Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Giobbe 30


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1 Ma adesso mi scherniscono i più giovani di me, ai padri de' quali non mi sarei degnato di dar la cura de' cani della mia greggia:1 Ma ora fanno beffe di me li più giovani di tempo, i padri de' quali io non degnava di porre colli cani della mia gregge;
2 De' quali io nulla stimava la forza delle braccia, ed egli eran creduti indegni anche di vivere.2 de' quali la virtù delle loro mani era a me per nulla, e di quella vita pensavano essere non degni;
3 Secchi per la povertà, e per la fame, che cercavan da rodere pel deserto, squalidi nella calamità, e miseria.3 sterili per povertade e per fame, i quali rodevano nella solitudine, straziati per la sozzezza e per miseria;
4 E l'erba mangiavano, e la corteccia degli alberi, e loro cibo era la radice del ginepro.4 e mangiavano l' erbe e le corteccie degli arbori; e le radici delli ginepri erano loro cibo.
5 E di simili cose andavano in cerca per le valli, e trovate che ne avessero correvano a prenderle con grande schiamazzo.5 I quali delle valli tagliavano queste cose: e conciosia cosa che [le] avessono trovate, a quelle con rumore correvano.
6 Abitavano nelle buche dei torrenti, e nelle caverne della terra, o sopra de' massi.6 Nelli deserti abitavano delli torrenti, e nelle caverne della terra, ovvero sopra le spine.
7 E in tale stato erano allegri, e per delizia contavano lo star sotto i pruni.7 I quali a questa medesima cosa si dilettavano, e così si computavano d' essere assai delicati;
8 Figliuoli di gente stolta, e ignobile, i quali nemmen compariscono sopra la terra.8 (Mali) figliuoli delli sciocchi e delli non nobili, i quali non erano arditi di apparire nella terra.
9 Or io sua divenuto argomento delle loro canzoni, e oggetto de' loro schemi.9 Ora nello loro canto sono vôlto, e fatto sono a loro in proverbio.
10 Mi hanno in abominazione, e fnggon lungi da me, e non han ribrezzo di sputarmi in faccia.10 Abbòminano me, e fuggonsi da lunga da me, e non si vergognano di sputarmi nella mia faccia.
11 Perocché egli apri il suo turcasso, e mi trafisse, e il morso pose alla mia bocea.11 Lo carcasso suo aperse, e afflissemi; e lo freno pose nella mia bocca.
12 Nel mio fiorire spuntarono subitamente accanto a me le mie sciagure, mi hanno roversciato per terra, e venendomi sopra come una piena mi hanno oppresso.12 Certo alla dritta parte dell' oriente le mie miserie si dirizzarono; li miei piedi sovvertirono e oppressono, quasi come onde di mare, colle sue vie.
13 Mi hanno rotte le strade; coloro mi teser de' lacci, e la vinsero, perché non v'ebbe chi m'aiutasse.13 Dissiparono gli andamenti miei, e hannomi insidiato; soprastetteno, e non fu chi mi desse aiuto.
14 Quasi rotto il muro, e sforzata la porta si scagliaron sopra di me, e incrudelirono sopra la mia miseria.14 Quasi come rotto lo muro e aperta la porta, rovinarono sopra me, e rivolti sono alle mie miserie.
15 Fui ridotto nel nulla; tu mi rapisti qual vento, i miei desiderj, ed ogni mio bene se n'andò come nebbia.15 Ritornato sono in nulla; portonne come vento lo mio desiderio; e sì come nuvola trapassò la mia salute.
16 Ed ora dentro di me si strugge l'anima mia, e i giorni di afflizione si sono impossessati di me.16 Ma ora in me medesimo marcisce l'anima mia, e possiede me lo dì della afflizione.
17 La notte i dolori fiedono le mie ossa, e non assomma quelli che mi divorano.17 Nella notte la bocca mia è forata colli dolori; e coloro che mangiano me, non dormono.
18 Il grande lor numero consuma il mio vestimento, ed ei mi cingono come tonaca, che serra il collo.18 Nella moltitudine loro si consuma lo mio vestimento, e quasi come lo cappuccio della tunica (che s'intornia al collo), così cinsono me.
19 Sono considerato come fango, e son fatto simile alla polvere, ed alla cenere.19 Assomigliato sono al fango, e alla favilla e alla cenere.
20 Alzo a te le mie grida, e tu non mi ascolti, e non volgi a me uno sguardo.20 Chiamo a te, e non esaudisci me; io sto, e non mi ragguardi.
21 Ti se' cambiato in crudele per me, e colla dura tua mano mi tratti come nemico.21 E mutato se' a me in crudele, e avversasti me nella durezza della tua mano.
22 Mi innalzasti, e quasi ponendo mi sopra del vento mi desti orribil tracollo.22 Levasti me, e sì come ponente sopra lo vento gettasti a terra me molto.
23 Io so, che in balìa di morte tu mi darai là dove è assegnata abitazione ad ogni vivente.23 E (sopra ciò) io so che tu mi darai la morte, dove ordinata è la casa a ciascheduno vivente.
24 Tu però la tua man non adopri a consumarli del tutto, e quando saranno abbattuti, tu li salverai.24 Ma pertanto alla consumazione loro [non] metterai la tua mano; se elli scorreranno, tu medesimo li salverai.
25 Io piangeva una volta le altrui afflizioni, ed era pietosa col povero l'anima mia.25 Di qui adietro io piagnea già sopra colui ch' era tormentato, e avea compassione l'anima mia al povero.
26 Mi aspettai felicità, e mi venner sciagure, sperai luce, e sopraggiunser le tenebre:26 Aspettava li beni, e vennero a me li mali; aspettava la luce, e scorsono le tenebre.
27 Sono infuocate le mie viscere, e non mi dan posa: mi han sorpreso i giorni di afflizione.27 Le mie cose dentro bollirono senza riposo alcuno; sopravennero a me li dì dell' afflizioue.
28 Io me ne vo malinconico, ma senza trasporti d'ira; mi alzo, e grido in mezzo alla gente.28 Piangendo andava, senza furore; levandomi, nella turba chiamai.
29 Divenni fratello dei dragoni, e compagno degli struzzoli.29 Fui io fratello delli dragoni, e compagno delle distruzioni.
30 Mi si è annerita addosso la pelle, le mie ossa sono inaridite pel grande ardore.30 La mia cotica annegrita è sopra me; l'ossa mie si seccano per caldo.
31 Rivolta in pianto è la mia cetra, e in voce di dolor la mia lira.31 Tornata è in pianto la mia cetera, e l' organo mio nella voce delli piagnenti.