Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Siracide 23


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA VOLGARE
1 Signore, padre e padrone della mia vita,
non abbandonarmi al loro volere,
non lasciarmi cadere a causa loro.
1 Domenedio, padre e signoreggiatore della vita mia, non mi lasciare nel consiglio (sconsiderato) di coloro, e non mi lasciar cadere in quella vergogna (e improperio).
2 Chi fustigherà i miei pensieri
e chi insegnerà la sapienza al mio cuore,
perché non siano risparmiati i miei errori
e i loro peccati non restino impuniti,
2 Or chi darae alli miei pensieri flagelli, e al cuor mio dottrina di sapienza, acciò che non mi risparmino nelle orazioni (d' essere corretto nel pensiero e ammaestrato nel cuore), e non appariscano li peccati loro,
3 perché non si moltiplichino i miei errori
e non aumentino di numero i miei peccati,
e io non cada davanti ai miei avversari
e il nemico non gioisca su di me?
Per loro è lontana la speranza della tua misericordia.
3 e non crescano le ignoranze mie, e non moltìplichino li falli miei, e non abbondino li peccati miei, e non caggi nel conspetto delli avversarii miei, e allègrisene lo nimico mio?
4 Signore, padre e Dio della mia vita,
non darmi l’arroganza degli occhi
4 Signore, padre e Iddio della vita mia, non mi lasciare nel pensiero loro.
5 e allontana da me ogni smodato desiderio.
5 E non mi dare nello alzamento degli occhi miei, e ogni desiderio isvolgi di me.
6 Sensualità e libidine non s’impadroniscano di me,
a desideri vergognosi non mi abbandonare.
6 Togli da me le concupiscenze del ventre, li congiugamenti della concupiscenza non mi piglino, e non mi dare a niuno irridente nè isfrenato.
7 Ascoltate, figli, come disciplinare la bocca,
chi ne tiene conto non sarà colto in flagrante.
7 Udite, figliuoli, la dottrina della bocca mia; e chi la osserverà, non perirà per la bocca sua, non sarà scandalizzato nell' opere iniquissime.
8 Il peccatore è vittima delle proprie labbra,
il maldicente e il superbo vi trovano inciampo.
8 Nella vanitade sua è preso il peccatore; e il superbo e il maldicente si scandalizzerae in quello.
9 Non abituare la bocca al giuramento,
non abituarti a proferire il nome del Santo.
9 Non adusare la bocca tua a giurare, però che molto cadimento è in quello.
10 Infatti, come un servo interrogato accuratamente
non mancherà di prendere lividure,
così chi giura e pronuncia il Nome di continuo
di certo non sarà esente da peccato.
10 Il nominare Iddio non sia continuo nella bocca tua, e in tutti santi non ti mescolare; però che non sarai sanza pena da loro.
11 Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità;
il flagello non si allontana dalla sua casa.
Se sbaglia, il suo peccato è su di lui;
se non ne tiene conto, pecca due volte.
Se giura il falso, non sarà giustificato,
e la sua casa si riempirà di sventure.
11 Sì come il servo, richiesto spesso, non è invidiato, così ciascuno che giurerae e nominerae, in tutto non sarae sanza peccato.
12 C’è un modo di parlare paragonabile alla morte:
che non si trovi nella discendenza di Giacobbe!
Da tutto questo infatti staranno lontano i pii,
così non si rotoleranno nei peccati.
12 L'uomo che molto giura, si riempierae di iniquitade; e la piaga non si partirae dalla casa di colui.
13 Non abituare la tua bocca a grossolane volgarità,
in esse infatti c’è motivo di peccato.
13 E se elli ingannerae (il prossimo), il peccato suo sarae sopra lui; e se egli s' infignerae, peccherà doppiamente.
14 Ricorda tuo padre e tua madre
quando siedi tra i grandi,
perché non lo dimentichi davanti a loro
e per abitudine non dica sciocchezze,
e non giunga a desiderare di non essere nato
e maledica il giorno della tua nascita.
14 E se a vòto giurerae, non fia giustificato; la casa sua si riempierae di pessimo merito.
15 Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi
non si correggerà in tutta la sua vita.
15 Ed è un altro parlare contrario (che chi l'userae) nella morte; non si troverà nella eredità di Iacob.
16 Due tipi di persone moltiplicano i peccati,
e un terzo provoca l’ira:
una passione ardente come fuoco acceso
non si spegnerà finché non sia consumata;
un uomo impudico nel suo corpo
non desisterà finché il fuoco non lo divori;
16 Però questi parlari tutti si tolgano dalli misericordiosi; e non si convolgano nelli peccati,
17 per l’uomo impudico ogni pane è appetitoso,
non si stancherà finché non muoia.
17 Non adusare al parlare disordinato la bocca tua; però che in quello è parola di peccato.
18 L’uomo infedele al proprio letto
dice fra sé: «Chi mi vede?
C’è buio intorno a me e le mura mi nascondono;
nessuno mi vede, perché temere?
Dei miei peccati non si ricorderà l’Altissimo».
18 Ricòrdati del padre e della madre tua, però che nel mezzo stai de' grandi,
19 Egli teme solo gli occhi degli uomini,
non sa che gli occhi del Signore
sono mille volte più luminosi del sole;
essi vedono tutte le vie degli uomini
e penetrano fin nei luoghi più segreti.
19 acciò che non dimentichi di te Iddio nel conspetto di coloro, e impazzato dalla tua continuanza sostegni rimproperio, e averesti voluto inanzi non essere nato, e maledichi il dì della tua nativitade.
20 Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note,
allo stesso modo anche dopo la creazione.
20 L'uomo accostumato alle parole del rimproperio, in tutti li dì della vita sua non fia ammaestrato.
21 Quest’uomo sarà condannato nelle piazze della città,
sarà sorpreso dove meno se l’aspetta.
21 Due generazioni abondano nelli peccati, e la terza generazione adduce ira e perdizione.
22 Così anche la donna che tradisce suo marito
e gli porta un erede avuto da un altro.
22 L'anima maliziosa sì è come fuoco ardente; non si spegne infino a tanto che alcuna cosa inghiottisca.
23 Prima di tutto ha disobbedito alla legge dell’Altissimo,
in secondo luogo ha commesso un torto verso il marito,
in terzo luogo si è macchiata di adulterio
e ha portato in casa figli di un estraneo.
23 E l'uomo malvagio nella bocca della carne sua non cesserà, insino a tanto che accenderà il fuoco.
24 Costei sarà trascinata davanti all’assemblea
e si procederà a un’inchiesta sui suoi figli.
24 All' uomo fornicario ogni pane è dolce; e non rincrescerae (infino) ch' elli peccherà infino alla fine.
25 I suoi figli non metteranno radici,
i suoi rami non porteranno frutto.
25 Ogni uomo che travarica il letto suo, dispregiando nell' anima sua, e dicendo: or chi mi vede?
26 Lascerà il suo ricordo come una maledizione,
la sua infamia non sarà cancellata.
26 Le tenebre attorniano me, e le pareti mi cuoprono, e niuno mi vede; cui temo? l' Altissimo non si ricorderà de' miei peccati.
27 I superstiti sapranno
che nulla è meglio del timore del Signore,
nulla è più dolce dell’osservare i suoi comandamenti.
27 E non intende che l'occhio di colui vede tutte le cose, e ch' elli caccia da sè lo timore di Dio: or che paura è questa di quello cotale uomo? e li occhi di colui temono tutti.
28 Grande gloria è seguire Dio,
essere a lui graditi è lunga vita.
28 E non intese, che gli occhi di Dio sono molto più lucenti sopra il sole, ragguardando tutte le vie degli uomini, il profondo del mare e il cuore dentro delli uomini (i quali guardano tutte le cose) nelle parti secrete.
29 Al Signore Iddio, inanzi che le cose fussono create, furono conosciute da lui; e così, poi che furono fatte, vede tutte le cose.
30 Questo sarà giudicato nelle piazze della cittàde; e come puledro sarà cacciato, e dove non spererae sarà preso.
31 E sarae vituperio di tutti, però che non averae inteso il timore di Dio.
32 Così ogni femina che lascerà il marito suo, e ordinerae la ereditade da altro marito,
33 primamente fu incredibile nella legge dello Altissimo; e appresso lascioe il marito suo; poi fornicò in adulterio, e d' altro marito ordinoe a sè figliuoli.
34 Costei fia menata nella chiesa, e nelli suoi figliuoli sarà veduta.
35 Li figliuoli suoi non faranno radici, e li rami suoi non faranno frutto.
36 Ma lasceranno in maledizione (l'anima sua
37 E conosceranno coloro che rimarranno, che nulla è meglio che il timore di Dio, e nulla è più dolce che guardare li comandamenti di Dio.
38 Grande gloria è seguire Iddio; però che lunghezza di dì si riceverà da lui.