Scrutatio

Martedi, 14 maggio 2024 - San Mattia ( Letture di oggi)

Tobia 2


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BIBBIA RICCIOTTILA SACRA BIBBIA
1 - Or dopo queste cose, essendo una solennità del Signore, e fattosi in casa di Tobia un buon pranzo,1 Durante il regno di Assaraddon ritornai a casa mia e mi furono ridati la moglie Anna e il mio figlio Tobia. Alla nostra festa di Pentecoste, che è la festa delle Settimane, mi prepararono un lauto pranzo e mi misi a tavola:
2 disse egli al figliuolo: « Va' e conduci qualcuno della nostra tribù, timorato di Dio, perchè faccia banchetto con noi ».2 la tavola era imbandita di varie vivande. Dissi a mio figlio Tobia: "Figlio, va' a vedere se incontri qualche povero fra i compatrioti deportati a Ninive, qualcuno che con tutto il cuore si ricordi del Signore, e conducilo perché pranzi insieme con noi. Ti aspetto, figlio, fino al tuo ritorno".
3 Partitosi quegli, tornò raccontando che uno de' figli d'Israele giaceva assassinato su una piazza. Subito Tobia, alzatosi dal suo divano, e lasciato il pranzo, digiuno si recò a quel corpo,3 Tobia uscì in cerca di un povero tra i nostri fratelli. Di ritorno disse: "Padre!" Gli risposi: "Ebbene, figlio mio?". Mi rispose: "Padre, hanno assassinato uno della nostra gente e l'hanno gettato sulla piazza. L'hanno strangolato solo un momento fa".
4 lo prese, e lo portò nascostamente nella sua casa, per dargli sepoltura segretamente dopo il tramonto del sole.4 Allora feci un salto lasciando il pranzo intatto, tolsi il corpo dalla piazza, lo deposi in una camera onde seppellirlo al tramonto del sole.
5 Nascosto il cadavere, prese cibo piangendo e tremando,5 Ritornato a casa, feci un bagno e presi il pasto con tristezza
6 ripensando alle parole dette dal Signore per bocca del profeta Amos: « Le vostre feste si cambieranno in lamenti ed in lutto ».6 ricordando la frase del profeta Amos contro Betel: "Si cambieranno le vostre feste in lutto, tutti i vostri canti in lamento". E piansi.
7 Quando poi il sole fu tramontato, andò e lo seppellì.7 Quando poi tramontò il sole, andai a scavare una fossa e lo seppellii.
8 Ora di ciò lo rimproveravano tutt' i suoi parenti, dicendogli: « Già per questa cosa fu dato ordine d'ucclderti, ed a fatica scampasti alla morte; ed ora di nuovo seppellisci i morti? ».8 I miei vicini mi deridevano dicendo: "Non ha più paura! Proprio per questo motivo lo hanno già ricercato per ucciderlo ed è fuggito; ora eccolo di nuovo a seppellire i morti".
9 Ma Tobia, temendo più Iddio che il re, portava via i corpi degli uccisi, li nascondeva nella sua casa, e nel cuor della notte li seppelliva.9 In quella notte, dopo il bagno, entrai nel mio cortile e mi addormentai lungo il muro del cortile con la faccia scoperta a causa del caldo.
10 Accadde dunque un certo giorno che, stanco del lavoro della sepoltura, tornato a casa, si sdraiò presso il muro, e s'addormentò.10 Non sapevo che sopra di me sul muro c'erano dei passeri; i loro escrementi ancora caldi caddero sui miei occhi e mi produssero delle macchie bianche; mi rivolsi ai medici per curarmi, però quanto più unguenti mi applicavano, tanto più mi si oscuravano gli occhi per le macchie bianche, fino a perdere completamente la vista. Rimasi cieco per quattro anni; tutti i miei parenti ne ebbero pena. Achikar provvide al mio sostentamento durante i due anni che precedettero la sua partenza per l'Elimaide.
11 Ora, mentre dormiva, da un nido di rondini gli cadde sugli occhi dello sterco caldo, e lo rese cieco.11 In quel tempo mia moglie Anna si era data ai lavori domestici per guadagnare denaro.
12 Questa prova permise il Signore che gli sopravvenisse, acciò i posteri avessero l'esempio della pazienza di lui, come di quella del santo Giobbe.12 Quando essa consegnava i lavori, i clienti le davano la paga. Ora il sette di marzo, terminato un pezzo di stoffa e inviatolo ai clienti, questi, oltre alla mercede completa, le fecero dono di un capretto per la tavola.
13 Difatti, avendo sempre sin dall'infanzia temuto Dio ed osservato i suoi comandamenti, non si lamentò con Dio per essergli avvenuta la disgrazia di perder la vista;13 Quando il capretto entrò da me, cominciò a belare. Chiamata allora la moglie, le dissi: "Da dove viene questo capretto? Non sarà stato rubato? Restituiscilo ai padroni, perché non abbiamo il diritto di mangiare alcuna cosa rubata".
14 ma stette fermo nel timore di Dio, rendendo a Dio grazie in tutti i giorni della sua vita.14 Essa mi rispose: "Mi è stato dato in sovrappiù della paga". Però io non le credevo e insistevo perché lo restituisse ai proprietari, arrossendo per quello che aveva fatto. Essa mi replicò: "E dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Lo si vede da come sei ridotto".
15 Come al beato Giobbe facevano insulto 1 re, così questi parenti e prossimi di Tobia schernivano la sua condotta, dicendogli:
16 « Dov' è andata la tua speranza, per la quale davi elemosine, e seppellivi i morti?».
17 Ma egli li sgridava, e' diceva loro: « Non dite così;
18 perchè noi siamo figli di santi, ed aspettiamo la vita che Dio darà a quelli che non perdono mai la loro fede in lui ».
19 Anna poi, sua moglie, lavorava ogni giorno al telaio, e col lavoro delle sue mani ricavava da vivere come poteva.
20 Ora accadde che avendo preso un capretto, lo portò a casa.
21 Ed il suo marito, sentendolo belare, disse: «Badate bene ch' e' non sìa rubato, e rendetelo a' suoi padroni; perchè non c' è permesso mangiare o toccare cosa alcuna rubata ».
22 Al che la sua moglie incollerita rispose: « Proprio si vede che la tua speranza è stata vana, e si vede il frutto delle tue elemosine ».
23 Con queste ed altre simili parole lo rimproverava.