Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Daniele 9


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Orazione di Daniele. Rivelazione delle settanta settimane fino alla unzione del Santo de' santi, e alla morte di Cristo, dopo la quale sarà sterminato il suo popolo, e l'abbominazione della desolazione sarà nel tempio.

1L'anno primo di Dario figliuolo di Assuero della stirpe de' Medi, il quale governò il regno de' Caldei.2Il primo anno del regno di lui, io Daniele considerai ne' libri il numero degli anni, di cui parlò il Signore a Geremia profeta, che dovean essere settanta anni completi della desolazione di Gerusalemme,3E rivolsi la mia faccia al Signore Dio mio per pregarlo, e supplicarlo ne' digiuni, nel cilizio, e nella cenere;4E feci orazione al Signore Dio mio, e a lui diedi laude, e dissi: Invoco te, Signore, Dio grande, e terribile, che mantieni il patto, e la misericordia con que', che ti amano, e osservano i tuoi comandamenti:5Noi abbiam peccato, abbiam commessa l'iniquità, abbiamo operato empiamente, e ci siamo tirati indietro, e siamo usciti della strada de' tuoi comandamenti, e de tuoi giudizj:6Non abbiamo ubbidito a' tuoi servi, i profeti, i quali in nome tuo parlarono a nostri regi, e a' nostri principi, e a' padri nostri, e a tutto il popolo della terra.7A te, o Signore, la giustizia, ma a noi il rossore del volto, come avvien ora agli uomini di Giuda, e agli abitatori di Gerusalemme, ed a tutto Israele, a que' che sono dappresso, e a que' che sono lontani in tutti i luoghi, dove tu gli hai dispersi pelle loro colpe, colle quali han peccato contro di te:8A noi, Signore, il rossore del volto a nostri regi, a' nostri principi, e a padri nostri, i quali peccarono;9Ma a te, Signore Dio nostro, misericordia, e propiziazione; perchè noi ci ritirammo da te,10E non abbiamo ascoltata la voce del Signore Dio nostro, per camminare nella sua legge data a noi da' servi di lui, i Profeti.11E tutto quanto Israele è stato prevaricatore della tua legge, e si è sviato per non udir la tua voce, ed è piovuta sopra di noi la maledizione, e l'anatema, che sta scritto nel libro di Mosè servo di Dio, perchè noi abbiam peccato contro di lui.12Ed egli ha adempiuta la parola pronunziata da lui sopra di noi, e sopra i principi nostri, che ci reggevano, mandando sopra di noi un male grande, qual mai non fu sotto il cielo, e quale è avvenuto a Gerusalemme;13Secondo che era scritto nella legge di Mosè, tutto questo male è venuto sopra di noi: e noi non siamo ricorsi a te, o Signore Dio nostro, per ritrarci dalle nostre iniquità, e meditare la tua verità.14E il Signore fu vigilante al gastigo, e lo fé cadere sopra di noi: giusto il Signore Dio nostro in tutte le opere, ch'egli ha fatte: perocché noi non ascoltammo la sua voce.15E ora, Signore Dio nostro, che traesti il tuo popolo dall'Egitto con mano forte, e facesti a te un nome, qual tu l'hai adesso, noi abbiam peccato, abbiam commessa l'iniquità.16Signore, per tutta la tua giustizia io ti prego, rimuovi l'ira, e il furor tuo dalla tua città, Gerusalemme, e dal tuo monte santo; imperocché per ragion de' nostri peccati, e pelle iniquità de' padri nostri, Gerusalemme, e il popol tuo sono lo scherno di tutti quegli, che ci stanno all'intorno.17Adesso adunque esaudisci, o Dio nostro, l'orazione del tuo servo, e le sue suppliche; e per te medesimo mostra ilare la tua faccia sopra il tuo santuario, che è deserto.18Porgi, Dio mio, il tuo orecchio, ed ascolta, apri gli occhi tuoi, e mira la nostra desolazione, e la citta, che ha avuto nome da te: imperocché sulla fidanza non della nostra giustizia, ma delle molte tue misericordie queste preci umiliamo davanti alla tua faccia,19Esaudisci, o Signore, placati, o Signore: mira, ed opera; per amor di te stesso, non esser lento, Dio mio, perchè la città, e il popol tuo hanno nome da te.20E mentr' io tuttor parlava, e ora va, e confessava i peccati miei, e i peccati del mio popolo d'Israele, e umiliava le mie preghiere al cospetto del mio Dio a favore del monte santo del mio Dio,21Mentr'io tuttora orando parlava, ecco che l'uomo, ch'io a principio avea veduto nella visione, Gabriele, subitamente volando mi toccò nel tempo del sacrifizio della sera,22E m' istruì, e parlommi, e disse Daniele, io son venuto adesso per istruirti, e perchè tu abbi intelligenza.23L'ordine fu dato (a me) fin dal cominciamento di tua orazione, ed io sono venuto a dare a te cognizione; perocché tu se' uomo di desideri. Tu adunque bada alle (mie) parole, e com prendi la visione:24Sono state fissate settanta settimane pel popol tuo, e per la tua città santa, affinchè la prevaricazione sia tolta, ed abbia fine il peccato, e sia cancellata l'iniquità, e venga la giustizia sempiterna, ed abbia adempimento la visione, e la profezia, e riceva l'unzione il Santo de' santi.25Sappi adunque, e nota attentamente: Da quando uscirà l'editto per la riedificazione di Gerusalemme fino al Cristo principe vi saranno sette settimane, e sessantadue settimane: e saran di nuovo edificate le piazze, e le muraglie in tempo di angustia.26E dopo sessantadue settimane il Cristo sarà ucciso, e non sarà più suo il popolo, che lo rinnegherà. E la città, e il santuario sarà distrutto da un popolo con un condottiere, che verrà, e la sua fine sarà la devastazione, e dopo che la guerra avrà fine, sarà la desolazione stabilita.27Ei confermerà il testamento con molti in una settimana, e alla metà della settimana verran meno le ostie, e sagrifizj, e sarà nel tempio l'abbominazione della desolazione, e la desolazione durerà sino alla consumazione,e sino al fine.

Note:

9,1:L'anno primo di Dario ec. Egli è Dario il Medo, di cui è parlato capo V. 31., e il primo anno del regno di questo re era l'anno terzo del regno di Ciro in Persia, secondo la miglior cronologia.

9,2:Considerai ne' libri ec. Daniele (come gli altri Ebrei) nella sua cattività leggeva i libri santi, e particolarmente le profezie di Geremia, nelle quali era stato predetto più volte, che settanta anni dovea durare la desolazione di Gerusalemme e della Giudea.

9,3:Ne' digiuni, nel cilizio e nella cenere. Daniele arma, per così dire, la sua orazione colla mortificazione, e col le umiliazioni della penitenza.

9,4:Mantieni il patto, e lu misericordia ec. Mantieni con fedeltà degna di te le promesse fatte per pura misericordia.

9,7:A te, o Signore, la giustizia. A te deesi la lode di pura, e incorrotta giustizia, perchè ci punisci non solo secondo i nostri peccati, ma meno ancora di quel che si meritano i nostri peccati.

9,9:A te ... misericordia e propiziazione. Ma è cosa degna di te, e usata da te, l'avere misericordia, e l'esser propizio a' peccatori, quand' ei riconoscono le loro colpe, e le piangono.

9,11:La maledizione, e l'anatema, che sta scritto nel libro di Mosè. Allude alle maledizioni pronunziate contro i trasgressori della legge, Deuter. XXVII. 13. ec.

9,16:Per tutta la tua giustizia. La voce giustizia è qui posta a significare la fedeltà di Dio, il quale promise ai penitenti il perdono, e secondo questa promessa non manca mai di concederlo alla sincera penitenza.

9,17:E per te medesimo ec. Non pe' meriti nostri, ma per quel che tu sei, per la tua misericordia, per la tua immensa bontà. Ovvero, per la tua propria gloria, per la gloria del nome tuo, che sarà esaltato nella nostra liberazione.

9,21:Nel tempo del sacrifizio della sera. Nel tempo in cui soleva offerirsi l'olocausto dell'agnello, verso il tramontar del sole, tralle due sere (Num. XXVIII. 4.), dopo la nona ora, ora di orazione. Quantunque quel sacrifizio più non si offerisse allora, Daniele però non lasciava di consecrare quel tempo a Dio, e di offerirgli i suoi voti, e le preghiere, e le adorazioni, come avrebbe fatto, se lo stesso sacrifizio si fosse offerto, ed egli fosse stato presente.

9,23:Tu se' uomo di desideri. Vale a dire, uomo pieno di ardenti brame della gloria di Dio, e del bene de' tuoi fratelli. Non credo, che possa convenire in questo luogo altro senso a queste parole. Vedi Hieron. Theodor. ec.

9,24:Sono state fissate settanta settimane pel popol tuo, e per la tua città santa. Il senso, che abbiam dato alla parola abbreviata e è manifestamente certo secondo il significato della voce Ebrea. Vedi ancora Isai. X. 22. Daniele orava, digiunava per ottenere da Dio la liberazione del popol suo dalla cattività, e la ristorazione della città santa, e del tempio; e Dio a quest'uomo di desideri non solo rafferma le promesse fatte già a favore degli Ebrei cattivi in Babilonia, e a favor di Gerusalemme, ma gli rivela ancora l'altissimo mistero della venuta del Messia, del tempo preciso, in cui egli debbe venire, del tempo, in cui saranno tolte da questo Agnello di Dio le prevaricazioni, e i peccati degli uomini, del tempo, in cui la giustizia sempiterna, cioè lo stesso Messia, sole di eterna giustizia, spunterà sopra la terra a giustificazione, e santificazione degli uomini, del tempo, in cui tutte le visioni, e tutte le profezie dell'antico Testamento saranno adempiute in lui che è fine della legge, come disse Paolo; del tempo finalmente, in cui questo Messia, che è il Santo de' santi, sarà unto, e consacra to dallo Spirito santo in Sacerdote, Re, Profeta, Dottore, Legislatore, e Redentore degli uomini. Noi vedremo, come in questa grandiosa profezia, la venuta del Cristo, la nascita, il battesimo, la passione e la morte, si fissano ai loro anni determinati; e quello, che indi ne avvenne ai danni del popolo traditore, e omicida del medesimo Cristo, è annunziato con tanta chiarezza, che qualunque sistema di cronologia si voglia adottare, non hanno ripa ro gli Ebrei contro la evidente dimostrazione, che quin di nasce della venuta del Messia.

9,25-26:Da quando uscirà l'editto per la riedificazione di Gerusalemme ec. Tutti convengono, che le 70 settima ne sono di anni. Di queste settimane l'Angelo ne fa tre parti, una di sette settimane, una di sessantadue setti mane, la terza di una settimana, alla metà di cui il Messia sara ucciso. La città sarà riedificata nelle sette settimane, anni quarantanove, che cominceranno dall'editto, con cui il re di Persia darà la permissione di riedificarla; indi correranno sessantadue settimane (anni 434) fino al tempo, nel quale il Cristo sarà unto. L'anno ventesimo del suo regno il re Artaserse diede la permissione di riedificare la città, II. Esd. II. I. 5. 6, e ne' capi IV. VI. VII. dello stesso libro sono descritte le contraddizioni dei nemici degli Ebrei, e come usarono ogni arte per impedire, o almeno mandare in lungo il lavoro, e questo riuscì loro, onde quarantanove anni si assegnano a tutta l'opera di ristorar la città, rialzarne le mura, e renderla assai forte per sostenersi contro i nemici; opera, che fu fatta in tempo di angustia. Vengono indi le sessantadue settimane, che si conducono fino all'anno quindicesimo di Tiberio nel qual anno Cristo fu battezzato, e unto dallo Spirito santo, il quale discese sopra di lui, quando si vide avverata la predizione di Isaia: Lo spirito del Signore sopra di me: perchè egli mi unse, mi mandò ad evangelizzare a' poveri ec. Vedi Luc. V. 18. Cristo dopo aver predicato tre anni e mezzo, fu ucciso nella metà dell'ultima settimana; e fin d'allora l'ostia, e il sacrifizio carnale divenne inutile, e fu come se già non fosse, benchè si continuasse dagli Ebrei fino alla distruzione del tempio. Ecco brevemente in qual modo può formarsi questo calcolo senza entrare nelle varie questioni crono logiche, nelle quali il mio istituto non mi permette d'ingolfarmi.
Il Cristo sarà ucciso, e non sarà più suo il popolo, che lo rinnegherà. Sarà adunque allora adempiuta la predizione di Osea: Voi non mio popolo, e io non vostro Dio, cap. 1. 9. L'Ebreo, che disse di non avere altro re, fuori di Cesare, perderà il titolo, e le prerogative di popolo di Dio.
E la città, e il santuario sarà distrutto ec. In pena dell'orrendo delitto la città, e il tempio sarà distrutto da Tito, e da' Romani, e la fine di Gerusalemme sarà il totale di lei esterminio, e in questa desolazione, e disertamento è stabilito, che ella si rimanga per sempre.

9,27:Ei confermerà il testamento con molti in una settimana. Il Cristo predicando il suo Vangelo, e dando il sangue, e la vita per la salute degli uomini nell'ultima settimana, fermera, e stabilirà la nuova alleanza con molti, cioe con tutti i credenti.
E sarà nel tempio l'abbominazione della desolazione. Sopra queste parole ripetute da Cristo, vedi quel che si è detto Matth. XXIV. 15. Comunemente s'intende qui predetta la profanazione del tempio fatta dagli stessi Ebrei; e particolarmente da quelli, che si dicevano zelatori, i quali ogni sorta di eccesso commessero nel tempio istesso, quando Tito ebbe posto l'assedio alla città.
E la desolazione durerà ... sino al fine. Ella dura tuttora secondo questa profezia, e l'avveramento pienissimo di essa, e di tutte le particolarità annunziate da Daniele intorno al Messia non ha potuto finora servire a illuminare il popolo, che lo rinnegò: ma anche questa incredibile cecità, e questo induramento fu già predetto, onde lo stato presente del medesimo popolo diviene un' invincibil dimostrazione della verità della religione Cristiana.