Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Lettera ai Romani 1


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1 Paolo, servo di Gesù Cristo, chiamato Apostolo, segregato pel Vangelo di Dio,1 Paulo, servo di Cristo, chiamato apostolo, segregato per (predicare) l' evangelio di Dio,
2 Il qual (Vangelo) aveva egli anticipatamente promesso per mezzo de' suoi profeti nelle sante scritture,2 il quale egli inanzi aveva promesso per li suoi profeti nelle sante scritture,
3 Risguardante il Figliuol suo (fatto a lui del seme di Davidde secondo la carne,3 (che parlano) del suo figliuolo, il qual è fatto a lui del seme di David secondo la carne;
4 Predestinato Figliuolo di Dio per (propria) virtù secondo lo spirito di santificazione per la risurrezione da morte) Gesù Cristo Signor nostro:4 egli fu predestinato Figliuolo di Dio nella virtù secondo il spirito di santificazione, della risurrezione de' morti, di Iesù Cristo nostro Signore;
5 Per cui ricevuto abbiamo la grazia e l'Apostolato presso tutte le genti affinchè alla fede nel nome di lui ubbidiscano,5 per il qual noi ricevemmo grazia e apostolato, a obbedire alla fede in tutte le genti per il suo nome;
6 Tra le quali siete anche voi chiamati di Gesù Cristo:6 tra i quali voi siete chiamati di Iesù Cristo (nostro Signore);
7 A tutti que' che sono in Roma, diletti di Dio, chiamati santi: grazia a voi, e pace da Dio padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.7 (e questo dico) a tutti voi, che siete a Roma, amici di Dio, e chiamati santi; a voi sia grazia e pace da Dio padre, e dal Signor nostro Iesù Cristo.
8 E primieramente grazie rendo al mio Dio per Gesù Cristo a riguardo di tutti voi: perché per la vostra fede vien celebrata pel mondo tutto.8 Ma certo in prima referisco grazie a Dio per tutti voi, imperò che la vostra fede sia annunciata per tutto il mondo.
9 Imperocché è a me testimone Dio cui in servo col mio spirito in evangelizzando il suo figliuolo, come di continuo fo memoria di voi9 E Dio ne sia mio testimonio, al qual io servo nel mio spirito nell' evangelio del suo Figliuolo, che io sempre faccio memoria di voi
10 Sempre nelle mie orazioni, chiedendo, che, se mai finalmente una volta mi sia concesso nella volontà di Dio un felice viaggio a voi io ne venga.10 nelle mie orazioni, pregando che se per niuna guisa io alla fine potessi avere dritto viaggio, a venire a voi nella volontà di Dio.
11 Conciossiaché bramo di vedervi, affin di comunicare a voi qualche parte di grazia spirituale per vostro conforto:11 Certo desidero di vedervi, per partecipare a voi alcuna cosa della grazia spirituale per confermarvi;
12 Viene a dire, per consolarmi insieme con voi per la scambievole fede e vostra, e mia.12 cioè ch' io con voi insieme mi possa consolare per quella fede, ch' è tra voi, insieme mia. e vostra.
13 Or io non voglio, che siavi ignoto, o fratelli, come feci spesso risoluzione di venir da voi per far qualche frutto anche tra voi, come tra le altre nazioni, ma sono stato fino a quest'ora impedito.13 E voglio che voi sappiate, fratelli, che spesse volte mi ho proposto di venire a voi; e fummi vietato insino a qui; per avere alcuno frutto in voi secondo che nelle altre genti.
14 Sono debitore ai Greci, e ai Barbari, ai saggi, e agli stolti:14 Imperò che alli greci e barbari, ai savii e alli insipienti, son (fatto) debitore.
15 Cosi (quanto a me) sono pronto ad annunciare il Vangelo anche a voi che siete in Roma.15 E così [a] voi, che sete a Roma, prontamente desidero annunziarvi la parola di Dio.
16 Imperocché io non mi vergogno del Vangelo. Conciossiachè egli è virtù di Dio per dar salute ad ogni credente, prima al Giudeo, e poi al Greco.16 Chè io non ho vergogna di predicare l' evangelio, per la virtù di Dio, e con salute, a ognuno che crede, al iudeo in prima e al greco.
17 Imperocché la giustizia di Dio per esso si manifesta di fede in fede: conforme sta scritto: il giusto vive di fede.17 E per quello certamente è manifesta la giustizia di Dio di fede in fede, secondo ch' è scritto; ma il giusto vive per la fede.
18 Imperocché si manifesta l'ira di Dio dal cielo contro ogni empietà, e in giustizia degli uomini, come quegli, i quali la verità di Dio ritengono nell'ingiustizia:18 Certo l' ira di Dio manifestasi dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia delli uomini di coloro che tengono la verità di Dio nella ingiustizia.
19 Conciossiachè quello, che di Dio può conoscersi, è in essi manifesto. Dappoiché Dio lo ha ad essi manifestato.19 Imperò che quel ch' è cognoscibile di Dio, è manifesto in loro. Perchè Dio a quelli ha manifestato.
20 Imperocché le invisibili cose di lui, dopo creato il mondo per le cose fatte comprendendosi, si veggono: anche l'eterna potenza, e il divino essere di lui, onde siano inescusabili.20 Perchè le cose invisibili di Dio si cognoscono esser intese per quelle che son fatte nella creatura del mondo; etiam la virtù e la divinità sempiterna di Dio è sì manifesta, che non si possono escusare.
21 Perché avendo conosciuto Dio, noi glorificarono come Dio né a lui grazie rendettero: ma infatuirono ne' loro pensamenti, e si ottenebrò lo stolto lor cuore:21 Chè (gli antichi vostri pagani) conciosia che eglino (non) cognoscero Dio, nollo glorificarono secondo che Dio, e non gli rendetteno grazie; anzi andarono vanamente secondo li loro pensieri, e il lor cuore diventò matto e oscuro.
22 Imperocché dicendo di esser saggi, diventarono stolti.22 E dicendo d'essere savii, sì diventarono pazzi.
23 E cangiarono la gloria dell'incorruttibile Dio per la figura di un simulacro di uomo corruttibile, e di uccelli, e di quadrupedi, e di serpenti.23 E mutarono la gloria dell' incorruttibile Dio nella similitudine e imagine dell' uomo corruttibile, e (simiglianza) d' uccelli e di bestie e di serpenti.
24 Per la qual cosa abbandonagli Iddio ai desiderj de' loro cuore, alla immondezza: talmente che disonorassero in se stessi i corpi loro:24 Per la qual cosa dètteli Dio ne' desiderii de' lor cuori e nella sozzura, acciò che con vituperii in sè stessi sì tormentino li lor corpi.
25 Eglino, che cambiarono la verità di Dio per la menzogna: e rendettero onore, e servirono alla creatura piuttosto, che al Creatore, il quale è bene detto ne' secoli. Così sia.25 Li quali mutarono la verità di Dio in bugia; e maggiormente venerarono e servettero alla creatura, che non fecero al creatore, il quale è (Dio) benedetto IN SECULA, AMEN.
26 Per questo gli diede Dio in balìa di ignominiose passioni. Imperocché le stesse loro donne l'ordine posto dalla natura cambiarono in disordine contrario alla natura.26 Per la qual cosa Dio li lasciò cadere ne' desiderii della vergogna; onde le loro femine mutarono i naturale uso in quello uso ch' è contra natura.
27 E gli uomini similmente, lasciata la natural unione della donna, ne lor desiderj arsero scambievolmente, facendo cose obbrobriose l'un verso l'altro, e riportando in se stessi la condegna mercede del proprio errore.27 Simigliantemente e li loro maschi, abbandonato il naturale uso della femina, andarono nei loro desiderii, maschi con maschi insieme, operando la sozzura; e ricevettero in sè medesimi la mercede del suo errore.
28 E siccome non si curarono di riconoscer Dio: abbandonogli Iddio a un reprobo senso, onde facciano cosa non convenevoli,28 E secondo ch' egli non provarono d' avere Dio in conoscimento, Dio li lasciò cadere in senso malvagio, acciò facciano quelle cose che non si convengono.
29 Ricolmi di ogni iniquità, di malizia, di fornicazione, di avarizia, di malvagità, pieni di invidia, di omicidio, di discordia, di frode, di malignità, susurroni,29 I quali son pieni d'ogni iniquità, di malizia e di fornicazione, d'avarizia e di iniquità; sono pieni d' invidia e di omicidio, di contenzione e d'inganno e di malizia; sono ancora mormoratori,
30 Detrattori, nemici di Dio, oltraggiatori, superbi, millantatori, inventori di male cose, disubbidienti ai genitori,30 (portatori di parole) detrattori; sono da Dio odiati, invidiosi, pieni d'altezza; son trovatori di mali, e non sono obbedienti al padre e alla madre.
31 Stolti, disordinati, senza amore, senza legge, senza compassione.31 Son senza senno, uomini sconci, senza amore, senza patto, senza misericordia.
32 I quali conosciuta avendo la gustizia di Dio, non intesero, come chi fa tali cose, è degno di morte: né solamente chi le fa, ma anche chi approva coloro, che le fanno.32 I quali, conciosia che conoscessero la giustizia [di Dio], non intesero che quelli che fanno queste cotali cose, son degni di morte; e non solamente coloro che le fanno, ma etiam coloro che vi consentono.