Scrutatio

Venerdi, 10 maggio 2024 - San Giobbe ( Letture di oggi)

Giobbe 14


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LA SACRA BIBBIANOVA VULGATA
1 L'uomo nato da donna, vivendo pochi giorni, in preda all'agitazione,1 Homo natus de muliere,
brevi vivens tempore, commotione satiatur.
2 sboccia come fiore e avvizzisce, fugge come l'ombra senza arrestarsi; si consuma come legno tarlato, come un vestito corroso dalla tignola.2 Qui quasi flos egreditur et arescit
et fugit velut umbra et non permanet.
3 E tu tieni aperti gli occhi su di lui e lo citi in giudizio con te!3 Et dignum ducis super huiuscemodi aperire oculos tuos
et adducere eum tecum in iudicium?
4 Chi può trarre il puro dall'immondo? Nessuno!4 Quis potest facere mundum de immundo?
Ne unus quidem!
5 Se i suoi giorni sono fissati, se conosci il numero dei suoi mesi, avendo posto un limite invalicabile,5 Si statuti dies hominis sunt,
et numerus mensium eius apud te est,
et constituti sunt termini eius, quos non praeteribit,
6 distogli lo sguardo da lui e lascialo stare, finché non abbia portato a termine la sua giornata come un salariato.6 averte oculos tuos ab eo, ut quiescat,
donec solvat, sicut mercennarius, dies suos.
7 Per l'albero infatti esiste una speranza: se viene tagliato, ancora ributta e il suo germoglio non viene meno.7 Nam lignum habet spem;
si praecisum fuerit, rursum virescet,
et rami eius non deficient.
8 Anche se la sua radice invecchia sotterra e il suo tronco muore nel suolo,8 Si senuerit in terra radix eius,
et in pulvere emortuus fuerit truncus illius,
9 al sentore dell'acqua rinverdisce e mette rami come una giovane pianta.9 ad odorem aquae germinabit
et faciet comam quasi novellae.
10 L'uomo invece, se muore, resta inerte; dov'è il mortale, quando spira?10 Homo vero cum mortuus fuerit et debilitatur,
exspirat homo et, ubi, quaeso, est?
11 Potranno venir meno le acque del mare, i fiumi prosciugarsi e seccare,11 Recedent aquae de mari,
et fluvius vacuefactus arescet;
12 ma l'uomo che giace, più non si alzerà; finché durano i cieli, non si sveglierà, né più si desterà dal suo sonno.12 sic homo, cum dormierit, non resurget:
donec atteratur caelum, non evigilabit
nec consurget de somno suo.
13 Oh, volessi tu nascondermi nell'abisso infernale! occultarmi, finché sarà passata la tua ira, fissarmi un termine e ricordarti di me!13 Quis mihi hoc tribuat, ut in inferno seponas me
et abscondas me, donec pertranseat furor tuus,
et constituas mihi tempus, in quo recorderis mei?
14 Ma se l'uomo muore, può ancora rivivere? Ogni giorno del mio servizio aspetterei, finché giunga il mio cambio;14 Putasne mortuus homo rursum vivat?
Cunctis diebus, quibus nunc milito,
exspectarem, donec veniat immutatio mea.
15 mi chiameresti e io risponderei, quando tu avessi nostalgia per l'opera delle tue mani.15 Vocares me, et ego responderem tibi;
opus manuum tuarum requireres.
16 Mentre ora tu vai contando i miei passi, non spieresti più il mio peccato,16 Tu quidem nunc gressus meos dinumerares,
sed parceres peccatis meis.
17 sigilleresti in un sacco il mio peccato, e porresti l'intonaco sulla mia colpa.17 Signares quasi in sacculo delicta mea,
sed dealbares iniquitatem meam.
18 Ma invece come una montagna cade e si sfalda, e come una rupe frana dal suo posto,18 Mons cadens decidit,
et saxum transfertur de loco suo;
19 le acque corrodono le pietre e l'alluvione inonda la superficie della terra, così tu annienti la speranza dell'uomo!19 lapides excavant aquae,
et alluvione terra inundatur:
et spem hominis perdes.
20 Tu lo abbatti per sempre ed egli se ne va, ne sfiguri il volto e lo cacci via.20 Praevales adversus eum, et in perpetuum transiet;
immutas faciem eius et emittis eum.
21 Se i suoi figli sono onorati, egli non lo sa; se sono disprezzati, egli lo ignora.21 Sive nobiles fuerint filii eius, non novit;
sive ignobiles, non intellegit.
22 Egli sente solamente il tormento della sua carne, sente solo la pena della sua anima".22 Attamen caro eius, dum vivet, dolet,
et anima illius super semetipso luget ”.