Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Esodo 9


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Quinta piaga la peste ne' giumenti: tetta le ulcere: settima le grandini, i tuoni, e fulmini: perchè questa cessi, Faraone promette di lasciar libero il popolo; ma non mantien la parola, e nuovamente s'indura. Nissuno de' figliuoli d'Israele patisce danno veruno in tali sciagure.

1E il Signore disse a Mosè: Va’ a trovare Faraone, e di’ a lui: Queste cose dice il Signore Dio degli Ebrei: Lascia andare il mio popolo ad offerirmi sacrifizio.2Che se tu ancor sei restio, e lo rattieni,3Ecco che la mano mia si farà sentire sopra i tuoi campi, e sopra i cavalli, e gli asini, e i cammelli, e i bovi, e le pecore con atroce pestilenza.4E il Signore farà questo miracolo riguardo a quello che posseggono gl'Israeliti, e quello che posseggono gli Egiziani, che nulla perirà di quel che appartiene a' figliuoli d'Israele.5E il Signore fissò il tempo, dicendo: domane il Signore adempirà questa parola sopra questa terra.6Il Signore adunque fece il dì seguente quel che avea detto; e perirono tutti gli animali degli Egiziani: ma degli animali de' figliuoli d'Israele non ne perì uno.7E Faraone mandò a vedere: e non era morto nulla di quel che possedeva Israele. E si indurò il cuore di Faraone, e non lasciò partire il popolo.8E il Signore disse a Mosè, e ad Aronne: Alzate le mani piene di cenere del focolare, e Mosè la sparga verso del cielo alla presenza di Faraone.9E la polvere si spanda per tutta la terra d'Egitto, e ne verranno agli uomini, e ai giumenti ulcere, e grossi tumori per tutta la terra di Egitto.10E presero la cenere del focolare, e si presentarono a Faraone, e Mosè la sparse per l'aria: e ne vennero ulcere, e grossi tumori agli uomini, e ai giumenti.11E i maghi non potevano stare dinanzi a Mosè per ragione delle ulcere, che erano addosso a loro, come a tutta la terra d'Egitto.12E il Signore indurò il cuore di Faraone, e non gli ascoltò, come il Signore avea detto a Mosè.13E il Signore disse a Mosè: Levati di buon mattino, e presentati a Faraone, e gli dirai: Queste cose dice il Signore Dio degli Ebrei: Lascia, che il mio popolo vada ad offerirmi sacrifizio.14Perocché io questa volta manderò sul tuo cuore tutti i miei flagelli, e sopra i tuoi servi, e sopra il tuo popolo: affinché tu conosca, che non havvi simile a me in tutta la terra.15Conciossiaché adesso stendendo la mano percuoterò di peste te, e il tuo popolo, e tu sarai sterminato dalla terra.16E a questo fine ti ho sostentato per dimostrare in te la mia possanza, onde celebrato sia il nome mio per tutta la terra.17Tu rattieni tuttora il mio popolo, e nol vuoi lasciar partire?18Ecco che io domani in questa stess'ora pioverò grandine senza misura, quale mai non fu in Egitto, dacché fu abitato fino al dì d'oggi.19Manda adunque sin da adesso a raunare i tuoi giumenti, e tutto quello che hai in campagna, perocché egli uomini, e i giumenti, e tutto quello che troverassi fuori, e non sia ritirato dalla campagna, venendogli sopra la grandine, perirà.20Que' servi di Faraone, che ebbero timore della parola, del Signore, fecero che i loro servi, e i giumenti si fuggissero nelle case.21Ma quelli che non fecero conto della parola del Signore, lasciarono stare i loro servi, e i giumenti alla campagna.22E il Signore disse a Mosè: Stendi la tua mano verso del cielo, affinché cada grandine in tutta la terra d'Egitto, sopra gli uomini, e sopra i giumenti, e sopra tutte l'erbe dei campi della terra d'Egitto.23E Mosè stese la verga verso del cielo: e il Signore mandò tuoni, e grandine, e folgori, che volteggiavano sopra la terra: e il Signore piovve grandine sopra l'Egitto.24E la grandine, e il fuoco cadevano misti insieme: e quella fu di tale grandezza, che eguale non si vide giammai in tutta la terra d'Egitto, dacché fu fondata quella nazione.25E la grandine flagellò in tutta la terra d'Egitto quanto vi era alla campagna dagli uomini fino a' giumenti: e tutte l'erbe dei campi furon flagellate dalla grandine, e spezzata ogni pianta.26Solamente nella terra di Gessen, dove stavano i figliuoli d'Israele, non cadde grandine.27E Faraone mandò a chiamar Mosè e Aronne, e disse loro: Ho peccato anche adesso: giusto è il Signore: Io, e il mio popolo siam empi.28Pregate il Signore affinché cessino i gran tuoni, e la grandine: affinché io vi lasci andare, e non restiate più qua.29Disse Mosè: Uscito che io sia dalla città, stenderò le mie mani al Signore, e cesseranno i tuoni, e non grandinerà più: affinché tu conosca, che del Signore è la terra.30Ma io ben so, che tu, e i tuoi servi non temete ancora il Signore Dio.31Fu adunque guastato il lino, e l'orzo, perché l'orzo era verde, e il lino faceva il seme.32Il grano però, e il farro non furono danneggiati, perché sono serotini.33E partitosi da Faraone Mosè, e dalla città, stese le mani al Signore, e cessarono i tuoni, e la grandine; e non cadde più stilla di pioggia sopra la terra.34Ma Faraone veggendo, come era cessata la pioggia, e la grandine, e i tuoni, aggravò il suo peccato:35E si ostinò il cuore di lui, e de' suoi servi, e s'indurò formisura: e non lasciò partire i figliuoli d'Israele, come avea ordinato il Signore per mezzo di Mosè.

Note:

9,3:Ecco che la mano mia ec. Delle dieci piaghe la quarta, e questa, che è la quinta, e l'ultima, sono mandate direttamente da Dio per far vedere a Faraone, chi fosse il vero autore de' gastighi, coi quali era punita la sua ostinazione.
Sopra i tuoi campi, e sopra i cavalli, ec. Vale a dire, come apporisce dall'Ebreo, sopra i cavalli, asini, bovi, ec. In una parola, sopra i tuoi bestiami, che si trovano alla campagna; onde non perirono quelli, che erano nelle stalle. Così s'intende, come molti restassero in vita dopo questa piaga, come si vede dal versetto 19., e dal capo XIV. 7.

9,11:E i maghi non potevano stare dinanzi a Mosè. Abbiam veduto, come al terzo prodigio venne meno tutto la possanza de' maghi, i quali non poterono far più nulla. Ma al finché la vittoria di Dio e del suo servo sia più evidente, e i maghi più non ardiscano di attizzare colle loro calunnie il cattivo animo del tiranno, sono umiliati colle ulcere e co' tumori; onde son tormentati per tutto il corpo talmente, che non posson nemmen comparire dinanzi a Mosè.

9,14:Tutti i miei flagelli. Tutti i flagelli, co' quali ho risoluto di punire la tua saperbia, e i quali ti trapasseranno il cuore.

9,15:Percuoterò di peste te, e il tuo popolo, ec. Paragonando le parole del versetto precedente: Manderò sul tuo cuore tutti i miei flagelli, e quello che segue nel versetto seguente: E a questo fine ti ho sostentato per dimostrare la mia passanza ec. Paragonando tutto questo sembra farsi manifesto, che per nome di peste s'intendono tutti i gastighi, che doveano cadere sopra Faraone sino alla funesta sua morte nell'acque del mar rosso. Notisi, che nell'Ebreo tutto è qui espresso col passato. Ho stesa la mia mano, ti ho percosso, tu sei sterminato, ec. dimostrandosi in tal guisa l'infallibil certezza de' decreti di Dio, per cui è come già fatto tutto quello, che egli ha stabilito di fare.

9,16:Ti ho sostentato per dimostrare ec. L'Ebreo: Ti ho suscitato. E così l'Apostolo, Rom. IX. 17. I LXX. Ti ho serbato. il Caldeo: Ti ho sofferto. Il senso non varia gran fatto, qualunque di questa versioni si prenda. Dio dice a Faraone: io ti ho sostentato con tutti i tuoi vizi, con tutto la tua empietà, con tutto il disprezzo, che hai fatto della mia pazienza e benignità; ti ho sostentato per far vedere ad esempio e istruzione di tutti gli uomini, quanto terribile sia il mio sdegno contro de' peccatori impenitenti; onde si dica per tutta la terra: grande è il Dio d'Israele; e gli uomini mi conoscano, e mi temono. Così Dio secondo la bella parola di S. Agostino ordina con somma giustizia le male volontà servendosi per fine buono dello stesso male volontà. Vedi ep. ad Rom. cap. IX.

9,19:Manda adunque fin d'adesso a raunare ec. Osserva, dice S. Agostino, la clemenza di Dio, il quale in mezzo all'ira non si scorda della misericordia, e con questa tempera e mitiga il gastigo, quaest. 33.

9,24:E la grandine, e il fuoco cadevano misti insieme. Questo miracolo è grandiosamente descritto nella Sapienza, cap. XVI. 16. 17. ec., e Ps. 77. vers. 48. se., e Ps. 104. vers. 32.

9,31:L'orzo era verde. Ovvero Non la spiga verde; non era ancora a maturità. La mietitura dell'orzo cominciava subito dopo la Pasqua nella Palestina, e probabilmente più presto nell'Egitto, paese più caldo della Palestina. La mietitura del grano veniva dopo, e non cominciava presso gli Ebrei, se non verso la Pentecoste.