Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 14


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BIBBIA TINTORIBIBBIA VOLGARE
1 Or, dopo tre anni, Giuda e quelli che erano con lui seppero che Demetrio, figlio di Seleuco, con grosso esercito e navi sbarcato al porto di Tripoli, era salito nelle posizioni importanti,1 Dopo adunque il tempo di tre anni conobbe Giuda, e quelli ch' erano con lui, come Demetrio di Seleuco era asceso per il porto di Tripoli, con una molta e potente forza, alli luoghi opportuni;
2 e che aveva occupato le provincie contro Antioco e Lisia suo capitano.2 e avere ottenuto le regioni di contra Antioco e Lisia suo duca.
3 Allora un certo Alcimo, che era stato sommo sacerdote, ma volontariamente s 'era contaminato nei tempi della confusione, considerando che non c'era più salvezza per lui nè accesso all'altare,3 Onde uno ch' era stato sommo sacerdote, chiamato Alcimo, volontariamente (era) maculato nelli tempi della commistione, considerando che per nullo modo a sè fusse salute di potere andare all'altare,
4 andò a trovare il re Demetrio, l'anno centocinquanta, e gli offrì una corona d'oro, una palma, e di più rami di ulivo che sembravano del tempio. E per quel giorno non disse nulla.4 andò al re Demetrio nel centesimo quinquagesimo anno, offerendoli ia corona aurea e la palma, ed etiam li vasi offeritorii li quali parevano essere del tempio. Ed etiam stette quieto in quel giorno.
5 Ma colto il tempo opportuno, per la sua follia, quando fu da Demetrio chiamato in consiglio e interrogato su quali cose e quali consigli si appoggiassero i Giudei,5 Ma ritrovato il tempo opportuno della sua pazzia, e chiamato al consiglio di Demetrio, e addimandato quali cose e che consigli usassero li Giudei,
6 rispose: « Dei Giudei, quelli che si chiamano Assidei, dei quali è capo Giuda Maccabeo, fomentano le guerre e le sedizioni e non permettono al regno di esser tranquillo.6 rispose: quelli che si dicono Assidei de' Giudei, de' quali Giuda Maccabeo è loro principe, nutriscono le guerre, e moveno li tradimenti e non patiscono essere il regno quieto.
7 Così anch'io sono stato spogliato della dignità dei miei padri, voglio dire del sommo sacerdozio, e son venuto qua,7 Onde etiam io, ingannato per la gloria dei parenti, dico per il sommo sacerdozio, sono venuto in questo luogo,
8 prima di tutto per restare fedele a ciò che è utile del re, in secondo luogo anche per provvedere al bene dei cittadini, chè per la malvagità di costoro non piccole vessazioni soffre tutta la nostra nazione.8 in prima servando la fede alle cose utili del re, e secondariamente (donando e) consigliando alli cittadini; certo dicoti che per la loro pravità conturbasi tutta la nostra generazione.
9 Or ti prego, o re, che, dopo aver saputi questi particolari, secondo la tua bontà, da tutti conosciuta, provveda al paese e alla nazione,9 Ma pregoti, o re, che conosciuta ciascuna di queste cose, consideri e alla regione e alla generazione, secondo la tua divulgata da tutti umanità.
10 perchè fino a tanto che resta al mondo Giuda, è impossibile la pace nello stato ».10 Imperò che, mentre che Giuda vive, impossibile è che sia pace nelli officii e faccende.
11 Dopo che egli ebbe dette tali cose, anche gli altri amici comportandosi come nemici di Giuda, infiammarono Demetrio,11 Di che, dette queste tali cose, e avendosi gli altri amici suoi commossi inimichevolmente contra di Giuda, accesero l'animo di Demetrio.
12 il quale mandò subito come generale in Giudea Nicànore, comandante degli elefanti,12 Il quale incontanente mandò in Giudea per duce Nicanore, preposito delli elefanti,
13 e diede a lui l'ordine di prendere lo stesso Giuda, di disperdere la sua gente, e di mettere Alcimo in possesso del sommo sacerdozio del massimo tempio.13 dandoli in comandamento, ch' egli (etiam) pigliasse Giuda (vivo), ed etiam dispergesse quelli ch' erano con lui, e ordinasse Alcimo sommo sacerdote del massimo tempio.
14 Allora i Gentili, che erano fuggiti dalla Giudea per timore di Giuda, si unirono a truppe intorno a Nicànore, tenendo per propria fortuna le miserie e le stragi dei Giudei.14 Allora le genti, che aveano fuggito da Giuda di Giudea, a poco a poco accostavansi a Nicanore, credendo le miserie e pestilenze de' Giudei essere le prosperità di loro cose.
15 Quando i Giudei seppero che era giunto Nicànore e che a lui s'erano uniti i Gentili, si coprirono di polvere, e si misero a pregare Colui che aveva stabilito il suo popolo ed aveva protetta con evidenti miracoli la sua eredità, a custodire (il suo popolo) in eterno.15 Di che, poscia che li Giudei udittero il venire di Nicanore, e la raunazione delle nazioni, gettati a terra (con lacrime) eravano quello che constituì il suo popolo in eterno, ch' egli ne avesse custodia, ed etiam ha difeso la parte sua con evidentissimi segni.
16 Avuti gli ordini del capo, subito si mossero e si riunirono al castello di Dessau.16 Onde imperante il duca, incontanente si mossero di quindi, e raunorsi a uno castello chiamato Dessau.
17 Simone, fratello di Giuda, attaccò battaglia con Nicànore, ma si spaventò per l'improvviso sopraggiungere dei nemici.17 Ed etiam Simone, fratello di Giuda, avea combattuto con Nicanore; e fu spaventato per il sùbito avvento delli inimici.
18 Ma Nicànore, avendo sentito parlare del valore dei soldati di Giuda e della grandezza d'animo colla quale combattevano per la patria, aveva del timore a decidere la causa col sangue.18 Ma pur udendo Nicanore la virtù de' compagni di Giuda, e la magnitudine dell' animo la quale loro aveano a combattere per la patria, temeva di fare il giudicio di sangue.
19 E quindi mandò Posidonio, Teodozio e Mattia a dare e a ricevere le destre.19 Per la qual cagione egli mandò innanzi Posidonio e Teodozio e Mattia, che dovessero dare. e togliere la concordia e pace.
20 Dopo aver per lungo tempo tenuto consiglio sul da farsi, facendone la relazione alla moltitudine lo stesso condottiero, tutti furono del parere di accettare l'amicìzia.20 Mentre che per lungo tempo trattavasi il consiglio sopra di questo, e avendo il duca referito alla moltitudine, fue una sentenza di tutti di consentire alle amicizie.
21 Così fu stabilito il giorno in cui (i due capi) avrebbero conferito in segreto fra loro, e dei sedili d'onore furono portati e posti (per loro).21 Di che, ordinato il giorno nel quale secretamente fra sè trattasseno, furono portate a ciascuno e poste le sedie.
22 Però Giuda aveva ordinato che degli armati stessero in luoghi opportuni, affinchè all'improvviso non venisse qualche cosa di male da parte del nemico; ma il colloquio andò bene.22 Etiam comandò Giuda, che fussero armati ne' luoghi opportuni, chè forse senza avvertenza non venisse alcuno male dalli inimici; e poscia fecero uno congruo colloquio.
23 Poi Nicanore si fermò a Gerusalemme, e nulla fece d'ingiusto, e licenziò quei branchi di gente che s'erano radunati (intorno a lui).23 Ma Nicanore dimorava in Ierosolima, e nulla cosa iniqua faceva; etiam lassò li greggi delle turbe, le quali erano state raunate.
24 Egli amava Giuda di cuore, ed aveva dell'inclinazione verso tal uomo;24 Ed egli sempre avea Giuda dall' animo caro, ed era inclinato a quello uomo.
25 e lo pregò ad ammogliarsi per aver figlioli. E (Giuda) celebrò le nozze, ebbe del riposo, ed essi stavano insieme famigliarmente.25 Etiam pregollo, ch' egli menasse moglie, e procreasse figliuoli. Fece le nozze; quietamente operò, e vivevano amicabilmente.
26 Ma Alcimo, vedendo il loro scambievole affetto e i patti loro, andò da Demetrio a dire che Nicànore favoriva gl'interessi degli altri, e che gli aveva destinato per successore Giuda, l'insidiatore del regno.26 Vedendo adunque Alcimo la loro carità, e insieme le loro convenzioni, vennesi a Demetrio; e dicevali come Nicanore avesse assentito alle cose aliene, e avea ordinato Giuda, insidiatore del regno, suo successore.
27 Il re, esasperato e irritato per le scellerate accuse di costui, scrisse a Nicànore di non poter sopportare il patto d'amicizia, e che gli ordinava di mandare quanto prima Maccabeo incatenato ad Antiochia.27 Di che il re commosso ad ira, udendo queste pessime cose criminali, scrisse (le lettere) a Nicanore, dicendo come gravemente si doleva per la convenzione della amicizia; ma comandava che fusse mandato Maccabeo legato in Antiochia.
28 Intese tali cose, Nicànore ne restò costernato, e oltremodo gli pesava di dovere annullare i patti convenuti, senza aver ricevuto un torto da quell'uomo.28 (Udite e) conosciute queste cose, Nicanore per grande dolore d'animo veniva meno, 'e gravemente sosteneva, se quelle cose erano state convenute insieme fossero annullate, non essendo in nulla parte offeso dall' uomo.
29 Ma, non potendo resistere al re, spiava l'occasione favorevole per eseguire i comandi.29 Ma per che egli non poteva resistere al re, [os]servava la comodità, quando potesse adempiere il comandamento.
30 Or Maccabeo, osservando che Nicànore trattava con lui con più sostenutezza, e che nei consueti incontri si mostrava sempre più crudo, comprese che tal sostenutezza non indicava nulla di buono, e messo insieme un piccol numero dei suoi, non si fece più vedere da Nicànore.30 Ma Maccabeo, vedendo Nicanore portare seco più austeramente del consueto, dandoli più crudeli parlari che per avanti, intendendo questa austerità non venire da buona parte, radunati pochi dei suoi, occultossi da Nicanore.
31 E (Nicànore) quando seppe che (Giuda) l'aveva con energia prevenuto, salì al massimo e santissimo tempio, e, mentre i sacerdoti offrivano le consuete vittime, ordinò loro che gli consegnassero quell'uomo.31 Ed egli, conoscendo essere sè scoperto da quello uomo, venne al massimo e santissimo tempio; e mandò alli sacerdoti, offerenti li soliti sacrificii, che li fusse dato l'uomo.
32 E siccome essi assicuravano con giuramento di non sapere dove fosse l'uomo ricercato, egli stese la mano verso il tempio,32 Li quali dicendo con giuramento non sapere dove fosse quello ch' era chiesto, estendendo egli la mano al tempio,
33 e giurò e disse: « Se voi non mi darete nelle mani Giuda incatenato, io raderò al suolo questo tempio di Dio, distruggerò l'altare, e consacrerò questo tempio al padre Bacco ».33 giurò dicendo: se voi non mi darete Giuda legato, reducerò questo magno tempio di Dio in pianura, e scaverò l' altare, e consecrarò questo tempio a (dio) Bacco padre.
34 E, detto questo, se ne andò. Allora i sacerdoti, stendendo le mani al cielo, ino vocavano Colui che era stato sempre il difensore della loro nazione, e dicevano:34 La qual cosa udendo li sacerdoti, alzando le mani in cielo, invocavano quello che sempre era stato propugnatore della loro gente, dicendo questo:
35 « Tu, o Signore dell'universo, che di nulla hai bisogno, hai voluto avere tra noi un tempio per tua dimora.35 Tu, Signore dell' universo, il quale di nulla hai bisogno, hai voluto essere fatto in noi il tempio della tua abitazione.
36 Or tu, Santo dei santi, Signore di tutte le cose, conserva incontaminata in eterno questa casa che da poco tempo è stata purificata ».36 E ora tu, santo di tutti li santi Signore, sempre conserva questa immaculata casa, la quale in breve è stata mundata.
37 Fu denunziato a Nicànore un certo Razias, che era degli anziani di Gerusalemme, amante della patria, molto stimato, e pel suo affetto era chiamato il padre dei Giudei.37 Essendo significato a Nicanore, come in Ierosolima era uno delli antiqui, chiamato Razia, uomo amatore della città, e bene audace, il quale per grande affezione era appellato padre de' Giudei;
38 Quest'uomo nelle molte occasioni s'era mantenuto incontaminato e costante nel giudaismo, contento di dare il corpo e la vita pur di non cedere.38 questo per molto tempo tenette il proposito della continenza in giudaismo, contento di dare l'anima e il corpo per la perseveranza;
39 E Nicànore, per mostrare l'odio che aveva contro i Giudei, mandò cinquecento soldati a prenderlo,39 volendo adunque Nicanore manifestare l'odio. ch' egli avea contro li Giudei, mandò cinquecento cavalieri, che lo dovessero pigliare.
40 sperando che sedotto lui, avrebbe portato un grandissimo colpo ai Giudei.40 Imperò ch' egli s' imaginava che se egli avesse quello, si stesse per dare alli Giudei una massima guerra.
41 Or mentre la truppa stava per irrompere nella sua casa e sforzava la porta, e ordinava di appiccarvi il fuoco, ed egli era li per esser preso, si colpì colla spada,41 E desideranti le turbe di correre alla sua casa, e fracassare li usci, e ponere il fuoco, essendo già quasi preso, percosse sè stesso con il coltello,
42 scegliendo piuttosto di morire nobilmente che cadere nelle mani dei peccatori, ed essere straziato con oltraggi indegni dei suoi natali.42 eleggendo di morire più nobilmente, che esser fatto suddito alli peccatori, ed essere fatto contro li suoi natali per le indegne ingiurie.
43 Ma siccome nella fretta non s'era dato un colpo sicuramente mortale, e le truppe irrompevano dalle porte, audacemente corse sópra le mura, e virilmente si precipitò sulla folla,43 Ma conciosia che per la grande fretta non si feritte di fermo colpo, ed essendovi entrata la turba, (già fracassati li usci), correndo arditamente sopra il muro, virilmente si gittò giù nella turba.
44 e facendo essa largo nel luogo dove andava a cadere, battè nel mezzo della testa.44 La quale dandoli luogo al suo cadimento, venne spartito il capo dal collo.
45 Siccome respirava ancora, con animo di fuoco, si alzò, e, sebbene il suo sangue sgorgasse in grande abbondanza dalle gravissime ferite e fosse dissanguato, passò correndo in mezzo alla turba,45 E alquanto ancora spirando, coll' acceso animo levossi; e scorrendo il sangue con grande impeto, ed essendo ferito di gravissime ferite, correndo passò per mezzo le turbe.
46 e messosi ritto sopra una roccia scoscesa, già esangue, prese colle proprie mani le sue viscere e le gettò sopra le turbe, pregando il Signore della vita e dello spirito a rendere a lui di nuovo queste cose. E così terminò la sua vita.46 E stando sopra una alta pietra, e già essendo fatto senza sangue, con ambedue le mani abbracciate le sue interiora, gittolle sopra la turba, invocando il signoreggiatore della vita e del spirito, che egli un'altra volta li rendesse a quello (queste tali vendette); e in tale modo mancò di vita.