Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Esther 16


font
VULGATABIBBIA MARTINI
1 Rex magnus Artaxerxes ab India usque Æthiopiam, centum viginti septem provinciarum ducibus ac principibus qui nostræ jussioni obediunt, salutem dicit.1 Il gran re Artaserse (che domina) dall'India fino all'Etiopia ai governatori, e principi delle cento venti sette provincie, le quali ubbidiscono ai nostri comandi, salute.
2 Multi bonitate principum et honore, qui in eos collatus est, abusi sunt in superbiam :2 Molti hanno abusato della bontà de' prìncipi, e degli onori conferiti ad essi, per insuperbirne:
3 et non solum subjectos regibus nituntur opprimere, sed datam sibi gloriam non ferentes, in ipsos qui dederunt, moliuntur insidias.3 E non solamente tentano di oppri mere i sudditi dei re, ma non essendo capaci di reggere alla gloria data loro, tendono insidie a quegli stessi, da' quali la ricevettero.
4 Nec contenti sunt gratias non agere beneficiis, et humanitatis in se jura violare, sed Dei quoque cuncta cernentis arbitrantur se posse fugere sententiam.4 E non si contentano di essere in grati a' benefizj, e di violare in se stessi i diritti dell'umanità; ma presumono eziandìo di poter sottrarsi al giudicio di Dio, che vede il tutto.
5 Et in tantum vesaniæ proruperunt, ut eos qui credita sibi officia diligenter observant, et ita cuncta agunt ut omnium laude digni sint, mendaciorum cuniculis conentur subvertere,5 E a tanta insania son giunti, che cogli artifizj della menzogna han tentato di rovinare quegli, i quali adempiono con esattezza gli ufficj loro, e si diportano in tal guisa, che delle lodi di tutti son degni,
6 dum aures principum simplices, et ex sua natura alios æstimantes, callida fraude decipiunt.6 Ingannando colle astute fraudi le orecchie de' principi, i quali essendo sinceri, dal proprio lor naturale giudicano degli altri.
7 Quæ res et ex veteribus probatur historiis, et ex his quæ geruntur quotidie, quomodo malis quorumdam suggestionibus regum studia depraventur.7 Della qual cosa le prove si hanno e dalle antiche storie, e da quel, che accade ogni dì si conosce come per le prave suggestioni di taluni si corrompono le buone inclinazioni dei re.
8 Unde providendum est paci omnium provinciarum.8 Per la qual cosa fa d'uopo di provedere alla pace di tutte le provincie.
9 Nec putare debetis, si diversa jubeamus, ex animi nostri venire levitate, sed pro qualitate et necessitate temporum, ut reipublicæ poscit utilitas, ferre sententiam.
9 Né dovete credere, che se variano i nostri comandamenti, venga ciò da leggerezza dell'animo nostro, ma che i nostri giudizj sono adattati alla condizione, e alla necessita dei tempi, come porta il bene della Repubblica.
10 Et ut manifestius quod dicimus intelligatis, Aman filius Amadathi, et animo et gente Macedo, alienusque a Persarum sanguine, et pietatem nostram sua crudelitate commaculans, peregrinus a nobis susceptus est :10 E affinchè meglio intendiate quello, che diciamo, Aman figliuolo di Amadati Macedone di animo, e di nazione, e alieno dal sangue Persiano, il quale colla sua crudeltà disonorava la pietà nostra, forestiero fu accolto da noi:
11 et tantam in se expertus humanitatem, ut pater noster vocaretur, et adoraretur ab omnibus post regem secundus :11 E tanta trovò egli in noi umanità, che era chiamato nostro padre, ed era adorato da tutti, secondo dopo il re:
12 qui in tantum arrogantiæ tumorem sublatus est, ut regno privare nos niteretur et spiritu.12 Ma egli si gonfiò di tanta arroganza, che tentò di privarci del regno, e della vita.
13 Nam Mardochæum, cujus fide et beneficiis vivimus, et consortem regni nostri Esther cum omni gente sua, novis quibusdam atque inauditis machinis expetivit in mortem :13 Imperocché con numi, e inauditi e artifizj perseguitò a morte Mardocheo, dalla fedeltà, e servigj del quale noi riconosciamo la vita, ed Esther, che è a parte del nostro regno, con tutta la loro nazione:
14 hoc cogitans ut illis interfectis, insidiaretur nostræ solitudini, et regnum Persarum transferret in Macedonas.14 Avendo in mira, uccisi questi, di tendere insidie a noi derelitti, e di far passare ne' Macedoni il regno de' Persiani.
15 Nos autem a pessimo mortalium Judæos neci destinatos, in nulla penitus culpa reperimus, sed e contrario justis utentes legibus,15 Or noi non abhiam trovato, che siano rei di verun fallo i Giudei destinati alla morte dal peggiore degli uomini; ma che pel contrario ei vivono sotto giuste leggi;
16 et filios altissimi et maximi semperque viventis Dei, cujus beneficio et patribus nostris et nobis regnum est traditum, et usque hodie custoditur.16 E son figliuoli dell'Altissimo, e massimo, e sempre vivente Iddio, per beneficio di cui a' padri nostri, e a noi fu dato il regno, e sino al giorno d'oggi è conservato.
17 Unde eas litteras, quas sub nomine nostro ille direxerat, sciatis esse irritas.17 Per la qual cosa sappiate, che mille son quelle lettere, che egli a nome nostro spedì.
18 Pro quo scelere ante portas hujus urbis, id est, Susan, et ipse qui machinatus est, et omnis cognatio ejus pendet in patibulis : non nobis, sed Deo reddente ei quod meruit.18 In pena della quale scelleraggine ed egli che la ordì, e tutta la sua parentela sono stati appesi a' patiboli dinanzi alle porte di questa città di Susa, a lui rendendo non noi, ma Dio quel, che egli ha meritato.
19 Hoc autem edictum, quod nunc mittimus, in cunctis urbibus proponatur, ut liceat Judæis uti legibus suis.19 Or questo editto spedito da noi sia affisso in tutte le città, affinchè sia lecito a' Giudei di seguire le loro leggi.
20 Quibus debetis esse adminiculo, ut eos qui se ad necem eorum paraverant, possint interficere tertiadecima die mensis duodecimi, qui vocatur Adar.20 E voi dovete prestar loro la mano, affinchè a quelli, che si erano accinti a sterminarli possano dar morte il terzodecimo giorno del mese duodecimo detto Adar:
21 Hanc enim diem, Deus omnipotens, mœroris et luctus, eis vertit in gaudium.21 Perocché queso giorno di afflizione, e di duolo, lo ha per essi cangiato Dio onnipotente in giorno di gaudio.
22 Unde et vos inter ceteros festos dies, hanc habetote diem, et celebrate eam cum omni lætitia, ut et in posterum cognoscatur,22 Onde voi pure tra gli altri di festi vi conterete questo giorno, e lo celebrerete con ogni allegrezza, affinchè ancor ne' futuri tempi si riconosca,
23 omnes qui fideliter Persis obediunt, dignam pro fide recipere mercedem ; qui autem insidiantur regno eorum, perire pro scelere.23 Come tutti quelli, che ubbidiscono fedelmente ai Persiani, ricevon degna mercede della loro fede; e quei, che congiurano contro il loro regno, per la loro scelleratezza periscono.
24 Omnis autem provincia et civitas quæ noluerit solemnitatis hujus esse particeps, gladio et igne pereat, et sic deleatur, ut non solum hominibus, sed etiam bestiis invia sit in sempiternum, pro exemplo contemptus et inobedientiæ.24 E qualunque provincia, e ritta, che non vorrà essere a parte di questa solennità, perisca di spada, e col fuo o, e sia sterminata, talmente che non solo agli uomini, ma anche alle bestie sia inaccessibile, in perpetuo esempio ai disprezzatori, e ai disubbidienti.