Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Sapienza 12


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1 Quanto è benigno, e sovave, o Signore, il tuo spirito in tutte le cose!1 Come è buono e soave lo spirito tuo, Signore, in noi!
2 Onde tu gli erranti appoco appoco correggi, e de' loro falli gli ammonisci, e parli loro, affinchè messa da parte la malizia credano in te, o Signore.2 E però castighi tu coloro li quali delle parti errano; di quelle cose che loro peccano, tu gli riprendi; e parli loro, che lasciata la malizia, credano in te, o Signore.
3 Imperocché tu avevi in abbominazione quelli abitatori antichi della tua terra santa,3 E però quelli abitatori della tua terra santa, li quali tu spaventasti;
4 Perché orrende cose facevano contro di te co' lor veneficj, e sagrifizj scelerati,4 però ch' elli facevano opere, che tu avevi in odio, per malie e ingiusti sacrificii;
5 Che uccidevano senza pietà i propri figliuoli, e divoravano le viscere degli uomini, e beveano il sangue in mezzo alla sacrata tua terra.5 e ucciditori sanza misericordia de' suoi figliuoli, e mangiatori delle interiora delli uomini, divoratori del sangue di mezzo del sacramento tuo;
6 Questi genitori, autori della strage di quelle creature abbandonate, tu volesti distruggerli per le mani de' padri nostri,6 e li autori, padri delle sconsigliate anime, li volesti uccidere per le mani de' padri nostri,
7 Affinchè la terra cara a te più, che tutte le altre, accogliesse la degna colonia de' figliuoli di Dio.7 acciò che elli conoscessero la degna peregrinazione de' servi di Dio, in quella terra ch' è a te più cara di tutte.
8 Ma anche a questi come uomini avesti riguardo, e mandasti quai battitori del tuo esercito le vespe, le quali appoco appoco gli sterminassero.8 E ancora perdonasti tu a costoro, sì come a uomini, e mandasti le vespe dinanzi dalla tua oste, per che a poco a poco isterminassono coloro.
9 Non perché tu non potessi soggettare a mano armata gli empj ai giusti, o tutti sterminarli per mezzo di bestie feroci, o con una dura parola:9 Non per che tu fossi debile in battaglia a sottomettere li malvagi alli giusti, o vero alle crudeli bestie, o ad esterminargli somigliantemente con dura parola;
10 Ma gradatamente punendoli lascia vi luogo alla penitenza, benché non ignorassi tu come quella nazione era scellerata, e connaturale a quelli era la malizia, e come non potevan cangiarsi i loro pensieri giammai.10 ma comandando alle parti, concedevi luogo di penitenza, sappiendo bene che la loro generazione era malvagia, e che in loro vanitade era malizia, perchè il loro pensiero non si poteva mutare in perpetuo.
11 Perocché eran quelli una progenie maledetta fin da principio; e tu risparmiando i loro peccati non facevi per timore di alcuno.11 Il loro seme era maledetto dal cominciamento; e [per] che non temevi alcuno, perdonanza davi alli loro peccati.
12 Imperocché chi dirà a te: Che è quello, che tu hai fatto? O chi si opporrà a' tuoi giudizj? o chi verrà a te davanti in difesa di uomini iniqui? o chi a te imputerà lo sterminio delle nazioni create da te?12 Or chi sarà colui che dica a te: che hai tu fatto? Or chi starà contro alla tua sentenza? Or chi per vendicare li malvagi uomini verrà nel conspetto tuo? Or chi imputerà a te, se (loro) periranno le genti che tu facesti?
13 Perocché altro Dio non havvi fuori di te, che hai cura di tutti, onde dai a conoscere, come tu ingiustamente non giudichi.13 Non è altro Iddio, che te; al quale è cura di tutte le cose, acciò che tu dimostri che tu non sentenzii ingiustamente.
14 Né re alcuno, né principe domanderà conto davanti a te di quelli, che avrai fatto perire.14 Nè re nè tiranno nel conspetto tuo chiederanno di coloro che tu facesti perdere (e morire).
15 Ma essendo tu giusto con giustizia ordini tutte le cose, e il condannare colui, che non debbe essere punito, il giudichi tu cosa aliena da tua possanza.15 Adunque, conciosia cosa che tu sia giusto, giustamente disponi tutte le cose; e condanni anco colui che non deve essere punito, e distermini dalla tua virtù.
16 Conciossiaché la tua possanza è principio di giustizia, e perché tu se' il Signore di tutti, con tutti ti fai indulgente.16 La tua virtù sì è principio di giustizia; però che tu se' Signore di tutti, a tutti fai perdonanza.
17 Ma la tua possanza tu dai a conoscere quando non se' creduto perfettamente potente, e gastighi la contumacia di quelli, che non ti riconoscono.17 Tu dimostri virtù, il quale non se' creduto essere perfetto in virtù; e coloro che non ti conoscono, li trasporti in audacia.
18 Ma tu dominatore potente giudichi senza passione, e con gran moderazione ci governi; perché pronto hai il potere quando hai il volere.18 Ma tu, signoreggiatore di virtù, digiudichi con tranquillitade, e con grande riverenza ne disponi noi; la potenza è sotto te, quando tu vuoli.
19 Per tali maniere tu hai insegnato al tuo popolo come fa di mestieri, che il giusto sia ancora benigno, e i tuoi figliuoli hai avvezzati a bene operare, per ché quando li giudichi pe' lor peccati, lasci luogo alla penitenza.19 Tu ammaestrasti il popolo tuo per tali opere, però che si conviene che questo sia giusto e umano, e di buona speranza tu facesti li tuoi figliuoli; però che tu se' giudicante, e che dài luogo nelli peccati alla penitenza.
20 Imperocché se i nemici de' servi tuoi già rei di morte gastigasti con tanto riguardo, dando loro tempo, e comodità, perché potessero rinunziare alla malizia,20 Or se li nimici de' servi tuoi, e degni di morte, tu li tormentasti con tanta attenzione (e liberasti), dando luogo e tempo ch' elli si potessono mutare della loro malizia,
21 Con quanta cautela hai tu giudicati li tuoi figliuoli, a' padri de' quali facesti le buone promesse pattuite, e giurate?21 con quanta diligenza giudichi tu li figliuoli tuoi, alli cui padri tu giurasti e pattovisti buone promessioni?
22 Quando adunque noi tu correggi, molto più tu flagelli i nostri nemici, affinchè noi ripensiamo, e siamo attenti alla tua bontà, e quando si fa giudizio di noi, nella tua misericordia speriamo.22 Dunque, quando tu ne ammaestri, tu flagelli li nimici nostri in molte maniere, acciò che noi giudicando pensiamo la bontade tua; e quando di noi si giudica, speriamo la tua misericordia.
23 Per la qual cosa eziandìi a quelli, che nella loro vita si diportarono da insensati, ed ingiusti, desti tu sommi tormenti per mezzo di quelle cose, che aveano adorate.23 Onde e a coloro che in loro vita vivettono disensatamente e ingiustamente, dèsti loro sommi tormenti per queste cose ch' elli adoronno.
24 Perocché eglino per lungo tempo camminarono traviati per la via dell'errore, credendo dei que', che sono i più vili tragli animali, e vivendo da ragazzi senza ragione.24 Però che molto tempo elli andarono per la via dello errore, giudicando essere iddii quelle imagini le quali colle mani feciono indarno, vivendo a modo di stolti e di fanciulli.
25 Per questo come a ragazzi insensati tu desti loro gastigo di scherno:25 Per questo dèsti loro giudicio in loro ischernimento, sì come ad insensati fanciulli.
26 Ma quelli, che agli scherni, e alle grida non si emendarono, provaron gastigo degno di Dio:26 Ma coloro che non sono corretti per li beffamenti e per le riprensioni, hanno poi provato (e sentito) il degno giudicio di Dio.
27 Imperocché da quello stesso, che con indignazione soffrivano per mezzo di quelle cose, ch'ei credevano dei, da questo nel tempo, che erano straziati, si accorsero, e riconobbero vero Dio esser quello, che una volta negavano di conoscere; per la qual cosa piombò sopra di loro la finale condannagione.27 Però che in quelle cose elli pativano (molestamente sosteneano, nelle quali sosteneano) s' indignavano, per quelle nelle quali loro pensavano essere iddii, quando elli erano sterminati, vedendo colui il quale prima negavano, riconobbero lui esser vero Iddio; per la quale cosa la fine della condannagione loro si venne sopra loro.