Scrutatio

Lunedi, 19 maggio 2025 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

Epistola di Santo Paulo alli Corinti 8


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BIBBIA VOLGAREDIODATI
1 Di quelle cose che son sacrificate alli idoli sapemo che noi avemo ogni scienza; la scienza si enfia, e la carità sì dà edificamento.1 ORA, quant’è alle cose sacrificate agl’idoli, noi sappiamo che tutti abbiam conoscenza; la conoscenza gonfia, ma la carità edifica.
2 Ma se alcuno si crede di sapere alcuna cosa, non sa ancora in che modo gli conviene sapere.2 Ora, se alcuno si pensa saper qualche cosa, non sa ancora nulla, come si convien sapere.
3 Imperò che quelli che ama Dio, quelli è conosciuto da lui.3 Ma, se alcuno ama Iddio, esso è da lui conosciuto
4 Ma delli mangiari che son sacrificati alli idoli (così vi rispondo che) noi sapemo che l'idolo non è niuna cosa in questo mondo, e che non è niuno Dio, se non uno.4 Perciò, quant’è al mangiar delle cose sacrificate agl’idoli, noi sappiamo che l’idolo non è nulla nel mondo, e che non vi è alcun altro Dio, se non uno.
5 Ma egli son alcuni che sono chiamati dii ovver in cielo ovver in terra; certo dicovi che (a' pagani) son molti dii e molti signori.5 Perciocchè, benchè ve ne sieno, ed in cielo, ed in terra, di quelli che son nominati dii secondo che vi son molti dii, e molti signori,
6 Ma noi non avemo, se non uno Dio padre, dal quale vegnono tutte le cose, e noi semo in lui; e uno si è lo Signore Iesù Cristo, per lo quale sono tutte le cose, e noi semo per lui.6 nondimeno, quant’è a noi, abbiamo un solo Iddio, il Padre; dal quale son tutte le cose, e noi in lui; ed un sol Signor Gesù Cristo, per lo quale son tutte le cose, e noi per lui
7 Ma la scienza [non] è in tutte le persone; e alquanti hanno conscienza insino ad ora, e manducano quello che manducano colla conscienza che sia sacrificato alli idoli; e così, conciosia cosa che la loro conscienza sia inferma, sì diventa polluta.7 Ma la conoscenza non è in tutti; anzi alcuni mangiano quelle cose infino ad ora, con coscienza dell’idolo, come cosa sacrificata all’idolo; e la lor coscienza, essendo debole, è contaminata.
8 Chè il manducare non ci mena a Dio; nè se noi non manducheremo) di quello che è sacrificato alli idoli), non verremo però meno; nè se noi (non) manducheremo, non saremo però più ricchi.8 Ora il mangiare non ci commenda a Dio; perciocchè, avvegnachè noi mangiamo, non abbiamo però nulla di più; e avvegnachè non mangiamo, non abbiamo però nulla di meno.
9 Guardate che per la ventura questa licenza non vi sia offendimento a coloro che non son ben fermi.9 Ma, guardate che talora questa vostra podestà non divenga intoppo a’ deboli.
10 Che se alcuno (che non è ben fermo) vederà. manducare a un altro ch' è più savio (non abbia conscienza sappiendo che l'idolo non è nulla), quel tale fratello infermo si corrompe la conscienza a manducare di quel medesimo.10 Perciocchè, se alcuno vede te, che hai conoscenza, essere a tavola nel tempio degl’idoli, non sarà la coscienza d’esso, che è debole, edificata a mangiar delle cose sacrificate agl’idoli?
11 E così perisce il fratello infermo per tua conscienza, per il qual Cristo fu morto.11 E così, per la tua conoscenza, perirà il fratello debole, per cui Cristo è morto?
12 E se voi peccate ne' fratelli, e fate la conscienza loro inferma, e voi sì peccate in Cristo.12 Ora, peccando così contro a’ fratelli, e ferendo la lor coscienza debole, voi peccate contro a Cristo.
13 Per la qual cosa (io dico così: che) se il mio manducare fa alcuno scandolo al mio fratello, (che) io già mai non voglio manducare carne, perchè io non scandolezzi il fratello mio.13 Per la qual cosa, se il mangiare dà intoppo al mio fratello, giammai in perpetuo non mangerò carne, acciocchè io non dia intoppo al mio fratello