Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Osea 11


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Il Signore dimostra, che egli ha sempre amato Israele, ma per le sue scelleraggini lo dà in potere degli Assirj: e non di meno per la sua misericordia egli lo farà tornare al suo paese, affinchè serva al Signore insieme colle nazioni convertite.

1Come passa un mattino, passerà il re d'Israele. Israele era bambino, ed io l'amai, e dall'Egitto richiamai il mio figliuolo.2Lo richiamarono, ed egli si alienava da essi. Hanno immolato vittime a Baal, e offerti sagrifizj ai simulacri.3Io feci da balio con Ephraim; lo portai tralle mie braccia; ed ei non conobbero, che io son quegli, che ho cura di lor salute.4Io li trassi co' vincoli proprj degli uomini, co' vincoli della carità: io fui, che tolsi il capestro, che stringeva lor le mascelle, e porsi lor da mangiare.5Ei non torneranno nella terra d'Egitto, ma Assur sarà il loro re, perchè non han voluto convertirsi.6La spada ha cominciato di andar in giro pelle loro città, e sterminerà i cittadini migliori, e divorerà i loro capi.7E il mio popolo aspetterà ansiosamente il mio ritorno; ma il giogo, che sarà imposto a tutti loro, non sarà tolto.8Che farò io di te, o Ephraim? ti proteggerò io, o Israele? ma in qual modo potrò io trattarti come Adama, e ridurti come Seboim? Il mio cuore alterna dentro di me, io mi ripento insieme, e mi conturbo.9Non lascerò agire il furore dell'ira mia; non m'indurrò a sperdere Ephraim, perchè io son Dio, e non un uomo: il santo in mezzo a te, e io non entrerò nella città.10Eglino seguiranno il Signore, egli ruggirà qual lione, ruggirà egli stesso, e ne avranno spavento i figliuoli del mare.11E voleran dall'Egitto come un uccello, e dall'Assiria come una colomba, e io li rimetterò nelle case loro, dice il Signore.12Ephraim mi ha circonvenuto con rinegarmi, e la casa d'Israele colle sue frodi; ma Giuda è venuto a rendere testimonianza a Dio, ed è fedele co' santi.

Note:

11,1:Come passa un mattino, passerà il re di Israele. Osea ultimo re d'Israele, fu per quel popolo come una bella aurora, dopo una fosca e tetra notte, perchè egli diede buona speranza di se, e fatta alleanza col re d'Egitto, parve, che avesse procurato un buon sostegno alla vacillante repubblica: ma l'aurora presto passò, e le speranze svanirono.
Israele era bambino, ed io l'amai, ec. Israele era piccolo, imbelle, senza difesa nell'Egitto, e io l'amai, e perchè lo amai, lo richiamai dall'Egitto. L'Evangelista s. Matteo dice, che quelle parole dall'Egitto chiamai il mio figliuolo, si adempierono nel ritorno di Cristo da quel paese, nel quale era stato portato nel tempo della persecuzione di Erode. Israele, cui Dio stesso diede il nome di figliuol suo, e difigliuol primogenito (Erod. IV.23,23) quando ordinò per bocca di Mosè a Faraone di lasciarlo andar libero da quel paese, Israele dico, in tale occasione fu una figura di Cristo fanciullo ricondotto dall'Egitto, e figura tanto più propria, perchè a Cristo più veracemente si conviene il nome di figliuol primogenito di Dio, e perchè egli fu secondo l'umana natura la più nobile parte di quel popolo, da cui volle nascere.

11,2:Lo richiamarono, ec. Mosè e Aronne trasser questo popolo dall'Egitto, e questo popolo in vece di star unito con essi si alienò da loro, mormorò, si ribellò, si diede al culto de' falsi dei.

11,3:Io feci da balio con Ephraim. Vedi la stessa similitudine, Deuter. I. 3.

11,4:Coi vincoli propri degli uomini, ec. Procurai di trargli a me co' miei benefizi, e col mio amore, ben sapendo, come tali vincoli sono possenti a guadagnare i cuori umani. Io fui, che tolsi il capestro, ec. Vuol significare la cura amorosa, che ebbe d'Israele nel tempo di sue fatiche, e travagli nel pellegrinaggio del deserto, e dice, che siccome il contadino, che ara, toglie di tanto in tanto il giogo dal collo de' buoi, e il capestro dalle loro mascelle, affinchè possano ristorarsi, e mangiare; così Dio die de sovente a quel popolo giorni di consolazione, e di ristoro, e porse a lui cibo da refocillarsi, col qual cibo viene accennata la manna.

11,5:Ei non torneranno nella terra d'Egitto, ec. La ingratitudine, con cui Israele corrispose alla mia carità, è degna di eterno biasimo, e di gastigo sonoro. L'Egitto non sarà il loro refugio, e là non potranno andare a sal varsi dall'ira mia: e perchè non hanno voluto tornare a me, io darò ad essi un altro padrone, cioè l'Assiro.

11,6:La spada ha cominciato ec. Alcuni ciò riferiscono alle guerre intestine del regno d'Israele dopo la morte di Jeroboam II.; altri alle ripetute scorrerie degli Assiri. Vedi IV. Reg. X V. XV1.

11,7:Aspetterà ansiosamente il mio ritorno; ec. Aspetterà ch'io ritorni a lui, a visitarlo, a liberarlo. Ma il loro giogo sarà perpetuo.

11,8:Che farò io di te, o Ephraim? ti proteggerò io, ec. Fa qui Dio quasi la figura di due persone, di padre appassionato, e di giudice; onde i sentimenti e di padre, e di giudice alternano nel cuore di lui. Ti proteggerò io, o Israele, a dispetto delle tue iniquità? Ti tratterò io come Adama, e Scboim incendiate col fuoco dal cielo; ti tratterò io così con tutto l'amore, che io ti porto tuttora? (Vedi Gen. XIX. 24.). Mi ripento quasi della sentenza data contro di te, e nello stesso ripentirmi non mi trovo contento, perchè tu non pensi ancora a convertirti.

11,9:Perchè io son Dio, e non un uomo. Non lascerò libero il campo al furore dell'ira mia, perchè io non sono un uomo, che sovente non sa contenere il giusto suo sdegno, ma come Dio, io so non solo contenermi dentro i limiti della giustizia nel gastigare, ma di più tempero con gran misericordia le mie vendette.
Il sanato in mezzo a te. Il Dio della santità è stato adorato da te, ed è adorato tuttora da non pochi uomini pii, e religiosi, che sono in te. E io non entrerò nella città. È molto difficile il trovare un senso conveniente a queste parole: il meno inverisimile mi sembra questo: Non entrerò con furor di nimico nelle tue città per di struggerle con tutti gli abitatori, come feci di Adama,Seboim, Sodoma,e Gomorra. Lo stile di Osea stretto, pieno di allusioni, e copioso di sensi più, che di parole, dà talora occasione d'indovinare piuttosto, che di accertare quello, che abbia voluto dire il Profeta.

11,10:Eglino seguiranno il Signore, egli ruggirà qual lione. Si volgeranno a Dio, quando egli, quasi forte irato lione, co' suoi ruggiti gli atterrirà.
E ne avranno spavento i figliuoli del mare. I figli del mare sono gl'idolatri, ovvero gli occidentali popoli. Abbiam già notato altre volte, che Israele ingolfato nella idolatria è molte volte ne' profeti tipo, e figura dei Gentili. Quindi e gli Ebrei, e s. Girolamo riconoscono in queste parole la predizione della conversione e degli Israeliti dispersi, e de' Gentili alla predicazione di Cristo, e de' suoi Apostoli. Ed è adombrata la efficacia di questa predicazione coll'effetto, che fa in un uomo il ruggito di un lione, ruggito, che infonde timore, e tremore, e commove tutto l'uomo.

11,11:E voleran dall'Egitto come un uccello, ec. Continua la stessa predizione. Voleranno da tutte parti gli uomini alla chiesa di Cristo, il quale li rimetterà ne' diritti di popolo di Dio, li rimetterà nella vera loro patria, nella spirituale casa, da cui furono separati per la idolatria, e per le iniquità, che la accompagnano. Ma il Profeta, che parlava agli Israeliti, de' quali molti si erano dispersi per l'Egitto, e il massimo numero nell'Assiria, nomina per ciò que' due paesi, da' quali verranno gli stessi Israeliti, cioè i Gentili, alla chiesa.

11,12:Ephraim mi ha circonvenuto ec. Torna il Profeta a' suoi Israeliti idolatri, e infedeli, a' quali Dio dice, ch'ei lo hanno tradito col rinnegarlo, e più ancora colla loro ipocrisia, perocchè facevan mostra di adorar sempre il vero Dio, quando erano perduti dietro ai loro vitelli d'oro.
Ma Giuda è venuto ec. Ma mentre Ephraim mi rinnega, Giuda rende testimonianza alla verità, ed al vero Dio, e conserva il suo culto, e a lui è fedele insieme co' santi Patriarchi, e Profeti, de' quali imita e mantiene la fede. Può essere, che il Profeta alluda alla solenne ristaurazione del culto di Dio, che si fece nel popolo di Giuda sotto il pio re Ezechia, IV. Reg. XVIII.