Scrutatio

Mercoledi, 15 maggio 2024 - Sant'Isidoro agricoltore ( Letture di oggi)

Siracide 38


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BIBBIA RICCIOTTIBIBBIA MARTINI
1 - Onora il medico, [come si merita], a motivo del tuo bisogno; perch'è il Signore che l'ha creato.1 Rendi onore al medico per ragione della necessità, perché egli è stato fatto dall'Altissimo;
2 Dall'Altissimo infatti viene ogni guarigione, e [persino] dal re riceve egli doni.2 Perocché tutta la medicina viene da Dio, e sarà rimunerata dal re.
3 La dottrina del medico gli tiene alta la testa, e al cospetto de' grandi sarà ammirato.3 La scienza del medico lo innarzerà agli onori, ed ei sarà celebrato dinanzi ai grandi.
4 Il Signore creò dalla terra i medicamenti, e l'uomo prudente non li sdegnerà.4 Egli è l'Altissimo, che creò dalla terra i medicamenti, e l'uomo prudente non gli avrà a schifo.
5 L'acqua amara non fu forse addolcita dal legno,5 Un legno non raddolcì egli le acque amare?
6 affinchè si conoscesse la virtù di questo? E l'Altissimo diede agli uomini la scienza, perchè si procacciassero gloria con le sue meraviglie,6 La virtù di questi appartiene alla cognizione degli uomini, e il Signore ne ha data ad essi la scienza, affin di essere onorato per le sue meraviglie.
7 Con queste [il medico] cura e lenisce il dolore, e lo speziale prepara mescolanze gradevoli e impasta unguenti salutari, e non è terminato [ancora] il suo lavoro,7 Con questi egli cura, e mitiga i dolori, e lo speziale ne fa composizioni grate, e manipola unguenti salutari, e i suoi lavori non avran fine;
8 che [già] il benessere si spande per suo mezzo sulla faccia della terra.8 Perocché la benedizione di Dio tutta empie la terra.
9 Figliuolo, nella tua malattia non trascurar te stesso, ma prega il Signore ed egli ti guarirà.9 Figliuolo, quando se' malato, non disprezzare te stesso, ma prega, il Signore, ed egli ti guarirà.
10 Allontanati dal peccato e raddrizza le tue mani; e da ogni peccato monda il tuo cuore.10 Allontanati dal peccato, e raddirizza le tue azioni, e monda il cuor tuo da ogni colpa.
11 Offerisci [incenso di] soave odore e memoriale di fior di farina, e fa' che sla pingue l'oblazione, [come se fossi bell'e spacciato]. E [poi] dà luogo al medico,11 Offerisci odor soave, e il fior di farina per memoria, e sia perfetta la tua obblazione; e poi da luogo al me dico;
12 perch'è il Signore che l'ha creato: e non si allontani da te, perchè c'è bisogno dell'opera sua.12 Perché Dio lo ha istituito; ed egli non si parta da te, perché l'assistenza di lui è necessaria.
13 C'è un tempo Invero che dovrai cader nelle lor mani;13 Conciossiachè havvi un tempo, in cui dei cadere nelle mani d'alcuni di essi:
14 ed essi pregheranno il Signore, che conduca a buon porto la cura loro e la guarigione. In grazia della lor professione.14 Ed eglino pregheranno il Signore, che secondi i loro lenitivi, e dia la sanità, alla quale è diretta la lor professione.
15 Chi pecca al cospetto di Colui che l'ha creato, cada nelle mani del medico!15 Colui, che pecca sotto degli occhi di lui, che lo creò, caderà nelle mani del medico.
16 Figliuolo, versa lagrime sul morto, e, come uno che crudelmente soffre, dà principio al lamento. E secondo ch'è dovere, rivesti il suo corpo, e non trascurare la sua sepoltura.16 Figliuolo, spargi lagrime sopra il morto, e come per duro avvenimento comincia a sospirare, e secondo il rito ricuopri il suo corpo, e non trascurare la sua sepoltura.
17 Per [evitar] la mormorazione fa amaro cordoglio di lui per un giorno, e consolati [poi] per [non consumarti nel] la tristezza.17 E per non essere calunniato, fa amaro duolo per lui per un giorno, dipoi racconsolati per fuggir la tristezza:
18 E fa' il duolo secondo il merito di lui per un giorno o due per [evitar] dicerie.18 E fa il duolo secondo il merito della persona per un di, o due, per evitare le maldicenze;
19 Perchè dalla tristezza vien presto la morte, e l'afflizione del cuore abbatte le forze e fa piegare il capo.19 Perocché dalla tristezza vien presto la morte, e la malinconia del cuore deprime le forse, e curva il collo.
20 Portato via [il defunto], passa anche la tristezza, chè la vita del povero è contro il cuore!20 Collo star ritirato si mantien la tristezza, ed è la vita del povero, qual è il suo cuore.
21 Non abbandonare alla tristezza il tuo cuore, ma caccialo da te, memore della [tua] fine.21 Non abbandonare il tuo cuore alla tristezza, ma cacciala da te, e ricordati del fine.
22 Non te ne dimenticare, perchè [di là] non c'è ritorno; e al [morto] non gioverai punto, mentre farai danno a te stesso,22 Non te ne scordare; perocché di colà non si torna; e non gioverai niente ad altri, e farai male a te stesso.
23 «Ricordati del mio destino: tale sarà anche il tuo. Ieri a me, e oggi a te! ».23 Ricordati di quel, che o stato di me; perocché lo stesso sarà di te: oggi a me, domani a te.
24 Quando il morto riposa, fa che riposi anche il suo ricordo, e consola [ti a proposito di] lui, partito ch'è il suo spirito.24 La requie del defunto renda per te tranquilla la memoria di lui, e tu il consola, mentre si parte da lui il suo spirito.
25 La sapienza dello scriba [dipende] dal tempo libero [goduto, e chi ha poche faccende, acquisterà la sapienza. Di qual sapienza potrà arricchirsi25 La sapienza si acquista dallo scriba nel tempo di libertà dagli affari, e chi ha poco da agire, acquisterà la sapienza. Di qual sapienza si empierà
26 colui che guida l'aratro, e si gloria della lancia del pungolo, e stimola i buoi e s'occupa de' loro lavori, e i cui discorsi [si raggiran tutti] intorno ai vitelli?26 Colui, che mena l'aratro, e fa sua gloria di stimolare col pungolo i bovi, ed è tutto nei loro lavori, e non di scorre d'altro, che della progenie dei tori.
27 Il suo cuore e' lo mette a scavar solchi, e la vigile sua premura è d'ingrassar le vacche.27 Il suo cuore è rivolto a tirare i solchi, e le sue vigilie a ingrassare le vacche.
28 Cosi ogni legnaiuolo e costruttore, che la notte come il giorno passa [a lavorare]. [Così] quegli che intaglia sigilli cesellati, la cui assidua cura è di variar le figure: il suo cuore e' lo mette a far che la riproduzione sia simigliente, e la vigile sua premura è di rifinire il lavoro.28 Cosi il legnaiuolo, e l'architetto lavorano la notte come il giorno: colui, che incide gli emblemi degli anelli, e coll'assiduo pensare ne diversifica la scultura: applica il suo cuore a imitar la pittura, e colle sue vigilie perfeziona il suo lavoro.
29 Cosi il fabbro ferraio che siede presso l'incudine, ed esamina il ferro che lavora: il vapore del fuoco gli avvampa le carni, e ha da lottare col calor della fornace:29 Cosi il fabbro sedendo presso all'incudine intento al ferro, ch'ei mette in opera, il vapore del fuoco gli asciuga le carni, ed ei combatte cogli ardori della fornace:
30 il rumor del martello gli assorda l'orecchio, e al modello dell'utensile [è rivolto] il suo occhio:30 Egli ha intronate le orecchie dal suon de' martelli, e gli occhi fisi al modello dell'opra sua:
31 il cuor suo e' lo mette a finir i lavori, e la vigile sua premura è di pulirli a perfezione.31 Il suo cuore è inteso a finire i lavori, e colle sue vigilie gli orna, e gli perfeziona.
32 Cosi il vasaio che siede al suo lavoro, e gira co' piedi suoi la ruota: il quale è sempre in ansietà per il suo lavoro, e la cui attività è tutta [rivolta] al numero [de' vasi]:32 Così colui, che fa i vasi di terra assiso al suo lavoro gira co' piedi la ruota, ed è sempre in sollecitudine per quel, che ha per le mani, e conta il numero di tutte le opere sue.
33 col suo braccio plasma la creta, e dinanzi al suoi piedi ne ammollisce la durezza:33 Colle sue braccia impasta la creta, e si incurva colla sua forza davanti a' suoi piedi.
34 il suo cuore e' lo mette a finir l'inverniciatura, e la vigile sua premura è di nettar la fornace.34 Il cuor di lui sarà inteso alla in verniciatura, e veglierà alla nettezza della fornace.
35 Tutti costoro confldan nelle proprie mani, e ciascuno è esperto nel suo mestiere.35 Il forte di tutti costoro è nelle lor mani, e ognuno è sapiente nel suo mestiero:
36 Senza di essi non si edificherebbe città alcuna,36 Senza di loro non si fabbrica una città.
37 nè s'abiterebbe, nè s'andrebbe in giro. E[ppure] nell'adunanza non han risalto,37 Eglino però non abiteranno dappresso, e non anderanno girando, e non entreranno nelle adunanze.
38 non siedono sul seggio del giudice. E non intendono il patto [divino] della legge, nè dichiaran la giustizia e il diritto, e con i proverbi non han famigliarità.38 Non saranno assisi trai giudici, e non intenderanno le leggi giudiciali, e non insegneranno le regole della vita, e della giustizia, e non si metteranno ad esporre le parabole:
39 Ma alle cose del mondo dàn consistenza, e i loro voti rlguardan l'esercizio dell'arte. Non cosi, chi applica l'anima sua e medita la legge dell'Altissimo!39 Ma essi ristorano le cose del mondo, e i loro voti sono per l'esercizio dell'arte loro, applicando l'anima propria a intendere la legge dell'Altissimo.