Scrutatio

Domenica, 12 maggio 2024 - Santi Nereo e Achilleo ( Letture di oggi)

Seconda lettera ai Corinzi 12


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BIBBIA MARTINILA SACRA BIBBIA
1 Se fa d'uopo gloriarsi (veramente ciò non è utile) verrò pure alle visioni, e rivelazioni del Signore.1 Bisogna vantarsi? Non giova a nulla, però. Verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore.
2 Conosco un uomo in Cristo, il quale quattordici anni fa (non so, se col corpo, non so, se fuori del corpo, Dio lo sa) fu rapito quest'uomo fino al terzo cielo.2 Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa -- non so se col corpo o se fuori del corpo, lo sa Dio -- fu rapito fino al terzo cielo.
3 E so, che quest' uomo (se nel corpo, o fuori del corpo, io nol so, sullo Dio)3 E so che quest'uomo -- non so se col corpo o senza corpo, lo sa Dio --
4 Fu rapito in Paradiso: ed udì arcane parole, che non è lecito ad uomo di proferire.4 fu rapito in paradiso e udì parole ineffabili che non è possibile ad un uomo proferire.
5 Riguardo a quell'uomo potrei io gloriarmi: ma riguardo a me di nulla mi glorierò, se non delle mie infermità.5 Di lui mi vanterò, di me invece non mi darò vanto, se non delle mie debolezze.
6 Imperocché se vorrò gloriarmi, non sarò mentecatto: atteso che dirò la verità: ma mi ritengo, affinchè nissuno faccia concetto di me di là da quello, che in me vede, o di là da quello, che ode da me.6 Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di farlo, affinché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me.
7 E affinché la grandezza delle rivelazioni non mi levi in altura, mi è stato dato lo stimolo della mia carne, un angelo di satana, che mi schiaffeggi.7 E perché non insuperbissi per la grandezza delle rivelazioni, mi è stato messo un pungiglione nella carne, un emissario di Satana che mi schiaffeggi, perché non insuperbisca.
8 Sopra di che tre volte pregai il Signore, che da me fosse tolto:8 Tre volte ho pregato il Signore che lo allontanasse da me.
9 E dissemi: basta a te la mia grazia: imperocché la potenza mia arriva al suo fine per mezzo della debolezza. Volentieri adunque mi glorierò nelle mie infermità, affinchè abiti in me la potenza di Cristo.9 Mi rispose: "Ti basta la mia grazia; la mia potenza si esprime nella debolezza". Mi vanterò quindi volentieri delle mie debolezze, perché si stenda su di me la potenza di Cristo.
10 Per questo mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angustie per Cristo: imperocché quando sono debole, allora sono potente.10 Mi compiaccio quindi delle infermità, degli oltraggi, delle necessità, delle persecuzioni, delle angustie, a motivo di Cristo; perché quando sono debole, allora sono forte.
11 Son diventato stolto, voi mi avete sforzato. Imperocché da voi doveva io essere commendato: dappoiché in nissuna cosa sono stato inferiore a quegli, che sono più eminentemente Apostoli: quantunque io non son nulla:11 Mi sono mostrato insensato, mi ci avete costretto. Avrei dovuto ricevere l'elogio da voi, perché non sono per nulla inferiore a quegli arciapostoli, anche se sono niente.
12 Ma i segni del mio apostolato sono stati compiuti tra di voi in ogni pazienza, ne' miracoli, e prodigj, e virtudi.12 I segni dell'apostolo li avete veduti in opera in mezzo a voi, in una pazienza a tutta prova, con miracoli, prodigi e portenti.
13 Imperocché che avete avuto voi di meno delle altre Chiese, eccetto che io non vi sono stato d'aggravio? Perdonatemi quest' ingiuria.13 In che cosa siete stati inferiori alle altre chiese, se non che io non ho pesato su di voi? Perdonatemi questa ingiustizia!
14 Ecco, che questa terza volta sono disposto a venir da voi: e non vi sarò di aggravio. Imperocché non cerco le cose vostre, ma voi. Attesoché non debbono i figliuoli far roba pe' genitori, ma i genitori pe' figliuoli.14 Questa è la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò di peso; perché non cerco le cose vostre, ma voi. Non spetta ai figli mettere da parte per i genitori, ma ai genitori per i figli.
15 Io però volentierissimo spenderò il mio, e spenderò di più me stesso per le anime vostre: quantunque amandovi più io sia amato di meno.15 Ed io prodigherò volentieri e consumerò me stesso per le vostre anime. E se io vi amo tanto, dovrei essere riamato di meno?
16 Ma sia così: io non vi ho dato in comodo: ma da furbo, qual sono, vi ho presi con inganno.16 Ma sia pure, io non ho gravato su di voi; però, furbo qual sono, vi avrei preso con l'inganno.
17 Forse per mezzo di alcun di quegli, che mandai da voi, vi ho gabbati?17 Vi avrei forse sfruttato per mezzo di qualcuno di quelli che ho inviato tra voi?
18 Pregai Tito, e mandai con lui un fratello. Vi ha forse gabbati Tito? Non abbiam noi camminato collo stesso spirito? Non sulle stesse pedate?18 Ho pregato Tito di venire da voi e gli ho mandato assieme quell'altro fratello. Forse Tito vi ha sfruttato in qualche cosa? Non abbiamo camminato nello stesso spirito, sulle medesime tracce?
19 Credete voi già, che facciamo le nostre difese presso di voi? Dinanzi a Dio, in Cristo parliamo: e tutto, o carissimi, per vostra edificazione.19 Certo potete aver pensato che stiamo facendo la nostra apologia davanti a voi. Parliamo davanti a Dio, in Cristo, e tutto, o carissimi, per la vostra edificazione.
20 Conciossiachè temo, quando sarò venuto, di trovarvi non quali io vorrei; e che voi troviate me quale non mi volete: che per disgrazia non siano tra voi dispute, invidie, contrasti, dissensioni, detrazioni, susurri, superbie, sedizioni:20 Temo infatti che, venendo, non vi trovi come desidero, e che a mia volta venga trovato da voi come non mi desiderate; temo che vi siano contese, invidie, animosità, dissensi, maldicenze, insinuazioni, superbie, insubordinazioni;
21 Onde venuto di nuovo che io sia, mi umilj il mio Dio dinanzi a voi, ed io abbia da piangere molti di que', che già hanno peccato, e non hanno fatta penitenza della impurità, e fornicazione, e impudicizia, che hanno commesso.21 e che, ritornando, il mio Dio mi umili davanti a voi e abbia a dolermi di molti che hanno peccato per l'addietro e non si sono convertiti dall'impudicizia, fornicazione e dissolutezza da loro commesse.