Scrutatio

Mercoledi, 15 maggio 2024 - Sant'Isidoro agricoltore ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 7


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BIBBIA TINTORIBIBBIA CEI 1974
1 Accadde ancora che furono presi sette fratelli colla loro madre, che il re voleva costringere con frustate e nerbate a mangiare, contro la legge, le carni di porco.1 Ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re a forza di flagelli e nerbate a cibarsi di carni suine proibite.
2 Ma uno di essi, che era il primogenito, disse: « Che cerchi e che vuoi sapere da noi? Noi siam pronti a morire, piuttosto che trasgredire le patrie leggi dateci da Dio ».2 Uno di essi, facendosi interprete di tutti, disse: "Che cosa cerchi di indagare o sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le patrie leggi".
3 Allora il re, sdegnato, fece mettere sul fuoco delle padelle e delle caldaie di bronzo, e quando furono arroventate,3 Allora il re irritato comandò di mettere al fuoco padelle e caldaie.
4 comandò che al primo che aveva parlato, fosse tagliata la lingua, strappata la pelle del capo, fossero troncate l'estremità delle mani e dei piedi a vista degli altri fratelli e della madre.4 Diventate queste subito roventi, il re comandò di tagliare la lingua, di scorticare e tagliare le estremità a quello che era stato loro portavoce, sotto gli occhi degli altri fratelli e della madre.
5 E quando l'ebbe ridotto all'assoluta impotenza, ordinò che fosse messo sul fuoco, e, già agonizzante, fosse arrostito nella padella. Mentre vi era lungamente tormentato, gli altri colla madre s'esortavano vicendevolmente a morire da forti,5 Quando quegli fu mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al fuoco e di arrostirlo mentre era ancora vivo. Mentre il fumo si spandeva largamente all'intorno della padella, gli altri si esortavano a vicenda con la loro madre a morire da forti, esclamando:
6 e dicevano: « Il Signore Dio volgerà gli occhi alla verità e si consolerà in noi, come disse Mosè nel cantico della protesta: Egli si consolerà nei suoi servi ».6 "Il Signore Dio ci vede dall'alto e in tutta verità ci dà conforto, precisamente come dichiarò Mosè nel canto della protesta: 'Egli si muoverà a compassione dei suoi servi'".
7 Morto in tal maniera il primo, conducevano agli strazi il secon­do. Strappatagli la pelle del capo coi capelli, gli chiedevano se volesse mangiare prima d'esser tormentato in tutti i membri del corpo.7 Venuto meno il primo, in egual modo traevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: "Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro?".
8 Ma egli in lingua patria rispose e disse: « No ». Per questo anche lui subì i medesimi tormenti del primo.8 Egli rispondendo nella lingua paterna protestava: "No". Perciò anch'egli si ebbe gli stessi tormenti del primo.
9 Vicino a render l'ultimo respiro, disse: « Tu, o scelleratissimo, ci togli la vita presente, ma il re dell'universo risusciterà nella vita eterna noi che moriamo per le sue leggi ».9 Giunto all'ultimo respiro, disse: "Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna".
10 Dopo di questo venne straziato il terzo, il quale alla prima richiesta mise fuori la lingua e stese intrepido le mani;10 Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani
11 e disse coraggiosamente: « Dal cielo ho avute in dono queste cose, e per amore delle leggi di Dio le disprezzo, perchè spero di riaverle da lui ».11 e disse dignitosamente: "Da Dio ho queste membra e, per le sue leggi, le disprezzo, ma da lui spero di riaverle di nuovo";
12 Il re e quelli che l'assistevano ammirarono l'anima di quel giovinetto che nessun caso faceva dei tormenti.12 così lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza del giovinetto, che non teneva in nessun conto le torture.
13 Morto lui si misero a tormentar nel medesimo modo il quarto,13 Fatto morire anche costui, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti.
14 il quale, già vicino a morire, disse: « E' molto bene aver la morte dagli uomini, e da Dio avere la speranza d'esser di nuovo da lui risuscitati; ma la tua risurrezione non sarà per la vita ».14 Ridotto in fin di vita, egli diceva: "È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l'adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te la risurrezione non sarà per la vita".
15 Preso poi il quinto lo martoriavano, ed egli, fissando il re, disse:15 Subito dopo, fu condotto avanti il quinto e fu torturato.
16 « Tu, pur essendo mortale, col potere che hai tra gli uomini fai quel che ti pare: ma non credere che la nostra stirpe sia abbandonata da Dio.16 Ma egli, guardando il re, diceva: "Tu hai potere sugli uomini, e sebbene mortale, fai quanto ti piace; ma non credere che il nostro popolo sia stato abbandonato da Dio.
17 Aspetta quanto è necessario e vedrai la gran potenza di lui e come egli tormenterà te e la tua stirpe ».17 Quanto a te, aspetta e vedrai la grandezza della sua forza, come strazierà te e la tua discendenza".
18 Dopo questo fu condotto il sesto, che, vicino a morire, disse: « Non ti fare delle vane illusioni: noi per nostra colpa patiamo queste cose; perchè abbiamo peccato contro il nostro Dio ci sono avvenute queste terribili cose;18 Dopo di lui presero il sesto; mentre stava per morire, egli disse: "Non illuderti stoltamente; noi soffriamo queste cose per causa nostra, perché abbiamo peccato contro il nostro Dio; perciò ci succedono cose che muovono a meraviglia.
19 ma tu non credere di restare impunito, dopo avere avuto l'ardire di combattere contro Dio ».19 Ma tu non credere di andare impunito dopo aver osato di combattere contro Dio".
20 La madre, ammirabile oltre ogni dire, e degna della ricordanza dei buoni, vedendo morire in un sol giorno i suoi sette figlioli, lo sopportava generosamente per la speranza che aveva in Dio.20 La madre era soprattutto ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché vedendo morire sette figli in un sol giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore.
21 Piena di sapienza, li esortava a uno a uno nella patria lingua, e, unendo alla tenerezza di donna un coraggio virile,21 Esortava ciascuno di essi nella lingua paterna, piena di nobili sentimenti e, sostenendo la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro:
22 diceva loro: « Io non so come appariste nel mio seno: non sono stata io che vi ho dato lo spirito, l'anima, la vita, non io ho formate le membra di ciascuno di voi;22 "Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi.
23 ma il Creatore del mondo, che stabilì la generazione dell'uomo e diede principio a tutte le cose: egli per sua misericordia renderà a ciascuno di voi e spirito e vita, perchè voi ora, per amor delle sue leggi, non vi curate di voi stessi ».23 Senza dubbio il creatore del mondo, che ha plasmato alla origine l'uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue leggi non vi curate di voi stessi".
24 Antioco credendosi vilipeso, non curando la voce di chi lo rimproverava, rimanendo ancora il più giovane, non solo lo esortava colle parole, ma anche con giuramento gli prometteva di farlo ricco e felice, se abbandonava le patrie leggi, di tenerlo fra i suoi amici e di dargli tutto il necessario.24 Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quella voce fosse di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l'avrebbe fatto ricco e molto felice se avesse abbandonato gli usi paterni, e che l'avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato cariche.
25 Ma siccome il giovinetto non si piegava, il re, chiamata la madre, la consigliava a salvare il figliolo.25 Ma poiché il giovinetto non badava affatto a queste parole il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo.
26 Dopo essere stata da lui esortata con lungo ragionamento, essa promise di persuadere il suo figliolo.26 Dopo che il re la ebbe esortata a lungo, essa accettò di persuadere il figlio;
27 E inchinatasi, per questo, verso di lui, irridendo il crudele tiranno, disse nella lingua della patria: « Figlio mio, abbi pietà di me che per nove mesi ti portai nel seno, per tre anni ti allattai, e poi t'ho nutrito fino a condurti a quest'età.27 chinatasi verso di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua paterna: "Figlio, abbi pietà di me che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento.
28 Or ti scongiuro, o figlio mio, a guardare il cielo, la terra, e tutte le cose da essi contenute, e a ricordare che Dio creò dal niente quelle cose e l'umana progenie.28 Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l'origine del genere umano.
29 Così avverrà che tu non temerai questo carnefice, e sarai fatto degno d'aver comune la sorte coi tuoi fratelli. Accetta la morte, affinchè nel tempo della misericordia io ti riabbia insieme ai tuoi fratelli ».29 Non temere questo carnefice ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia".
30 Mentre essa ancora parlava, il giovanetto disse: « Che aspettate? Io non obbedisco al comando del re, ma al precetto della legge data da Mosè.30 Mentre essa finiva di parlare, il giovane disse: "Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè.
31 Ma tu, autore di tutti i mali piombati sugli Ebrei, non fuggirai la mano di Dio.31 Ma tu, che ti fai autore di tutte le sventure degli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio.
32 E' a causa dei nostri peccati che noi soffriamo queste cose,32 Per i nostri peccati noi soffriamo.
33 e se il Signore, adirato per breve tempo con noi, ci ha castigati per correggerci, si riconcilierà di nuovo coi suoi servi.33 Se per nostro castigo e correzione il Signore vivente si adira per breve tempo con noi, presto si volgerà di nuovo verso i suoi servi.
34 Ma tu, o scellerato, e di tutti gli uomini il più reo, non t'insuperbire follemente, abbandonandoti a vane speranze per infuriare contro i servi di Dio;34 Ma tu, o sacrilego e di tutti gli uomini il più empio, non esaltarti invano, agitando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del Cielo;
35 perchè non sei ancora sfuggito al giudizio di Dio Onnipotente che vede tutto.35 perché non sei ancora al sicuro dal giudizio dell'onnipotente Dio che tutto vede.
36 I miei fratelli, dopo avere sofferto un breve dolore, son già nell'alleanza della vita eterna; ma tu, per giusto giudizio di Dio, soffrirai i castighi dovuti alla tua superbia.36 Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato breve tormento, hanno conseguito da Dio l'eredità della vita eterna. Tu invece subirai per giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia.
37 Or io sacrifico come i miei fratelli la mia vita e il mio corpo per le patrie leggi, pregando Dio che quanto prima si plachi col nostro popolo, e che tu fra i tormenti e le piaghe abbia a confessare che egli è il solo Dio.37 Anche io, come già i miei fratelli, sacrifico il corpo e la vita per le patrie leggi, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu fra dure prove e flagelli debba confessare che egli solo è Dio;
38 L'ira dell'onnipotente che giustamente percuote la nostra stirpe finirà in me e nei miei fratelli ».38 con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l'ira dell'Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe".
39 Allora il re, montato su tutte le furie, incrudelì più barbaramente sopra questo che sopra gli altri, non potendo soffrire d'essere schernito.39 Il re, divenuto furibondo, si sfogò su costui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno.
40 Ed anche questo morì senza contaminarsi, interamente abbandonato in Dio.40 Così anche costui passò all'altra vita puro, confidando pienamente nel Signore.
41 Alla fine dopo i figlioli fu messa a morte anche la madre.41 Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte.
42 Ma dei sacrifizi e delle eccessive crudeltà se n'è parlato abbastanza.42 Ma ora basti quanto s'è esposto circa i pasti sacrificali e le incredibili crudeltà.