, abbraccia la morte, affinchè in quel tempo di misericordia io te riabbia insieme co' tuoi fratelli.29 e così nell' animo tuo sì fermi, che tu non temi questo omicidiale; ma essendo fatto degno delli tuoi fratelli, ricevi la morte, acciò che in quella miserazione ti riceva con li tuoi fratelli.
30 Prima che ella avesse finito di dire, il giovinetto disse: Chi aspettate? Io non ubbidisco al comando del re, ma al precetto della legge data a noi da Mosè.30 E parlando la madre anco queste cose, disse il giovane: che aspettate voi? non voglio ubedire al comandamento del re, ma al comandamento della legge la qual fu data a noi per Moisè.
31 Ma tu, inventore di tutti i mali contro gli Ebrei, non fuggirai la mano di Dio.31 Ma tu il qual sei fatto inventor di ogni malizia contro agli ebrei, non fuggirai le mani di Dio.
32 Perocché noi queste cose patiamo pe' nostri peccati.32 Però che noi patimo per i peccati nostri.
33 E se il Signore Dio nostro si è adirato per breve tempo con noi affin di gastigarci, e di correggerci, egli però si riconcilierà di nuovo co' servi suoi.33 E se il Signore nostro è un poco irato con noi per riprension e correzion nostra, (ma voglio tu sappi che) lui si riconcilierà con i servi suoi.
34 Ma tu, o scellerato, e il più reo di tutti gli uomini, non ti lusingare inutilmente con vane speranze infuriando contro i servi di Dio:34 Ma tu, o scelestissimo e viziosissimo di tutti gli uomini, non ti voler (gloriare ed) esaltare con vane speranze infiammato contro alli suoi servi.
35 Perocché non ancora hai fuggito il giudizio di Dio onnipotente, che vede il tutto.35 Però che tu non sei anco fuggito lo giudicio dello onnipotente Dio, il qual conosce ogni cosa.
36 Perocché i miei fratelli per avere sofferto adesso un breve dolore sono già nell'alleanza della vita eterna: ma tu per giusto giudizio di Dio soffrirai i gastighi dovuti alla tua superbia.36 Li miei fratelli, ben che abbino sostenuto un poco di dolore, sono fatti partecipi della eterna vita; ma tu collo giudicio di Dio satisfarai con li tormenti giusti la tua ambizione.
37 Or io ad imitazione de' miei fratelli dell'anima, e del corpo mio fo sagrifizio in difesa delle leggi de' padri miei, pregando Dio che tanto più presto si plachi col nostro popolo, e che tu trai tormenti, e le percosse abbi a confessare, che egli solo è Dio.37 Io veramente, sì come hanno fatto li miei fratelli, do l'anima e il corpo mio per le (nostre) leggi paterne, invocando Iddio, più maturamente si facci propizio alla gente nostra, e facciti confessare con tormenti e percosse, ch' esso è solo Iddio.
38 L'ira dell'Onnipotente, la quale giustamente percuote la nostra stirpe, avrà fine alla morte mia, e de' miei fratelli.38 E in me e in li miei fratelli termini l'ira dello onnipetente Iddio, la qual è sopravenuta giustamente sopra tutta la nostra gente.
39 Allora il re ardendo di sdegno esercitò la sua crudeltà sopra di questo più che sopra gli altri, non potendo soffrire di essere schernito.39 Allora il re, acceso d' ira contro a questo giovane, sopra tutti gli altri più crudelmente lo tormentò, sostenendo con indignazione di esser dileggiato.
40 Morì adunque anche questo senza contaminarsi, con totale fidanza in Dio.40 E costui anco mondo (e puro) se ne morì, confidandosi in Dio per tutte queste cose.
41 E alla fine dopo i figliuoli fu uccisa anche la madre.41 Ultimamente dopo i (suoi) figliuoli anco la madre fu consumata (e morta).
42 Ma abbastanza si è parlato de sagrifizj, e delle orrende crudeltà.42 Delli sacrificii adunque e delle grandi crudelità assai è detto.