Scrutatio

Venerdi, 31 maggio 2024 - Visitazione della Beata Vergine Maria ( Letture di oggi)

Giobbe 31


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA VOLGARE
1 Ho stretto un patto con i miei occhi,
di non fissare lo sguardo su una vergine.
1 Feci io patto cogli occhi miei, acciò ch' io in verità non pensassi della vergine.
2 E invece, quale sorte mi assegna Dio di lassù
e quale eredità mi riserva l’Onnipotente dall’alto?
2 Adunque che parte avrebbe Iddio di sopra a me, e la ereditade all' Onnipotente di cose eccelse?
3 Non è forse la rovina riservata all’iniquo
e la sventura per chi compie il male?
3 Or non è perdizione al malvagio, e alienazione a coloro che òperano la ingiustizia?
4 Non vede egli la mia condotta
e non conta tutti i miei passi?
4 Or non considera elli le mie vie, e tutti li andamenti miei annumera?
5 Se ho agito con falsità
e il mio piede si è affrettato verso la frode,
5 Se io andai nella vanitade, e affrettossi lo piede mio in inganno;
6 mi pesi pure sulla bilancia della giustizia
e Dio riconosca la mia integrità.
6 pona me nella giusta statera, e sappia Iddio la mia simplicitade.
7 Se il mio passo è andato fuori strada
e il mio cuore ha seguìto i miei occhi,
se la mia mano si è macchiata,
7 Se si partì l'andamento mio della via, se seguitò l'occhio mio il cuore, e nelle mie mani s'appiccò macchia;
8 io semini e un altro ne mangi il frutto
e siano sradicati i miei germogli.
8 seminarò, e uno altro mangerà; e la mia schiatta sarà deradicata.
9 Se il mio cuore si lasciò sedurre da una donna
e sono stato in agguato alla porta del mio prossimo,
9 Se ingannato è lo cuore mio sopra la femina, e se io assediai l'uscio dell' amico mio;
10 mia moglie macini per un estraneo
e altri si corichino con lei;
10 meretrice sia di un altro la moglie mia, e sopra quella si distendano gli. altri.
11 difatti quella è un’infamia,
un delitto da denunciare,
11 Certo questo è fellonia, e massima iniquitade.
12 quello è un fuoco che divora fino alla distruzione
e avrebbe consumato tutto il mio raccolto.
12 Fuoco è, devorante insino alla perdizione, e deradicante ogni generazione (mia).
13 Se ho negato i diritti del mio schiavo
e della schiava in lite con me,
13 Se disprezzai di sottoporre me allo giudicio col servo mio e l' ancilla mia, quando contendevano contro a me;
14 che cosa farei, quando Dio si alzasse per giudicare,
e che cosa risponderei, quando aprisse l’inquisitoria?
14 che adunque faroe, quando si leverae Iddio a giudicare? e quando addomanderae, che responderò a lui?
15 Chi ha fatto me nel ventre materno,
non ha fatto anche lui?
Non fu lo stesso a formarci nel grembo?
15 Or non fece me nel ventre, il quale e quello fece, e formò me uno nella vulva?
16 Se ho rifiutato ai poveri quanto desideravano,
se ho lasciato languire gli occhi della vedova,
16 Se io negai alli poveri quello che vole ano, e feci aspettare l'occhio della vedova;
17 se da solo ho mangiato il mio tozzo di pane,
senza che ne mangiasse anche l’orfano
17 se io mangiai la mia fetta solo, e non mangioe lo pupillo di quella;
18 – poiché fin dall'infanzia come un padre io l’ho allevato
e, appena generato, gli ho fatto da guida –,
18 perciò che dalla mia fanciullezza crescè meco la miserazione, e del ventre della madre mia venne meco;
19 se mai ho visto un misero senza vestito
o un indigente che non aveva di che coprirsi,
19 se disprezzai colui che passava, per ch' elli non avea il vestire, e lo povero sanza coprimento;
20 se non mi hanno benedetto i suoi fianchi,
riscaldàti con la lana dei miei agnelli,
20 se non benedissero me li lati suoi, e della lana delle pecore mie s'è riscaldato;
21 se contro l’orfano ho alzato la mano,
perché avevo in tribunale chi mi favoriva,
21 s' io levai sopra lo pupillo la mia mano, eziandio quando vedeva[mi] superiore nella porta;
22 mi si stacchi la scapola dalla spalla
e si rompa al gomito il mio braccio,
22 l'omero mio delle sue giunture caggia, e lo mio braccio colle sue ossa sieno contrite.
23 perché mi incute timore il castigo di Dio
e davanti alla sua maestà non posso resistere.
23 Certo sempre, sì come onde di mare gonfiate sopra me, temetti Iddio, e lo suo carico non potei portare.
24 Se ho riposto la mia speranza nell’oro
e all’oro fino ho detto: “Tu sei la mia fiducia”,
24 S' io pensai che l'oro fosse mia fortezza, e all' oro ottimo e risplendente dissi: tu sei la fidanza mia;
25 se ho goduto perché grandi erano i miei beni
e guadagnava molto la mia mano,
25 s' io mi rallegrai sopra le molte mie ricchezze, e perciò che più cose trovò la mia mano;
26 se, vedendo il sole risplendere
e la luna avanzare smagliante,
26 s' io vidi lo sole quando risplendea, e la luna andante chiaramente;
27 si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore
e con la mano alla bocca ho mandato un bacio,
27 e rallegrato è in ascoso lo mio cuore, e basciai la mia mano colla mia bocca;
28 anche questo sarebbe stato un delitto da denunciare,
perché avrei rinnegato Dio, che sta in alto.
28 la quale è massima iniquitade, e negazione contro a Dio altissimo;
29 Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico?
Ho esultato perché lo colpiva la sventura?
29 S' io mi rallegrai della rovina di colui che mi odiava, e rallegra'mi di colui, che li fosse venuto male;
30 Ho permesso alla mia lingua di peccare,
augurandogli la morte con imprecazioni?
30 in veritade io non diedi al peccare la mia gola, acciò ch' io addomandassi maledicente l' anima sua;
31 La gente della mia tenda esclamava:
“A chi non ha dato le sue carni per saziarsi?”.
31 se non dissero gli uomini del mio tabernacolo chi ci darae della carne sua acciò che noi ci saziamo?
32 All’aperto non passava la notte il forestiero
e al viandante aprivo le mie porte.
32 di fuori non stette lo peregrino; l'uscio mio si manifestò allo viandante;
33 Non ho nascosto come uomo la mia colpa,
tenendo celato nel mio petto il mio delitto,
33 s'io nascosi, quasi come uomo, lo mio peccato, e celai nello seno mio la mia iniquitade;
34 come se temessi molto la folla
e il disprezzo delle famiglie mi spaventasse,
tanto da starmene zitto, senza uscire di casa.
34 se io mi spaventai alla troppo moltitudine, e lo disprezzo delli più prossimi spaurì me; e non maggiormente tacetti, e non uscii fuori dell' uscio;
35 Oh, avessi uno che mi ascoltasse!
Ecco qui la mia firma! L’Onnipotente mi risponda!
Il documento scritto dal mio avversario
35 chi darà a me auditore, acciò che l' Onnipotente oda il mio desiderio; e lo libro scriva colui che giudica;
36 vorrei certo portarlo sulle mie spalle
e cingerlo come mio diadema!
36 acciò che collo mio omero lo porti, e poni intorno a quello, sì come corona a me?
37 Gli renderò conto di tutti i miei passi,
mi presenterei a lui come un principe».
37 Per tutti li miei gradi pronunzierò quello, e sì come a principe io offerirò lui.
38 Se contro di me grida la mia terra
e i suoi solchi piangono a una sola voce,
38 Se contro a me la mia terra grida, e con lei gli solchi suoi piangono;
39 se ho mangiato il suo frutto senza pagare
e ho fatto sospirare i suoi coltivatori,
39 se li frutti suoi mangiai sanza pecunia, l'anima delli lavoratori tormentai;
40 ]Sono finite le parole di Giobbe.40 per lo grano naschi a me lo tribolo, e per l'orzo la spina.