Giobbe 41
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DIODATI | BIBBIA CEI 2008 |
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1 Trarrai tu fuori il leviatan con l’amo, O con una fune che tu gli avrai calata sotto alla lingua? | 1 Ecco, davanti a lui ogni sicurezza viene meno, al solo vederlo si resta abbattuti. |
2 Gli metterai tu un uncino al muso? Gli forerai tu le mascelle con una spina? | 2 Nessuno è tanto audace da poterlo sfidare: chi mai può resistergli? |
3 Userà egli molti preghi teco? Ti parlerà egli con lusinghe? | 3 Chi mai lo ha assalito e ne è uscito illeso? Nessuno sotto ogni cielo. |
4 Patteggerà egli teco, Che tu lo prenda per servo in perpetuo? | 4 Non passerò sotto silenzio la forza delle sue membra, né la sua potenza né la sua imponente struttura. |
5 Scherzerai tu con lui, come con un uccello? E lo legherai tu con un filo, per darlo alle tue fanciulle? | 5 Chi mai ha aperto il suo manto di pelle e nella sua doppia corazza chi è penetrato? |
6 I compagni ne faranno essi un convito? Lo spartiranno essi fra i mercatanti? | 6 Chi mai ha aperto i battenti della sua bocca, attorno ai suoi denti terrificanti? |
7 Gli empirai tu la pelle di roncigli, E la testa di raffi da pescare? | 7 Il suo dorso è formato da file di squame, saldate con tenace suggello: |
8 Pongli pur la mano addosso, Tu non ricorderai mai più la guerra. | 8 l’una è così unita con l’altra che l’aria fra di esse non passa; |
9 Ecco, la speranza di pigliarlo è fallace; Anzi l’uomo non sarà egli atterrato, solo a vederlo? | 9 ciascuna aderisce a quella vicina, sono compatte e non possono staccarsi. |
10 Non vi è alcuno così feroce, che ardisca risvegliarlo; E chi potrà presentarsi davanti a me? | 10 Il suo starnuto irradia luce, i suoi occhi sono come le palpebre dell’aurora. |
11 Chi mi ha prevenuto in darmi cosa alcuna? ed io gliela renderò; Quello che è sotto tutti i cieli è mio. | 11 Dalla sua bocca erompono vampate, sprizzano scintille di fuoco. |
12 Io non tacerò le membra di quello, Nè ciò ch’è delle sue forze, nè la grazia della sua disposizione. | 12 Dalle sue narici esce fumo come da caldaia infuocata e bollente. |
13 Chi scoprirà il disopra della sua coverta? Chi verrà a lui con le sue doppie redini? | 13 Il suo fiato incendia carboni e dalla bocca gli escono fiamme. |
14 Chi aprirà gli usci del suo muso? Lo spavento è d’intorno a’ suoi denti. | 14 Nel suo collo risiede la forza e innanzi a lui corre il terrore. |
15 I suoi forti scudi sono una cosa superba; Son serrati strettamente come con un suggello. | 15 Compatta è la massa della sua carne, ben salda su di lui e non si muove. |
16 L’uno si attiene all’altro, Talchè il vento non può entrar per entro. | 16 Il suo cuore è duro come pietra, duro come la macina inferiore. |
17 Sono attaccati gli uni agli altri, ed accoppiati insieme, E non possono spiccarsi l’uno dall’altro. | 17 Quando si alza si spaventano gli dèi e per il terrore restano smarriti. |
18 I suoi starnuti fanno sfavillar della luce, E i suoi occhi son simili alle palpebre dell’alba. | 18 La spada che lo affronta non penetra, né lancia né freccia né dardo. |
19 Della sua gola escono fiaccole, Scintille di fuoco ne sprizzano. | 19 Il ferro per lui è come paglia, il bronzo come legno tarlato. |
20 Delle sue nari esce un fumo, Come d’una pignatta bollente, o d’una caldaia. | 20 Non lo mette in fuga la freccia, per lui le pietre della fionda sono come stoppia. |
21 L’alito suo accende i carboni, E fiamma esce della sua bocca. | 21 Come stoppia è la mazza per lui e si fa beffe del sibilo del giavellotto. |
22 La possa alberga nel suo collo, E la doglia tresca davanti a lui. | 22 La sua pancia è fatta di cocci aguzzi e striscia sul fango come trebbia. |
23 Le polpe della sua carne son compresse; Egli ha la carne addosso soda, e non tremola punto. | 23 Fa ribollire come pentola il fondo marino, fa gorgogliare il mare come un vaso caldo di unguenti. |
24 Il cuor suo è sodo come una pietra, E massiccio come un pezzo della macina disotto. | 24 Dietro di sé produce una scia lucente e l’abisso appare canuto. |
25 I più forti e valenti hanno paura di lui, quando egli si alza; E si purgano de’ lor peccati, per lo gran fracasso. | 25 Nessuno sulla terra è pari a lui, creato per non aver paura. |
26 Nè la spada di chi l’aggiungerà potrà durare, Nè l’asta, nè lo spuntone, nè la corazza: | 26 Egli domina tutto ciò che superbo s’innalza, è sovrano su tutte le bestie feroci». |
27 Egli reputa il ferro per paglia, E il rame per legno intarlato. | |
28 La saetta non lo farà fuggire; Le pietre della frombola si mutano inverso lui in istoppia. | |
29 Gli ordigni son da lui riputati stoppia; Ed egli si beffa del vibrare dello spuntone. | |
30 Egli ha sotto di sè de’ testi pungenti; Egli striscia come una trebbia di ferro in sul pantano. | |
31 Egli fa bollire il profondo mare come una caldaia; Egli rende il mare simile a una composizione d’unguentaro. | |
32 Egli fa rilucere dietro a sè un sentiero, E l’abisso pare canuto. | |
33 Non vi è alcuno animale in su la terra che gli possa essere assomigliato, Che sia stato fatto per esser senza paura. | |
34 Egli riguarda ogni cosa eccelsa, Ed è re sopra tutte le più fiere belve |