Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Giosuè 10


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I cinque re, che assediavano Gabaon sono vinti, restandosi immobile il sole per lo spazio d'un giorno, e tratti fuora dalla spelonca, sono impiccati. Molti altri re sono sterminati, e molte città.

1Ma avendo inteso Adonisedec re di Gerusalemme, come Giosuè avea presa Hai, e l’avea distrutta (perocché come avea fatto a Gerico, e al suo re, cosi avea fatto ad Hai, e al suo re), e come i Gabaoniti si erano voltati dalla parte d'Israele, e si eran collegati con esso,2Ebbe gran paura. Imperocché Gabaon era città grande, e una delle città reali, e più grande della città di Hai, e tutti i suoi guerrieri erano di sommo valore.3Per la qual cosa Adonisedec re di Gerusalemme mandò gente ad Oham re di Hebron, e a Pharam re di Jerimoth, e anche a Japhia re di Lachis, e a Dabir re di Eglon, che dicesse loro:4Venite a me, e conducetemi soccorso, affinchè espugniamo Gabaon: per qual motivo lasceremo ch'ella siasi voltata dalla parte di Giosuè, e de’ figliuoli d’Israele?5Si adunarono adunque, e si mossero cinque re Amorrhei, il re di Gerusalemme, il re di Hebron, il re di Jerimoth, il re di Lachis, il re di Eglon coi loro eserciti, e posero il campo intorno a Gabaon, e l’assediarono.6Ma gli abitatori dell'assediata città di Gabaon spediron gente a Giosuè, il quale era allora attendato in Galgala, e gli dissero: Non tirarti indietro dal recar aiuto a' tuoi servi: muoviti prestamente, e liberaci col tuo soccorso: perocché si sono collegati contro di noi tutti i re degli Amorrhei che abitan la montagna.7E Giosuè si mosse da Galgala, e con lui tutto l'esercito de' combattenti più valorosi.8E il Signore disse a Giosuè: Non aver paura di coloro: perocché io gli ho dati in tuo potere: nissuno di loro potrà resistere a te.9Giosuè adunque avendo camminato tutta la notte venendo da Galgala, improvissamente gli assaltò.10E il Signore li mise in iscompiglio alla vista d'Israele: e diede loro una grande sconfitta a Gabaon, e (Israele) gl'inseguì facendone scempio per la strada che sale a Beth-horon sino ad Azeca, e Maceda.11E nel sottrarsi colla fuga a' figliuoli d'Israele, essendo quelli nella discesa di Beth-horon, il Signore piovve sopra di loro dal cielo delle grandi pietre fino ad Azeca: e molti più perirono per la grandinata dei sassi, che pe’ colpi delle spade de' figliuoli d'Israele.12Allora si fu che Giosuè parlò al Signore nel giorno, in cui egli abbandonò gli Amorrhei al potere de' figliuoli d'Israele, e disse alla loro presenza: Sole, non ti muovere di sopra Gahaon; Luna, non muoverti di sopra la valle di Ajalon.13E si fermarono il sole e la luna, fintantoché il popolo facesse vendetta de' suoi nemici. Questa cosa non è ella scritta nel libro de’ giusti? Stette adunque fermo il sole nel mezzo del cielo, e non si affrettò a tramontare per lo spazio di un giorno.14Non fu mai nè prima, nè dopo giornata sì lunga, obbedendo il Signore alla voce di un uomo, e pugnando in favor d’Israele.15E se ne tornò Giosuè con tutto Israele agli alloggiamenti di Galgala.16Or i cinque re eran fuggiti, e si erano nascosti in una caverna della città di Maceda:17E fu recato avviso a Giosuè come erano stati scoperti i cinque re appiattati nella caverna della città di Maceda.18Ed egli ordinò, e disse a' compagni: Rotolate delle grandi pietre all'imboccatura della caverna, e mettetevi degli uomini diligenti a guardia di que’ che son dentro.19Ma voi non istate oziosi, anzi inseguite il nemico, e uccidete i men lesti alla fuga: e non permettete che si rifuggano nelle loro città forti quelli che Dio ha dato nelle mani vostre.20Fu adunque fatto gran macello de' nemici, quasi fino all’ultimo loro esterminio; e quegli, a' quali riuscì di sottrarsi alle mani d'Israele, entrarono nelle città forti.21E tutto l'esercito se ne tornò salvo, e senza perdita di un uomo a trovar Giosuè in Maceda, dove allora era il campo: e non v'ebbe cane che abbaiasse contro i figliuoli d'Israele.22E Giosuè ordinò, e disse: Aprite l'imboccatura della caverna, e menate fuora dinanzi a me i cinque re che vi sono appiattati.23E i ministri eseguirono il comando, e trasser fuora dalla caverna, e presentarono a lui i cinque re, il re di Gerusalemme, il re di Hebron, il re di Jerimoth, il re di Lachis, il re di Eglon.24E condotti che furono alla sua presenza, chiamò egli a sè tutti gli uomini d'Israele, e disse a' principi dell'esercito, che eran accanto a lui: Andate, e mettete i piedi sul collo di questi re. E quegli essendo andati, e avendo calpestati co' piedi i colli di que' re soggiogati,25Disse egli loro di nuovo: Non temete, non vi sbigottite, fatevi cuore, siate costanti: perocché così farà il Signore a tutti i nemici vostri, contro dei quali avete a combattere.26Indi Giosuè li fece battere, e uccidere, e li fece impiccare a cinque forche, e rimaser appiccati fino alla sera.27E sul tramontar del sole ordinò a’ compagni di levarli dai loro patiboli. E levatili, li gettarono nella caverna, in cui erano appiattati, e misero sull’entrata delle grosse pietre, le quali vi son rimase fino al dì d'oggi.28Lo stesso giorno prese ancor Giosuè per forza la città di Maceda, e mise a fil di spada il suo re, e tutti gli abitanti di essa: nè vi lasciò nemmen qualche piccolo avanzo. E fece al re di Maceda, come avea fatto al re di Gerico.29E da Maceda passò con tutto Israele a Lebna, e l'assediò:30E il Signore la diede insieme col suo re nelle mani d’Israele; e misero a fil di spada quanti si trovarono abitatori nella città: e non vi lasciaron anima viva. E fecero al re di Lebna, come avean fatto al re di Gerico.31Da Lebna passò a Lachis con tutto Israele: e circondatala col suo esercito l’assediò.32E il Signore diede Lachis nelle mani d'Israele, e la prese il secondo giorno, e mise a fil di spada tutta la gente che v'era dentro, come avea fatto a Lebna.33In quel tempo si mosse Horam re di Gazer per recare soccorso a Lachis: e Giosuè lo sconfisse con tutta la sua gente fino all'ultimo sterminio.34E passò da Lachis ad Eglon, e vi pose assedio.35E la espugnò nel medesimo giorno: e mise a fil di spada tutta la gente che vi era dentro, appunto come avea fatto a Lachis.36Andò parimente con tutto Israele da Eglon a Hebron, e le pose l'assedio:37E la prese, e mise tutto a fil di spada, ucciso anche il suo re, e così fece a tutte le piccole città di quel paese, e a tutta la gente che vi abitava: non la perdonò a nissuno: come avea fatto ad Eglon, così fece anche ad Hebron, mettendo a fil di spada quanta gente vi ritrovò.38Indi tornò verso Dabir,39La prese, e la saccheggiò: e uccise il suo, re, e mise a fil di spada quanta gente si trovò anche per le città circonvicine: non vi lasciò anima viva: come avea fatto ad Hebron, e a Lebna, e a' loro re, così fece a Dabir, e al suo re.40Giosuè adunque devastò tutto il paese montuoso, e di mezzodì, e il paese di pianura, e Asedoth co' loro re: non vi lasciò reliquia, ma uccise tutto quello che respirava, come gli aveva ordinato il Signore Dio d'Israele.41Da Cadesbarne sino a Gaza, e tutta la terra di Gosen fino a Gabaon:42E in una scorsa prese tutti i re, e devastò i loro paesi: perocché il Signore Dio d'Israele combattè per lui.43E se ne tornò con tutto Israele a Galgala, dove era l'accampamento.

Note:

10,1:Re di Gerusalemme. Questa città non era distante da Gabaon se non tre ore di strada. Adonisedech vuoi dire Signore di Giustizia: nome simile a quello di Melchisedech, nome celebre per quel re, di cui si è parlato nella Genesi. Vuolsi, che Gerusalemme dapprima fosse chiamata Zedech, o Sedech, e di poi Salem, e finalmente Gerusalemme. Vedi il Masio.

10,11:Il Signore pioove sopra di loro dal cielo delle grandi pietre. Molti Interpreti per questa pioggia di sassi intendono una folla e grossa e dura grandine; ma molti altri ancora si tengono al senso più semplice e più letterale. Di simili piogge di pietre sono molti esempi nelle storie. Veggasi la dissertazione del Calmet in questo luogo.

10,12:Sole, non ti muovere di sopra Gabaon; Luna, ec. Questo è il gran prodigio fatto da Dio alle preghiere di Giosuè. Questo capitano, messi in fuga i cinque re, temendo, che il tempo non gli mancasse per disfare interamente le loro schiere, e per cogliere i frutti della Vittoria, a Dio si rivolge pien di fidanza, e ispirato da lui comanda al solo, che si fermi. Alcuni credono, che la luna cominciasse nello stesso tempo a farsi vedere nella valle di Aialon, luogo poco distante da Gabaon; ma altri prendono questa giunta come una ripetizione del primo sentimento, onde voglia dire: il sol non si muova di sopra Gabaon, e il corso degli astri (tra' quali riguardo a noi ha il secondo luogo la luna ) sia interrotto per qualche tempo.

10,13:Questa cosa non è ella scritta nel libro de' giusti? Credesi lo stesso libro, che è citato altrove col titolo di libro delle guerre del Signore. Num. XXI. 14. Vedasi, che gli Ebrei ebbero di buon'ora attenzione di notare tutti gli avvenimenti e tutte le loro gesti ne' pubblici fasti, e che simili monumenti erano custoditi con gran diligenza. Non avendo voluto Dio, che giungesse fino a noi questo libro de' giusti, possiamo credere, che tutto quello, che ci conteneva d'importante per la storia della religione, era già detto negli altri libri ispirati, i quali merce della sua Providenza sono stati a noi conservati.
Stette adunque fermo il sole nel mezzo del cielo. Era adunque circa il mezzodì, quando Giosuè comando al sole di fermarsi. Le parole del testo non ammettono altro senso; e la storia stessa combina con questa interpretazione. Giosuè assali il nemico al fare del giorno. Qualche tempo durò la mischia, e qualche tempo vi volle prima, che tutto l'esercito de' cinque re si desse alla fuga, e qualche tempo prima, che il vincitore inseguendolo potesse giungere alla pianura di Ajalon. E non si affrettò al tramontare per lo spazio d'un giorno. Lo Spirito santo nell'Ecclesiastico XLVI.5. espone queste parole dicendo, che un sol giorno fa come due: vale a dire, che in vece di dodici ore quel giorno n'ebbe ventiquattro. Imperocchè si sa, che in que' tempi si contavano in qualunque stagione dodici ore di giorno e dodici di notte, le quali ore erano ineguali, secondo la varietà delle stagioni. Non abbiam verun lume dalla Scrittura per fissar la stagione, il cui avvenne questo prodigio.

10,14:Obbedendo il Signore alla voce d'un uomo. Lo che è un miracolo ancor più grande, che quello di fermare lo stesso sole. In simil guisa Davìdde non ebbe timore di dire che Dio farà la volontà di quei, che lo temono, Ps. 114. 19.

10,15:E se ne torno Giosuè, ec. Vale a dire Giosuè era in disposizione di tornare, a Galgala, quando la nuova, che gli fu data del luogo, dove si erano fuggiti i cinque re, gli fece mutar pensiero.

10,16:In una caverna della città di Maceda. In una caverna vicina a quella città.

10,21:In Maceda, dove era il campo. Maceda era il luogo, dove riunirsi dovea tutto l'esercito.
E non v'ebbe cane, che abbajasse. Frase proverbiale, ma piena di enfasi, e altissima a significare il terrore grande, che si concepi del nome Ebreo in tutto quel paese dopo tali avvenimenti e lo sbigottimento di que' popoli, i quali ben lungi dal fare resistenza, non amano più fiato nemmen per parlare.

10,24:Disse a' principi dall'esercito... mettete i piedi sul collo ec. Mosè lo avea predetto, Deut. XXXIII. 29., e certamente non senza special disposizione di Dio furono così trattati questi re, primo in pena delle loro empietà o degl'infami loro vizj: secondo per vie più alienare l'Ebreo da ogni commercio e relazione co' Chananei, i principi de' quali vedea trattarsi con tanto disprezzo: terzo per accrescere negl' Israeliti medesimi il coraggio nel principio d'una guerra assai difficile.

10,27:Sul tramontare del sole ordinó ec. Conformandosi alla legge Deut. XXX. ult.

10,32:Il secondo giorno. Intendesi probabilmente il Secondo giorno dall'assedio.

10,37:Ucciso anche il suo re. Quel re, che era succedute nel principato di Hebron all'altro, che era stato preso nella caverna.