Scrutatio

Martedi, 20 maggio 2025 - San Bernardino da Siena ( Letture di oggi)

Iob 30


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BIBBIA VOLGAREDIODATI
1 Ma ora fanno beffe di me li più giovani di tempo, i padri de' quali io non degnava di porre colli cani della mia gregge;1 Ma ora, quelli che son minori d’età di me si ridono di me, I cui padri io non avrei degnato mettere Co’ cani della mia greggia.
2 de' quali la virtù delle loro mani era a me per nulla, e di quella vita pensavano essere non degni;2 Ed anche, che mi avrebbe giovato la forza delle lor mani? La vecchiezza era perduta per loro.
3 sterili per povertade e per fame, i quali rodevano nella solitudine, straziati per la sozzezza e per miseria;3 Di bisogno e di fame, Vivevano in disparte, e solitari; Fuggivano in luoghi aridi, tenebrosi, desolati, e deserti.
4 e mangiavano l' erbe e le corteccie degli arbori; e le radici delli ginepri erano loro cibo.4 Coglievano la malva presso agli arboscelli, E le radici de’ ginepri, per iscaldarsi.
5 I quali delle valli tagliavano queste cose: e conciosia cosa che [le] avessono trovate, a quelle con rumore correvano.5 Erano scacciati d’infra la gente; Ei si gridava dietro a loro, come dietro ad un ladro.
6 Nelli deserti abitavano delli torrenti, e nelle caverne della terra, ovvero sopra le spine.6 Dimoravano ne’ dirupi delle valli, Nelle grotte della terra e delle rocce.
7 I quali a questa medesima cosa si dilettavano, e così si computavano d' essere assai delicati;7 Ruggivano fra gli arboscelli; Si adunavano sotto a’ cardi.
8 (Mali) figliuoli delli sciocchi e delli non nobili, i quali non erano arditi di apparire nella terra.8 Erano gente da nulla, senza nome, Scacciata dal paese.
9 Ora nello loro canto sono vôlto, e fatto sono a loro in proverbio.9 Ed ora io son la lor canzone, E il soggetto de’ lor ragionamenti.
10 Abbòminano me, e fuggonsi da lunga da me, e non si vergognano di sputarmi nella mia faccia.10 Essi mi abbominano, si allontanano da me, E non si rattengono di sputarmi nel viso.
11 Lo carcasso suo aperse, e afflissemi; e lo freno pose nella mia bocca.11 Perciocchè Iddio ha sciolto il mio legame, e mi ha afflitto; Laonde essi hanno scosso il freno, per non riverir più la mia faccia.
12 Certo alla dritta parte dell' oriente le mie miserie si dirizzarono; li miei piedi sovvertirono e oppressono, quasi come onde di mare, colle sue vie.12 I giovanetti si levano contro a me dalla man destra, mi spingono i piedi, E si appianano le vie contro a me, per traboccarmi in ruina;
13 Dissiparono gli andamenti miei, e hannomi insidiato; soprastetteno, e non fu chi mi desse aiuto.13 Hanno tagliato il mio cammino, si avanzano alla mia perdizione, Niuno li aiuta;
14 Quasi come rotto lo muro e aperta la porta, rovinarono sopra me, e rivolti sono alle mie miserie.14 Sono entrati come per una larga rottura, Si sono rotolati sotto le ruine
15 Ritornato sono in nulla; portonne come vento lo mio desiderio; e sì come nuvola trapassò la mia salute.15 Spaventi si son volti contro a me, Perseguitano l’anima mia come il vento; E la mia salvezza è passata via come una nuvola.
16 Ma ora in me medesimo marcisce l'anima mia, e possiede me lo dì della afflizione.16 Ed ora l’anima mia si versa sopra me, I giorni dell’afflizione mi hanno aggiunto.
17 Nella notte la bocca mia è forata colli dolori; e coloro che mangiano me, non dormono.17 Di notte egli mi trafigge l’ossa addosso; E le mie arterie non hanno alcuna posa.
18 Nella moltitudine loro si consuma lo mio vestimento, e quasi come lo cappuccio della tunica (che s'intornia al collo), così cinsono me.18 La mia vesta è tutta cangiata, per la quantità della marcia delle piaghe, E mi stringe come la scollatura del mio saio.
19 Assomigliato sono al fango, e alla favilla e alla cenere.19 Egli mi ha gittato nel fango, E paio polvere e cenere.
20 Chiamo a te, e non esaudisci me; io sto, e non mi ragguardi.20 Io grido a te, e tu non mi rispondi; Io mi presento davanti a te, e tu non poni mente a me.
21 E mutato se' a me in crudele, e avversasti me nella durezza della tua mano.21 Tu ti sei mutato in crudele inverso me; Tu mi contrasti con la forza delle tue mani.
22 Levasti me, e sì come ponente sopra lo vento gettasti a terra me molto.22 Tu mi hai levato ad alto; tu mi fai cavalcar sopra il vento, E fai struggere in me ogni virtù.
23 E (sopra ciò) io so che tu mi darai la morte, dove ordinata è la casa a ciascheduno vivente.23 Io so certamente che tu mi ridurrai alla morte, Ed alla casa assegnata ad ogni vivente.
24 Ma pertanto alla consumazione loro [non] metterai la tua mano; se elli scorreranno, tu medesimo li salverai.24 Pur non istenderà egli la mano nell’avello; Quelli che vi son dentro gridano essi, quando egli distrugge?
25 Di qui adietro io piagnea già sopra colui ch' era tormentato, e avea compassione l'anima mia al povero.25 Non piangeva io per cagion di colui che menava dura vita? L’anima mia non si addolorava ella per i bisognosi?
26 Aspettava li beni, e vennero a me li mali; aspettava la luce, e scorsono le tenebre.26 Perchè, avendo io sperato il bene, il mal sia venuto? Ed avendo aspettata la luce, sia giunta la caligine?
27 Le mie cose dentro bollirono senza riposo alcuno; sopravennero a me li dì dell' afflizioue.27 Le mie interiora bollono, e non hanno alcuna posa; I giorni dell’afflizione mi hanno incontrato.
28 Piangendo andava, senza furore; levandomi, nella turba chiamai.28 Io vo bruno attorno, non già del sole; Io mi levo in pien popolo, e grido.
29 Fui io fratello delli dragoni, e compagno delle distruzioni.29 Io son diventato fratello degli sciacalli, E compagno delle ulule.
30 La mia cotica annegrita è sopra me; l'ossa mie si seccano per caldo.30 La mia pelle mi si è imbrunita addosso, E le mie ossa son calcinate d’arsura.
31 Tornata è in pianto la mia cetera, e l' organo mio nella voce delli piagnenti.31 E la mia cetera si è mutata in duolo, E il mio organo in voce di pianto