Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Levitico 10


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Nadab, ed Abìu offerendo l'incenso con fuoco profano sono consunti da un fuoco celeste, e sono pianti dal popolo, non dai sacerdoti. E proibito a' sacerdoti l'uso del vino, e della sicera, ed è comandato loro di mangiare quello, che resta dalle oblazioni.

1E Nadab e Abiu figliuoli d'Aronne presi i turiboli vi misero del fuoco, e sopra d'esso gettaron incenso, offerendo dinanzi al Signore fuoco straniero: lo che non era stato loro ordinato.2Ma un fuoco venuto dal Signore li divorò, e morirono dinanzi al Signore.3E Mosè disse ad Aronne: Questo è quello che ha detto il Signore: Farò conoscere la mia santità in coloro, che si appressano a me, e sarò glorificato al cospetto di tutto il popolo. Ciò avendo udito Aronne si tacque.4E Mosè chiamò Misaele, ed Elisaphan figliuoli di Oziel zio d'Aronne e disse loro: Andate, e togliete i vostri fratelli dal cospetto del Santuario, e portateli fuori degli alloggiamenti.5E quelli subito andarono, e li portarono via vestiti, come erano, delle tonache di lino, e li gettarono fuora, come era stato loro comandato.6E Mosè disse ad Aronne, e ad Eleazar, e Ithamar suoi figliuoli: Non discoprite le vostre teste, e non stracciate le vostre vesti, affinché non moriate, e non venga il gastigo sopra tutto il popolo. I vostri fratelli, e tutta la casa d'Israele menin duolo per ragion dell'incendio acceso dal Signore;7Ma voi non uscirete fuor della porta del tabernacolo, altrimenti perirete: perocché avete sopra di voi l’olio di unzione santa. Fecero quegli in tutto e per tutto, come aveva ordinato Mosè.8Disse anche il Signore ad Aronne:9Non berete vino tu, e i tuoi figliuoli, né altro, che possa inebriare, quando entrate nel tabernacolo del testimonio, affinché non muoiate: questo è un comandamento sempiterno per la vostra posterità;10E affinché abbiate scienza da saper discernere tra'l santo e profano, tra'l mondo e l’immondo:11E insegniate a' figliuoli d'Israele tutte le mie leggi, quali io le ho intimate loro per mezzo di Mosè.12E Mosè disse ad Aronne, e ad Eleazar, e Ithamar, che eran rimasi a lui de' suoi figliuoli: Prendete quel che è restato del sacrifizio del pane offerto al Signore, e mangiatelo senza lievito presso l’altare; perocché è cosa sacrosanta;13E voi la mangerete nel luogo santo, perché è cosa assegnata a te, e a' tuoi figliuoli delle obblazioni pel Signore, come è stato a me ordinato.14Parimente il petto, che è stato offerto, e la spalla separata la mangerete in luogo perfettamente mondo tu, e i tuoi figliuoli, e le tue figlie con teco: perocché sono cose riserbate per te, e pe’ tuoi figliuoli di tutte le ostie pacifiche de' figliuoli d'Israele,15Perché essi hanno alzato in alto dinanzi al Signore la spalla, il petto, e i grassumi, che si abbruciano sull'altare: per questo quelle cose saranno tue e de' tuoi figliuoli per legge sempiterna, come ha ordinato il Signore.16Frattanto Mosè avendo fatta ricerca del capro, che era stato offerto per il peccato, trovò che era stato bruciato: e si adirò contro Eleazar e Ithamar, i due figliuoli rimasi di Aronne, e disse:17Per qual ragione non avete voi mangiato l’ostia per il peccato, che è sacrosanta nel luogo santo, essendo ella stata a voi data, affinché portiate la iniquità del popolo, e facciate orazione per lui nel cospetto del Signore,18Tanto più, che del sangue di essa non n'è stato portato nel santuario, e voi dovevate mangiarla nel santuario, come fu a me comandato?19Rispose Aronne: Oggi si è offerta la vittima per il peccato, e l’olocausto dinanzi al Signore; e a me è avvenuto quel che tu vedi: come poteva io mangiare di quell'ostia, o piacere al Signore facendo quella cerimonia con animo afflitto?20Ciò avendo udito Mosè, accettò la scusa.

Note:

10,1:Nadab e Abiu ec. Nell'Esodo, cap. VI. 23. sono nominati i primi tra' figliuoli di Aronne; onde si credono i maggiori. Questi due sacerdoti vollero cominciare l'esercizio del loro ministero, e offerire l'incenso sull'altare de' profumi, Com'era ordinato di fare due volte il giorno; ma invece di prendere del fuoco dall'altare degli olocausti presero altro luogo, che dovea essere nell'atrio ad uso de' sacerdoti. La Scrittura non spiega in qual modo ciò avvenisse; ma supponendo, che questo fatto sia dello stesso giorno ottavo della loro consacrazione, potrebbe credersi, che questi giovani sacerdoti, veduto confermato da Dio in faccia a tutto il popolo il loro sacerdozio, presi da brio giovanile, volendo offerire l'incenso in rendimento di grazie, dato di piglio a' turiboli, presero in fretta il fuoco d'altronde, che da quel luogo donde dovean prenderlo.
Lo che non era stato loro ordinato. Maniera di parlare simile a quella, Jerem. XXXII. 35.
Immolarono i loro figliuoli a Moloch: lo che io ad essi non comandai, vale a dire, lo che era stato da me proibito. E adunque certo, che la legge di non adoperare nel culto del Signore altro fuoco, che quello dell'altare degli olocausti, era già stata intimata, a benchè ella non sia in termini espressi stata ancor registrata, è però accennato sufficientemente, Levit. VI. 12.; e se con non altro fuoco dovean bruciarsi le vittime, molto meno ciò far poteasi dell'incenso, il quale non nell'atrio, ma nel Santo si abbruciava. Dio punì di morte la leggerezza, e la trascuranza di questi sacerdoti, dando a vedere con qual occhio egli miri e con quali bilance egli pesi le mancanze, che si commettono in quel, che riguarda il suo culto. I Padri, e gl'Interpreti assai generalmente credono, che Dio punendoli colta morte temporale li salvò dell'eterna.

10,2:Un fuoco... ti divorò. Tolse loro il respiro, e la vita, lasciando intatti i corpi, e fino le vesti.

10,3:Questo è quello, che ha detto il Signore: Farò conoscere ec. Intorno alla santità richiesta da Dio ne'suoi ministri vedi Exod. XIX. 22., Levit. VIII. 35.; ma non e dubbio, che molte cose fossero insegnate da Dio a Mosè, le quali non furono scritte, ma dette a viva voce, e tramandate di poi per mezzo della tradizione alle cui susseguenti.
Farò conoscere la mia santità in coloro, che si approssima a me. Ne' miei sacerdoti farò vedere, com' io son santo, e santi voglio, che sien quelli, che s'accostano a me, e punisco severamente quelli, che disubbediscono a' miei comandi.
Ciò avendo udito Aronne si tacque. Esempio grande di rassegnazione, e sommissione a' voleri di Dio in un padre, che perde in un momento due figliuoli.

10,4:Dal cospetto del Santuario. Nadab, e Abiu erano stati uccisi nel Santo dinanzi al volo del Santo de' Santi nell'atto, che andavano ad aderire l'incenso.

10,6:Non discoprite le nostre teste, e non stracciate, ec. Proibisce Dio ad Aronne, e a' suoi figliuoli di dare segni di duolo pelle morte di que' sacerdoti col deporre le loro mitre, e collo stracciaro le vesti. Vedesi Job. 1. 20. 6 Reg. IV. 12. l'uso di stracciar le vesti, e di gettarsi la polvere sulla testa ignuda. Queste dimostrazioni di dolore proibisce Dio ad Aronne, e a' suoi figliuoli per onor del sacerdozio, e per riguardo alla unzione santa, ond' erano stati consacrati ed essi, e le loro vesti. Dio stesso ne da questa ragione, vers.7. Vedi cap. XII

10,7:Non uscirete foor della porta del tabernacolo. Fuor della porta dell'atrio, dov'era la loro residenza. Spesso volte e in questo libro, e in altri della Scrittura la voce tabernacolo è posta per l'atrio del tabernacolo.

10,9:Non berete vino... quando entrate nel tabernacolo. Il vino, e tutto quello, che può inebriare, ovvero la sicera è proibita a'sacerdoti per tutto il tempo, che erano nel servizio attuale del tabernacolo. Il Grisostomo e Teodoreto dicono, che la sicera è il vino di palma; ma S. Girolamo da a questa parola un significato più ampio, volendo, che ella comprenda qualunque liquore capace d'ubriacare: è vero però, che il vino di palma, cioè di dattili di palma, era il più famoso di tutti i liquori conosciuti in quei paesi. Dio non voleva, che i sacerdoti si risentissero degli effetti del vino, che sono la sonnolenza, la pigrizia, il discapito della memoria, e della presenza di spirito.

10,12:Prendete quello, che è restato del sacrifizio, ec. Prendete i pani, le torte, ec. riserbete per voi nel sacrifizio offerto per il peccato, descritto cap. prec. 15. 16. ec. Doveano mangiargli i sacerdoti nell'atrio presso l'altare degli olocausti in un luogo destinato pel refettorio degli stessi sacerdoti, e dove anche dormivano nel tempo del loro servizio.

10,14:La mangerete in luogo perfettamente mondo tu, e i tuoi figliuoli, e le tue figlie. La spalla adunque e'l petto dell'ostie pacifiche potevano i sacerdoti portarla alle loro case, e mangiarlo con tutta la loro famiglia, a condizione però, che il luogo, dove ciò si mangiava, fosse esente da ogni immondezza.

10,15:Perché essi hanno alzato... dinanzi al Signore ec. Perché i tuoi figliuoli sacerdoti hanno alzato (secondo il rito spiegato di sopra) la spalla, il petto, e 'l grasso dell'ostia pacifica dinanzi al Signore; onde queste tre cose sono mie: io ritenendomi il grasso, che sarà bruciato in onor mio, lascio la spalla e il petto agli stessi sacerdoti.

10,16:Trovò, che era stato bruciato. Parla del capro offerto per il peccato, cap. IX. 15. Aronne e i figliuoli pieni di afflizione per la morte di Nadab e di Abiu non avean messo da parte le porzioni che ad essi appartenevano di questa vittima, ed erano state bruciate insieme coll'altre parli, e forse lo stesso Aronne o i figliuoli non potendo mangiarle in quel giorno secondo la legge, cap. VI. 26., le fecero bruciare colla stessa vittima.

10,17:Essendo alla stata data a voi, affinché portiate l'iniquità, ec. Voi dovevate mangiarla, perché questo vi è ordinato, affine di dimostrare, come voi prendete sopra di voi l'iniquità dal popolo per orare, e intercedere per lui, ed espiarlo.

10,18:Tanto più, che del sangue di esso ec. Del sangue di questa vittima non ne è stato portato nel santo de' Santi, e non ne è stato asperso sull'altare de' timiami, onde voi aveste a guardarvi di mangiarne. Si è già veduto, come quelle ostia, il sangue delle quali si portava nel Santo de' Santi, dovean bruciarsi interamente fuori degli alloggiamenti.
Dovevate mangiarlo nel santuario. Nell'atrio del tabernacolo.

10,19:Come potevo io mangiare ec. Questo tempo di sì dolorosa memoria per me non m' è paruto tempo da convito, ma da piangere e digiunare, e l'osservare questa cerimonia in tal tempo non ho creduto, che potesse piacere al Signore.