Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Secondo libro di Samuele 14


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Gioabbo, mediante l'industria di una donna di Thecua, proccura di far richiamare Assalonne da Gessur a Gerusalemme. Bellezza di Assalonne: suoi figliuoli. Egli dopo il suo ritorno non vede il volto del padre per due anni, fino a tanto che fece dar il fuoco alla messe di Gioabbo.

1Ma Gioab figliuolo di Sarvia avvedutosi, come il cuore del re si piegava verso di Assalonne,2Mandò gente a Thecua, e fece di là venire una donna prudente, e dissele: Fingi di essere in lutto, e prendi una veste da duolo, e non ungerti con olio, affinchè tu rassembri a una donna che pianga da molto tempo un morto.3E ti presenterai al re, e gli parlerai così, e così. E Gioab la imboccò.4Presentatasi adunque al re la donna di Thecua, si prostrò colla fronte per terra dinanzi a lui, e lo adorò, e disse: Salvami, o re.5E il re le disse: Che hai tu? Ed ella rispose: Ahi! io sono una donna vedova, e mi è morto il marito.6E la tua serva avea due figliuoli, i quali son venuti tra di loro a contesa alla campagna dove non era alcuno che potesse attenergli: e un di loro diede un colpo all'altro, e lo uccise.7E ora tutta la parentela se la prende contro la tua serva, e dicono: Dà nelle mani a noi colui che ha ucciso il fratello, affinchè lo facciamo morire per vendicare la morte del fratello, cui egli ha ucciso, e leviamo dal mondo l'erede. E cercano di spegnere una scintilla, che mi era rimasa, onde non resti più nome, nè reliquia di mio marito sopra la terra.8E il re disse alla donna: Vattene a casa tua; e io darò gli ordini opportuni per te.9Ma la donna di Thecua disse al re: Sopra di me cada la colpa, o re mio signore, e sopra la casa del padre mio: ma il re, e il suo trono sieno senza reato.10E il re disse: Se alcuno vorrà inquietarti, fallo venire dinanzi a me, e non avrà più ardire di darti noja.11E quella disse: Pel Signore Dio suo ricordisi il re di far sì che, non cresca il numero di coloro che cercan di far vendetta del sangue de' loro parenti, e che costoro non uccidano il mio figliuolo. Diss'egli: Viva il Signore: non cadrà a terra un capello del tuo figliuolo.12Disse allora la donna: Sia lecito alla tua serva di dire una parola al re mio signore. Ed egli disse: Parla.13E la donna soggiunse: Per qual motivo hai tu presa tal risoluzione in disvantaggio del popol di Dio, e perchè ha egli il re determinato di far questo male, di non richiamare il suo (figliuolo) sbandito?14Tutti siam mortali, e ci sperdiamo nella terra come l’acqua che non può più raccogliersi, e Dio non vuole che alcun uomo perisca, ma è inclinato a mutar sentenza, affinchè non perisca interamente colui che giace per terra.15Ora io son venuta per dir questo al mio signore in presenza del popolo. E la tua serva disse: parlerò al re (per tentare) se mai il re facesse quello che dirà a lui la sua serva.16E il re mi ha esaudita, e ha liberata la sua serva dalle mani di tutti quei che volevano togliere me, e insieme il mio figlio dall'eredità di Dio.17Dica adunque la tua serva, che la parola del re mio signore sia qual sacrifizio. Imperocché il re mio signore egli è come un Angelo di Dio, il quale nè pel bene, nè pel male non si commuove: per la qual cosa anche il Signore Dio tuo è con te.18Ma il re rispose, e disse alla donna: Non, celarmi quello ch'io ti domanderò. E la donna disse: Parla, ore signor mio.19E il re disse: Non ti ha egli dato mano Gioab in tutto questo? Rispose la donna, e disse: Per la vita tua, o re mio signore, tu hai dato addirittura nel segno in tutto quello che hai detto, o re mio signore: perocché Gioab tuo servo egli stesso mel comandò, e mise in bocca della tua serva tutte queste parole.20Il tuo servo Gioab fu quegli che mi comandò di valermi di questa parabola: ma tu, o re mio signore, tu sei saggio come è saggio un Angelo di Dio, onde tutte intendi le cose del mondo.21E il re disse a Gioab: Ecco ch'io son placato, e fo tutto quello che chiedi: va adunque, e richiama il figliuolo Assalonne.22E Gioab prostratosi boccone per terra adorò, e ringraziò il re, e disse: Oggi il tuo servo ha riconosciuto, come ha trovato grazia negli occhi tuoi, o re mio signore; perocché hai esaudite le parole del tuo servo.23E Gioab si alzò, e andò a Gessur, e condusse Assalonne a Gerusalemme.24Or il re avea detto: Tornì a casa sua, ma non mi comparisca davanti. E Assalonne tornò a casa sua, ma non comparì davanti al re.25E non eravi alcuno in tutto Israele così bello, e avvenente formisura, come era Assalonne: dalle piante dei piedi fino alla cima del capo egli era senza difetto.26E quando si tagliava la cappelliera (Io che faceva una volta l’anno, perchè essa lo incomodava), i capelli della sua testa pesavano dugento sicli al peso comune.27Or Assalonne ebbe tre figliuoli, e una figlia per nome Thamar, che era molto avvenente.28E dimorò Assalonne in Gerusalemme due anni, ma non vide la faccia del re.29Mandò egli pertanto a chiamar Gioab per farlo andare a trovar il re: ma quegli non volle venire a lui. E avendo mandato per la seconda volta, e quegli avendo ricusato di venire,30Diss'egli a’ suoi servi: voi conoscete il campo di Gioab vicino al mio campo, dov'è l’orzo da mietere: andate pertanto, e mettetevi il fuoco. I servi adunque di Assalonne detter fuoco alla messe. E i servi di Gioab andarono a lui avendo stracciate le loro vesti, e dissero: I servI di Assalonne han messo fuoco a una parte del tuo campo.31Allora Gioab si mosse, e andò alla casa dI Assalonne, e disse: Per qual ragione i tuoi servi hanno eglino dato fuoco alla mia messe?32E Assalonne disse a Gioab: Mandai a pregarti di venire a me per mandarti a dire al re: Perchè son io venuto da Gessur? Era meglio per me che stessi colà: fa adunque, ti prego, ch’io vegga la faccia del re: che se egli si ricorda del mio peccato, mi uccida.33Allora Gioab presentatosi al re fece a lui l’ambasciata: e Assalonne fu chiamato ed entrò dove era il re, e prostrato per terra dinanzi a lui, lo adorò: e il re baciò Assalonne.

Note:

14,2:Mando gente a Thecua. Questa città era della tribù di Giuda in distanza di dodici miglia da Gerusalemme verso mezzodì.

14,5:Io sono una vedova, ec. Questa e la parabola inventata da Gioab, e da lui insegnata a questa donna, che avea assai buono spirito per ben rappresentarla.

14,7:Da' nelle mani a noi colui, ec. Questa donna per intenerire Davidde espone il fatto in tal guisa, che gli dipinge insieme le storte intenzioni da' parenti, i quali mostrando solo di giustizia pensano realmente a fare il loro interesse.

14,9:Sopra di me cada la colpa, ec. Signore, se mai tu fossi ancora perplesso ad accordarmi la vita del mio figliuolo per timore di commettere ingiustizia, io prenderò sopra di me tutta la colpa, e prego Dio, che a me ne faccia portar la pena, e non mai a te. Tale è la sposizione più semplice di queste parole.

14,13:Per qual motivo hai tu ec. Dalla sentenza già pronunziata in favore del suo figliuolo la donna argomenta, e prova, che il re commette ingiustizia, se non perdona ad Assalonne. Questo sentimento è esposto, e girato con molta avvedutezza.

14,17:La parola del re mio signore sia qual sacrifizio. La grazia, che tu mi hai fatto, sia accetta a Dio, come un sacrifizio di odor soave.
Come un Angelo del Signore, il quale ne pel bene, ec. Il re mio signore amministra la giustizia non come uomo, ma come un Angelo incapace di lasciarsi turbare da verun affetto,o passione, o parzialità, senza aver riguardo ne al bene, che di lui si dica di chi cerca di adularlo, ne alle querele ingiuste di quelli, che nol vorrebbono cosi retto nel giudicare.

14,26:E quando si tagliava ec. Assalonne facendosi scorciare ogni anno i capelli, pesando quello che si era tagliato, e paragonandolo con quello che restava della grande sua capelliera, si faceva il conto, che egli avea sul capo il peso di dugento sicli (o sia di cento once) di capelli. È descritta l'avvenenza di Assalonne, come quella che non poco contribuì a guadagnare a lui l'affetto di molti, ed e in particolare fatta menzione, della sua capelllera, la quale essendo stato gran fomento di sua vanità, fu poi strumento della infelice sua morte.