Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Lettera ai Colossesi 1


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1Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo,2ai santi e fedeli fratelli in Cristo dimoranti in Colossi grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro!

3Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi,4per le notizie ricevute della vostra fede in Cristo Gesù, e della carità che avete verso tutti i santi,5in vista della speranza che vi attende nei cieli. Di questa speranza voi avete già udito l'annunzio dalla parola di verità del vangelo6che è giunto a voi, come pure in tutto il mondo fruttifica e si sviluppa; così anche fra voi dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità,7che avete appresa da Èpafra, nostro caro compagno nel ministero; egli ci supplisce come un fedele ministro di Cristo,8e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito.
9Perciò anche noi, da quando abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi, e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale,10perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio;11rafforzandovi con ogni energia secondo la potenza della sua gloria, per poter essere forti e pazienti in tutto;12ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.

13È lui infatti che ci ha liberati
dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti
nel regno del suo Figlio diletto,
14per opera del quale abbiamo la redenzione,
la remissione dei peccati.

15Egli è immagine del Dio invisibile,
generato prima di ogni creatura;
16poiché per mezzo di lui
sono state create tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potestà.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
17Egli è prima di tutte le cose
e tutte sussistono in lui.
18Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa;
il principio, il primogenito di coloro
che risuscitano dai morti,
per ottenere il primato su tutte le cose.
19Perché piacque a Dio
di fare abitare in lui ogni pienezza
20e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose,
rappacificando con il sangue della sua croce,
cioè per mezzo di lui,
le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli.

21E anche voi, che un tempo eravate stranieri e nemici con la mente intenta alle opere cattive che facevate,22ora egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di carne, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo cospetto:23purché restiate fondati e fermi nella fede e non vi lasciate allontanare dalla speranza promessa nel vangelo che avete ascoltato, il quale è stato annunziato ad ogni creatura sotto il cielo e di cui io, Paolo, sono diventato ministro.

24Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.25Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio presso di voi di realizzare la sua parola,26cioè il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi,27ai quali Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo ai pagani, cioè Cristo in voi, speranza della gloria.28È lui infatti che noi annunziamo, ammonendo e istruendo ogni uomo con ogni sapienza, per rendere ciascuno perfetto in Cristo.29Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza.

Note:

Col 1,2:Padre nostro: un ms di volg. aggiunge: «e Gesù Cristo nostro Signore»; un altro: «e il Signore Gesù Cristo».

Col 1,7:ci supplisce: volg. legge: pro vobis minister.

Col 1,12:ci (var. «vi») ha messi in grado di: altri leggono: «ci (var. »vi«) ha chiamati a». - alla sorte dei santi: la «sorte dei santi» è la salvezza già riservata a Israele, cui sono ora chiamati i pagani (cf. Ef 1,11-13). I «santi» designano sia i cristiani chiamati fin da quaggiù a vivere nella luce della salvezza (Rm 6,19+; Rm 13,11-12+), sia gli angeli che vivono con Dio nella luce escatologica (cf. At 9,13+).

Col 1,14:la redenzione: qualche ms della volg. aggiunge: per sanguinem eius (cf. Ef 1,7).

Col 1,15-20:Paolo espone, sotto forma di dittico, il primato del Cristo: 1. nell'ordine della creazione naturale (vv 15-17); 2. nell'ordine della nuova creazione, soprannaturale, che è la redenzione (vv 18-20). Si tratta del Cristo preesistente, ma sempre considerato (cf. Fil 2,6+) nella persona storica e unica del Figlio di Dio fatto uomo. Questo essere concreto è «immagine di Dio» in quanto riflette in una natura umana e visibile l'immagine del Dio invisibile (cf. Rm 8,29+), ed è lui che può essere detto creatura, ma anche primogenito nell'ordine della creazione, con un primato di eccellenza e di causa come anche di tempo.

Col 1,18:Chiesa: sulla chiesa corpo di Cristo, cf. 1Cor 12,12+ . Il Cristo ne è il capo, per la sua priorità nel tempo (v 18: è il primo risuscitato), come per il suo ruolo di «principio» nell'ordine della salvezza (v 20).

Col 1,19:pienezza: termine di interpretazione difficile; molti vi vedono la pienezza della divinità come in Col 2,9 . Ma qui (i vv 15-18 hanno già stabilito il rango divino del Cristo) si può pensare piuttosto all'idea molto biblica dell'universo «riempito» dalla presenza creatrice di Dio (cf. Is 6,3; Ger 23,24; Sal 24,1; Sal 50,12; Sal 72,19; Sap 1,7; Sir 43,27 ; ecc.), idea molto diffusa d'altronde nel mondo greco-romano dal panteismo stoico. Per Paolo, l'incarnazione, coronata dalla risurrezione, ha posto la natura umana del Cristo alla testa non solo di tutta la famiglia umana, ma anche di tutto l'universo creato, interessato alla salvezza così come è stato coinvolto nella colpa (cf. Rm 8,19-22; 1Cor 3,22s; 1Cor 15,20-28; Ef 1,10; Ef 4,10; Fil 2,10s; Fil 3,21; Eb 2,5-8 . Cf. Col 2,9+).

Col 1,20:per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose: è una delle interpretazioni che riferisce eis auton, «a sé», al Padre (cf. Rm 5,10; 2Cor 5,18s). BJ traduce: «e per mezzo di lui riconciliare tutti gli esseri per lui»: per mezzo del Cristo e per il Cristo, in parallelismo con la fine del v 16. - le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli: questa riconciliazione universale congloba tutti gli spiriti celesti come tutti gli uomini. Essa non significa la salvezza individuale di tutti, ma la salvezza collettiva del mondo con il suo ritorno all'ordine e alla pace, nella sottomissione perfetta a Dio. Gli individui che non saranno entrati in questo ordine nuovo aprendosi spontaneamente alla grazia, vi entreranno per forza: cf. Col 2,15; 1Cor 15,24-25 (gli spiriti celesti); 2Ts 1,8-9; 1Cor 6,9-10; Gal 5,21; Rm 2,8; Ef 5,5 (gli uomini).

Col 1,21:stranieri e nemici: estranei a Dio e suoi nemici, come lo suggeriscono il contesto e il parallelo di Ef 4,18s , piuttosto che stranieri a Israele come preciserà Ef 2,12 .

Col 1,22:suo (corpo): cioè del suo Figlio. Il corpo individuale (di carne) del Cristo è il luogo in cui si opera la riconciliazione, perché raduna virtualmente in sé tutto il genere umano (cf. Ef 2,14-16), di cui ha preso su di sé il peccato (2Cor 5,21); la «carne» è lo stato del corpo sottomesso al peccato (cf. Rm 8,3; Rm 7,5+; Eb 4,15).

Col 1,23:ogni creatura sotto il cielo: cioè tutti gli uomini.

Col 1,24:patimenti di Cristo: Gesù ha sofferto per stabilire il regno di Dio e tutti coloro che condividono la sua opera devono condividere le sue sofferenze. Paolo non pretende certamente di aggiungere qualche cosa al valore propriamente redentivo della croce, a cui non potrebbe mancare nulla; ma si associa alle «prove» di Gesù, cioè alle sue tribolazioni apostoliche (cf. 2Cor 1,5; Fil 1,20+). Queste prove dell'era messianica (Mt 24,8+; At 14,22+; 1Tm 4,1+) comportano una misura prevista dal piano divino e che Paolo, in quanto apostolo dei pagani, si sente particolarmente chiamato a colmare.

Col 1,27:Prima i pagani erano come esclusi dalla salvezza, allora riservata a Israele: erano «senza Cristo» e «senza speranza» (Ef 2,12). Ma la rivelazione del piano divino in Cristo, il suo «mistero», è di chiamare anch'essi alla salvezza e alla gloria celeste con l'unione al Cristo (cf. Ef 2,13-22; Ef 3,3-6).