Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 3


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1 Nel tempo adunque che la santa città godeva una piena pace, e le leggi si osservavan tutt'ora esatta mente per la pietà del pontefice Onia, e per l'odio, ch'ei portava in cuor suo all'iniquità,1 Conciosiacosa adunque che la santa città si abitasse in ogni pace, e anche la legge ottimamente si osservasse per cagion della disposizione di Onia e della sua pietà, e per gli animi che aveano in odio le cose malfatte,
2 Ne avveniva, che gli stessi regi, e i principi sommo onore rendevano a quel luogo, e di ricchissimi doni ornavano il tempio:2 facevasi che anco essi re e principi conducessono il suo luogo degno con sommo onore, e nobilitassono il templo di grandi doni;
3 Talmente che Seleuco re dell'Asia somministrava del suo tutte le spese occorrenti pe' sagrifizj.3 sì che Seleuco, re di Asia, donasse delle sue entrate tutte le spese che s' appartenevano al ministerio del sacrificio.
4 Ma Simone della tribù di Beniamin creato prefetto del tempio faceva ogni sforzo per macchinar qualche empia cosa nella città; ma se gli opponeva il sommo Sacerdote.4 E Simone della tribù di Beniamin, constituito preposito del tempio, contendeva, contrastante a lui il principe de' sacerdoti, di (fabbricare, ovver) ordinare alcuna cosa iniqua nella cittade.
5 Ed egli non potendo vincere Onia andò a ritrovare Apollonio figliuolo di Tharsea, il quale in quel tempo governava la Celesiria, e la Fenicia:5 Ma vedendo non poter vincere Onia, venne ad Apollonio figliuolo di Tarsea, lo qual in quel tempo era duca della Celesiria e di Fenicia.
6 E gli raccontò, che l'erario di Gerusalemme era pieno di inestimabili ricchezze, e che il tesoro del comune, il quale non serviva per le occorrenze de' sagrifizj, era immenso, e che era possibile di mettere ogni cosa nelle mani del re.6 E nunciolli, lo erario di Ierusalem esser pieno di una innumerabile quantità di denari, e una immensa (quantità e) copia di comuni cose, la quale non s'appartiene alla ragione de' sacrificii; ed esser possibile che tutte queste cose cadesse sotto la podestà del re.
7 Or avendo Apollonio notificate al re le ricchezze, delle quali era stata fatta a lui relazione, quegli, chiamato a se Eliodoro suo ministro, lo spedì colla commissione di portar via tutto quel denaro.7 E Apollonio, avendolo riferito al re delle pecunie che gli era stato nunciato, esso, chiamato Eliodoro, lo qual era sopra le sue faccende, mandollo con comandamenti, che questa predetta pecunia (li fosse mandata, e che lui la) transportasse.
8 Ed Eliodoro si messe tosto in viaggio col pretesto di visitare la Celesira, e la Fenicia, ma di fatto per eseguire l'intenzione del re.8 Subito Eliodoro si pose in via, sotto specie quasi di andar per le cittadi di Celesiria e di Fenicia; ma secondo la verità andava per adempire il proposito del re.
9 Ma giunto egli a Gerusalemme, e accolto cortesemente nella città dal pontefice Onia, raccontò a lui la scoperta fatta di quelle ricchezze, e manifestò il fine di sua venuta, e domandò se vera mente la cosa stava in quel modo.9 Ed essendo venuto in Ierusalem, ed essendo ricevuto benignamente dal sommo sacerdote nella città, narrò dello avviso ch' era stato dato delle pecunie; e manifestò per che cagione ch' egli era venuto; e domandava se queste cose erano vere.
10 Allora il sommo Sacerdote gli dimostrò, che quegli erano depositi, e sostentamento delle vedove, e dei pupilli:10 Allora il sommo sacerdote li dimostrò li depositi esser alla vita delle vedove e delli pupilli;
11 E che di quello, che era stato riferito dall'empio Simone, una parte era di Ircano Tobia uomo di gran condizione, e che in tutto v'erano quattro cento talenti d'argento, e dugento di oro:11 e alcune cose esser di Ircano Tobia, uomo molto grande e nobile, in quelle cose che avea riferito quello malvagio Simone; e tutto quello ch' era ivi, era quattrocento talenti d' ariento, e ducento talenti d'oro.
12 Che poi dovessero rimanere defraudati quelli, i quali aveano fidato il suo a quel luogo, e a quel tempio onorato da tutta la terra per la sua dignità, e santità, non era da permettersi in verun modo.12 E saria appo noi al tutto impossibile permettere che fusse ingannati quelli i quali hannosi fidati di noi, e hanno posto in custodia lo aver suo nel tempio lo qual è avuto in venerazione per tutto il mondo per la sua santità.
13 Ma quegli mettendo fuora gli ordini del re diceva, che in tutti i modi doveva esser portato al re quel tesoro.13 Ed Eliodoro, per quello che lui avea in comandamento del re, diceva che bisognava sanza alcuna contraddizione, che li fusse portato al re ogni cosa.
14 E in un giorno determinato entrò Eliodoro nel tempio per venire a capo dell'affare; e non era leggero il tumulto per tutta quanta la città.14 E il dì constituito (e ordinato) entrò Eliodoro per ordinare di far condurre questo al re. E per questo non era poco timore per tutta la città.
15 I sacerdoti stavan prostrati per terra dinanzi all'altare colle loro vesti sacerdotali, e invocavano dal cielo colui, il quale diede legge intorno ai depositi, affinchè salvi li conservasse ai depositari.15 E i sacerdoti stavano dinanzi all' altare prostrati con le stole, e invocavano dal cielo colui lo qual avea posto la legge dei depositi (cioè chiamavano Iddio), acciò che lui conservasse le robe salve a coloro i quali le aveano poste in deposito.
16 Chi poi osservava il volto del sommo Sacerdote si sentiva passar il cuore, perocché il cambiamento della faccia, e del color naturale mostravan l'interno dolore dell'animo:16 E già colui che vedea il volto del sommo sacerdote, percoteasi nella mente (e attristavasi); però la faccia e il colore, ch' era immutato, declarava lo intrinseco (suo) dolore dell' animo.
17 Imperocché una certa mestizia, ond'egli era circondato, e l'orridezza del suo corpo manifesta rendevano l'afllizione del cuore.17 Però che una mestizia d'animo e uno spavento del corpo avea circondato il sommo sacerdote, per lo qual lo dolor del cuore suo a tutti che il vedeano era manifesto.
18 Altri poi concorrevano a truppe dalle loro case, con pubbliche preghiere chiedendo, che non rimanesse esposto al dispregio quel luogo.18 E anco molti altri, congregati delle case, veniano pregando con una pubblica petizione, però che il luogo santo era venuto in disprezzo.
19 E le donne co' cilizj sul petto si affollavano nelle piazze, e le stesse vergini, che stavan rinchiuse correvano verso Onia, e altre verso le mura; e alcune stavan guardando dalle finestre:19 E le donne uscivano per le piazze, cinti i cilicii al petto; e anco le vergini, ch' erano chiuse, sollecitamente correvano a Onia; alcune altre alle mura; e alcune guardavano per le finestre;
20 E tutte alzando le mani al cielo faceano preghiere;20 e tutte levando le mani al cielo.
21 Perocché degno di compassione era lo spettacolo di quella confusa turba di gente, e del sommo Sacerdote posto in tal cimento.21 Ed era una misera espettazione della moltitudine mista insieme, e del grande sacerdote constituito nel luogo della contenzione.
22 E quelli dalla parte loro invocavano Dio onnipotente, affinchè quello, che ad essi era stato fidato restasse salvo, e intatto a chi lo avea messo nelle lor mani.22 E tutti questi gridavano a Dio onnipotente, che lui conservasse quelle cose le quali (con fiducia grande) li erano state date in custodia, per quelli i quali si fidavano di loro.
23 Ma Eliodoro eseguiva quel, che avea risoluto, trovandosi egli stesso co' suoi sgherri presso all'erario.23 Ma Eliodoro ciò ch' egli avea deliberato mandava ad effetto, presente lui in quello medesimo luogo dell' erario con li suoi satelliti.
24 Ma lo spirito di Dio onnipotente si fece vedere, e conoscere chiaramente, di modo che tutti quelli, che ebber coraggio di ubbidire ad Eliodoro, rovesciati a terra per divina virtù, rimaser privi di forze, e pieni di spavento.24 Ma il spirito di Dio onnipotente fece una grande evidenza di dimostrazione, per tal modo che tutti quelli, che furono arditi d' ubbidirli, per la virtù di Dio precipitando, loro furono convertiti in gran paura, sì che tutti s'erano divisi uno dall' altro molto.
25 Perocché apparve loro un cavallo, che portava un terribile cavaliere, magnificamente vestito, e quello diede furiosamente dei calci coi piedi d'avanti a Eliodoro: il cavaliere poi che lo montava pareva, che avesse armi di oro.25 Però che apparve loro uno cavallo, il qual avea uno terribile (assessore e) cavalcatore, adornato di ottime vestimenta; e costui con impeto percosse prima con li calci Eliodoro; e colui che sedeva sopra il cavallo parea che avesse l'arme d'oro.
26 Comparvero ancora due altri giovani di virile beltà, maestosi, ornati di vaghe vesti, i quali stando l'uno da un lato, l'altro dall'altro accanto ad Eliodoro, lo battevano senza pausa, dandogli molte sferzate.26 E anco apparvono due altri giovani, ornati di bellezza, ottimi di gloria e vestiti di belle vestimenta, li quali lo circondorono, e da ciascuna parte lo flagellavano sanza dimora, percotendolo di molte piaghe.
27 Ed Eliodoro subitamente cadde per terra, e involto com'era da densa caligine lo pigliaron di peso, e in una sedia portatile lo miser fuora.27 E subitamente Eliodoro cadette in terra, e preserlo, essendo involuto di molta caligine, e posto di sopra una sedia portatile e' fu portato via.
28 E quegli che nell'erario predetto era entrato con molti sgherri, e satelliti, era portato via, senza che alcuno potesse aiutarlo, fattasi visibilmente conoscere la mano di Dio:28 E colui, il quale era entrato con molti corsieri e satelliti nel predetto erario, era portato non avendo ausilio alcuno, conosciuta la virtù di Dio manifesta.
29 Ed egli per effetto della possanza di Dio giaceva muto, e senza speranza aver di salute.29 E lui istava muto mediante la virtù di Dio, privato di ogni speranza e salute.
30 Ma quelli benedicevano il Signore, perché avea glorificata la sua casa; e il tempio, che poco avanti era pieno di tumulto, e di terrori, si riempì di allegrezza, e di gaudio.30 Eli altri benedicevano il Signore, però ch' egli magnificava il suo luogo; e lo tempio, lo qual poco inanzi era pieno di paura e di tumulto, apparendo lo Signore onnipotente, fu riempiuto di gaudio e di letizia.
31 Allora alcuni degli amici di Eliodoro si fecer tosto a pregare Onia, che invocasse l'Altissimo, aftinché donasse la vita a lui ridotto già agli estremi.31 E allora alcuni degli amici di Eliodoro pregavano con instanza Onia, ch' egli pregasse lo Altissimo, che li dèsse la vita, lo qual era constituito nel supremo spirito.
32 E il sommo Sacerdote considerando, che forse il re potrebbe aver sospetto, che i Giudei avesser fatto qualche tradimento ad Eliodoro, offerse vittima di salute per la sua guarigione.32 E considerando il sommo sacerdote, che forse il re non suspicasse alcuna malizia esser usata per i Giudei contro a Eliodoro, offerse per la salute sua sacrificio di salute.
33 E mentre il sommo Sacerdote faceva orazione, gli stessi due giovani vestiti delle stesse vestì stando presso a Eliodoro gli dissero: Rendi grazie ad Onia sommo Sacerdote, perocché per amore di lui il Signore ti dona la vita.33 E pregando il sommo sacerdote, quelli medesimi giovani con quelle istesse vesti vestiti, istando presenti a Eliodoro, dissono: riferisci grazia a Onia sacerdote, però che per suo amore il Signore t' ha donata la vita.
34 Or tu gastigato da Dio racconta a tutti le meraviglie di Dio, e la sua possanza. E detto questo sparirono.34 E tu così flagellato [da Dio] nuncia agli altri le cose grandi di Dio e la sua podestà. E dette queste parole, non comparveno piò.
35 Ed Eliodoro avendo offerto sagrifizio a Dio, e fatti molti voti a lui, il quale gli avea donata la vita, e rendute grazie ad Onia, presa seco la sua gente, tornò al re.35 Ed Eliodoro, offerta l'ostia a Dio, e fatti grandi voti (e promissioni) a colui che li concesse la vita (cioè a Dio), e referendo grazia a Onia, e chiamato lo esercito, tornava al re.
36 E raccontava a tutti le opere del grande Iddio, le quali egli co' proprj occhi avea vedute.36 E testificava a tutti quelle cose gra di del grande Iddio, le quali lui avea (provate e) vedute cogli occhi suoi.
37 E avendo il re domandato ad Eliodoro chi fosse buono per essere mandato un'altra volta a Gerusalemme, rispose:37 E domandando il re Eliodoro, chi fosse atto di mandar anco in Ierusalem, (ed Eliodoro) disse:
38 Se tu hai qualche nemico, o traditore del regno, mandalo là, e tornerà a te flagellato, se pure scamperà morte; perocché una certa virtù divina sta in quel luogo.38 Se tu hai alcuno inimico, ovver traditor del tuo regno, mandalo in quel luogo; e lo riaverai flagellato (e straziato), s' egli potrà campare; però che in quel luogo egli è una particolar virtù di Dio.
39 Imperocché colui, che ha stanza ne' cieli visita, e protegge quel luogo, e percuote, e stermina chi va a farvi alcun male.39 Però che colui, che ha abitazione in cielo, è visitatore e adiutore di quello luogo; e quelli che vanno per mal fare sono percossi e perduti.
40 Cosi adunque andaron le cose riguardo ad Eliodoro, e alla conservazione dell'erario.40 Di Eliodoro adunque, e dell' erario, così fu la cosa.