Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Ionas 4


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VULGATADIODATI
1 Et afflictus est Jonas afflictione magna, et iratus est :1 MA ciò dispiacque forte a Giona, ed egli se ne sdegnò; e fece orazione al Signore, e disse:
2 et oravit ad Dominum, et dixit : Obsecro, Domine, numquid non hoc est verbum meum cum adhuc essem in terra mea ? propter hoc præoccupavi ut fugerem in Tharsis : scio enim quia tu Deus clemens et misericors es, patiens et multæ miserationis, et ignoscens super malitia.2 Ahi! Signore, non è questo ciò che io diceva, mentre era ancora nel mio paese? perciò, anticipai di fuggirmene in Tarsis; conciossiachè io sapessi che tu sei un Dio misericordioso, e pietoso, lento all’ira, e di gran benignità; e che ti penti del male.
3 Et nunc, Domine, tolle, quæso, animam meam a me, quia melior est mihi mors quam vita.3 Ora dunque, Signore, togli da me, ti prego, l’anima mia; perciocchè meglio è per me di morire che di vivere.
4 Et dixit Dominus : Putasne bene irasceris tu ?4 Ma il Signore gli disse: È egli ben fatto di sdegnarti in questa maniera?
5 Et egressus est Jonas de civitate, et sedit contra orientem civitatis : et fecit sibimet umbraculum ibi, et sedebat subter illud in umbra, donec videret quid accideret civitati.5 E Giona uscì della città, e si pose a sedere dal levante della città; e si fece quivi un frascato, e sedette sotto esso all’ombra, finchè vedesse ciò che avverrebbe nella città.
6 Et præparavit Dominus Deus hederam, et ascendit super caput Jonæ, ut esset umbra super caput ejus, et protegeret eum (laboraverat enim) : et lætatus est Jonas super hedera lætitia magna.6 E il Signore Iddio preparò una pianta di ricino, e la fece salire di sopra a Giona, per fargli ombra sopra il capo, per trarlo della sua noia. E Giona si rallegrò di grande allegrezza per quel ricino.
7 Et paravit Deus vermen ascensu diluculi in crastinum : et percussit hederam, et exaruit.7 Ma il giorno seguente, all’apparir dell’alba, Iddio preparò un verme, il qual percosse il ricino, ed esso si seccò.
8 Et cum ortus fuisset sol, præcepit Dominus vento calido et urenti : et percussit sol super caput Jonæ, et æstuabat : et petivit animæ suæ ut moreretur, et dixit : Melius est mihi mori quam vivere.8 E quando il sole fu levato, Iddio preparò un vento orientale sottile; e il sole ferì sopra il capo di Giona, ed egli si veniva meno, e richiese fra sè stesso di morire, e disse: Meglio è per me di morire che di vivere.
9 Et dixit Dominus ad Jonam : Putasne bene irasceris tu super hedera ? Et dixit : Bene irascor ego usque ad mortem.9 E Iddio disse a Giona: È egli ben fatto, di sdegnarti in questa maniera per lo ricino? Ed egli disse: Sì, egli è ben fatto, di essermi sdegnato fino alla morte.
10 Et dixit Dominus : Tu doles super hederam in qua non laborasti, neque fecisti ut cresceret ; quæ sub una nocte nata est, et sub una nocte periit :10 E il Signore gli disse: Tu hai voluto risparmiare il ricino, intorno al quale tu non ti sei affaticato, e il quale tu non hai cresciuto; che è nato in una notte, e in una notte altresì è perito.
11 et ego non parcam Ninive, civitati magnæ, in qua sunt plus quam centum viginti millia hominum qui nesciunt quid sit inter dexteram et sinistram suam, et jumenta multa ?11 E non risparmierei io Ninive, quella gran città, nella quale sono oltre a dodici decine di migliaia di creature umane, che non sanno discernere fra la lor man destra, e la sinistra; e molte bestie?