Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

II Petri 2


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VULGATABIBBIA TINTORI
1 Fuerunt vero et pseudoprophetæ in populo, sicut et in vobis erunt magistri mendaces, qui introducent sectas perditionis : et eum qui emit eos, Dominum negant, superducentes sibi celerem perditionem.1 Vi furon però anche dei falsi profeti nel popolo, come vi saran tra voi dei bugiardi maestri che introdurranno sette perverse e rinnegheranno quel Signore che li ha riscattati, tirandosi così addosso pronta rovina.
2 Et multi sequentur eorum luxurias, per quos via veritatis blasphemabitur :2 Molti seguiteranno le impurità di essi, che faran bestemmiare la via della verità,
3 et in avaritia fictis verbis de vobis negotiabuntur : quibus judicium jam olim non cessat : et perditio eorum non dormitat.3 e con parole create dalla cupidigia vi sfrutteranno; ma la loro condanna è già pronunziata da molto tempo, e non langue, e la perdizione loro non dorme.
4 Si enim Deus angelis peccantibus non pepercit, sed rudentibus inferni detractos in tartarum tradidit cruciandos, in judicium reservari.4 Se infatti Dio non perdonò agli Angeli che avevan peccato, ma, cacciatili nel Tartaro, li consegnò alle catene d'inferno per esser tormentati e riserbati al giudizio;
5 Et originali mundo non pepercit, sed octavum Noë justitiæ præconem custodivit, diluvium mundo impiorum inducens.5 nè perdonò al mondo antico, ma preservò con altri sette soltanto Noè, predicatore della giustizia, quando mandò il diluvio sul mondo degli empi;
6 Et civitates Sodomorum et Gomorrhæorum in cinerem redigens, eversione damnavit : exemplum eorum, qui impie acturi sunt, ponens :6 se condannò alla distruzione le città di Sodoma e di Gomorra, e le ridusse in cenere, perchè servissero di esempio agli empi futuri
7 et justum Lot oppressum a nefandorum injuria, ac luxuriosa conversatione eripuit :7 e liberò il giusto Lot, afflitto dalle ingiurie e dall'impuro vivere di uomini nefandi,
8 aspectu enim, et auditu justus erat : habitans apud eos, qui de die in diem animam justam iniquis operibus cruciabant.8 perchè, giusto di vista e di udito, era costretto ad abitare tra gente che ogni giorno metteva alla tortura la sua anima giusta con opere perverse,
9 Novit Dominus pios de tentatione eripere : iniquos vero in diem judicii reservare cruciandos.
9 vuoi dire che Dio sa liberare i pii dalla tentazione, e serbare gl'iniqui ai tormenti pel giorno del giudizio,
10 Magis autem eos, qui post carnem in concupiscentia immunditiæ ambulant, dominationemque contemnunt, audaces, sibi placentes, sectas non metuunt introducere blasphemantes :10 specialmente quelli che s'abbandonano alla carne, nell'immonda concupiscenza, e disprezzan l'autorità, audaci, egoisti, che non temono d'introdurre delle sette, bestemmiando,
11 ubi angeli fortitudine, et virtute cum sint majores, non portant adversum se execrabile judicium.11 mentre gli stessi Angeli, pur essendo superiori a loro di forza e di potenza, non portano gli uni contro gli altri giudizio di maledizione.
12 Hi vero velut irrationabilia pecora, naturaliter in captionem, et in perniciem in his quæ ignorant blasphemantes in corruptione sua peribunt,12 Ma questi, come bestie irragionevoli, destinate dalla natura ad esser prese ed a perire, bestemmiando le cose che ignorano, periranno per la lor corruzione,
13 percipientes mercedem injustitiæ, voluptatem existimantes diei delicias : coinquinationes, et maculæ deliciis affluentes, in conviviis suis luxuriantes vobiscum,13 e riceveranno la mercede dell'iniquità, essi che stiman felicità le delizie d'un giorno, sudiciumi e vergogne, pieni di mollezza, dissoluti anche nei conviti che fanno con voi.
14 oculos habentes plenos adulterii, et incessabilis delicti. Pellicientes animas instabiles, cor exercitatum avaritia habentes, maledictionis filii :14 Han gli occhi pieni d'adulterio e d'incessante delitto, adescano le anime vacillanti, hanno il cuore abituato alla cupidigia, sono figli di maledizione.
15 derelinquentes rectam viam erraverunt, secuti viam Balaam ex Bosor, qui mercedem iniquitatis amavit :15 Abbandonata la retta strada, si sono smarriti per la via di Balaam, figlio di Bosor, che amò la mercede dell'iniquità;
16 correptionem vero habuit suæ vesaniæ : subjugale mutum animal, hominis voce loquens, prohibuit prophetæ insipientiam.16 ma fu ripreso della sua pazzia: una muta bestia da soma, parlando con voce umana, frenò la stoltezza del profeta.
17 Hi sunt fontes sine aqua, et nebulæ turbinibus exagitatæ, quibus caligo tenebrarum reservatur.17 Costoro sono fontane senz'acqua, nebbie sbattute dai turbini, ad essi è riserbata la caligine tenebrosa;
18 Superba enim vanitatis loquentes, pelliciunt in desideriis carnis luxuriæ eos, qui paululum effugiunt, qui in errore conversantur :18 perchè con discorsi altisonanti e vani adescano, per mezzo delle impure passioni della carne, quelli che poco prima rifuggivano da chi vive nell'errore,
19 libertatem illis promittentes, cum ipsi servi sint corruptionem : a quo enim quis superatus est, hujus et servus est.19 promettendo loro libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione: infatti uno è schiavo di ciò che l'ha vinto.
20 Si enim refugientes coinquinationes mundi in cognitione Domini nostri, et Salvatoris Jesu Christi, his rursus implicati superantur : facta sunt eis posteriora deteriora prioribus.20 Or se dopo aver fuggite le sozzure del mondo mediante la cognizione del Signor nostro e Salvatore Gesù Cristo, son da queste nuovamente avviluppati e vinti, il loro secondo stato è divenuto peggiore del primo.
21 Melius enim erat illis non cognoscere viam justitiæ, quam post agnitionem, retrorsum converti ab eo, quod illis traditum est, sancto mandato.21 Certo sarebbe stato meglio per loro non conoscere la via della giustizia che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento che ad essi era stato dato.
22 Contigit enim eis illud veri proverbii : Canis reversus ad suum vomitum : et, Sus lota in volutabro luti.22 Ma si è compiuto in essi quel vero proverbio: Il cane tornò al suo vomito, e la scrofa lavata a voltolarsi nel fango.