SCRUTATIO

Sabato, 21 giugno 2025 - San Luigi Gonzaga ( Letture di oggi)

Ecclesiaste 9


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1 E tutte queste cose disputai io (e questionai) nel mio cuore, acciò che chiaramente io le sapessi, (e tutto integramente per propria ragione e veritade). Sono savie e giuste le tue opere, e sono in mano di Dio; e con tutto ciò non sa l'uomo, se è degno di amore ovvero di odio.1 Tutte queste cose ho io agitate nella mia mente, ed ho cercato di chiarirle: vi sono dei giusti e dei sapienti, e le loro opere sono nelle mani di Dio, eppure l'uomo non sa se sia degno di amore o di odio.
2 Ma tutte le cose si riserba Iddio celatamente infino all' ultimo; onde veggiamo che ogni cosa viene mescolatamente al giusto e allo stolto, e al buono uomo e al reo, è al santo e al peccatore, e a chi fa sacrificio e a chi il biasima; e così diviene infermo il buono (come il cattivo, il giusto) come il peccatore, così il veritiero come colui che è mentitore.2 Tutto è incerto nel futuro, perchè tutto avviene ugualmente al giusto e all'empio, al buono e al cattivo, al puro e all'impuro, a chi immola vittime e a chi disprezza i sacrifizi; l'onesto e il peccatore, lo spergiuro e chi giura il vero (sono trattati ugualmente).
3 E questa si è la peggiore cosa che intervegna sotto il sole, però che ogni cosa, bene e male, vegna ugualmente; per la quale cosa li cuori degli uomini (si turbano molto e) riempionsi di malizia, e hanno a vile (e tengono) il tempo di fare bene, e quasi inanzi che s' avveggano, muoiono e vanno allo inferno.3 Questa è la cosa peggiore di quelle che avvengono sotto il sole: l'accadere a tutti le medesime cose; per questo i cuori degli uomini si riempiono di malizia, di disprezzo nel tempo della vita, e dopo sono precipitati nell'inferno.
4 E veggono bene che niuno è il quale sempre viva, e pure quello cotanto che qui deve vivere, non sa, e non ha credenza quale sia; meglio è il cane vivo, che il lione morto.4 Non v'è nessuno che possa viver sempre, e che ne abbia la speranza. E' meglio un cane vivo che un leone morto.
5 (E questa è la cagione, che) quando è vivo J'uomo (puote fare bene, e) sa bene ch' elli dee morire; ma coloro che sono morti (hanno trapassato il tempo del meritare, e) non sanno niuna cosa dond' elli si possano aiutare, e non hanno più mercede; e la loro condizione sì è fatta come fossa dimenticata.5 Infatti quelli che vivono sanno di dover morire; ma i morti non san più nulla, non han più nulla da guadagnare, ed anche il loro ricordo è messo in oblìo.
6 E amore e odio e invidia insieme passarono; e (non v' hanno luogo) in questo secolo non hanno parte, nè delle cose che sono sotto il sole.6 Anche il loro amore, odio, invidie son finiti con loro, non ne hanno più che fare con questo secolo e colle cose che si fanno sotto il sole.
7 Or va dunque, e manuca con letizia il tuo pane, e il tuo vino bèi in allegrezza, se a Dio piaceranno l'opere tue.7 Va dunque e mangia con gioia il tuo pane, e bevi con allegria il tuo vino, perchè ciò che fai piace a Dio.
8 D' ogni tempo siano bianchi li tuoi vestimenti, e l'olio non venga meno (e non scemi) del tuo capo.8 In ogni tempo sian candide le tue vesti, e non manchi l'unguento al tuo capo.
9 Usa adunque il matrimonio con mogliata, la quale tu ami, per tutto il tempo della tua vita del tuo mutamento, il quale tempo ti fia dato sotto il sole, tutto il tempo della tua vanitade. Questa è la parte, nella vita tua, della fatica del sudore tuo sotto il sole.9 Godi la vita colla tua moglie diletta, per tutto il tempo della tua vita fugace, per quei giorni che ti sono dati sotto il sole, per tutto il tempo della tua vanità: questa è la tua sorte nella vita e nelle tue fatiche che ti affannano sotto il sole.
10 Tieni mente che ciò che le mani tue possono fare (che sia bene), fallo incontenente; imperò che là dove tu vai, non vi vale senno nè ragione nè forza nè iscienza, cio è nello inferno.10 Tutto quello che puoi fare coi tuoi mezzi, fallo presto, perchè nè attività, nè pensiero, nè sapienza, nè scienza ha luogo nella regione dei morti dove tu corri.
11 Anche mi volsi in altra parte, e vidi sotto il sole, che nè spigliato corriere ha tosto corso, nè uomini forti hanno vittoria, nè li savi hanno assai possessioni, nè li maestri sì sanno procacciare, nè artefici piacciono per loro grazia; ma ciò che fanno, per la loro avventura (o vero grazia) fanno, (se Iddio non lo dà loro per grazia).11 Mi volsi a considerare altre cose e vidi come sotto il sole la corsa non è dei veloci, nè la guerra dei forti, nè il pane dei sapienti, nè le ricchezze dei dotti, nè il favore degli artisti, ma che in tutto domina il tempo e il caso.
12 Non sa l'uomo', a che s' abbia a venire lo stato suo; però che così si pigliano gli uomini, disavventuratamente per tribulazione di tempo o d'altro, come si pigliano li pesci all' amo, e li uccelli al lacciuolo.12 L'uomo non conosce il suo fine, e come i pesci son presi all'amo e gli uccelli al laccio, così son presi gli uomini dal tempo cattivo, quando all'improvviso piomba loro addosso.
13 Questa altra sapienza vidi sotto il sole, e provai che era assai grande.13 Vidi ancora sotto il sole della sapienza che io stimo grandissima:
14 Piccola cittade, e pochi uomini vi sono dentro; e vennevi ad assedio uno grande re, e cerchiolla dintorno, e assediolla.14 v'era una piccola città con poca popolazione; andò contro di essa un gran re e l'assediò, costruì dei forti all'intorno, e l'assedio fu completo.
15 E trovasi uno povero uomo, il quale si è savio, che la difende per sua. sapienza; e perchè egli è povero (nullo gliene sa grado, e) niuno si ricorda poi di lui. (Or dunque se egli fosse ricco tutti gliene renderebbono onore).15 Or in essa si trovò un uomo povero, ma saggio, il quale liberò la città col suo sapere: e nessuno poi si ricordò di quel povero uomo.
16 E io dico che migliore è la sapienza, che la fortezza; dunque come la sapienza del povero è avuta (in disdegno e) in dispregio, e le parole del savio non sono ascoltate?16 Ma io concludevo che la sapienza vai più della fortezza. E come mai la sapienza del povero è disprezzata, e non sono ascoltate le sue parole?
17 Parole de' savii devono essere ascoltate chetamente, più che le parole del principe stolto.17 Le parole del sapiente si ascoltano in silenzio più che le grida di uno che regna tra gli stolti.
18 Migliore è la sapienza, che l'arme di battaglia; e chi pecca in uno, perde molte buone cose.18 La sapienza vai più delle armi da guerra, e chi sbaglia in una sola cosa perderà molti beni.