Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Sapienza 13


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NOVA VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Vani autem sunt natura omnes homines,
in quibus non subest scientia Dei;
et de his, quae videntur bonis,
non potuerunt intellegere eum, qui est,
neque operibus attendentes agnoverunt artificem.
1 Quelli uomini sono vani, nelli quali non è la scienza di Dio; e per avere le cose, le quali paiono buone, non poterono conoscere colui ch' è Iddio, nè attendendo all' opere poterono conoscere chi è l'artefice di esse.
2 Sed aut ignem aut spiritum aut citatum aerem
aut gyrum stellarum aut violentam aquam aut luminaria caeli,
rectores orbis terrarum, deos putaverunt.
2 Ma elli pensarono che il fuoco, o spirito, o aere commosso, o giro di stelle, o molta acqua, o sole o luna, fussono rettori della terra e Iddii.
3 Quorum si specie delectati, illa deos putaverunt,
sciant quanto his dominator eorum melior est:
speciei enim principium et auctor constituit ea.
3 E se costoru, per la bellezza delle cose che videro, pensorono che fussero Dei, sappiano quanto il signoreggiatore di queste cose è più nobile; il generatore della bellezza fece tutte queste cose.
4 Si autem virtutem et operationem eorum mirati,
intellegant ab illis quanto, qui haec fecit, fortior est illis:
4 E se loro si maravigliarono della virtude e dell' opere di quelle cose, intendano da quelle, però che colui che le fece è più forte d' esse.
5 a magnitudine enim et pulchritudine creaturarum
cognoscibiliter potest creator horum videri.
5 Conoscevolmente si potrà vedere il creatore (della grandezza) della bellezza e della creatura nella magnitudine d' essa bellezza nella creatura.
6 Sed tamen in his minor est querela, et hi enim fortasse errant
Deum quaerentes et volentes invenire.
6 Ma impertanto è ancora minore la lamentanza in queste; e costoro forse errano, che cercano Iddio, e vogliono trovare.
7 Etenim, cum in operibus illius conversentur, inquirunt
et credunt visui,
quoniam pulchra sunt, quae videntur.
7 Però che (conciosia cosa che) loro conversino nelle sue opere, quando chieggono; e indotti sono a credere che quelle sono buone, che paiono buone.
8 Iterum autem nec his potest ignosci:
8 Nientemeno non si deve a costoro perdonare.
9 si enim tantum valuerunt scire, ut possent aestimare saeculum,
quomodo huius Dominum non facilius invenerunt?
9 Ma s' elli hanno tanto potuto sapere, ch' elli potessono stimare il secolo; or come non trovarono il Signore di questo più agevolmente?
10 Infelices autem, et in rebus mortuis sunt spes illorum,
qui appellaverunt deos opera manuum hominum,
aurum et argentum, artis inventionem
et similitudines animalium
aut lapidem inutilem, opus manus antiquae.
10 Elli sono disavventurati, e la loro speranza sì è tra li morti, coloro che appellarono iddii le opere delle mani delli uomini, cioè l' oro e l' argento, e le invenzioni delle arti, e le similitudini delli animali, disutile pietra o antica opera delle mani.
11 Aut si quis artifex faber de silva tractabile lignum secuerit
C huius docte erasit omnem corticem
et arte sua usus diligenter
fabricavit vas utile in conversationem vitae;
11 O sì come uno artefice di legname taglierae della selva uno diritto legno, e maestrevolmente ne leverae tutta la scorza, e usando l'arte sua diligentemente, ne farae uno vaso utile alla conservazione della vita;
12 reliquiis autem eius operis
ad praeparationem escae abusus, satiatus est,
12 e lo rimanente di questa opera si usi male, buttandola nel fuoco a preparare i cibi;
13 et reliquum horum, quod ad nullos usus facit,
lignum curvum et nodis concretum accipiens,
sculpsit diligenter per vacuitatem suam
et per scientiam tempore requiei figuravit illud -
assimilavit illud imagini hominis
13 e lo rimanente di tutto questo, che non è utile ad alcuna cosa, che si è lo legno bistorto e pieno di groppi, intagli diligentemente per lo vòto d' esso, e per la maestria dell' arte sua il figuri e assomigli ad una imagine d' uomo,
14 aut alicui ex vilibus animalibus illud comparavit,
perliniens rubrica et rubicundum faciens fuco colorem illius
et omnem maculam, quae in illo erat, perliniens
14 o d'alcuno animale, imponendo con sinopia o con rosso liscio la faccia e il colore di quello, e con terra ricoprendo ogni magagna la qual sie in .quello.;
15 et faciens ei dignam habitationem
in pariete posuit illud, confirmans ferro.
15 e faccia a quello intaglio degna abitazione, proponendo quello nel parete, e fortificando con ferro,
16 Ne igitur forte caderet providit illi,
sciens quoniam non potest se ipsum adiuvare:
imago enim est, et opus est illi adiutorium.
16 per ch' egli non caggia, tu guarderai quella imagine, sapendo ch' ella non si puote aiutare; però ch' ella è imagine, e ha bisogno d'aiutorio (d'uomo).
17 Et de substantiis et de nuptiis et de filiis votum faciens,
non erubescit loqui cum illo, quod sine anima est,
et pro sanitate quidem infirmum deprecatur
17 E della ricchezza sua e de' figliuoli suoi e delli matrimonii facendo voto, a lei dimanda (quello che li deve avvenire); e non si vergogna favellare con quella statua la quale è sanza anima,
18 et pro vita rogat mortuum
et in adiutorium rem omnino inutilem invocat,
et pro itinere petit ab eo, quod ambulare non potest,
18 e a pregare lo infermo (e la statua inferma e debile) per la sanitade; priega il morto per la vita, e invoca il suo adiutorio disutile;
19 et de acquirendo et de operando et de bono manuum eventu
petit utilitatem ab eo, quod prorsus inutile est manibus.
19 e per la via priega colui che non puote andare; e di guadagnare e d' adoperare e del fine di tutte le cose domanda colui il quale è disutile in tutte le cose.