Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Levitico 5


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Delle ostie per lo peccato d'aver taciuta la verità, per la immondezza, per l'errore, pel giuramento, per l'abuso delle cose sacre, e per l'ignoranza.

1Se un uomo peccherà, perché avendo udite le parole di uno, che giurò, o essendo testimone della cosa per aver veduto, o per esserne consapevole, non vuol renderne testimonianza, porterà la pena di sua iniquità.2Colui, che avrà toccato qualche cosa d'immondo, sia un corpo ucciso da una bestia ovvero morto da sé, oppur qualche rettile, e si sarà scordato di sua immondezza, egli è reo, ed è in colpa.3E se avrà toccato cosa alcuna d'un altro uomo, che sia immonda, di qualunque specie d'immondezze, ond'ei può contaminarsi, e non vi abbia posto mente, e poi siasene avveduto, sarà reo di delitto.4Se uno ha giurato e si è dichiarato colle sue labbra di far qualche cosa di bene, o di male, e lo stesso ha confermato con parole di giuramento, e dopo essersene dimenticato riconosce poscia il suo delitto,5Faccia penitenza del suo peccato,6E offerisca un'agnella, o una capra del gregge suo, e il sacerdote farà orazione per lui, e pel suo peccato:7Che se non potrà offerire la pecora, offerisca due tortore, o due colombini al Signore, uno per il peccato, l'altro in olocausto.8E li darà al sacerdote, il quale offerendo il primo per il peccato ripiegherà il capo di esso verso l’ali, in guisa però che resti attaccato al collo, e non ne sia totalmente strappato.9E aspergerà con parte del sangue di esso i lati dell'altare: e il rimanente lo farà colare appiè dello stesso altare; perché è (sacrifizio) per il peccato.10L'altro poi lo brucerà in olocausto secondo il rito: e il sacerdote farà orazione per lui, e pel suo peccato, e saragli rimesso.11Che se non avrà facoltà di offerire le due tortore, o i due colombini, offerirà pel suo peccato la decima parte di un ephi di fior di farina: non vi verserà sopra l’olio, né vi metterà incenso, dappoiché si dà per il peccato:12E daralla al sacerdote, il quale presane una piena manata, la brucerà sull’altare in memoria dell'offerente,13Facendo orazione per colui ed espiandolo; la porzione poi che rimane, l'avrà egli in dono.14E il Signore parlò a Mosè, e disse:15Colui, che per errore trasgredisce le cerimonie, e pecca riguardo alle cose santificate al Signore, offerirà pel suo peccato un ariete immacolato del gregge, che può aversi per due sicli secondo il peso del santuario:16E risarcirà il danno dato, e vi aggiungerà un quinto di più, e lo darà al sacerdote, il quale farà orazione per lui offerendo l’ariete, e saragli perdonato.17Se un uomo pecca per ignoranza, e fa alcuna delle cose vietate dalla legge del Signore, e reo di colpa riconosce la sua iniquità,18Offerirà un ariete di branco senza macchia al sacerdote secondo la misura, e la qualità del peccato: e questi farà orazione per lui, che ignorantemente ha peccato e saragli perdonato,19Perché ha peccato per errore contro il Signore.

Note:

5,1:Perché avendo udite le parole di uno, che giurò ec. Vale a dire avendo udite le parole di un terzo, che promise con giuramento di far qualche cosa, e contrattò interponendo il giuramento:se questo tale, che è informato del vero, ricusa di rendere testimonianza in giudizio, egli pagherà la pena del suo peccato. Questa sposizione è di s. Agostino, di Origene, e di molti altri: havvi chi espone in tal guisa queste parole: se uno è interrogato dal giudice, previo il giuramento, affinchè dica quello, che ei vide, o sa intorno a un affare, che è in controversia, se egli ricusa di parlare, porterà la pena del suo peccato. Quelli, che così spiegano, suppongono, che il testo debba tradursi così: Se un uomo peccherà, perchè avendo udito la voce di colui, che gli dà giuramento ( vale a dire del giudice ), non vuol rendere testimonianza, ec. Dicesi che in alcuni MSS. si legga adjurantis in luogo di jurantis. La prima interpretazione sembra meglio fondata.
Porterà la pena di tua iniquità. Se potrà forse nascondersi alla giustizia degli uomini, non potrà schivare la pena, con cui lo punirà Dio. Vedi vers. 6.

5,2:Sia un corpo ucciso da una bestia, ovvero ec. Chiunque ha toccato il cadavere di qualunque animale (fosse egli mondo, o immondo) morto da se stesso, ovvero di un animale immondo, che è stato ucciso, e o per dimenticanza, o per inavvertenza non si è purificato, lavando la sua persona, e le sue vesti, costui è in peccato. Notisi, che il cadavere di un animale mondo, che fosse stato ucciso, non recava immondezza a chi lo toccava; ma gli animali impuri, ancorché vivi, recavano immondezza: tali erano i rettili, Levit. XI. 42.

5,3:Di qualunque specie d'immondezza, ond'ei può contaminarsi. Qualunque sia la maniera d'immondezza legale, in cui quegli poté cadere secondo la legge.

5,4:Se uno ha giurato di far qualche cosa di bene, o di male. Intendesi di un male fisico, e permesso, non morale, v.g. un padre, che giura di gastigare la trascuranzti del figliuolo. Gli Ebrei intendono del male, che uno giura di fare a se stesso mortificandosi col digiuno, o colla penitenza.
Riconosce poscia il suo delitto. L'Ebreo riconosce di aver peccato in alcuno di questa cosa, donde s'inferisce che la penitenza, e il sacrifizio ordinato ne' due versetti seguenti riguarda tutti i casi finora descritti in questo capitolo. Cosi s. Agostino, quaest. 1.

5,5:Faccia penitenza. L'Ebreo, e il Caldeo confessi il peccato, che ha fatto: e li Ebrei insegnano, che ricercavasi una special confessione del peccato, la quale faceasi dal reo nell'atto di porre le sue mani tralle corna della vittima.

5,7:Che se non potrà afferire la pecora. Per la sua povertà, come vedesi dall'Ebreo.

5,11:La decima arte di un ephi. Cioè un gomor, ch'era la misura di farina sufficiente pel vitto di un giorno. Vedi Exod. XVI. ult.
Non ci verserà sopra l'olio, nè ci metterà incenso. Lo che costumavasi generalmente nel sacrifizio di farina; ma è vietato, quando è sacrifizio per lo peccato, per significare, che il peccatore è privo della vera allegrezza figurata nell'olio, e non può essere di buon odore dinanzi a Dio, come lo sono i giusti secondo quella parola di Paolo: Il buon odore di Cristo siam noi a Dio, II. Cor. II. 15.

5,15:E pecca riguardo alle cose santificate. Come per esempio, se un laico mangia delle carni immolate a Dio, e riserbate pe' sacerdoti, o non offerisce le primizie, le decima, ec. non per malizia, ma per inavvertenza, o ignoranza.

5,17:Se un uomo pecca. Da quello, che dicesi, vers. 19. perché ha peccato contro il Signore, ne inferiscono gl'Interpreti, che si tratti qui della omissione commessa intorno alle cerimonie sacre; omissione, che non sia di danno ad alcuno.

5,18:Secondo la misura, e la qualità del peccato. Il sacerdote determinava la qualità dell'ostia secondo la maggiore, o minore gravezza della colpa.