Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Iudicum 16


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VULGATALA SACRA BIBBIA
1 Abiit quoque in Gazam, et vidit ibi mulierem meretricem, ingressusque est ad eam.1 Una volta Sansone andò a Gaza. Qui, vista una prostituta, andò da lei.
2 Quod cum audissent Philisthiim, et percrebruisset apud eos intrasse urbem Samson, circumdederunt eum, positis in porta civitatis custodibus : et ibi tota nocte cum silentio præstolantes, ut facto mane exeuntem occiderent.2 Quando gli abitanti di Gaza seppero che era arrivato Sansone, per tutta la notte furono in gran movimento perché volevano tendergli un'insidia alle porte della città. Poi però, per tutta la notte, non agirono pur restando in attesa, perché pensavano: "Dovremo attendere fino all'alba, ma l'uccideremo!".
3 Dormivit autem Samson usque ad medium noctem : et inde consurgens, apprehendit ambas portæ fores cum postibus suis et sera, impositasque humeris suis portavit ad verticem montis, qui respicit Hebron.
3 Sansone invece se ne restò a letto fino a mezzanotte. A mezzanotte si alzò: dette di piglio ai battenti della porta della città e li svelse insieme ai due stipiti e al chiavistello. Caricatili poi sulle spalle, andò a portarli sulla cima del monte che sorge davanti a Ebron.
4 Post hæc amavit mulierem, quæ habitabat in valle Sorec, et vocabatur Dalila.4 In seguito Sansone si innamorò di un'altra donna, che abitava nella valle di Sorek e si chiamava Dalila.
5 Veneruntque ad eam principes Philisthinorum, atque dixerunt : Decipe eum, et disce ab illo, in quo habeat tantam fortitudinem, et quomodo eum superare valeamus, et vinctum affligere : quod si feceris, dabimus tibi singuli mille et centum argenteos.5 Allora i prìncipi dei Filistei andarono dalla donna e le dissero: "Seducilo, per sapere quale sia il segreto della sua grande forza e con quali mezzi potremo aver ragione di lui, per legarlo e ridurlo all'impotenza. Noi ti daremo ciascuno mille e cento sicli d'argento".
6 Locuta est ergo Dalila ad Samson : Dic mihi, obsecro, in quo sit tua maxima fortitudo, et quid sit quo ligatus erumpere nequeas ?6 Allora Dalila disse a Sansone: "Ti prego, svelami quale sia il segreto della tua grande forza e con quali mezzi potresti essere legato e ridotto all'impotenza".
7 Cui respondit Samson : Si septem nerviceis funibus necdum siccis, et adhuc humentibus, ligatus fuero, infirmus ero ut ceteri homines.7 Le rispose Sansone: "Se fossi legato con sette corde di nervo fresche, non ancora essiccate, perderei la mia forza e sarei come un uomo qualsiasi".
8 Attuleruntque ad eam satrapæ Philisthinorum septem funes, ut dixerat : quibus vinxit eum,8 Subito i prìncipi filistei inviarono a Dalila sette corde di nervo fresche, non ancora essiccate ed essa con quelle legò Sansone:
9 latentibus apud se insidiis, et in cubiculo finem rei expectantibus : clamavitque ad eum : Philisthiim super te, Samson. Qui rupit vincula, quomodo si rumpat quis filum de stuppæ tortum putamine, cum odorem ignis acceperit : et non est cognitum in quo esset fortitudo ejus.9 nella stanza intanto c'era, pronta ai suoi cenni, gente all'agguato. Poi essa gli gridò: "I Filistei ti assalgono, Sansone!". Ma egli distrusse i legami come si volatilizza un filo di stoppa che senta il fuoco. E così il segreto della sua forza non fu svelato.
10 Dixitque ad eum Dalila : Ecce illusisti mihi, et falsum locutus es : saltem nunc indica mihi quo ligari debeas.10 Disse Dalila a Sansone: "Ecco, ti sei preso gioco di me, raccontandomi bugie; ora dimmi con che cosa potresti essere legato".
11 Cui ille respondit : Si ligatus fuero novis funibus, qui numquam fuerunt in opere, infirmus ero, et aliorum hominum similis.11 Egli le rispose: "Se davvero fossi legato con funi nuove, mai adoperate, perderei la mia forza e sarei come un uomo qualsiasi".
12 Quibus rursum Dalila vinxit eum, et clamavit : Philisthiim super te, Samson : in cubiculo insidiis præparatis. Qui ita rupit vincula quasi fila telarum.12 Subito Dalila prese delle funi nuove, lo legò e poi gli gridò: "I Filistei ti assalgono, Sansone!". Intanto nella stanza c'era gente all'agguato. Ma egli distrusse le funi che legavano le sue braccia come se fossero filo.
13 Dixitque Dalila rursum ad eum : Usquequo decipis me, et falsum loqueris ? ostende quo vinciri debeas. Cui respondit Samson : Si septem crines capitis mei cum licio plexueris, et clavum his circumligatum terræ fixeris, infirmus ero.13 Dalila disse a Sansone: "Ancora una volta ti sei preso gioco di me, raccontandomi bugie; dimmi con che cosa potresti essere legato". Egli le rispose: "Se tu intrecciassi le sette trecce della mia testa con l'ordito e le fissassi con il battente, perderei la mia forza e sarei come un uomo qualsiasi".
14 Quod cum fecisset Dalila, dixit ad eum : Philisthiim super te, Samson. Qui consurgens de somno extraxit clavum cum crinibus et licio.
14 Fattolo addormentare, essa intrecciò le sette trecce della sua testa con l'ordito e le fissò con il battente; poi gli gridò: "I Filistei ti assalgono, Sansone!". Ma egli, svegliatosi dal sonno, strappò via battente, traliccio e ordito.
15 Dixitque ad eum Dalila : Quomodo dicis quod amas me, cum animus tuus non sit mecum ? Per tres vices mentitus es mihi, et noluisti dicere in quo sit maxima fortitudo tua.15 Dalila allora si rivolse a Sansone con queste parole: "Come puoi dire che mi ami, se il tuo cuore è lontano da me? Questa è la terza volta che ti sei preso gioco di me, col non volermi dire in che cosa consista la tua grande forza".
16 Cumque molesta esset ei, et per multos dies jugiter adhæreret, spatium ad quietem non tribuens, defecit anima ejus, et ad mortem usque lassata est.16 Essa lo soffocava con le sue parole e lo tediava tutti i giorni, finché Sansone fu tanto angustiato da non poterne più.
17 Tunc aperiens veritatem rei, dixit ad eam : Ferrum numquam ascendit super caput meum, quia nazaræus, id est, consecratus Deo, sum de utero matris meæ : si rasum fuerit caput meum, recedet a me fortitudo mea, et deficiam, eroque sicut ceteri homines.17 Allora le aprì tutto il suo animo, dicendole: "Il rasoio non si è mai posato sulla mia testa, perché io sono nazireo di Dio fin da quando ero nel seno di mia madre. Se venissi rasato, la mia forza se ne andrebbe; mi indebolirei e diverrei come tutti gli altri uomini".
18 Vidensque illa quod confessus ei esset omnem animum suum, misit ad principes Philisthinorum ac mandavit : Ascende adhuc semel, quia nunc mihi aperuit cor suum. Qui ascenderunt assumpta pecunia, quam promiserant.18 Dalila comprese che Sansone le aveva parlato sinceramente e mandò a chiamare i prìncipi dei Filistei invitandoli, questa volta, a venire essi stessi, perché Sansone le aveva aperto tutto il suo cuore. I prìncipi dei Filistei la raggiunsero, recando il denaro.
19 At illa dormire eum fecit super genua sua, et in sinu suo reclinare caput. Vocavitque tonsorem, et rasit septem crines ejus, et cœpit abigere eum, et a se repellere : statim enim ab eo fortitudo discessit.19 Dalila fece addormentare Sansone sulle sue ginocchia: poi chiamò un uomo a tagliargli le sette trecce. Così egli cominciò a indebolirsi e la forza se ne andò da lui.
20 Dixitque : Philisthiim super te, Samson. Qui de somno consurgens, dixit in animo suo : Egrediar sicut ante feci, et me excutiam : nesciens quod recessisset ab eo Dominus.20 Allora Dalila gridò: "I Filistei ti assalgono, Sansone!". Egli si svegliò dal sonno pensando che anche quella volta, come le altre, si sarebbe liberato scuotendosi con forza. Ma non sapeva che il Signore si era allontanato da lui.
21 Quem cum apprehendissent Philisthiim, statim eruerunt oculos ejus, et duxerunt Gazam vinctum catenis, et clausum in carcere molere fecerunt.
21 I Filistei, presolo e accecatolo, lo condussero a Gaza, dove lo tenevano legato con due catene di bronzo e gli facevano girare la macina nella prigione.
22 Jamque capilli ejus renasci cœperunt.22 Intanto i capelli di Sansone avevano ricominciato a crescere come prima di essere rasi.
23 Et principes Philisthinorum convenerunt in unum ut immolarent hostias magnificas Dagon deo suo, et epularentur, dicentes : Tradidit deus noster inimicum nostrum Samson in manus nostras.23 Un giorno, i prìncipi dei Filistei si riunirono per compiere un grande sacrificio in onore del loro dio Dagon e per far festa. Dicevano: "Il nostro dio ha dato nelle nostre mani Sansone, il nostro nemico".
24 Quod etiam populus videns, laudabat deum suum, eademque dicebat : Tradidit deus noster adversarium nostrum in manus nostras, qui delevit terram nostram, et occidit plurimos.24 Quando il popolo vide la statua del dio, proruppe in un grido di giubilo in onore del suo dio, esclamando: "Il nostro dio ci ha dato in mano Sansone, il nostro nemico, colui che devastava la nostra terra, colui che uccideva tanti dei nostri!".
25 Lætantesque per convivia, sumptis jam epulis, præceperunt ut vocaretur Samson, et ante eos luderet. Qui adductus de carcere ludebat ante eos, feceruntque eum stare inter duas columnas.25 In preda all'allegria, il popolo gridava: "Fate venire Sansone, che ci faccia divertire!". Allora Sansone, fatto uscire dalla prigione, dovette fare delle buffonate davanti alla gente; poi fu messo fra le colonne.
26 Qui dixit puero regenti gressus suos : Dimitte me, ut tangam columnas, quibus omnis imminet domus, et recliner super eas, et paululum requiescam.26 Sansone, allora, chiese al ragazzo che gli faceva da guida, di lasciargli toccare le colonne che reggevano l'edificio, per potercisi appoggiare.
27 Domus autem erat plena virorum ac mulierum, et erant ibi omnes principes Philisthinorum, ac de tecto et solario circiter tria millia utriusque sexus spectantes ludentem Samson.27 L'edificio era pieno di uomini e di donne; c'erano tutti i prìncipi dei Filistei e sul terrazzo vi erano circa tremila uomini e donne che osservavano i giochi di Sansone.
28 At ille invocato Domino ait : Domine Deus, memento mei, et redde mihi nunc fortitudinem pristinam, Deus meus, ut ulciscar me de hostibus meis, et pro amissione duorum luminum unam ultionem recipiam.28 Egli invocò il Signore con queste parole: "Signore Dio, ricordati di me, ti supplico, e rendimi ancora una volta la mia forza, o Dio, perché io possa vendicarmi dei Filistei, per i miei due occhi, d'una vendetta sola".
29 Et apprehendens ambas columnas quibus innitebatur domus, alteramque earum dextera et alteram læva tenens,29 Sansone, sentite col tatto le due colonne centrali che sostenevano l'edificio e afferratele, l'una col braccio destro e l'altra col braccio sinistro,
30 ait : Moriatur anima mea cum Philisthiim. Concussisque fortiter columnis, cecidit domus super omnes principes, et ceteram multitudinem quæ ibi erat : multoque plures interfecit moriens, quam ante vivus occiderat.30 esclamò: "Ch'io muoia insieme ai Filistei!". Poi spinse violentemente, facendo crollare l'edificio sui prìncipi e su tutto il popolo che v'era radunato. E furono più quelli che Sansone uccise morendo che quelli che aveva ucciso durante la vita.
31 Descendentes autem fratres ejus et universa cognatio, tulerunt corpus ejus, et sepelierunt inter Saraa et Esthaol in sepulchro patris sui Manue : judicavitque Israël viginti annis.31 I suoi fratelli e tutta la famiglia di suo padre vennero a prendere il suo corpo per seppellirlo fra Zorea ed Estaol, nel sepolcro di Manoach, suo padre. Sansone fu giudice in Israele per vent'anni.