Scrutatio

Sabato, 8 giugno 2024 - San Medardo ( Letture di oggi)

Lettera ai Filippesi 2


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DIODATIBIBBIA VOLGARE
1 Se dunque vi è alcuna consolazione in Cristo, se alcun conforto di carità, se alcuna comunione di Spirito, se alcune viscere e misericordie,1 Adunque se alcuna consolazione avete in Cristo, e alcuno consolamento di carità, se alcuna compagnia di spirito, se alcuna pieta di misericordia,
2 rendete compiuta la mia allegrezza, avendo un medesimo sentimento, ed una medesima carità; essendo d’un animo, sentendo una stessa cosa;2 empiete il mio gaudio in questo, che voi sappiate una cosa insieme, e una medesima carità sia in voi, e che siate d' uno animo, volendo l'uno quello che l'altro,
3 non facendo nulla per contenzione, o vanagloria; ma per umiltà, ciascun di voi pregiando altrui più che sè stesso.3 e che niuna cosa sia fatta intra voi per contenzione nè per vana gloria, ma con ogni umiltà, tenendo l'uno l'altro maggiore di sè e migliore,
4 Non riguardate ciascuno al suo proprio, ma ciascuno riguardi eziandio all’altrui.4 e non voglia ciascuno (la sua consolazione e) quello che sia buono per sè, ma quello che sia buono e piacere degli altri.
5 Perciocchè conviene che in voi sia il medesimo sentimento, il quale ancora è stato in Cristo Gesù.5 Quello sentite in voi, che sentite in Cristo Iesù.
6 Il quale, essendo in forma di Dio, non reputò rapina l’essere uguale a Dio.6 Il quale, conciosia cosa ch' egli fosse nella forma di Dio, non si pensò di fare rapina e d'essere sè uguale a Dio.
7 E pure annichilò sè stesso, presa forma di servo, fatto alla somiglianza degli uomini;7 Anzi annichilò sè medesimo, pigliando forma di servo; e fu fatto a simiglianza delli uomini, e in portamento fu trovato sì come l'uomo.
8 e trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò sè stesso, essendosi fatto ubbidiente infino alla morte, e la morte della croce.8 E umiliò sè medesimo, fatto obbediente insino alla morte, e alla morte della croce.
9 Per la qual cosa ancora Iddio lo ha sovranamente innalzato, e gli ha donato un nome, che è sopra ogni nome;9 Per la qual cosa Dio esaltò lui, e donogli nome il quale è sopra tutti li nomi;
10 acciocchè nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature celesti, e terrestri, e sotterranee;10 che per il nome di Iesù Cristo ogni ginocchio (s' inginocchi e) s' inchini di coloro del cielo e di coloro della terra e di coloro dell' inferno;
11 e che ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre11 e ogni lingua confessi che il Signore nostro Iesù Cristo è nella gloria di Dio Padre.
12 Perciò, cari miei, come sempre mi avete ubbidito, non sol come nella mia presenza, ma ancora molto più al presente nella mia assenza, compiete la vostra salute con timore, e tremore.12 Adunque, (fratelli) miei carissimi, sì come sempre obbediste, non solamente nella mia presenza, ma eziandio essendo di lungi da voi, (così vi priego che voi) con paura e con timore adoperate la vostra salute.
13 Poichè Iddio è quel che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito13 Chè Dio è quello che adopera in voi il volere e il compire per buona volontà.
14 Fate ogni cosa senza mormorii, e quistioni;14 E tutte le cose voglio che facciate senza mormorazioni e senza dubitazioni;
15 acciocchè siate irreprensibili, e sinceri, figliuoli di Dio senza biasimo, in mezzo della perversa e storta generazione, fra la quale risplendete come luminari nel mondo, portando innanzi a quella la parola della vita;15 che siate semplici e senza richiamo e senza riprensione, secondo che li figliuoli di Dio, intra le genti malvagie e perverse; intra le quali voi reluciate (e risplendiate) sì come luminarie nel mondo,
16 acciocchè io abbia di che gloriarmi nel giorno di Cristo, ch’io non son corso in vano, nè in vano ho faticato.16 ritenendo la parola della vita a mia gloria nel dì di Cristo, imperò ch' io non corsi invano, e non durai (in voi) fatica invano.
17 E se pure anche sono, a guisa d’offerta da spandere, sparso sopra l’ostia e il sacrificio della fede vostra, io ne gioisco, e ne congioisco con tutti voi.17 Ma se io son sacrificato sopra il lavorio, e in servizio della vostra fede, godo e allegromi per tutti voi.
18 Gioitene parimente voi, e congioitene meco.18 Per quello medesimo gaudete, e allegratevi insieme per me.
19 OR io spero nel Signore Gesù di mandarvi tosto Timoteo, acciocchè io ancora, avendo saputo lo stato vostro, sia inanimato.19 Io spero nel Signore mio Iesù Cristo di mandare a voi Timoteo presto, chè io sia di buono animo, conosciute tutte quelle cose che son intra voi (e sappiendo il vostro stato).
20 Perciocchè io non ho alcuno d’animo pari a lui, il quale sinceramente abbia cura de’ fatti vostri.20 Chè io non abbo alcuno che così sia sollecito per voi con puro amore (sì come Timoteo).
21 Poichè tutti cercano il lor proprio, non ciò che è di Cristo Gesù.21 Chè tutti addomandono quelle cose che son buone a sè, e non quelle di Iesù Cristo.
22 Ma voi conoscete la prova d’esso; come egli ha servito meco nell’evangelo, nella maniera che un figliuolo serve al padre.22 Ma lui potete conoscere per esperimento, chè secondo che figliuolo col padre, egli ha servito (a Dio) con meco nell' evangelio.
23 Io spero adunque mandarlo, subito che avrò veduto come andranno i fatti miei.23 Adunque costui abbo speranza di mandare a voi, incontanente ch' io saperò del mio fatto.
24 Or io ho fidanza nel Signore ch’io ancora tosto verrò.24 Abbo speranza nel Signore, ch' io medesimo verrò presto a voi.
25 Ma ho stimato necessario di mandarvi Epafrodito, mio fratello, e compagno d’opera, e di milizia, e vostro apostolo, e ministro de’ miei bisogni.25 Ma ora mi parve che fosse il meglio, che io mandassi a voi Epafrodito, fratello, operatore e compagno mio, e vostro apostolo, e ministro della mia necessità.
26 Perciocchè egli desiderava molto vedervi tutti; ed era angosciato per ciò che avevate udito ch’egli era stato infermo.26 Chè certo egli desiderava di vedere tutti voi; ed era tristo, chè voi avevate inteso ch' egli era infermato.
27 Perciocchè certo egli è stato infermo, ben vicin della morte; ma Iddio ha avuta pietà di lui; e non solo di lui, ma di me ancora, acciocchè io non avessi tristizia sopra tristizia.27 Chè per fermo egli pure infermò insino alla morte; ma Iddio ebbe misericordia di lui; e non solamente di lui, ma eziandio di me, chè io non avessi (in lui) tristizia sopra tristizia.
28 Perciò vie più diligentemente l’ho mandato, acciocchè, veggendolo, voi vi rallegriate di nuovo, e ch’io stesso sia men contristato.28 Adunque io perciò lo mandai prestamente a voi, che voi ancora, veduto lui, gaudeste e io fussi senza tristizia.
29 Accoglietelo adunque nel Signore con ogni allegrezza, ed abbiate tali in istima.29 Adunque ricevete lui nel Signore con ogni allegrezza, e fategli onore a questo tal modo.
30 Perciocchè egli è stato ben presso della morte per l’opera di Cristo, avendo esposta a rischio la propria vita, per supplire alla mancanza del vostro servigio inverso me30 Chè egli per l'opera di Iesù Cristo s' avvicinò alla morte, dando l' anima sua (e mettendosi a ventura) per compiere in voi quello che vi mancava verso il mio servizio.