Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Genesi 26


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1Venne una carestia nella terra, dopo quella che c’era stata ai tempi di Abramo, e Isacco andò a Gerar presso Abimèlec, re dei Filistei.2Gli apparve il Signore e gli disse: «Non scendere in Egitto, abita nella terra che io ti indicherò,3rimani come forestiero in questa terra e io sarò con te e ti benedirò: a te e alla tua discendenza io concederò tutti questi territori, e manterrò il giuramento che ho fatto ad Abramo tuo padre.4Renderò la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo e concederò alla tua discendenza tutti questi territori: tutte le nazioni della terra si diranno benedette nella tua discendenza;5perché Abramo ha obbedito alla mia voce e ha osservato ciò che io gli avevo prescritto: i miei comandamenti, le mie istituzioni e le mie leggi».
6Così Isacco dimorò a Gerar.7Gli uomini del luogo gli fecero domande sulla moglie, ma egli disse: «È mia sorella»; infatti aveva timore di dire: «È mia moglie», pensando che gli uomini del luogo lo avrebbero potuto uccidere a causa di Rebecca, che era di bell’aspetto.
8Era là da molto tempo, quando Abimèlec, re dei Filistei, si affacciò alla finestra e vide Isacco scherzare con la propria moglie Rebecca.9Abimèlec chiamò Isacco e disse: «Sicuramente ella è tua moglie. E perché tu hai detto: “È mia sorella”?». Gli rispose Isacco: «Perché mi son detto: che io non abbia a morire per causa di lei!».10Riprese Abimèlec: «Perché ti sei comportato così con noi? Poco ci mancava che qualcuno del popolo si unisse a tua moglie e tu attirassi su di noi una colpa».11Abimèlec diede quest’ordine a tutto il popolo: «Chi tocca quest’uomo o sua moglie sarà messo a morte!».
12Isacco fece una semina in quella terra e raccolse quell’anno il centuplo. Il Signore infatti lo aveva benedetto.13E l’uomo divenne ricco e crebbe tanto in ricchezze fino a divenire ricchissimo:14possedeva greggi e armenti e numerosi schiavi, e i Filistei cominciarono a invidiarlo.
15Tutti i pozzi che avevano scavato i servi di suo padre ai tempi di Abramo, suo padre, i Filistei li avevano chiusi riempiendoli di terra.16Abimèlec disse a Isacco: «Vattene via da noi, perché tu sei molto più potente di noi».17Isacco andò via di là, si accampò lungo il torrente di Gerar e vi si stabilì.18Isacco riattivò i pozzi d’acqua, che avevano scavato i servi di suo padre, Abramo, e che i Filistei avevano chiuso dopo la morte di Abramo, e li chiamò come li aveva chiamati suo padre.19I servi di Isacco scavarono poi nella valle e vi trovarono un pozzo di acqua viva.20Ma i pastori di Gerar litigarono con i pastori di Isacco, dicendo: «L’acqua è nostra!». Allora egli chiamò il pozzo Esek, perché quelli avevano litigato con lui.21Scavarono un altro pozzo, ma quelli litigarono anche per questo ed egli lo chiamò Sitna.22Si mosse di là e scavò un altro pozzo, per il quale non litigarono; allora egli lo chiamò Recobòt e disse: «Ora il Signore ci ha dato spazio libero, perché noi prosperiamo nella terra».23Di là salì a Bersabea.24E in quella notte gli apparve il Signore e disse:
«Io sono il Dio di Abramo, tuo padre;
non temere, perché io sono con te:
ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza
a causa di Abramo, mio servo».
25Allora egli costruì in quel luogo un altare e invocò il nome del Signore. Lì piantò la tenda, e i servi di Isacco scavarono un pozzo.
26Intanto Abimèlec da Gerar era andato da lui, insieme con Acuzzàt, suo consigliere, e Picol, capo del suo esercito.27Isacco disse loro: «Perché siete venuti da me, mentre voi mi odiate e mi avete scacciato da voi?».28Gli risposero: «Abbiamo visto che il Signore è con te e abbiamo detto: vi sia tra noi un giuramento, tra noi e te, e concludiamo un’alleanza con te:29tu non ci farai alcun male, come noi non ti abbiamo toccato e non ti abbiamo fatto se non del bene e ti abbiamo lasciato andare in pace. Tu sei ora un uomo benedetto dal Signore».30Allora imbandì loro un convito e mangiarono e bevvero.31Alzatisi di buon mattino, si prestarono giuramento l’un l’altro, poi Isacco li congedò e partirono da lui in pace.32Proprio in quel giorno arrivarono i servi di Isacco e lo informarono a proposito del pozzo che avevano scavato e gli dissero: «Abbiamo trovato l’acqua».33Allora egli lo chiamò Siba: per questo la città si chiama Bersabea ancora oggi.
34Quando Esaù ebbe quarant’anni, prese in moglie Giuditta, figlia di Beerì l’Ittita, e Basmat, figlia di Elon l’Ittita.35Esse furono causa d’intima amarezza per Isacco e per Rebecca.

Note:

Gen 26:Isacco non interviene che nella storia di suo padre (21; 22; 24), e dei suoi figli (Gen 25,19; Gen 25,28; Gen 27; Gen 28,1-9; Gen 35,27-29). Solo questo c Gen 26 , fondamentalmente jahvista salvo la notizia sacerdotale dei vv 34-35, lo riguarda direttamente, ma i tre episodi hanno i loro paralleli nella storia di Abramo. Essi sono legati dalla figura di Abimèlech, re di Gerar (cf. Gen 20,2) e dei «filistei» (cf. la nota su Gen 21,22). Il primo episodio è parallelo a Gen 12,10-20 e Gen 20 (vedere le note). Questa terza presentazione è la più discreta.

Gen 26,8:Isacco (Jchaq) accarezza (mecaheq) Rebecca: ancora un gioco di parole come in Gen 21,9 ; cf. Gen 17,17; Gen 18,12s; Gen 21,6 .

Gen 26,18:avevano scavati i servi: con le versioni; il TM ha: «che erano stati scavati nei giorni di».

Gen 26,19:La Genesi attribuisce ai patriarchi, pastori di greggi, lo scavo di numerosi pozzi. Presso il «pozzo di Giacobbe», a Sichem (non menzionato da Gen), il Cristo rivelerà alla samaritana la vera acqua viva (Gv 4,1+).

Gen 26,20-22:Esech significa: «lite»; Sitna: «accusa»; Recobot: «spazi liberi».

Gen 26,24:La religione patriarcale è essenzialmente quella del «Dio del padre» (Gen 28,13; Gen 31,5; Gen 32,10 , ecc.), fino alla rivelazione del nome di Jahve (Es 3,13-15). E una religione di nomadi: questo Dio non è il padrone di un territorio: si rivela all'antenato di un gruppo che protegge e guida (cf. già Gen 12,1 e fino a Gen 46,3-4), e al quale accorda le promesse di una discendenza e di una terra (c 15).

Gen 26,33:Sibea («sette») con il TM; BJ propone sheba` (o shebu`a), «giuramento» secondo i LXX e il contesto (cf. Gen 21,28-30+); Aquila, Simmaco, sir., volg. leggono: «abbondanza».