Scrutatio

Saturday, 7 December 2024 - Sant´ Ambrogio v. ( Letture di oggi)

Isaia 1


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In qual tempo profetasse Isaia sopra Giuda, e Gerusalemme. Questa città flagellata da Dio con ogni specie di mali non è ritornata a lui, onde dice, che a lei sovrasta una terribil desolazione. Le sue vittime, e le sue solennità sono rigettate: quello, che debba fare per essere ricevuta in grazia dal Signore. Nuovamente predice, che per i molti peccati, ne' quali è caduta, soggiacerà a grave vendetta, e finalmente sarà un di liberata, e rimessa in più felice stato.

1Visione d'Isaia figliuolo di Amos, la quale egli vide intorno alle cose di Giuda, e di Gerusalemme a' tempi di Ozia, di Joathan, di Achaz, e di Ezechia regi di Giuda.2Udite, o cieli, e tu o terra porgi le orecchie. Il Signore ha parlato: Ho nudriti, e esaltati de' figli: ed eglino mi han disprezzato.3Il bue distingue il suo padrone, e l'asino la greppia del suo signore: ma Israele non riconobbe, e il popolo mio non intende.4Guai alla nazion peccatrice, al popolo aggravato d'iniquità, alla stirpe malvagia, ai figli scellerati: hanno abbandonato il Signore; hanno bestemmiato il santo d'Israele, si non separati, han voltate le spalle.5Perchè vi percuoterò io di più, se aggiungete prevaricazioni? Tutto il capo è malato, e tutto il cuore è afflitto;6Dalla pianta del piede fino alla sommità della testa non è in lui sanità: ma ferite, e lividure, e piaga marciosa, che non è stata fasciata, né medicata, né disacerbata col balsamo.7Deserta la vostra terra, incendiate le vostre cittadi: le possessioni vostre sugli occhi vostri son divorate dagli stranieri, e devastate come devasta il nimico.8E rimarrà la figlia di Sion come una capanna in una vigna, e come un tugurio in un cocomeraio, e come città espugnata per forza.9Se il Signore degli eserciti non avesse lasciato di noi semenza, saremmo diventati come Sodoma, e simili saremmo stati a Gomorra.10Udite la parola del Signore voi principi di Sodoma, porgi le orecchie alla legge del nostro Dio tu popolo di Gomorra.11Che ho da far io della moltitudine delle vostre vittime, dice il Signore? Io ne son pieno. Io non amo gli olocausti degli arieti, e il grasso de' pingui bovi, e il sangue de' vitelli, e degli agnelli, e de' capri.12Quando voi vi presentate al cospetto mio, chi ha domandate tal cose dalle vostre mani per farvi spasseggiare pe' miei cortili?13Non offerite più sagrifizio inutilmente: ho in abbominazione l'incenso. Non posso patire il Novilunio, e il sabato, e le altre feste. Sono iniquità le vostre adunanze.14Le vostre calende, e le vostre solennità sono odiose all'anima mia: mi son diventate moleste, sono stanco di sopportarle.15E allorché stenderete le vostre mani, rivolgerò gli occhi da voi; e allorché moltiplicherete le preghiere, non darò retta; imperocché le mani vostre son piene di sangue.16Lavatevi, mondatevi, togliete da gli occhi miei la malvagità de' vostri pensieri, ponete fine al mal fare,17Imparate a fare del bene; cercate quello, che è giusto, soccorrete l'oppresso, proteggete il pupillo, difendete la vedova.18E venite, e doletevi di me, dice il Signore: se saranno i peccati vostri come cocciniglia, saran fatti bianchi come la neve; e se saran rossi come il baco della cocciniglia, saran fatti del colore di bianca lana.19Se vorrete, e mi ascolterete, sarete nudriti de' frutti della terra.20Che se non vorrete, e provocherete il mio sdegno, la spada vi consumerà; imperocché la bocca del Signore ha parlato cosi:21Come mai la città fedele piena di equità è diventata una adultera? Ella fu già sede di giustizia, ora poi di omicidi.22Il tuo argento si è cangiato in iscoria: il tuo vino è stato mescolato coll'acqua.23I tuoi magnati infedeli fanno a mezzo co' ladri; tutti quanti amano i regali, van dietro al guadagno: non rendon ragione al pupillo, e la causa della vedova non trova accesso presso di loro.24Per questo dice il Signore Dio degli eserciti il (Dio) forte d'Israele: Ahi; che io prenderò satisfazione de' miei avversarj, e farò vendetta de' miei nemici.25E stenderò sopra di te la mia mano, e purificherò la tua alchimia, e toglierò da te il tuo stagno.26E renderò i tuoi giudici quali eran prima, e i tuoi consiglieri come in antico, dopo di ciò sarai chiamata città del giusto, città fedele.27Sionne sarà redenta in giudizio, e rimessa in libertà per giustizia:28Ma (Dio) distruggerà insieme gli scellerati, e i peccatori, e coloro, che hanno abbandonato il Signore saranno consunti.29Imperocché saranno la lor confusione gl'idoli, a' quali sagrificarono, e vi vergognerete degli orti amati da voi,30Allorché sarete qual quercia cadute le foglie, e come orto senz'acqua.31E la vostra fortezza sarà quasi stoppa, che va in faville, e le opere vostre quasi scintilla; e l'una, e l'altre aiuteranno nel fuoco, cui nissuno estinguerà.

Note:

1,1:Visione di Isaia ec. Si potrebbe ancora tradurre: Le cose vedute da Isaia ec. Perocchè è qui come il titolo del libro. E molto bene le cose, che egli predice, si dicono cose da lui vedute, vedute cioè colla sua mente dal Profeta, lo che dimostra e stabilisce la certezza delle sue profezie. Queste profezie riguardano principalmente il regno di Giuda, e la città capitale di questo regno, Gerusalemme. De' regi, a'tempi de'quali Isaia profetò, Ozia regnò anni cinquantadue, Joathan sedici anni, Achaz sedici, e Ezechia ventinove. Non sappiamo di certo in qual anno del regno di Ozia cominciasse a profetare Isaia.

1,2:Udite, o cieli, ec. Vedi una simile prosopopea Deuter. XXX. 19., onde vien già ad accennarsi, come erano pervenuti que' cattivi tempi predetti dallo stesso Mosè, quando perduta la vera pietà, la religione si fece tutta consistere ne' riti, e nelle cerimonie esteriori: voi, o cieli, privi di anima, e d'intelligenza, e tu, o terra, priva di senso, ascoltate le giuste querele del vostro Creatore contro gl' ingrati suoi figli: perocchè Dio stesso è quegli, che per mia bocca favella. Questi figli (dice Dio) gli ho io nutriti e fatti grandi co' miei benefici, co' miei miracoli, co' miei doni, ed essi a faccia scoperta senza rossore mi hanno disprezzato, violando i miei comandamenti. Similmente Mosè, Deuter. XXXII: 6.: Questa adunque è la ricompensa che tu rendi al Signore, popolo stolto e mentecatto? Non è egli il padre tuo, il quale ti riscattò, e ti fece e ti creò?

1,3:E l'asino la greppia del suo signore. L'asino conosce il padrone, che gli dà la greppia, cioè il suo sostentamento. Il bue stolido, l'asino stupido conoscono il loro padrone, e Israele non conosce il suo Dio.
Non intende. Non intende il mio linguaggio, la mia voce, il mio comando.

1,4:Il santo d'Israele. Anche in questo si trova grande enfasi: hanno bestemmiato, hanno parlato indegnamente di Dio, che è la stessa santità degna di essere adorata da tutti, ma in ispecial modo da Israele. Si son separati, han voltate le spalle. Si son separati da Dio, gli hanno voltate le spalle.

1,5:Perchè vi percuoterò io di più, ec. Essendo voi tanto ostinati nel male, e non essendovi più speranza della vostra emendazione, che gioverebbe, che io vi gastigassi con nuovi flagelli?
Tutto il capo è malato, ec. Coll' allegoria de' mali del corpo indica e descrive i mali spirituali del popolo corrotto da'vizi e da' peccati. Pella testa s' intendono assai comunemente i principi del popolo, pel cuore i sacerdoti. Osservisi ancora, che dicendo il profeta tutto il capo, e dipoi tutto il cuore, non dee intendersi, che assolutamente tutti e i principi e i sacerdoti fosser corrotti, ma ben sì che la parte massima erano in tale stato, avendo avu to Dio in ogni tempo in quel popolo un numero di servi fedeli, un piccol gregge, come notò s. Agostino De unit. Eccles. cap. XII.

1,6:Non è in lui sanità: ec. In questo corpo del popolo le membra tutte sono talmente infette, che egli sembra una piaga continua, e di più la sua ostinazione ha rigettata ogni cura, ogni mano di medico, ogni balsamo, ogni alleviamento.

1,7:Deserta la vostra terra, ec. Descrisse le scelleraggini del popolo; descrive adesso la vendetta, che Dio ne farà. Tertulliano, s. Girolamo, Teodoreto ed altri riferiscono queste parole alla distruzione di Gerusalemme per mano de' Romani, e convien dire, che l'applicazione del vers. 9 fatta da Paolo, Rom. IX. 27, ottimamente conviene col sentimento di questi Padri. Perocchè e Isaia e gli altri profeti parlando agli Ebrei de' loro tempi, aveano in vista anche quelli delle età posteriori, e particolarmente gli Ebrei del tempo, in cui venne il Cristo, i quali compiendo la misura dei peccati de' loro padri, doveano portare la pena del sangue del loro Messia perseguitato da essi e crocifisso. Altri intendono tutto questo luogo della distruzione di Gerusalemme nella invasione de' Caldei, e del tempo della cattività di Babilonia.

1,9:Se il Signore.... non avesse tasciato di noi semenza, ec. Vedi quello che sopra queste parole si è detto Rom. IX. 27.Se nella universale corruzione Dio non si fosse riserbato un piccolo avanzo di giusti, che sono i suoi veri figli, la nazione tutta sarebbe rimasa abolita, e consunta, come avvenne delle infami città di Sodoma e di Gomorra.

1,10:Principi di Sodoma; ec. Principi di Gerusalemme e di Giuda scellerati non meno de' principi di Sodoma; popolo di Giuda infetto di tutti i vizi non men che il popolo di Gomorra.

1,11:Che ho da far io ec. I vostri sacrifizi e le vostre vittime mi fanno nausea sì perchè voi le offerite con cattivo cuore pieno d'iniquità, sì perchè in esse fate consistere tutta la santità, e frattanto nissun conto fate della vera interior santità, anzi purchè non manchiate di scannare un gran numero di queste vittime, credete che debba essere a voi lecito il rubare, il fornicare, l'ubriacarvi ec. Osservò s. Girolamo e s. Agostino, che i sacrifizi carnali erano stati comandati da Dio non principalmente, ma sì per ritrarre il popolo dal sacrificare agl' idoli, e si ancora perchè da queste ostie corporali quasi da tipo e da immagine s'innalzasse l'Ebreo alle ostie spirituali, cho sono veramente care a Dio, e son sempre accette.

1,12:Per farvi spasseggiare pe' miei cortili? L'Ebreo è più forte: per farvi caleare i miei cortili o V'ho io chiesto tutte queste vittime pel piacere di vedervi venire a calcare con fasto e con arroganza l'atrio, dove voi senza spirito di religione, e senza rispetto a me, vi state tutti gonfi de' vostri sacrifizi?

1,13:Ho in abbominazione l'incenso. Ovvero, le vittime incense, abbruciate sopra l'altare. Sono iniquità le vostre adunanze. Le vostre adunanze anche sacre, sono adunanze di peccatori, i quali s'uniscono insieme non per onorarmi, ma per crapulare e sbevazzare, e far de' peccati. Nell'atrio faceansi i banchetti delle ostie pacifiche, come si è veduto più volte.

1,15:E allorchè stenderete ec. Quando voi nella tribolazione vi moverete a pregarmi ec. Son piene di sangue. Son piene di ogni maniera di scelleraggini, perocchè la voce sangue anche in altri luoghi è posta a significare il peccato. Tertulliano e s.Cipriano riferiscono queste pa role agli Ebrel omicidi del Cristo.

1,16:Lavatevi, mondatevi, ec. Perch' ei sieno in istato di estrema miseria spirituale, non vuol però Dio ch' ei disperino di trovare misericordia; ma alla penitenza gl'invita, e gli esorta a lavarsi e mondarsi non colle abluzioni legali, ma colle lacrime del cuore contrito e umiliato; anzi Eusebio e Teodoreto credono qui accennata anche la lavanda sacra di rigenerazione e di rinnovellamento, cioè il battesimo della legge di Cristo.

1,18:E' doletevi di me, ec. Doletevi di me, come se io non fossi fedele alle mie promesse, quando, essendo voi convertiti, non vi accogliessi con misericordia e bontà. Si esprime mirabilmente la somma clemenza di Dio, che non ricusa di soggettarsi in certo modo ad essere giudi cato dagli uomini. Se saranno i peccati vostri come cocciniglia, ec. Paragona i peccati alla cocciniglia per riguardo al colore sanguigno di essa. Se co' vostri peccati avrete macchiata l'anima vostra quasi con macchie di sangue, io vi laverò, e farovvi bianchi come la neve, e come i bianchissimi fiocchi di lana.

1,19:Dei frutti della terra. Della terra di Chanaan, nel primo senso; e in un altro senso, della terra de' viventi, cioè del cielo.

1,20:La spada vi consumerà. La spada de' Caldei e poscia quella de' Romani.

1,21:È diventata un'adultera? Abbandonato il suo primo legittimo sposo, Iddio, si è data a servire alle false divinità, e si è fatta schiava di ogni iniquità.

1,22:Il tuo argento si è cangiato ec. Con due similitudini esprime la depravazione de' dottori della sinagoga, i quali corrotti di cuore com'erano, non solo corrompevano il popolo, ma alteravano e corrompevano la stessa legge. Questi dottori non sono più fino e puro argento, ma la mondiglia dell'argento, onde il vino della legge mescolano colle false e storte loro interpretazioni. Vedi s. Girolamo, Eusebio ec.

1,23:Fanno a mezzo coi ladri: ec. In vece di punire i ladri traggon profitto da' ladronecci, tirando a' regali, e per amore di questi vendendo la giustizia.

1,24:Ahi che io prenderò satisfazione ec. Ci si dimostra la somma bontà di Dio, il quale di mala voglia dà di mano a' gastighi contro de' peccatori, come un medico, che si affligge di dover ordinare il taglio o il fuoco per un ammalato.

1,25-26:E purificherò ec. Ti metterò nel grogiuolo della tribolazione, e purgherò il tuo argento dall'alchimia e dallo stagno. La tribolazione qui accennata è la cattività di Babilonia, ed anche la cattività sotto i Romani. Veramente dopo la cattività la nazione purgata dalla idolatria, dalle ingiustizie ec. ebbe de' buoni giudici, Esdra, Nehe mia, Gesù figliuolo di Josedech, i Maccabei; ma molto più dopo la Romana cattività a' tempi di Cristo diede Dio ai Giudei de' giudici simili nella fede e nella virtu a Mosè, a Giosuè, a Gedeone, a Davidde, avendo dati a Gerusalemme, cioè alla Chiesa Cristiana, per giudici e rettori gli Apostoli pieni di sapienza, e rivestiti di virtu dall'alto. E allora ella sarà detta città del giusto, cioè di Cristo, il quale la istruirà, e la santificherà; città fedele al vero Dio, perchè la Chiesa non mancherà a lui di fede giammai, nè il culto di lui abbandonerà, nè l'obbedienza alla sua parola.
Si è veduto già molte volte ne' libri precedenti come Gerusalemme e Sionne sono sovente figura della Chiesa composta di Giudei e di Gentili, che ebbe ivi cominciamento.

1,27:Sionne sarà redenta in giudizio, ec. Sionne (la Chiesa) sarà riscattata in sequela di rigoroso giudizio, e per rigorosa giustizia sarà liberata: perocchè la riscatterà, e la libererà Cristo pagando il prezzo grande e sovrabbon dante del suo riscatto e della sua liberazione dalla scinia vitù del demonio e del peccato.

1,28-29:Ma (Dio) distruggerà ec. Predice la punizione de' Giudei infedeli, i quali abbandonato il vero Dio, si erano rivolti al culto degl'idoli, punizione, ch'ei soffrirono per mano de' Caldei, e nella lunga cattività di Babilonia. Dice, che quest' idoli saran la loro confusione, quando cioè vedranno, che gli stessi idoli, ne'quali speravano, non potran sottrarli al gastigo di Dio: allora si vergogneranno gli Ebrei infelici di aver consacrati e orti e boschetti a tali bugiarde e impure divinità. Si parla sovente nei libri de' Re de' boschetti consacrati ad Astarte, o a Venere: gli orti si consacravano a Adone; e nei boschetti e negli orti si commettevano orribili dissolutezze.

1,30:Sarete qual quercia ec. Sarete come una quercia, la quale per vecchiaia perdute le foglie si secca e muore, e com'orto, che resta privo di acqua, onde diviene squallido, arido e infruttifero.

1,31:E la vostra fortezza ec. Tutte le cose, nelle quali voi vi confidate superbamente, saranno arse colla stessa facilità, con cui si abbrucia la lieve stoppa, e tutte le grandiose opere vostre svaniranno come svanisce una scintilla: e voi, e tutto quello, che vi faceva superbi, finirà in un fuoco inestinguibile. S'indica qui non tanto il fuoco, col quale fu bruciata Gerusalemme da' Caldei, e poscia dai Romani, quanto il fuoco dell'inferno, nel quale insieme coll'empio la gloria, la fortezza, e le ini que opere dell'empio anderanno a finire, il quale fuoco è veramente inestinguibile.