Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Siracide 12


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I benefizj debbono farsi piuttosto ai giusti: non dar ricetto agli empj, e peccatori: e difficile il distinguere gli amici dai nemici: non fidarsi de' nemici benché ti fingano amici.

1Se tu fai del bene, fa di sapere chi è quegli, a cui tu lo fai e ne' tuoi benefizj avrai molto merito.2Fa del bene al giusto, e ne avrai gran mercede, e se non da lui, certamente dal Signore.3Perocché non avrà bene chi fa sempre del male, e non fa limosina; perché l'Altissimo odia i peccatori, e usa misericordia con que', che fan penitenza.4Sii tu liberale coll'uomo misericordioso, e non accogliere il peccatore; perocché agli empj, ed ai peccatori Dio renderà il loro gastigo serbandogli al giorno della vendetta,5Sii liberale coll'uom dabbene, e non accogliere il peccatore.6Fa del bene all'umile, e non donare all'empio; impedisci, che siagli dato del pane, affinchè con questo egli non ti soverchi:7Perocché tu troverai doppio male per tutto il bene, che gli farai; perché e l'Altissimo odia i peccatori, e farà vendetta contro degli empj.8Non si conosce l'amico nella prosperità: e non resterà celato il nemico nell'avversità.9Quando l'uomo è in prosperità, i suoi nemici sono malinconici; e quand'egli è nell'avversità, si conosce chi è suo amico.10Non ti fidare del tuo nemico giammai; perocché la malizia di lui è come un vaso di rame, che fa la ruggine.11E se egli si umilia, e si incurva, sta attento, e guardati da lui.12Non te lo mettere accanto, e non sieda egli alla tua destra, affinchè non avvenga, che rivoltosi egli contro di te cerchi di prendere il tuo posto, onde alla fine tu abbi a capire le mie parole, e li miei avvertimenti ti trafiggano.13Chi avrà misericordia dell'incantatore ferito dal serpente, e di tutti quelli, che si accostano alle fiere? cosi sarà di chi si accompagna con un iniquo, e si trova involto ne' peccati di lui.14Per un ora si starà egli con te; ma se tu anderai in declinazione, non reggerà.15Il nimico ha il miele sulle sue labbra; ma in cuor suo va macchinando per condurti nella fossa.16Piange per gli occhi fuor il nimico; ma se trova l'occasione egli sarà sempre sitibondo di sangue:17E se ti succederà del male, troverai, che egli ne sarà il primo autore.18Piange per gli occhi fuor il nemico, e, come per darti ajuto, darà a' tuoi piedi la spinta.19Scuoterà il capo, e batterà palma a palma, e masticando molte cose, cangerà di viso.

Note:

12,1: Se tu fai del bene, fa' di sapere ec. Gesù Cristo disse: Dona a chiunque ti chiede: Luc. VI. 30. A questo in segnamento non è contrario quello, che dà qui il Savio, di badare nel far del bene chi sia quegli a cui il bene si fa; perocchè non altro vuol egli significare se non che non si faccia del bene a chi del bene medesimo abuserà a far del male all'anima propria ed ai prossimi, abuserà del bene a nutrire i suoi vizi e a sfogare le sue passioni. In secondo luogo il bene che uno fa non sarebbe ben fatto, se tralasciato chi più lo merita, si desse a chi o ne è indegno o lo merita meno. Per dir tutto in una parola, il Savio vuole ed insegna, che i benefizi e i favori non si facciano alla cieca e senza discrezione, ma con saggio avvedimento si consideri e la condizione delle persone e quello che a ciascheduna convenga. Non si parla qui delle quotidiane limosine (intorno alle quali non e necessario di badare minutamente a chi elle si dieno), ma delle liberalità e dei benefizi di maggior importanza.

12,2:Se non da lui, certamente dal Signore. Perchè Dio tiene come fatto a sè quello, che si fa in pro dei giusti per amore di lui. Vedi Matth. X. 40. 4I.

12,3:Non avrà bene chi fa sempre del male, ec. Non è giusto, che ottenga benefizi, nè da Dio, nè dagli uomini colui, che fa sempre del male contro Dio, e non ha carità verso dei prossimi; conciossiachè Dio odia i peccatori, ed è liberale delle sue grazie con quelli, i quali essendo veramente pentiti de' loro falli cercano di ottenere misericordia da Dio coll'usar essi misericordia verso i fratelli.

12,4:E non accogliere il peccatore. Favorisci e aiuta col la tua liberalità il giusto, ma non proteggere il peccatore quando il proteggerlo e l'aiutarlo sarebbe un dargli la mano a far male. Osservò s. Agostino De doct. Christ. lib. n. 16. e dopo di lui s. Tommaso ed altri, che la voce percatore è qui posta in luogo della voce peccato, volendo significare: non favorire, non secondare il peccato altrui; onde dice s. Tommaso: Si dee aiutare il peccatore quanto al sostentar la natura, ma non per fomentare la colpa: 2 2. quaest. 32. art. 9. E si parla evidentemente di quelli, che vivono pubblicamente nel peccato, e de' quali si può giustamente presumere, che dall'altrui liberalità e prote zione prenderanno occasione di mal fare e di diventare peggiori. Vedi s. Greg. Pastor. 3. parte Admonit. 21. Il favorire adunque, il beneficare un tal peccatore essendo un cooperare ai peccati di lui, soggiunge perciò il Savio: Perocchè agli empi ed ai peccatori Dio renderà il loro gastigo ec. E vuol dire in primo luogo, che proteggendo costoro e aiutandoli, si viene ad aggravare la loro condannazione, dando loro animo e ardimento a peccare; in secondo luogo, che in tal guisa si viene a peccare con quelli, che peccano, e ad esser soggetti al gastigo di Dio.

12,6-7:Impedisci, che siagli dato del pane ec. Colla voce pane vien qui inteso tutto quello, che servir può a nutrire la malvagità e l'ardire dell'empio, il quale dello stesso beneficio abuserà facilmente ai danni del benefattore, onde questi avrà a pentirsi della sua imprudenza, perchè quanto più avrà fatto del bene a un uomo scellerato, tanto maggiori ne riscuoterà le afflizioni e i disgusti e le ingiurie. Pel doppio male, può intendersi il beneficio perduto e gettato via perchè fatto a un indegno, e l'avere con questo renduto l'empio più potente a mal fare.

12,8:Non si conosce l'amico nella prosperità, ec. Quando l'uomo è felice, molti si fingono suoi amici, e nol sono: l'avversità è quella, che toglie la maschera, e rende manifesto il vero e il falso amore, e fa distinguere gli amici e i nemici. I0–

12,10-12:Non ti fidare del tuo nemico giammai; ec. Se il tuo nemico ti si mostra subitamente riconciliato, e ti usa ogni dimostrazione di rispetto, non ti fidar subito di lui; perocchè siccome un vaso di rame per quanto si pulisca fa sempre della ruggine, o sia del verderame, così il cattivo cuore del nemico coverà sempre delle cattive disposizioni contro di te; che se tu te lo terrai d'intorno e lo metterai a parte de' tuoi affari, trattandolo come un altro te stesso, facilmente ei ti supplanterà, e con tuo gran dolore capirai allora, ma troppo tardi, la verità de' miei avvertimenti, i quali ti trafiggeranno l'anima per non averli tu messi in pratica. La religione di Cristo, che comanda il sincero amor de' nemici, e di procurar di rendergli amici con tutte le dimostrazioni di carità, non proibisce però la prudente circospezione da tenersi verso certe persone, del buon animo delle quali siavi ragione di du bitare, le quali perciò non sarebbe ben fatto di ammettere ad una piena confidenza come si fa con un amico sperimentato di lunga mano.

12,13:Chi avrà misericordia dell'incantatore ec. L'incantatore che maneggia i serpenti, e il temerario che si avvicina a una fiera, a un orso, a un lione, ec. non sono compatiti da nissuno se son morsi e sbranati; così non è degno di compassione chi si familiarizza con uomo di cattivo cuore, se questi lo tira a farsi complice de' suoi peccati, e per conseguenza a rendersi degno de' gastighi e delle sciagure colle quali Dio lo punirà. La società de' cattivi è sempre contagiosa e funesta. Notisi, che ab antico vi furono non solamente uomini particolari, ma interi popoli, che si vantavano d'incantare i serpenti, come i Marsi nell'Italia, gli Psilli nell'Affrica; ma siccome vedesi dallo stesso antico proverbio, che quest'incantatori vi perdeano non di rado la vita, convien credere che tutta la loro arte consistesse in avere molto coraggio, e una certa destrezza per ischivare le morsicature di quegli animali; se pure non si servivano di qualche unguento simile a quello, onde fanno uso alcuni ciarlatani in Italia, il quale unguento applicato alle mani, o toglie ai serpenti la forza di mordere, o rende inefficace il loro veleno. Di tale unguento è fatta menzione da Nicandro Theriac. ec.

12,14:Per un'ora si starà ec. Non ti dar a credere, ch'ei sia per esserti sempre compagno: stara con te nell'ora felice, ma al primo segno di cangiamento di fortuna ti lascerà.

12,19:E masticando molte cose, cangerà di viso. Quando ti avrà dato il tracollo, allora farà festa, e deposta la maschera, parlerà di te con tronche misteriose parole per fare intendere agli altri, che il male in cui se' caduto tu tel meritavi, e che ben ti sta. Ecco tutto quello che alla fine ritrarrai dalla società di un cattivo uomo e di un perfido amico.