Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Deuteronomium 23


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VULGATADIODATI
1 Non intravit eunuchus, attritis vel amputatis testiculis et abscisso veretro, ecclesiam Domini.1 NON entri nella raunanza del Signore alcuno che abbia i testicoli infranti o tagliati.
2 Non ingredietur mamzer, hoc est, de scorto natus, in ecclesiam Domini, usque ad decimam generationem.2 Niuno nato di pubblica meretrice entri nella raunanza del Signore; niuno de’ suoi fino alla decima generazione, entri nella raunanza del Signore.
3 Ammonites et Moabites etiam post decimam generationem non intrabunt ecclesiam Domini in æternum :3 L’Ammonita, nè il Moabita, non entri nella raunanza del Signore; niuno dei lor discendenti in perpetuo, fino alla decima generazione, entri nella raunanza del Signore.
4 quia noluerunt vobis occurrere cum pane et aqua in via quando egressi estis de Ægypto : et quia conduxerunt contra te Balaam filium Beor de Mesopotamia Syriæ, ut malediceret tibi :4 Perciocchè non vennero incontro a voi con pane e con acqua, nel cammino, quando usciste di Egitto; e perchè essi condussero per prezzo contro a voi Balaam, figliuolo di Beor, di Petor di Mesopotamia, per maledirvi.
5 et noluit Dominus Deus tuus audire Balaam, vertitque maledictionem ejus in benedictionem tuam, eo quod diligeret te.5 Ma il Signore Iddio tuo non volle ascoltar Balaam; anzi il Signore Iddio tuo ti rivolse la maledizione in benedizione; perciocchè il Signore Iddio tuo ti ama.
6 Non facies cum eis pacem, nec quæras eis bona cunctis diebus vitæ tuæ in sempiternum.6 Non procacciar giammai, in tempo di vita tua, la pace o il bene loro.
7 Non abominaberis Idumæum, quia frater tuus est : nec Ægyptium, quia advena fuisti in terra ejus.7 Non abbominar l’Idumeo; conciossiachè egli sia tuo fratello; non abbominar l’Egizio; conciossiachè tu sii stato forestiere nel suo paese.
8 Qui nati fuerint ex eis, tertia generatione intrabunt in ecclesiam Domini.
8 La terza generazione de’ figliuoli che nasceranno loro potrà entrar nella raunanza del Signore
9 Quando egressus fueris adversus hostes tuos in pugnam, custodies te ab omni re mala.9 QUANDO tu uscirai in guerra contro a’ tuoi nemici, guardati d’ogni mala cosa.
10 Si fuerit inter vos homo, qui nocturno pollutus sit somnio, egredietur extra castra,10 Se nel mezzo di te vi è alcuno che sia immondo per alcun accidente notturno, esca fuor del campo, e non entri dentro al campo;
11 et non revertetur, priusquam ad vesperam lavetur aqua : et post solis occasum regredietur in castra.11 e in sul far della sera lavisi con acqua; e poi, come il sole sarà tramontato, egli potrà rientrar dentro al campo.
12 Habebis locum extra castra, ad quem egrediaris ad requisita naturæ,12 Abbi parimente un luogo fuor del campo, al quale tu esca per li tuoi bisogni.
13 gerens paxillum in balteo : cumque sederis, fodies per circuitum, et egesta humo operies13 E abbi fra i tuoi arredi un piuolo, col quale, quando ti assetterai fuori, tu faccia un buco in terra, e poi ricopri il tuo scremento.
14 quo revelatus es : Dominus enim Deus tuus ambulat in medio castrorum, ut eruat te, et tradat tibi inimicos tuos : et sint castra tua sancta, et nihil in eis appareat fœditatis, ne derelinquat te.
14 Conciossiachè il Signore Iddio tuo cammini nel mezzo del tuo campo, per salvarti, e per mettere in tuo potere i tuoi nemici; perciò sia il tuo campo santo; e fa’ ch’egli non vegga alcuna bruttura in te, onde egli si rivolga indietro da te
15 Non trades servum domino suo, qui ad te confugerit.15 NON dare il servo che sarà scampato a te d’appresso al suo signore, in man del suo signore.
16 Habitabit tecum in loco, qui ei placuerit, et in una urbium tuarum requiescet : ne contristes eum.16 Dimori appresso di te, nel mezzo di te, nel luogo ch’egli avrà scelto, in qualunque delle tue città gli aggraderà; non fargli violenza.
17 Non erit meretrix de filiabus Israël, nec scortator de filiis Israël.17 Non siavi alcuna meretrice d’infra le figliuole d’Israele; parimente non siavi alcun cinedo d’infra i figliuoli d’Israele.
18 Non offeres mercedem prostibuli, nec pretium canis in domo Domini Dei tui, quidquid illud est quod voveris : quia abominatio est utrumque apud Dominum Deum tuum.18 Non recar dentro alla Casa del Signore Iddio tuo, per alcun voto, il guadagno della meretrice, nè il prezzo del cane; perciocchè amendue son cosa abbominevole al Signore Iddio tuo.
19 Non fœnerabis fratri tuo ad usuram pecuniam, nec fruges, nec quamlibet aliam rem :19 Non prestare ad usura al tuo fratello, nè danari, nè vittuaglia, nè cosa alcuna che si presta ad usura.
20 sed alieno. Fratri autem tuo absque usura id quo indiget, commodabis : ut benedicat tibi Dominus Deus tuus in omni opere tuo in terra, ad quam ingredieris possidendam.20 Presta ad usura allo straniere, ma non al tuo fratello; acciocchè il Signore Iddio tuo ti benedica in tutto ciò a che metterai la mano, nel paese nel quale tu entri per possederlo.
21 Cum votum voveris Domino Deo tuo, non tardabis reddere : quia requiret illud Dominus Deus tuus, et si moratus fueris, reputabitur tibi in peccatum.21 Quando tu avrai votato un voto al Signore Iddio tuo, non indugiar d’adempierlo; perciocchè il Signore Iddio tuo per certo te ne ridomanderebbe conto, e vi sarebbe peccato in te.
22 Si nolueris polliceri, absque peccato eris.22 E se pur tu ti astieni di far voto, non vi sarà peccato in te.
23 Quod autem semel egressum est de labiis tuis, observabis, et facies sicut promisisti Domino Deo tuo, et propria voluntate et ore tuo locutus es.23 Osserva, e fa’ ciò che ti sarà uscito delle labbra, secondo che volontariamente tu avrai votato al Signore Iddio tuo, come avrai pronunziato con la tua bocca.
24 Ingressus vineam proximi tui, comede uvas, quantum tibi placuerit : foras autem ne efferas tecum.24 Quando tu entrerai nella vigna del tuo prossimo, potrai a tua voglia mangiarne dell’uve a sazietà; ma non riporne nel tuo vasello.
25 Si intraveris in segetem amici tui, franges spicas, et manu conteres : falce autem non metes.25 Quando tu entrerai per mezzo le biade del tuo prossimo, potrai svellerne delle spighe con la mano; ma non metter la falce nelle biade del tuo prossimo