Scrutatio

Lunedi, 13 maggio 2024 - Beata Vergine Maria di Fatima ( Letture di oggi)

Seconda lettera ai Corinzi 12


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BIBBIA MARTINIBIBBIA TINTORI
1 Se fa d'uopo gloriarsi (veramente ciò non è utile) verrò pure alle visioni, e rivelazioni del Signore.1 Se c'è bisogno di gloriarsi (veramente non sarebbe utile!) verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore.
2 Conosco un uomo in Cristo, il quale quattordici anni fa (non so, se col corpo, non so, se fuori del corpo, Dio lo sa) fu rapito quest'uomo fino al terzo cielo.2 Io conosco un uomo in Cristo, il quale quattordici anni fa (se fu col corpo o senza il corpo non lo so, lo sa Dio) fu rapito, quest'uomo, fino al terzo cielo.
3 E so, che quest' uomo (se nel corpo, o fuori del corpo, io nol so, sullo Dio)3 E so che quest'uomo (se nel corpo, o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio)
4 Fu rapito in Paradiso: ed udì arcane parole, che non è lecito ad uomo di proferire.4 fu rapito in Paradiso e udì parole arcane che non è lecito all'uomo di proferire.
5 Riguardo a quell'uomo potrei io gloriarmi: ma riguardo a me di nulla mi glorierò, se non delle mie infermità.5 Riguardo a quest'uomo, potrei gloriarmi; ma riguardo a me non mi glorierò che delle mie debolezze.
6 Imperocché se vorrò gloriarmi, non sarò mentecatto: atteso che dirò la verità: ma mi ritengo, affinchè nissuno faccia concetto di me di là da quello, che in me vede, o di là da quello, che ode da me.6 Però, anche se volessi gloriarmi, non sarei un pazzo, perchè direi la verità; ma me ne astengo, pel timore che qualcuno non mi stimi più di quello che vede in me o che sente da me.
7 E affinché la grandezza delle rivelazioni non mi levi in altura, mi è stato dato lo stimolo della mia carne, un angelo di satana, che mi schiaffeggi.7 E affinchè la grandezza delle rivelazioni non mi facesse insuperbire, m'è stato dato lo stimolo della mia carne, un angelo di Satana che mi schiaffeggi.
8 Sopra di che tre volte pregai il Signore, che da me fosse tolto:8 Tre volte ne pregai il Signore, perchè lo allontanasse da me.
9 E dissemi: basta a te la mia grazia: imperocché la potenza mia arriva al suo fine per mezzo della debolezza. Volentieri adunque mi glorierò nelle mie infermità, affinchè abiti in me la potenza di Cristo.9 Ed Egli mi ha detto: Ti basta la mia grazia, perchè la mia potenza si fa meglio sentire nella debolezza. Volentieri adunque mi glorierò nelle mie infermità, affinchè abiti in me la potenza di Cristo.
10 Per questo mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angustie per Cristo: imperocché quando sono debole, allora sono potente.10 Per questo, io mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angustie per Cristo, perchè quando son debole allora sono potente.
11 Son diventato stolto, voi mi avete sforzato. Imperocché da voi doveva io essere commendato: dappoiché in nissuna cosa sono stato inferiore a quegli, che sono più eminentemente Apostoli: quantunque io non son nulla:11 Ho parlato da pazzo, ma mi riavete costretto; perchè stava a voi a raccomandarmi, dopo che io non sono stato da meno dei sommi Apostoli, quantunque sia un niente.
12 Ma i segni del mio apostolato sono stati compiuti tra di voi in ogni pazienza, ne' miracoli, e prodigj, e virtudi.12 Ma i segni del mio apostolato sono stati manifestati a voi con ogni sorta di pazienza, con miracoli e prodigi e virtù.
13 Imperocché che avete avuto voi di meno delle altre Chiese, eccetto che io non vi sono stato d'aggravio? Perdonatemi quest' ingiuria.13 E che avete avuto di meno delle altre Chiese, se non questo: che io non vi sono stato d'aggravio? Perdonatemi questa ingiuria.
14 Ecco, che questa terza volta sono disposto a venir da voi: e non vi sarò di aggravio. Imperocché non cerco le cose vostre, ma voi. Attesoché non debbono i figliuoli far roba pe' genitori, ma i genitori pe' figliuoli.14 Ecco che per la terza volta mi accingo a venire da voi, e non vi sarò d'aggravio, perchè io cerco non i vostri beni, ma voi; infatti non sono i figli che devon tesoreggiare pei genitori, ma i genitori per i figli.
15 Io però volentierissimo spenderò il mio, e spenderò di più me stesso per le anime vostre: quantunque amandovi più io sia amato di meno.15 In quanto a me ben volentieri sacrificherò il mio, anzi me stesso, per le anime vostre, sebbene amandovi di più, io sia amato di meno.
16 Ma sia così: io non vi ho dato in comodo: ma da furbo, qual sono, vi ho presi con inganno.16 E sia pure: io non vi sono stato d'aggravio; « ma, da furbo qual sono, v'ho presi con inganno ».
17 Forse per mezzo di alcun di quegli, che mandai da voi, vi ho gabbati?17 Vi ho forse sfruttati per mezzo di alcuno di quelli che vi ho mandato?
18 Pregai Tito, e mandai con lui un fratello. Vi ha forse gabbati Tito? Non abbiam noi camminato collo stesso spirito? Non sulle stesse pedate?18 Pregai Tito, mandai con lui un fratello. Vi ha forse sfruttati Tito? Non abbiamo camminato col medesimo spirito e seguito le medesime orme?
19 Credete voi già, che facciamo le nostre difese presso di voi? Dinanzi a Dio, in Cristo parliamo: e tutto, o carissimi, per vostra edificazione.19 Pensate ancora che vogliamo difenderci davanti a voi? Noi parliamo davanti a Dio, in Cri­sto, e tutto, diletti, per vostra edificazione.
20 Conciossiachè temo, quando sarò venuto, di trovarvi non quali io vorrei; e che voi troviate me quale non mi volete: che per disgrazia non siano tra voi dispute, invidie, contrasti, dissensioni, detrazioni, susurri, superbie, sedizioni:20 Temo infatti, al mio arrivo, di trovarvi non quali io vorrei, e d'esser trovato da voi non quale mi vorreste; temo che ci sian tra voi contese, invidie, animosità, dissensioni, maldicenze, insinuazioni, superbie, sedizioni;
21 Onde venuto di nuovo che io sia, mi umilj il mio Dio dinanzi a voi, ed io abbia da piangere molti di que', che già hanno peccato, e non hanno fatta penitenza della impurità, e fornicazione, e impudicizia, che hanno commesso.21 temo che, tornando tra voi, Dio mi umilii dinanzi a voi ed io abbia a piangere molti di quelli che, avendo peccato, non han fatto penitenza dell'impurità, della fornicazione, dell'impudicizia che hanno commesso.