Scrutatio

Venerdi, 31 maggio 2024 - Visitazione della Beata Vergine Maria ( Letture di oggi)

Daniele 9


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1 - Era il primo anno di Dario, figlio di Assuero della stirpe dei Medi che regnò sopra l'impero dei Caldei.1 Nell' anno primo di Dario, figliuolo di Assuero, della generazione de' Medi, il quale regnò sopra il regno de' Caldei,
2 Nel primo anno dunque del suo regno, io Daniele, mi posi a considerare nei libri il numero degli anni, di cui era stata fatta parola dal Signore a Geremia profeta, perchè avesse termine la desolazione di Gerusalemme, cioè i settanta anni.2 nell' anno primo del suo regno, io Daniele conobbi nelli libri lo numero degli anni, dello quale fatta fu la parola del Signore a Ieremia profeta, acciò che si finissero li LXX anni della desolazione di Iérusalem.
3 E mi rivolsi al Signore Dio mio per pregarlo e supplicarlo nei digiuni, nel cilicio e nella cenere.3 E posi la faccia mia nel conspetto del mio Signore Iddio a pregarlo e strapregarlo in digiuno, sacco e cenere.
4 E feci orazione al Signore Dio mio e gli professai adorazione e dissi:- O Signore, Dio grande e terribile, che mantieni il patto e la misericordia con coloro che ti amano e che osservano i tuoi comandamenti.4 E pregai lo mio Signore Iddio, e confessa'mi, e dissi io ti priego, Signore Iddio grande e terribile, lo quale servi il patto e la misericordia a quelli che amano te, e a quelli li quali osservano i tuoi comandamenti;
5 Noi abbiamo peccato, siamo stati iniqui, empi ribelli, e ci siamo discostati dai tuoi comandamenti e dai tuoi precetti.5 peccammo, molta iniquità abbiamo fatto, empiamente abbiamo operato, e partimmoci e declinammo dalli tuoi comandamenti e dalli tuoi giudicii.
6 Non abbiamo dato ascolto ai tuoi servi, i profeti, che in nome tuo parlarono ai re, ai principi, ai padri nostri e a tutta la popolazione del nostro paese.6 Non siamo stati ubbidienti alli tuoi servi profeti, li quali hanno parlato nel nome tuo alli nostri re, alli prìncipi nostri, alli nostri padri e a tutto il popolo della terra.
7 A te, o Signore, la giustizia; a noi la confusione della faccia quale è oggi per la gente di Giuda, per gli abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, per quei da vicino e per quei di lontano, in tutti i paesi dove li hai cacciati, a causa delle loro colpe colle quali ti avevano offeso.7 A te, Signore, s' appartiene la giustizia; a noi la confusione della faccia (nostra), sì come è oggi all' uomo di Giuda e agli abitatori di Ierusalem e a tutto Israel, così a quelli che qui presso, come a quelli che sono dalla lunga, in tutte le terre alle quali tu gli hai cacciati per le loro iniquitadi, nelle quali peccarono in te.
8 A noi, o Signore, la confusione della faccia, ai re, ai principi, e ai padri nostri che hanno peccato;8 Signore, a noi confusione della faccia (nostra), e alli re nostri, e alli prìncipi nostri, e alli padri nostri li quali peccarono.
9 a te, Signore Dio nostro, usar misericordia ed esser propizio, perchè ci siamo ritirati da te,9 E a te, Signore nostro, s' appartiene di far misericordia, e di esser propizio; però che noi ci partimmo da te.
10 e non abbiamo dato ascolto alla voce del Signore Dio nostro di camminare nella sua legge che a noi aveva stabilita per mezzo dei suoi servi, i profeti.10 E non abbiamo udito la voce del nostro Signore Iddio, acciò che andassimo nella legge sua, la quale propose a noi per li servi suoi profeti.
11 E tutti quei d'Israele hanno trasgredito la tua legge e si discostarono non volendo dare ascolto alla tua voce, e si riversò su di noi la maledizione, e l'esecrazione che è stata scritta nel Libro di Mosè, servo di Dio, perchè abbiamo peccato.11 E tutto Israel hanno prevaricato la legge tua, e declinarono per non udire la voce tua; e stilloe (e venne) sopra di noi la maledizione e abominazione, la quale è scritta nello libro di Moisè servo di Dio, però che noi abbiamo peccato contro a lui.
12 E adempì le parole che aveva pronunciate, contro di noi e contro i nostri principi che ci avevano governato, facendo venire sopra di noi quella sciagura immane quale mai non fu sotto al cielo, così come è avvenuto in Gerusalemme.12 E ordinò li sermoni suoi, li quali parloe sopra di noi, e sopra li nostri principi li quali ci giudicarono, acciò che sopra inducesse in noi uno grande male, lo quale non fu mai di sotto tutto il cielo, secondo quello ch' è fatto in Ierusalem.
13 Come sta scritto nella Legge di Mosè, così è venuto tutto questo male sopra di noi, e noi non abbiamo implorato la tua faccia, o Signore Dio nostro, per ravvederci dalle nostre iniquità, per riflettere alla tua impreteribile verità.13 Come scritto è nella legge di Moisè, tutto questo male venuto è sopra di noi; e non ti pregammo, Signore Iddio nostro, acciò che ci ritraessimo dalle iniquità nostre, e pensassimo la tua verità.
14 E il Signore, vigile sul male, fu pronto e lo fece venire sopra di noi: giusto è il Signore Dio nostro in tutte le sue opere che ha fatto: siamo noi che non abbiamo ascoltato la sua voce!14 E vigilò lo Signore sopra la malvagitade (nostra), e ridussela sopra di noi; lo Signore Iddio nostro è giusto in tutte le sue opere le quali hae compiute; noi certo non abbiamo udito la sua voce.
15 E ora, o Signore Dio nostro, che hai, con poderosa mano, condotto fuor dell'Egitto il tuo popolo e facesti risuonar alto il tuo nome, come è al giorno presente; noi abbiamo peccato e siamo stati iniqui.15 E ora, Signore Iddio nostro, lo quale traesti fuori lo popolo tuo della terra d' Egitto nella potente mano tua, e facesti lo nome tuo grande secondo il dì d'oggi, noi abbiamo errato e abbiamo fatto molti mali,
16 O Signore, per quanto può la tua giustizia, distogli, te ne scongiuro, la tua collera e il tuo sdegno dalla tua città, da Gerusalemme e dal tuo santo monte. Perchè a cagione dei nostri peccati e delle iniquità dei nostri padri, Gerusalemme e il tuo popolo sono in obbrobrio a tutti quelli che ci circondano.16 Signore, contro tutta la tua giustizia; ora (oggi mai), priego te, ritorni addietro l'ira tua e il tuo furore dalla città tua di Ierusalem e dal tuo santo monte; però che per li peccati nostri, e per le iniquità delli padri nostri, (la città di) Ierusalem e il popolo tuo sono in obbrobrio per tutto lo circuito nostro.
17 Or dunque, ascolta, o Dio nostro, la preghiera del tuo servo e le sue suppliche, e mostra benigno il volto sopra il tuo santuario che è rimasto deserto, avendolo Tu stesso permesso.17 E ora, Signore Iddio nostro, esaudisci la orazione del servo tuo e li suoi prieghi; e rivolgi la tua faccia sopra il tuo santo luogo, lo quale è deserto, per te stesso.
18 Porgi l'orecchio, o Dio mio, e ascolta; apri gli occhi e mira la nostra desolazione e la città sulla quale è invocato il tuo nome, perchè, non fiduciosi nelle nostre opere di giustizia, noi umiliamo le nostre preci davanti alla tua faccia, ma nella tua grande misericordia.18 Inchina, Signore, l'orecchie tue, e odi; apri l'occhio tuo, e vedi la desolazione nostra, e la città sopra la quale è invocato il tuo nome; (o Signore) noi non domandiamo che tu ci esaudisci nel conspetto tuo per le nostre giustificazioni, ma secondo la moltitudine delle tue misericordie.
19 Esaudisci, o Signore, placati, o Signore, presta ascolto e opera, non tardare, per amor di te stesso, o Dio mio, perchè è invocato il tuo nome sopra la tua città e sopra il tuo popolo. -19 Esaudi, Signore; plàcati, Signore, e fa (con effetto che così sia, come noi ti dimandiamo); non tardare, Signore Iddio mio, per lo amore di te istesso; però che lo nome tuo è invocato sopra la città tua e sopra lo popolo tuo.
20 Io parlava ancora e pregava e confessava i miei peccati e i peccati del mio popolo Israele, e umiliava le mie suppliche davanti al mio Dio per il santo monte del mio Dio.20 E parlando io e orando e confessando i peccati miei e i peccati del popolo mio d' Israel, per offerire i miei prieghi nel conspetto del mio Dio, per lo monte santo dello mio Iddio;
21 Stando dunque ancora in preghiera, ecco quell'uomo, Gabriele, che da principio mi era comparso in visione, volando subitamente mi toccò; era l'ora del sacrificio della sera.21 e anco tuttavia parlando nella orazione mia, ecco Gabriel, quello uomo ch' io avea veduto nella prima visione, venuto a me sanza dimora, toccommi nel tempo della orazione che io faceva all' ora di vespro.
22 Volle istruirmi, e volgendomi la parola disse: - Daniele, sono uscito or ora per istruirti e farti consapevole.22 E insegnommi, e parlò meco, e disse: Daniele, io son uscito testè per insegnarti, acciò che tu intendi.
23 La parola è uscita al principio delle tue preghiere e io sono venuto per notificartela, perchè sei un uomo ben accetto: tu dunque bada bene alle parole e a comprendere la visione.23 Dal principio della tua preghiera (la qual tu hai fatta a Dio) è uscita la parola (nella quale sarà compiuto tutto quello che hai dimandato); e io son venuto per manifestartelo, però che tu sei uomo desiderato (da molti e amato); tu dunque considera lo parlare, e intendi la visione.
24 Settanta settimane son state fissate pel tuo popolo e per la tua santa città, affinchè abbia termine la prevaricazione e sia chiusa l'èra del peccato e cancellata l'iniquità, e condotta la giustizia sempiterna e si compiano le previsioni e le profezie, e sia Unto il santo dei santi.24 Settanta ebdomade sono abbreviate sopra lo popolo tuo, e sopra la città santa tua, acciò che si consumi la prevaricazione, e lo peccato abbi fine, e la iniquità sia cassa, e rappresentisi la giustizia sempiterna, e adempiasi la visione e li detti de' profeti, e ungasi il Santo de' santi.
25 Sappi dunque e considera bene: dall'emanazione della parola affinchè sia edificata di nuovo Gerusalemme, fino a un Unto, un principe, vi saranno settimane sette e settimane sessantadue; e di nuovo saranno riedificate le piazze e le mura in tempi di angustia.25 Sappi adunque, e considera che dall' uscita della parola, che Ierusalem si debba edificare, per sino a Cristo duca, saranno ebdomade [sette ed ebdomade LXII]; e sarà edificata la piazza (cioè Ierusalem) e li muri nella brevità del tempo.
26 E dopo sessantadue settimane, un Unto sarà messo a morte e non sarà il suo popolo che lo rinnegherà. E un popolo col suo duce che verrà, distruggerà la città e il santuario; e il suo termine sarà la devastazione, e dopo il termine della guerra, devastazione decretata.26 E dopo LXII ebdomade sarà ucciso Cristo, e non sarà più suo il popolo lo quale lo negarà. E lo popolo dissiparà la città e lo santuario con lo duca che ha a venire; e il fine suo sarà disfazione, e dopo la fine della battaglia sarà una constituta desolazione.
27 Salderà l'alleanza con molti in una settimana; e alla metà della settimana, cesserà l'offerta e il sacrificio, e nel tempio vi sarà l'abominazione della desolazione, e fino alla consumazione e al termine perdurerà la desolazione-».27 E (in quel tempo) sì confermerà uno patto (e una legge) a molti per una ebdomada; e nel mezzo di questa ebdomada mancherà la oblazione e lo sacrificio, e nel tempio sarà una abominazione di desolazione; e persevererà la desolazione per sino alla consumazione e lo fine (del mondo).