Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Ad Romanos 7


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VULGATABIBBIA MARTINI
1 An ignoratis, fratres (scientibus enim legem loquor), quia lex in homine dominatur quanto tempore vivit ?1 Non sapete voi, o fratelli, (imperocché con persone perite della legge io parlo), che la legge all'uomo impera, Uno che egli vive?
2 Nam quæ sub viro est mulier, vivente viro, alligata est legi : si autem mortuus fuerit vir ejus, soluta est a lege viri.2 Imperocché la donna soggetta ad un marito è legata per legge al marito vivente: che se questi venga a morire, è sciolta dalla legge del marito?
3 Igitur, vivente viro, vocabitur adultera si fuerit cum alio viro : si autem mortuus fuerit vir ejus, liberata est a lege viri, ut non sit adultera si fuerit cum alio viro.3 Per la qual cosa vivente il marito, sarà chiamata adultera, se stia con altro uomo: morto poi il marito, è sciolta dalla legge del marito: onde non sia adultera se stia con altro uomo.
4 Itaque fratres mei, et vos mortificati estis legi per corpus Christi : ut sitis alterius, qui ex mortuis resurrexit, ut fructificemus Deo.4 Così anche voi, fratelli miei, siete morti alla legge pel corpo di Cristo: affinchè siate di un altro, il quale ri suscitò da morte: onde frutti portiamo per Iddio.
5 Cum enim essemus in carne, passiones peccatorum, quæ per legem erant, operabantur in membris nostris, ut fructificarent morti.5 Imperocché quando noi eravamo (uomini) carnali, le affezioni peccaminose occasionate dalla legge agivano nelle nostre membra per produr frutti di morte:
6 Nunc autem soluti sumus a lege mortis, in qua detinebamur, ita ut serviamus in novitate spiritus, et non in vetustate litteræ.
6 Ma adesso siamo sciolti dalla legge di morte, cui eravamo legati, affinchè serviamo secondo il nuovo spirito, non secondo l'antica lettera.
7 Quid ergo dicemus ? lex peccatum est ? Absit. Sed peccatum non cognovi, nisi per legem : nam concupiscentiam nesciebam, nisi lex diceret : Non concupisces.7 Che diremo adunque? La legge è ella un peccato? Mai no. Ma io non ho conosciuto il peccato, se non per mezzo della legge: imperocché io non conosceva la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare.
8 Occasione autem accepta, peccatum per mandatum operatum est in me omnem concupiscentiam. Sine lege enim peccatum mortuum erat.8 Ma il peccato presa occasione da quel comandamento, cagionò in me ogni cupidità. Imperocché senza la legge il peccato era morto.
9 Ego autem vivebam sine lege aliquando : sed cum venisset mandatum, peccatum revixit.9 Io poi una volta senza legge vivea. Ma venuto il comandamento, il peccato tornò a rivivere,
10 Ego autem mortuus sum : et inventum est mihi mandatum, quod erat ad vitam, hoc esse ad mortem.10 E io morii: e si trovò, che quel comandamento dato per vita fu morte per me.
11 Nam peccatum occasione accepta per mandatum, seduxit me, et per illud occidit.11 Imperocché il peccato, presa occasione da quel comandamento, mi sedusse, e per esso mi uccise.
12 Itaque lex quidem sancta, et mandatum sanctum, et justum, et bonum.
12 Per la qual cosa la legge (è) santa, e il comandamento santo, e giusto, e buono.
13 Quod ergo bonum est, mihi factum est mors ? Absit. Sed peccatum, ut appareat peccatum, per bonum operatum est mihi mortem : ut fiat supra modum peccans peccatum per mandatum.13 Una cosa adunque, che è buona, si fé' morte per me? Mai no. Bensì il peccato affinchè apparisca, come il peccato per mezzo di una cosa buona manipolò per me la morte: onde divenisse il peccato eccessivamente peccatore per ragion del comandamento.
14 Scimus enim quia lex spiritualis est : ego autem carnalis sum, venundatus sub peccato.14 Imperocché sappiamo, che la legge è spirituale: ma io sono carnale, venduto (schiavo) al peccato.
15 Quod enim operor, non intelligo : non enim quod volo bonum, hoc ago : sed quod odi malum, illud facio.15 Imperocché quello, che io fo, non intendo: dappoiché non fo il bene, che amo: ma quel male, che odio, quello io fo.
16 Si autem quod nolo, illud facio : consentio legi, quoniam bona est.16 Che se fo quello, che non amo: come buona approvo la legge.
17 Nunc autem jam non ego operor illud, sed quod habitat in me peccatum.17 Adesso poi non lo fo già io, ma il peccato, che abita in me.
18 Scio enim quia non habitat in me, hoc est in carne mea, bonum. Nam velle, adjacet mihi : perficere autem bonum, non invenio.18 Imperocché so, che non abita in me, viene a dire nella mia carne, il bene. Perché il volere lo ho dappresso: ma di fare il bene interamente non trovo via.
19 Non enim quod volo bonum, hoc facio : sed quod nolo malum, hoc ago.19 Conciossiachè non fa il bene, che voglio: ma quel male che non voglio, quello io fo.
20 Si autem quod nolo, illud facio : jam non ego operor illud, sed quod habitat in me, peccatum.20 Che se io fo quel, che non voglio: non son già io, che lo fo, ma il peccato che abita in me.
21 Invenio igitur legem, volenti mihi facere bonum, quoniam mihi malum adjacet :21 Io trovo adunque nel voler io fare il bene, esservi questa legge, che il male mi sta dappresso:
22 condelector enim legi Dei secundum interiorem hominem :22 Imperocché mi diletto nella legge di Dio secondo l'uomo interiore:
23 video autem aliam legem in membris meis, repugnantem legi mentis meæ, et captivantem me in lege peccati, quæ est in membris meis.23 Ma veggo un'altra legge nelle mie membra, che si oppone alla legge della mia mente, e mi fa schiavo della legge del peccato, la quale è nelle mie membra.
24 Infelix ego homo, quis me liberabit de corpore mortis hujus ?24 Infelice me? chi mi libererà da questo corpo di morte?
25 gratia Dei per Jesum Christum Dominum nostrum. Igitur ego ipse mente servio legi Dei : carne autem, legi peccati.25 La grazia di Dio per Gesù Cristo Signor nostro. Dunque io stesso con la mente servo alla legge di Dio, con la carne poi alla legge del peccato.