Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Siracide 23


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NOVA VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Domine, pater et dominator vitae meae,
ne derelinquas me in consilio eorum
nec sinas me cadere in illis.
1 Domenedio, padre e signoreggiatore della vita mia, non mi lasciare nel consiglio (sconsiderato) di coloro, e non mi lasciar cadere in quella vergogna (e improperio).
2 Quis superponet in cogitatu meo flagella
et in corde meo doctrinam sapientiae,
ut ignorationibus meis non parcant mihi,
et non appareant delicta mea,
2 Or chi darae alli miei pensieri flagelli, e al cuor mio dottrina di sapienza, acciò che non mi risparmino nelle orazioni (d' essere corretto nel pensiero e ammaestrato nel cuore), e non appariscano li peccati loro,
3 et ne adincrescant ignorantiae meae,
et multiplicentur delicta mea, et peccata mea abundent,
et incidam in conspectu adversariorum meorum,
et gaudeat super me inimicus meus?
3 e non crescano le ignoranze mie, e non moltìplichino li falli miei, e non abbondino li peccati miei, e non caggi nel conspetto delli avversarii miei, e allègrisene lo nimico mio?
4 Domine, pater et Deus vitae meae,
ne derelinquas me in cogitatu illorum.
4 Signore, padre e Iddio della vita mia, non mi lasciare nel pensiero loro.
5 Extollentiam oculorum meorum ne dederis mihi
et omne desiderium averte a me.
5 E non mi dare nello alzamento degli occhi miei, e ogni desiderio isvolgi di me.
6 Aufer a me ventris concupiscentias,
et concubitus concupiscentiae ne apprehendant me,
et animae irreverenti et infrunitae ne tradas me.
6 Togli da me le concupiscenze del ventre, li congiugamenti della concupiscenza non mi piglino, e non mi dare a niuno irridente nè isfrenato.
7 De doctrina oris.
Doctrinam oris audite, filii;
et, qui custodierit illam, non capietur labiis
nec scandalizabitur in operibus nequissimis.
7 Udite, figliuoli, la dottrina della bocca mia; e chi la osserverà, non perirà per la bocca sua, non sarà scandalizzato nell' opere iniquissime.
8 In labiis suis apprehendetur peccator,
et maledicus et superbus scandalizabitur in illis.
8 Nella vanitade sua è preso il peccatore; e il superbo e il maldicente si scandalizzerae in quello.
9 Iurationi non assuescas os tuum:
multi enim casus in illa.
9 Non adusare la bocca tua a giurare, però che molto cadimento è in quello.
10 Nominatio vero Dei non sit assidua in ore tuo,
et nominibus sanctorum non admiscearis,
quoniam non eris immunis ab eis.
10 Il nominare Iddio non sia continuo nella bocca tua, e in tutti santi non ti mescolare; però che non sarai sanza pena da loro.
11 Sicut enim servus exquisitus assidue
livore carere non poterit,
sic omnis iurans et nominans in toto
a peccato non purgabitur.
11 Sì come il servo, richiesto spesso, non è invidiato, così ciascuno che giurerae e nominerae, in tutto non sarae sanza peccato.
12 Vir multum iurans implebitur iniquitate,
et non discedet a domo illius plaga.
12 L'uomo che molto giura, si riempierae di iniquitade; e la piaga non si partirae dalla casa di colui.
13 Et, si frustraverit, delictum illius super ipsum erit;
et, si dissimulaverit, delinquet dupliciter.
13 E se elli ingannerae (il prossimo), il peccato suo sarae sopra lui; e se egli s' infignerae, peccherà doppiamente.
14 Et, si in vacuum iuraverit, non iustificabitur:
replebitur enim malis domus illius.
14 E se a vòto giurerae, non fia giustificato; la casa sua si riempierae di pessimo merito.
15 Est et alia loquela morti comparanda:
non inveniatur in hereditate Iacob.
15 Ed è un altro parlare contrario (che chi l'userae) nella morte; non si troverà nella eredità di Iacob.
16 Etenim a timoratis omnia haec sunt remota,
et in delictis non volutabuntur.
16 Però questi parlari tutti si tolgano dalli misericordiosi; e non si convolgano nelli peccati,
17 Indisciplinatae turpitudini non assuescat os tuum:
est enim in illa verbum peccati.
17 Non adusare al parlare disordinato la bocca tua; però che in quello è parola di peccato.
18 Memento patris et matris tuae,
in medio enim magnatorum consistis;
18 Ricòrdati del padre e della madre tua, però che nel mezzo stai de' grandi,
19 ne forte obliviscaris tui in conspectu illorum
et assiduitate tua infatuatus improperium patiaris
et maluisses non nasci et diem nativitatis tuae maledicas.
19 acciò che non dimentichi di te Iddio nel conspetto di coloro, e impazzato dalla tua continuanza sostegni rimproperio, e averesti voluto inanzi non essere nato, e maledichi il dì della tua nativitade.
20 Homo assuetus in verbis improperii
in omnibus diebus suis non erudietur.
20 L'uomo accostumato alle parole del rimproperio, in tutti li dì della vita sua non fia ammaestrato.
21 Duo genera abundant in peccatis,
et tertium adducit iram et perditionem:
21 Due generazioni abondano nelli peccati, e la terza generazione adduce ira e perdizione.
22 anima calida quasi ignis ardens
non exstinguetur, donec consumatur;
22 L'anima maliziosa sì è come fuoco ardente; non si spegne infino a tanto che alcuna cosa inghiottisca.
23 et homo fornicarius in corpore carnis suae
non desinet, donec incendat ignem.
23 E l'uomo malvagio nella bocca della carne sua non cesserà, insino a tanto che accenderà il fuoco.
24 Homini fornicario omnis panis dulcis:
non cessabit nisi in morte.
24 All' uomo fornicario ogni pane è dolce; e non rincrescerae (infino) ch' elli peccherà infino alla fine.
25 Omnis homo, qui transgreditur super lectum suum
contemnens in anima sua et dicens: “ Quis me videt?
25 Ogni uomo che travarica il letto suo, dispregiando nell' anima sua, e dicendo: or chi mi vede?
26 Tenebrae circumdant me, et parietes cooperiunt me,
et nemo circumspicit me; quem vereor?
Delictorum meorum non memorabitur Altissimus ”
26 Le tenebre attorniano me, e le pareti mi cuoprono, e niuno mi vede; cui temo? l' Altissimo non si ricorderà de' miei peccati.
27 et non intellegit quoniam omnia videt oculus illius,
quoniam expellit a se timorem Dei huiusmodi hominis timor.
Et oculi hominum sunt timor illius,
27 E non intende che l'occhio di colui vede tutte le cose, e ch' elli caccia da sè lo timore di Dio: or che paura è questa di quello cotale uomo? e li occhi di colui temono tutti.
28 et non cognovit quoniam oculi Domini
multo plus lucidiores sunt super solem
circumspicientes omnes vias hominum et profundum abyssi
et hominum corda intuentes in absconditas partes.
28 E non intese, che gli occhi di Dio sono molto più lucenti sopra il sole, ragguardando tutte le vie degli uomini, il profondo del mare e il cuore dentro delli uomini (i quali guardano tutte le cose) nelle parti secrete.
29 Domino enim Deo, antequam crearentur, omnia sunt agnita;
sic et, postquam perfecta sunt, respicit omnia.
29 Al Signore Iddio, inanzi che le cose fussono create, furono conosciute da lui; e così, poi che furono fatte, vede tutte le cose.
30 Hic in plateis civitatis vindicabitur
et quasi pullus equinus fugabitur
et, ubi non speravit, apprehendetur;
30 Questo sarà giudicato nelle piazze della cittàde; e come puledro sarà cacciato, e dove non spererae sarà preso.
31 et erit dedecus omnibus,
eo quod non intellexerit timorem Domini.
31 E sarae vituperio di tutti, però che non averae inteso il timore di Dio.
32 Sic et mulier omnis relinquens virum suum
et statuens hereditatem ex alieno matrimonio.
32 Così ogni femina che lascerà il marito suo, e ordinerae la ereditade da altro marito,
33 Primo enim in lege Altissimi incredibilis fuit,
secundo in virum suum deliquit,
tertio in adulterio fornicata est
et ex alio viro filios statuit sibi.
33 primamente fu incredibile nella legge dello Altissimo; e appresso lascioe il marito suo; poi fornicò in adulterio, e d' altro marito ordinoe a sè figliuoli.
34 Haec in ecclesiam adducetur
et in filios eius respicietur;
34 Costei fia menata nella chiesa, e nelli suoi figliuoli sarà veduta.
35 non tradent filii eius radices,
et rami eius non dabunt fructum:
35 Li figliuoli suoi non faranno radici, e li rami suoi non faranno frutto.
36 derelinquet in maledictum memoriam suam,
et dedecus illius non delebitur.
36 Ma lasceranno in maledizione (l'anima sua
37 Et agnoscent, qui derelicti sunt,
quoniam nihil melius est quam timor Dei,
et nihil dulcius quam attendere mandatis Domini.
37 E conosceranno coloro che rimarranno, che nulla è meglio che il timore di Dio, e nulla è più dolce che guardare li comandamenti di Dio.
38 Gloria magna est sequi Dominum;
longitudo enim dierum assumetur ab eo.
38 Grande gloria è seguire Iddio; però che lunghezza di dì si riceverà da lui.