Scrutatio

Friday, 6 December 2024 - San Nicola ( Letture di oggi)

Prima lettera ai Tessalonicesi 1


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Loda i Tessalonicesi, rendendo grazie a Dio del conservar, che facevano, la fede ricevuta, e dell'essere imitatori di Paolo, anzi dello stesso Signore, e a' esempio a tutti gli altri credenti, dimostrando in tal modo, quale tra di essi fosse stato il frutto della predicazione del medesimo Paolo.

1Paolo, e Silvano, e Timoteo, alla Chiesa de' Tessalonicesi, in Dio Padre, e nel Signor Gesù Cristo.2Grazia a voi, e pace. Noi rendiam sempre grazie a Dio per tutti voi, facendo continuamente di voi memoria nelle nostre orazioni,3Ricordevoli della operante fede vostra, e della laboriosa carità, e della costante speranza in Gesù Cristo Signor nostro, nel cospetto di Dio, e padre nostro:4Come quegli, che conosciamo, fratelli amati da Dio, la vostra elezione:5Conciossiachè il nostro vangelo presso di voi, fu non nella sola parola, ma anche nella virtù, e nello Spirito santo, e in gran pienezza, come sapete, quali noi fossimo tra di voi per vostro bene.6E voi vi faceste imitatori di noi, e il Signore, ricevuta avendo la parola in gran tribolazione col gaudio dello Spirito santo:7Di modo che siete stati esempio a tutti i credenti nella Macedonia, e nell'Acaia.8Imperocché da voi si divulgò la parola di Dio non solamente per la Macedonia, e per l'Acaia, ma di più per ogni luogo si propagò la fede, che voi avete in Dio talmente che non fa di mestieri, che noi ne parliamo.9Imperocché eglino di noi raccontano, qual fosse la nostra entrata tra di voi, e come dagl' idoli vi convertiste a Dio, per servire a Dio vivo, e vero,10E per aspettare il Figliuolo di lui dal cielo (cui egli risuscitò da morte) Gesù, il quale ci sottrasse all'ira, che è per venire.

Note:

1,1:Silvano. Lo stesso, che Sila, come molti hanno osservato dopo s. Girolamo. Di lui è parlato sovente negli Atti. Vedi pure 2. Cor. I. 19.; 2. Tess. I. I., I. Pet. V.12. Sila, e Timoteo furon lasciati da Paolo nella Macedonia, allorchè fu egli costretto a ritirarsene per la persecuzione suscitatagli contro dai Giudei. Atti XVII.
Alla Chiesa de' Tessalonicesi, in Dio Padre, e nel Signor Gesù Cristo. Alla Chiesa di Tessalonica congregata nel nome, e nella fede di Dio Padre, e del Signore Gesù.

1,3:Ricordevoli della operante fede vostra, e della laboriosa carità, e della costante speranza ec. Sono questi gl'insigni benefici fatti da Dio alla Chiesa di Tessalonica, una fede viva, ed attiva particolarmente nel tempo della persecuzione, una carità, che tutto sopporta, e fatiche, e stenti, e travagli, sostenuta essendo dalla speranza in Cristo, e nelle promesse di Cristo. Di tutto questo, dice l'Apostolo, ch'egli si ricorda nel cospetto di Dio per be nedirlo, e rendergli grazie a nome de' suoi figliuoli.

1,4:Come quelli, che conosciamo, ec. E la nostra gratitudine è tanto più tenera e viva, perchè sappiamo, in qual modo Dio per effetto dell'amore, che ha per voi, vi elesse dal mondo, e dal mondo vi trasse per condurvi alla cognizione della fede, e alla grazia del Vangelo.

1,5:Il nostro vangelo presso di voi fu non nella sola parola, ma ec. Voi sapete, come la nostra predicazione non consiste solamente nell'efficacia della parola di verità, ma la stessa predicazione fu corteggiata, e confer mata per la virtù de' miracoli,pei doni dello Spirito santo sparsi tra voi in grande abbondanza. Dove la Volgata ha, con molta pienezza, il senso del greco non può rendersi con una sola parola, ma vuol significare, che la virtù de' miracoli, e i doni dello Spirito santo facevano certa, e indubitata fede della verità della parola.
Come sapete, quali noi fossimo ec. La pazienza, lo zelo, il distaccamento apostolico sono anch'essi una efficace confermazione del Vangelo; e perciò dice Paolo: aggiungete, o Tessalonicesi, alle altre prove della verità della fede la memoria de' nostri patimenti, della nostra costanza, dello zelo puro e disinteressato, col quale ci diportammo nella nostra predicazione per vostra salute.

1,6:E voi vi faceste imitatori di noi, e del Signore, ec. Vuol dire l'Apostolo, che non ha motivo di pentirsi delle fatiche, e de' travagli sofferti per la conversione de' Tessalonicesi, mentre la stessa costanza, e la stessa pazienza invincibile dimostrata da lui e da Gesù Cristo medesimo nell'annunziare la parola di verità agli uomini, la stessa e costanza e pazienza imitata avevano quelli nel ricevere e conservare la stessa parola in mezzo a molte tribolazioni e contrasti con quell'interno gaudio, che procede dallo Spirito del Signore, ed accompagna sempre la vera fede. Vedi Atti XVII.

1,7:Siete stati esempio a tutti i credenti ec. Esempio d'invitta fede siete stati non solo a' fedeli della vostra nazione, ma anche di tutta l'Acaia. Nell'Acaia ritrovavasi allora Paolo, cioè in Corinto capitale di quel paese.

1,8:Da voi si divulgò la parola di Dio ec. La fama della carità, della pietà, della costanza vostra nella fede si sparse ben presto per ogni parte a gran vantaggio, e dilatazione del Vangelo di Dio, talmente che non occorre, che noi parliamo a chicchessia de' prodigiosi effetti operati tra voi dallo stesso Vangelo, perchè questi sono già ad ogni uomo notissimi. La virtù, e la santità grande de' primi cristiani fu uno dei mezzi, che infinitamente contribuì al progresso della fede.

1,9:Eglino di noi raccontano, ec. I fedeli delle altre Chiese sono anzi quelli che, senza che noi apriam bocca per parlare di voi, ci prevengono, e ci raccontano, con quanta docilità, ed affetto voi ci accoglieste al primo arrivo, e come abbandonato l'antico culto de' falsi dei, a Dio vi deste per servire a Dio vivo, e vero, e aspettare il rimuneratore della vostra fede, che verrà un giorno dal cielo, Gesù risuscitato dal Padre, per cui siete stati sottratti dalla dannazione eterna, che piombera sopra gli empi, ed increduli. E mirabile per ogni parte quest'elogio della fede dei Tessalonicesi, e pieno d'energia per sempre più confermargli, e rendergli immobili nella fede. Si osservi la bella contrapposizione tra Dio vivo, e vero, e i simulacri, o idoli de' falsi dei, e il grandioso fine dell'uomo cristiano, che è di servire a Dio vivo, e vero nell'amorosa espettazione della venuta di Cristo dal cielo, il quale ci ha sottratti alla dannazione, che sarà in quel di fulminata contro gl'increduli; e siccome egli fu risuscitato da morte per virtù divina, così risusciterà i nostri corpi per renderci in tutto beati con lui nel suo regno.