Scrutatio

Venerdi, 10 maggio 2024 - San Giobbe ( Letture di oggi)

Siracide 38


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BIBBIA MARTINIBIBBIA RICCIOTTI
1 Rendi onore al medico per ragione della necessità, perché egli è stato fatto dall'Altissimo;1 - Onora il medico, [come si merita], a motivo del tuo bisogno; perch'è il Signore che l'ha creato.
2 Perocché tutta la medicina viene da Dio, e sarà rimunerata dal re.2 Dall'Altissimo infatti viene ogni guarigione, e [persino] dal re riceve egli doni.
3 La scienza del medico lo innarzerà agli onori, ed ei sarà celebrato dinanzi ai grandi.3 La dottrina del medico gli tiene alta la testa, e al cospetto de' grandi sarà ammirato.
4 Egli è l'Altissimo, che creò dalla terra i medicamenti, e l'uomo prudente non gli avrà a schifo.4 Il Signore creò dalla terra i medicamenti, e l'uomo prudente non li sdegnerà.
5 Un legno non raddolcì egli le acque amare?5 L'acqua amara non fu forse addolcita dal legno,
6 La virtù di questi appartiene alla cognizione degli uomini, e il Signore ne ha data ad essi la scienza, affin di essere onorato per le sue meraviglie.6 affinchè si conoscesse la virtù di questo? E l'Altissimo diede agli uomini la scienza, perchè si procacciassero gloria con le sue meraviglie,
7 Con questi egli cura, e mitiga i dolori, e lo speziale ne fa composizioni grate, e manipola unguenti salutari, e i suoi lavori non avran fine;7 Con queste [il medico] cura e lenisce il dolore, e lo speziale prepara mescolanze gradevoli e impasta unguenti salutari, e non è terminato [ancora] il suo lavoro,
8 Perocché la benedizione di Dio tutta empie la terra.8 che [già] il benessere si spande per suo mezzo sulla faccia della terra.
9 Figliuolo, quando se' malato, non disprezzare te stesso, ma prega, il Signore, ed egli ti guarirà.9 Figliuolo, nella tua malattia non trascurar te stesso, ma prega il Signore ed egli ti guarirà.
10 Allontanati dal peccato, e raddirizza le tue azioni, e monda il cuor tuo da ogni colpa.10 Allontanati dal peccato e raddrizza le tue mani; e da ogni peccato monda il tuo cuore.
11 Offerisci odor soave, e il fior di farina per memoria, e sia perfetta la tua obblazione; e poi da luogo al me dico;11 Offerisci [incenso di] soave odore e memoriale di fior di farina, e fa' che sla pingue l'oblazione, [come se fossi bell'e spacciato]. E [poi] dà luogo al medico,
12 Perché Dio lo ha istituito; ed egli non si parta da te, perché l'assistenza di lui è necessaria.12 perch'è il Signore che l'ha creato: e non si allontani da te, perchè c'è bisogno dell'opera sua.
13 Conciossiachè havvi un tempo, in cui dei cadere nelle mani d'alcuni di essi:13 C'è un tempo Invero che dovrai cader nelle lor mani;
14 Ed eglino pregheranno il Signore, che secondi i loro lenitivi, e dia la sanità, alla quale è diretta la lor professione.14 ed essi pregheranno il Signore, che conduca a buon porto la cura loro e la guarigione. In grazia della lor professione.
15 Colui, che pecca sotto degli occhi di lui, che lo creò, caderà nelle mani del medico.15 Chi pecca al cospetto di Colui che l'ha creato, cada nelle mani del medico!
16 Figliuolo, spargi lagrime sopra il morto, e come per duro avvenimento comincia a sospirare, e secondo il rito ricuopri il suo corpo, e non trascurare la sua sepoltura.16 Figliuolo, versa lagrime sul morto, e, come uno che crudelmente soffre, dà principio al lamento. E secondo ch'è dovere, rivesti il suo corpo, e non trascurare la sua sepoltura.
17 E per non essere calunniato, fa amaro duolo per lui per un giorno, dipoi racconsolati per fuggir la tristezza:17 Per [evitar] la mormorazione fa amaro cordoglio di lui per un giorno, e consolati [poi] per [non consumarti nel] la tristezza.
18 E fa il duolo secondo il merito della persona per un di, o due, per evitare le maldicenze;18 E fa' il duolo secondo il merito di lui per un giorno o due per [evitar] dicerie.
19 Perocché dalla tristezza vien presto la morte, e la malinconia del cuore deprime le forse, e curva il collo.19 Perchè dalla tristezza vien presto la morte, e l'afflizione del cuore abbatte le forze e fa piegare il capo.
20 Collo star ritirato si mantien la tristezza, ed è la vita del povero, qual è il suo cuore.20 Portato via [il defunto], passa anche la tristezza, chè la vita del povero è contro il cuore!
21 Non abbandonare il tuo cuore alla tristezza, ma cacciala da te, e ricordati del fine.21 Non abbandonare alla tristezza il tuo cuore, ma caccialo da te, memore della [tua] fine.
22 Non te ne scordare; perocché di colà non si torna; e non gioverai niente ad altri, e farai male a te stesso.22 Non te ne dimenticare, perchè [di là] non c'è ritorno; e al [morto] non gioverai punto, mentre farai danno a te stesso,
23 Ricordati di quel, che o stato di me; perocché lo stesso sarà di te: oggi a me, domani a te.23 «Ricordati del mio destino: tale sarà anche il tuo. Ieri a me, e oggi a te! ».
24 La requie del defunto renda per te tranquilla la memoria di lui, e tu il consola, mentre si parte da lui il suo spirito.24 Quando il morto riposa, fa che riposi anche il suo ricordo, e consola [ti a proposito di] lui, partito ch'è il suo spirito.
25 La sapienza si acquista dallo scriba nel tempo di libertà dagli affari, e chi ha poco da agire, acquisterà la sapienza. Di qual sapienza si empierà25 La sapienza dello scriba [dipende] dal tempo libero [goduto, e chi ha poche faccende, acquisterà la sapienza. Di qual sapienza potrà arricchirsi
26 Colui, che mena l'aratro, e fa sua gloria di stimolare col pungolo i bovi, ed è tutto nei loro lavori, e non di scorre d'altro, che della progenie dei tori.26 colui che guida l'aratro, e si gloria della lancia del pungolo, e stimola i buoi e s'occupa de' loro lavori, e i cui discorsi [si raggiran tutti] intorno ai vitelli?
27 Il suo cuore è rivolto a tirare i solchi, e le sue vigilie a ingrassare le vacche.27 Il suo cuore e' lo mette a scavar solchi, e la vigile sua premura è d'ingrassar le vacche.
28 Cosi il legnaiuolo, e l'architetto lavorano la notte come il giorno: colui, che incide gli emblemi degli anelli, e coll'assiduo pensare ne diversifica la scultura: applica il suo cuore a imitar la pittura, e colle sue vigilie perfeziona il suo lavoro.28 Cosi ogni legnaiuolo e costruttore, che la notte come il giorno passa [a lavorare]. [Così] quegli che intaglia sigilli cesellati, la cui assidua cura è di variar le figure: il suo cuore e' lo mette a far che la riproduzione sia simigliente, e la vigile sua premura è di rifinire il lavoro.
29 Cosi il fabbro sedendo presso all'incudine intento al ferro, ch'ei mette in opera, il vapore del fuoco gli asciuga le carni, ed ei combatte cogli ardori della fornace:29 Cosi il fabbro ferraio che siede presso l'incudine, ed esamina il ferro che lavora: il vapore del fuoco gli avvampa le carni, e ha da lottare col calor della fornace:
30 Egli ha intronate le orecchie dal suon de' martelli, e gli occhi fisi al modello dell'opra sua:30 il rumor del martello gli assorda l'orecchio, e al modello dell'utensile [è rivolto] il suo occhio:
31 Il suo cuore è inteso a finire i lavori, e colle sue vigilie gli orna, e gli perfeziona.31 il cuor suo e' lo mette a finir i lavori, e la vigile sua premura è di pulirli a perfezione.
32 Così colui, che fa i vasi di terra assiso al suo lavoro gira co' piedi la ruota, ed è sempre in sollecitudine per quel, che ha per le mani, e conta il numero di tutte le opere sue.32 Cosi il vasaio che siede al suo lavoro, e gira co' piedi suoi la ruota: il quale è sempre in ansietà per il suo lavoro, e la cui attività è tutta [rivolta] al numero [de' vasi]:
33 Colle sue braccia impasta la creta, e si incurva colla sua forza davanti a' suoi piedi.33 col suo braccio plasma la creta, e dinanzi al suoi piedi ne ammollisce la durezza:
34 Il cuor di lui sarà inteso alla in verniciatura, e veglierà alla nettezza della fornace.34 il suo cuore e' lo mette a finir l'inverniciatura, e la vigile sua premura è di nettar la fornace.
35 Il forte di tutti costoro è nelle lor mani, e ognuno è sapiente nel suo mestiero:35 Tutti costoro confldan nelle proprie mani, e ciascuno è esperto nel suo mestiere.
36 Senza di loro non si fabbrica una città.36 Senza di essi non si edificherebbe città alcuna,
37 Eglino però non abiteranno dappresso, e non anderanno girando, e non entreranno nelle adunanze.37 nè s'abiterebbe, nè s'andrebbe in giro. E[ppure] nell'adunanza non han risalto,
38 Non saranno assisi trai giudici, e non intenderanno le leggi giudiciali, e non insegneranno le regole della vita, e della giustizia, e non si metteranno ad esporre le parabole:38 non siedono sul seggio del giudice. E non intendono il patto [divino] della legge, nè dichiaran la giustizia e il diritto, e con i proverbi non han famigliarità.
39 Ma essi ristorano le cose del mondo, e i loro voti sono per l'esercizio dell'arte loro, applicando l'anima propria a intendere la legge dell'Altissimo.39 Ma alle cose del mondo dàn consistenza, e i loro voti rlguardan l'esercizio dell'arte. Non cosi, chi applica l'anima sua e medita la legge dell'Altissimo!