Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Secondus Machabaeorum 7


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VULGATABIBBIA MARTINI
1 Contigit autem et septem fratres una cum matre sua apprehensos compelli a rege edere contra fas carnes porcinas, flagris et taureis cruciatos.1 Accadde ancora, che sette fratelli furon presi insieme colla lor madre, e a forza di frustate, e di nerbate volea costringerli il re a mangiare delle carni di porco in odio della legge.
2 Unus autem ex illis, qui erat primus, sic ait : Quid quæris, et quid vis discere a nobis ? parati sumus mori, magis quam patrias Dei leges prævaricari.2 Ma uno di essi, che era il primogenito, disse: Che cerchi tu, o che vuoi sapere da noi? Noi siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi paterne dateci da Dio.
3 Iratus itaque rex, jussit sartagines et ollas æneas succendi : quibus statim succensis,3 E sdegnato il re comandò, che si mettesser sul fuoco delle padelle, e delle caldaie di bronzo: e quando elle furono bollenti,
4 jussit ei qui prior fuerat locutus amputari linguam, et cute capitis abstracta, summas quoque manus et pedes ei præscindi, ceteris ejus fratribus et matre inspicientibus.4 Comandò, che a quello che avea parlato il primo fosse tagliata la lingua, e gli fosse strappata la pelle dal capo, e gli fosser troncate le estremità delle mani, e de' piedi a vista degli altri fratelli, e della madre.
5 Et cum jam per omnia inutilis factus esset, jussit ignem admoveri, et adhuc spirantem torreri in sartagine : in qua cum diu cruciaretur, ceteri una cum matre invicem se hortabantur mori fortiter,5 E quando ei fu ridotto a un'assoluta impotenza ordinò, che lo accostassero al fuoco, e spirante tutt'ora fu arrostito nella padella, nella quale egli fu lungamente tormentato, esortandosi frattanto gli uni gli altri i fratelli colla madre a morir con fortezza,
6 dicentes : Dominus Deus aspiciet veritatem, et consolabitur in nobis, quemadmodum in protestatione cantici declaravit Moyses : Et in servis suis consolabitur.
6 Dicendo: Il Signore Dio volgerà gli occhi alla verità, e si consolerà in noi, come nel cantico della protesta disse Mosè: Egli si consolerà ne' suoi servi.
7 Mortuo itaque illo primo hoc modo, sequentem deducebant ad illudendum : et cute capitis ejus cum capillis abstracta, interrogabant si manducaret, priusquam toto corpore per membra singula puniretur.7 Morto adunque che fu in tal guisa il primo condussero agli strazj il secondo, e strappatagli la cotenna dal capo lo interrogavano se volesse mangiare prima di essere tormentato in tutti i membri del corpo.
8 At ille respondens patria voce, dixit : Non faciam. Propter quod et iste, sequenti loco, primi tormenta suscepit :8 Ma egli in lingua della patria rispose, e disse: Nol farò. Onde anche questo sopportò al suo luogo i tormenti del primo:
9 et in ultimo spiritu constitutus, sic ait : Tu quidem scelestissime in præsenti vita nos perdis : sed Rex mundi defunctos nos pro suis legibus in æternæ vitæ resurrectione suscitabit.
9 E vicino a rendere l'ultimo spirito disse così: Tu, o uomo iniquissimo, distruggi noi nella vita presente, ma il Re dell'universo risusciterà per la vita eterna noi, che muoiamo per le sue leggi.
10 Post hunc tertius illuditur, et linguam postulatus cito protulit, et manus constanter extendit :10 Dopo di questo venne straziato il terzo, il quale alla prima richiesta messe fuori la lingua, e stese costantemente le mani:
11 et cum fiducia ait : E cælo ista possideo, sed propter Dei leges nunc hæc ipsa despicio, quoniam ab ipso me ea recepturum spero :11 E con fidanza disse: Dal cielo ebbi in dono queste cose, ma per amor delle leggi di Dio io le disprezzo, perocché ho speranza, che mi saran rendute da lui:
12 ita ut rex, et qui cum ipso erant, mirarentur adolescentis animum, quod tamquam nihilum duceret cruciatus.12 Ammirarono e il re, e la sua comitiva lo spirito di quel giovinetto, che nessun caso facea de' tormenti.
13 Et hoc ita defuncto, quartum vexabant similiter torquentes.13 E morto quello, allo stesso modo tormentavano il quarto.
14 Et cum jam esset ad mortem, sic ait : Potius est ab hominibus morti datos spem exspectare a Deo, iterum ab ipso resuscitandos : tibi enim resurrectio ad vitam non erit.14 Ed egli stando già per morire disse cosi: Ell'è cosa molto buona l'essere uccisi dagli uomini colla speranza in Dio di essere da lui nuovamente risuscitati: perocché la tua risurrezione non sarà per la vita.
15 Et cum admovissent quintum, vexabant eum. At ille respiciens in eum,15 E preso il quinto lo martoriavano; ed egli mirando il re, disse:
16 dixit : Potestatem inter homines habens, cum sis corruptibilis, facis quod vis : noli autem putare genus nostrum a Deo esse derelictum :16 Avendo tu tragli uomini potestà, benché tu sii uomo corruttibile, tu fai quel che ti piace: non creder però, che la nostra stirpe sia da Dio abbandonata:
17 tu autem patienter sustine, et videbis magnam potestatem ipsius, qualiter te et semen tuum torquebit.17 Ma tu abbi pazienza, e vedrai la potestà grande di lui, e com' egli tormenterà te, e la tua stirpe.
18 Post hunc ducebant sextum, et is, mori incipiens, sic ait : Noli frustra errare : nos enim propter nosmetipsos hæc patimur, peccantes in Deum nostrum, et digna admiratione facta sunt in nobis :18 Dopo questo fu condotto il sesto, e questi presso al morire disse: Guardati dal vanamente ingannarti; perocché noi per nostra colpa sopportiam questo, avendo peccato contro il nostro Dio; e terribili cose ci sono avvenute:
19 tu autem ne existimes tibi impune futurum, quod contra Deum pugnare tentaveris.
19 Ma tu non credere, che abbia ad essere senza castigo l'ardimento, che hai di combattere contro Dio.
20 Supra modum autem mater mirabilis, et bonorum memoria digna, quæ pereuntes septem filios sub unius diei tempore conspiciens, bono animo ferebat propter spem quam in Deum habebat :20 Ma la madre oltre modo ammirabile, e degna della ricordanza de' buoni, la quale in veggendo sette figliuoli, che nello spazio di un sol giorno perivano, di buon animo ciò sopportava per la speranza che aveva in Dio:
21 singulos illorum hortabatur voce patria fortiter, repleta sapientia : et, femineæ cogitationi masculinum animum inserens,21 Ella piena di saggezza a uno a uno gli esortava nel linguaggio della patria, e alla tenerezza di donna univa un coraggio virile,
22 dixit ad eos : Nescio qualiter in utero meo apparuistis, neque enim ego spiritum et animam donavi vobis et vitam, et singulorum membra non ego ipsa compegi :22 Ella diceva loro: Io non so in qual modo voi veniste ad essere nel mio seno: perocché non fui io, che diedi a voi spirito, e anima, e vita, né io messi insieme le membra di ciascheduno.
23 sed enim mundi Creator, qui formavit hominis nativitatem, quique omnium invenit originem, et spiritum vobis iterum cum misericordia reddet et vitam, sicut nunc vosmetipsos despicitis propter leges ejus.
23 Ma il Creatore del mondo, che stabilì la generazione dell'uomo, e a tutte le cose diede il principio, renderà, egli a voi di bel nuovo per sua misericordia e spirito, e vita, perché voi adesso per amore delle sue leggi non curate di voi medesimi.
24 Antiochus autem, contemni se arbitratus, simul et exprobrantis voce despecta, cum adhuc adolescentior superesset, non solum verbis hortabatur, sed et cum juramento affirmabat se divitem et beatum facturum, et translatum a patriis legibus amicum habiturum, et res necessarias ei præbiturum.24 Ma Antioco stimandosi vilipeso, e credendosi che quelle voci lo insultassero, rimanendovi tutt'ora il più giovine, non solamente lo esortava colle parole, ma con giuramento gli prometteva di farlo ricco, e beato, e che quando avesse abbandonate le leggi paterne lo avrebbe tenuto tra' suoi amici, e gli avrebbe dato tutto quello, che gli bisognasse.
25 Sed ad hæc cum adolescens nequaquam inclinaretur, vocavit rex matrem, et suadebat ei ut adolescenti fieret in salutem.25 Ma non piegandosi per ciò il giovinetto, il re chiamò la madre, e la consigliava a salvare il figliuolo.
26 Cum autem multis eam verbis esset hortatus, promisit suasurum se filio suo.26 E quando egli la ebbe esortata con lungo ragionamento, ella promise di persuadere il suo figliuolo.
27 Itaque inclinata ad illum, irridens crudelem tyrannum, ait patria voce : Fili mi, miserere mei, quæ te in utero novem mensibus portavi, et lac triennio dedi et alui, et in ætatem istam perduxi.27 Per la qual cosa chinandosi a lui, deridendo il tiranno crudele disse in linguaggio della patria: Figliuol mio, abbi pietà di me, che ti ho portata nove mesi nell'utero, e per tre anni ti allattai, e ti nutrii, e a quest'età ti ho condotto.
28 Peto, nate, ut aspicias ad cælum et terram, et ad omnia quæ in eis sunt, et intelligas quia ex nihilo fecit illa Deus, et hominum genus :28 Io ti chieggo, figliuol mio, che tu guardi il cielo, e la terra, e tutte le cose, che vi si contengono, e sappi, che e quelle cose, e l'umana progenie creò Dio dal niente:
29 ita fiet, ut non timeas carnificem istum, sed dignus fratribus tuis effectus particeps, suscipe mortem, ut in illa miseratione cum fratribus tuis te recipiam.29 Cosi avverrà, che non temerai questo carnefice, ma fatto degno di aver comune la sorte co' tuoi fratelli, abbraccia la morte, affinchè in quel tempo di misericordia io te riabbia insieme co' tuoi fratelli.
30 Cum hæc illa adhuc diceret, ait adolescens : Quem sustinetis ? non obedio præcepto regis, sed præcepto legis, quæ data est nobis per Moysen.30 Prima che ella avesse finito di dire, il giovinetto disse: Chi aspettate? Io non ubbidisco al comando del re, ma al precetto della legge data a noi da Mosè.
31 Tu vero, qui inventor omnis malitiæ factus es in Hebræos, non effugies manum Dei.31 Ma tu, inventore di tutti i mali contro gli Ebrei, non fuggirai la mano di Dio.
32 Nos enim pro peccatis nostris hæc patimur.32 Perocché noi queste cose patiamo pe' nostri peccati.
33 Et si nobis propter increpationem et correptionem Dominus Deus noster modicum iratus est : sed iterum reconciliabitur servis suis.33 E se il Signore Dio nostro si è adirato per breve tempo con noi affin di gastigarci, e di correggerci, egli però si riconcilierà di nuovo co' servi suoi.
34 Tu autem, o sceleste, et omnium hominum flagitiosissime, noli frustra extolli vanis spebus in servos ejus inflammatus :34 Ma tu, o scellerato, e il più reo di tutti gli uomini, non ti lusingare inutilmente con vane speranze infuriando contro i servi di Dio:
35 nondum enim omnipotentis Dei, et omnia inspicientis, judicium effugisti.35 Perocché non ancora hai fuggito il giudizio di Dio onnipotente, che vede il tutto.
36 Nam fratres mei, modico nunc dolore sustentato, sub testamento æternæ vitæ effecti sunt : tu vero judicio Dei justas superbiæ tuæ pœnas exsolves.36 Perocché i miei fratelli per avere sofferto adesso un breve dolore sono già nell'alleanza della vita eterna: ma tu per giusto giudizio di Dio soffrirai i gastighi dovuti alla tua superbia.
37 Ego autem, sicut fratres mei, animam et corpus meum trado pro patriis legibus, invocans Deum maturius genti nostræ propitium fieri, teque cum tormentis et verberibus confiteri quod ipse est Deus solus.37 Or io ad imitazione de' miei fratelli dell'anima, e del corpo mio fo sagrifizio in difesa delle leggi de' padri miei, pregando Dio che tanto più presto si plachi col nostro popolo, e che tu trai tormenti, e le percosse abbi a confessare, che egli solo è Dio.
38 In me vero et in fratribus meis desinet Omnipotentis ira, quæ super omne genus nostrum juste superducta est.
38 L'ira dell'Onnipotente, la quale giustamente percuote la nostra stirpe, avrà fine alla morte mia, e de' miei fratelli.
39 Tunc rex accensus ira in hunc, super omnes crudelius desævit, indigne ferens se derisum.39 Allora il re ardendo di sdegno esercitò la sua crudeltà sopra di questo più che sopra gli altri, non potendo soffrire di essere schernito.
40 Et hic itaque mundus obiit, per omnia in Domino confidens.40 Morì adunque anche questo senza contaminarsi, con totale fidanza in Dio.
41 Novissime autem post filios, et mater consumpta est.41 E alla fine dopo i figliuoli fu uccisa anche la madre.
42 Igitur de sacrificiis et de nimiis crudelitatibus satis dictum est.42 Ma abbastanza si è parlato de sagrifizj, e delle orrende crudeltà.