Scrutatio

Lunedi, 19 maggio 2025 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

Sapienza 8


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BIBBIA VOLGARENOVA VULGATA
1 Ella dunque aggiugne dalla fine alla fine, e dispone soavemente (e fortemente) tutte le cose.1 Attingit ergo a fine usque ad finem fortiter
et disponit omnia suaviter.
2 Io amai costei, e cercaine infino della giovinezza mia; e cercai di torla per mia sposa, e sono fatto amatore della sua bellezza.2 Hanc amavi et exquisivi a iuventute mea
et quaesivi sponsam mihi eam assumere
et amator factus sum formae illius.
3 L'uso di Dio glorifica la sua nobiltade; e Iddio di tutte le opere amoe lei.3 Generositatem suam glorificat contuberniumhabens Dei,
sed et omnium Dominus dilexit illam.
4 Ella è (maestra e) dottrinante della scienza di Dio, e sì è eleggitrice delle opere di colui.4 Doctrix enim est disciplinae Dei
et electrix operum illius.
5 E se in la vita amate sono le ricchezze, qual cosa è più ricca che la sapienza, la quale opera tutte le cose?5 Et, si divitiae sunt desiderabilis possessio in vita,
quid sapientia locupletius,
quae operatur omnia?
6 Se il senno adopera tutte le cose, qual è di queste cose, che sono, più artefice (di quelle) della sapienza?6 Si autem sensus operatur,
quis horum, quae sunt, magis quam illa est artifex?
7 E se alcuno ama la giustizia, le operazioni della sapienza hanno in ciò grande virtude; però che insegna temperanza e prudenza, e virtude e giustizia, delle quali nulla è meglio alli uomini nella loro vita.7 Et, si iustitiam quis diligit,
labores huius sunt virtutes:
sobrietatem enim et prudentiam docet,
iustitiam et fortitudinem,
quibus utilius nihil est in vita hominibus.
8 E se alcuno desidera grande moltitudine di scienza, sae le cose passate, ed estima di quelle che sono a venire; egli sae le malizie e ingegni delli uomini, e sae dissolvere li argomenti; e sae (gl' ingegni delli uomini e) le cose che debbono venire inanzi che sieno, e li avvenimenti delli tempi e delli secoli.8 Et, si multam peritiam desiderat quis,
scit praeterita et futura conicit,
novit versutias sermonum et solutiones aenigmatum,
signa et monstra scit, antequam fiant,
et eventus momentorum et temporum.
9 Io mi proposi di menare al mio convito la sapienza, sapiendo ch' ella comunicherae meco dei beni, e sarae uno alleggiamento e conforto del mio pensiero e del mio increscimento.9 Proposui ergo hanc adducere mihi ad convivendum,
sciens quoniam erit mihi consiliaria bonorum
et consolatio sollicitudinum et taedii.
10 Io hoe per costei claritade appo li popoli, e onore appo li vecchii, giovane.10 Habebo propter hanc claritatem ad turbas
et honorem apud seniores iuvenis;
11 Acuto (e bene disposto) sarò trovato nel giudicio, e sarò mirabile nel conspetto de' potenti; e le faccie de' principi si maraviglieranno di me.11 acutus inveniar in iudicio
et in conspectu potentium admirabilis ero.
12 Loro sosteneranno me tacente, e guarderanno me parlante; e porranno la sua mano in su la sua bocca, quando sermoneroe più cose.12 Tacentem me sustinebunt
et loquentem me respicient
et, sermocinante me plura,
manus ori suo imponent.
13 Per costei avrò immortalitade, e a quelli che saranno dopo me eterna memoria.13 Habebo per hanc immortalitatem
et memoriam aeternam his, qui post me futuri sunt, relinquam.
14 (Io per lei) ordinerò li popoli; e le genti saranno sottoposte a me.14 Disponam populos,
et nationes mihi erunt subditae;
15 Li re che mi ascolteranno temeranno me, (e temeranno me) li re terribili; e appariroe nella moltitudine buono, e nella battaglia forte.15 timebunt me audientes reges horrendi,
in multitudine videbor bonus
et in bello fortis.
16 Ed entrando in casa mia, mi riposerò con lei; la sua conversazione non hae amaritudine; il suo convento non ha fastidio, ma letizia e gaudio.16 Intrans in domum meam, conquiescam cum illa;
non enim habet amaritudinem conversatio illius
nec taedium convictus illius,
sed laetitiam et gaudium.
17 Pensando queste cose appo me, e commemorando nel cuore mio, che la sapienza è immortale in lo intelletto e conoscimento,17 Haec cogitans apud me
et commemorans in corde meo
quoniam immortalitas est in cognatione sapientiae,
18 e che nella sua amistade è buona dilettazione, e che nell' opere delle mani sue sì è (amistade e) onestade sanza difetto, e che nel contendimento del suo parlare è sapienza, e molto grande chiarezza nella comunicazione de' suoi sermoni; io cercando andava d' intorno per tormela.18 et in amicitia illius delectatio bona,
et in laboribus manuum illius divitiae sine defectione,
et in certamine loquelae illius sapientia,
et praeclaritas in communicatione sermonum ipsius,
circuibam quaerens, ut mihi illam assumerem.
19 Io era fanciullo ingegnoso, e hoe acquistata buona anima.19 Puer autem eram ingeniosus
et sortitus sum animam bonam;
20 E allora che io era più buono, venni allo corpo non corrotto.20 quin potius, cum essem bonus,
veni in corpus incoinquinatum.
21 E quando seppi che io non poteva essere altrimenti continente, se Iddio non lo dà; e che questa medesima cosa era dalla sapienza, per sapere di cui era questo dono; andai a Dio, e pregai lui, e dissi con tutto il mio cuore:21 Et, ut scivi quoniam aliter non possem esse continens, nisi Deus det,
C et hoc ipsum erat sapientiae scire, cuius esset hoc donum C
adii Dominum et deprecatus sum illum
et dixi ex toto corde meo: