Scrutatio

Mercoledi, 8 maggio 2024 - Madonna del Rosario di Pompei ( Letture di oggi)

Giudici 16


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LA SACRA BIBBIABIBBIA MARTINI
1 Una volta Sansone andò a Gaza. Qui, vista una prostituta, andò da lei.1 Andò eziandio a Gaza, e ivi vide una donna meretrice, ed entrò in casa di lei.
2 Quando gli abitanti di Gaza seppero che era arrivato Sansone, per tutta la notte furono in gran movimento perché volevano tendergli un'insidia alle porte della città. Poi però, per tutta la notte, non agirono pur restando in attesa, perché pensavano: "Dovremo attendere fino all'alba, ma l'uccideremo!".2 La qual cosa avendo udita i Filistei, ed essendosi propalato tra loro, che Sansone era entrato nella città, lo circondarono, e posero guardie alle porte della città: e ivi aspettarono quietamente tutta la notte per ucciderlo la mattina, quando partisse.
3 Sansone invece se ne restò a letto fino a mezzanotte. A mezzanotte si alzò: dette di piglio ai battenti della porta della città e li svelse insieme ai due stipiti e al chiavistello. Caricatili poi sulle spalle, andò a portarli sulla cima del monte che sorge davanti a Ebron.3 Ma Sansone dormì sino alla mezza notte: e di poi alzatosi prese ambedue le porte della città co' loro contrafforti, e serrature, e messele sulle sue spalle, le portò alla cima del monte che guarda Hebron.
4 In seguito Sansone si innamorò di un'altra donna, che abitava nella valle di Sorek e si chiamava Dalila.4 Amò di poi una donna che abitava nella valle di Sorec, chiamata Dalila.
5 Allora i prìncipi dei Filistei andarono dalla donna e le dissero: "Seducilo, per sapere quale sia il segreto della sua grande forza e con quali mezzi potremo aver ragione di lui, per legarlo e ridurlo all'impotenza. Noi ti daremo ciascuno mille e cento sicli d'argento".5 E andarono a lei i principi de' Filistei, e dissero: Ingannalo, e fatti dire, donde a lui venga tanta fortezza, e in qual modo noi possiam superarlo e legarlo, e punirlo: se tu farai questo, ti daremo ciascun di noi mille, e cento monete d'argento.
6 Allora Dalila disse a Sansone: "Ti prego, svelami quale sia il segreto della tua grande forza e con quali mezzi potresti essere legato e ridotto all'impotenza".6 Disse adunque Dalila a Sansone: Dimmi di grazia in che consista la tua somma fortezza; e qual sia quella cosa, colla quale tu essendo legato non potresti scappare.
7 Le rispose Sansone: "Se fossi legato con sette corde di nervo fresche, non ancora essiccate, perderei la mia forza e sarei come un uomo qualsiasi".7 Le rispose Sansone: Ove io sia legato con sette corde fatte di nerbi freschi, e ancora umidi, io sarò debole come gli altri uomini.
8 Subito i prìncipi filistei inviarono a Dalila sette corde di nervo fresche, non ancora essiccate ed essa con quelle legò Sansone:8 E i principi de' Filistei portarono a lei le sette corde, come avea detto: e con esse ella legollo,
9 nella stanza intanto c'era, pronta ai suoi cenni, gente all'agguato. Poi essa gli gridò: "I Filistei ti assalgono, Sansone!". Ma egli distrusse i legami come si volatilizza un filo di stoppa che senta il fuoco. E così il segreto della sua forza non fu svelato.9 Stando quelli nella casa di lei in agguato, e aspettando l'esito dell'affare, ed ella gridò a lui: Sansone, i Filistei ti sono addosso. Ed egli ruppe le corde, come uno romperebbe un filo torto di cattiva stoppa, allorché ha sentito l'odor del fuoco: così non potè sapersi, donde fosse in lui tanta forza.
10 Disse Dalila a Sansone: "Ecco, ti sei preso gioco di me, raccontandomi bugie; ora dimmi con che cosa potresti essere legato".10 E dissegli Dalila: Ecco che tu mi hai ingannata, e m'hai detto il falso: dimmi almeno adesso con qual cosa convenga legarti.
11 Egli le rispose: "Se davvero fossi legato con funi nuove, mai adoperate, perderei la mia forza e sarei come un uomo qualsiasi".11 Egli le rispose: Ove io sia legato con funi nuove, che non sieno state mai messe in opera, io sarò debole, e simile agli altri uomini
12 Subito Dalila prese delle funi nuove, lo legò e poi gli gridò: "I Filistei ti assalgono, Sansone!". Intanto nella stanza c'era gente all'agguato. Ma egli distrusse le funi che legavano le sue braccia come se fossero filo.12 E Dalila legollo ancora con queste, e gridò: Sansone, i Filistei ti sono addosso: ed erano preparate in una stanza le insidie. Ma egli ruppe i legami come un tenue laccio.
13 Dalila disse a Sansone: "Ancora una volta ti sei preso gioco di me, raccontandomi bugie; dimmi con che cosa potresti essere legato". Egli le rispose: "Se tu intrecciassi le sette trecce della mia testa con l'ordito e le fissassi con il battente, perderei la mia forza e sarei come un uomo qualsiasi".13 E dissegli di bel nuovo Dalila: Sino a quando m'ingannerai, e dirai bugia? Insegnami con che convenga legarti. Risposele Sansone: Se le sette trecce de' miei capelli tu le tesserai nella tua tela, e attaccatovi un chiodo, lo ficcherai nella terra, io diventerò debole.
14 Fattolo addormentare, essa intrecciò le sette trecce della sua testa con l'ordito e le fissò con il battente; poi gli gridò: "I Filistei ti assalgono, Sansone!". Ma egli, svegliatosi dal sonno, strappò via battente, traliccio e ordito.14 E avendo ciò fatto Dalila, gli disse: Sansone, i Filistei ti son addosso. Ed ei svegliato dal sonno sconficcò il chiodo co' capelli, e colla tela.
15 Dalila allora si rivolse a Sansone con queste parole: "Come puoi dire che mi ami, se il tuo cuore è lontano da me? Questa è la terza volta che ti sei preso gioco di me, col non volermi dire in che cosa consista la tua grande forza".15 Ma Dalila gli disse: Come mai dici di amarmi, mentre il tuo cuore non è con me? Per tre volte mi hai detto bugia, e non hai voluto dirmi in che sia posta la massima tua fortezza.
16 Essa lo soffocava con le sue parole e lo tediava tutti i giorni, finché Sansone fu tanto angustiato da non poterne più.16 E molestando, e standogli ella attorno continuamente per molti dì senza lasciargli spazio di riposare, s'illanguidì il suo spirito, e diede in un battimento mortale.
17 Allora le aprì tutto il suo animo, dicendole: "Il rasoio non si è mai posato sulla mia testa, perché io sono nazireo di Dio fin da quando ero nel seno di mia madre. Se venissi rasato, la mia forza se ne andrebbe; mi indebolirei e diverrei come tutti gli altri uomini".17 Allora manifestando la verità le disse: Non è mai passato il rasoio per la mia testa, perocché io son Nazareo, cioè consacrato a Dio dall'utero di mia madre: tosata che sia la mia testa, se n’anderà la mia fortezza, e verrà meno, e sarò come tutti gli altri uomini.
18 Dalila comprese che Sansone le aveva parlato sinceramente e mandò a chiamare i prìncipi dei Filistei invitandoli, questa volta, a venire essi stessi, perché Sansone le aveva aperto tutto il suo cuore. I prìncipi dei Filistei la raggiunsero, recando il denaro.18 Ed ella vedendo, com'egli le avea aperto il cuor suo, ne mandò avviso a' principi de' Filistei, e fece dir loro: Venite ancora per questa volta, perchè egli mi ha aperto il suo cuore. Ed essi andarono portando seco il denaro promesso.
19 Dalila fece addormentare Sansone sulle sue ginocchia: poi chiamò un uomo a tagliargli le sette trecce. Così egli cominciò a indebolirsi e la forza se ne andò da lui.19 Ed ella lo fece addormentare sulle sue ginocchia, e posare il corpo sul suo seno. E chiamò un barbiere, il quale tosò le sette trecce di lui: e di poi cominciò a respingerlo, e cacciarlo da se: perocché subito ebbe egli perduta la sua fortezza:
20 Allora Dalila gridò: "I Filistei ti assalgono, Sansone!". Egli si svegliò dal sonno pensando che anche quella volta, come le altre, si sarebbe liberato scuotendosi con forza. Ma non sapeva che il Signore si era allontanato da lui.20 E disse: Sansone, i Filistei ti sono addosso. Ed egli svegliato dal sonno disse dentro di se: Io mi svilupperò, come per lo passato, e mi distrigherò: perocché non sapeva come il Signore si era ritirato da lui.
21 I Filistei, presolo e accecatolo, lo condussero a Gaza, dove lo tenevano legato con due catene di bronzo e gli facevano girare la macina nella prigione.21 E i Filistei avendolo preso gli cavaron subito gli occhi, e lo condussero incatenato a Gaza, e chiusolo nella prigione gli fecero girar la macina.
22 Intanto i capelli di Sansone avevano ricominciato a crescere come prima di essere rasi.22 E già cominciavano a rinascere i suoi capelli,
23 Un giorno, i prìncipi dei Filistei si riunirono per compiere un grande sacrificio in onore del loro dio Dagon e per far festa. Dicevano: "Il nostro dio ha dato nelle nostre mani Sansone, il nostro nemico".23 Quando i Filistei si raunarono per offerire ostie solenni a Dagon loro dio, e far banchetto, dicendo: II nostro dio ha dato nelle mani nostre il nemico nostro Sansone.
24 Quando il popolo vide la statua del dio, proruppe in un grido di giubilo in onore del suo dio, esclamando: "Il nostro dio ci ha dato in mano Sansone, il nostro nemico, colui che devastava la nostra terra, colui che uccideva tanti dei nostri!".24 E ciò vedendo il popolo dava lodi al suo dio, e dicea similmente: II nostro dio ha dato nelle mani nostre il nostro avversario, il qual devastò il nostro paese e uccise tanta gente.
25 In preda all'allegria, il popolo gridava: "Fate venire Sansone, che ci faccia divertire!". Allora Sansone, fatto uscire dalla prigione, dovette fare delle buffonate davanti alla gente; poi fu messo fra le colonne.25 E banchettavano allegramente, e dopo aver ben mangiato ordinarono di far venire Sansone per prendersene trastullo. Ed egli tratto fuori del carcere serviva loro di divertimento: e lo fecero star ritto tra due colonne.
26 Sansone, allora, chiese al ragazzo che gli faceva da guida, di lasciargli toccare le colonne che reggevano l'edificio, per potercisi appoggiare.26 Ed egli disse al fanciullo che lo menava a mano: Lascia ch'io tocchi le colonne, sopra le quali posa tutta la casa, e mi appoggi ad esse, e riposi un tantino.
27 L'edificio era pieno di uomini e di donne; c'erano tutti i prìncipi dei Filistei e sul terrazzo vi erano circa tremila uomini e donne che osservavano i giochi di Sansone.27 Or la casa era piena di uomini, e di donne, e vi erano tutt’i principi de’ Filistei, e v’eran circa tre mila persone dell'uno e dell'altro sesso, le quali dal tetto, e dal solaio stavano a vedere gli scherni fatti a Sansone.
28 Egli invocò il Signore con queste parole: "Signore Dio, ricordati di me, ti supplico, e rendimi ancora una volta la mia forza, o Dio, perché io possa vendicarmi dei Filistei, per i miei due occhi, d'una vendetta sola".28 Ma egli invocò il Signore, e disse: Dio Signore, ricordati di me, e restituiscimi adesso la mia fortezza, Dio mio, affinchè io faccia vendetta de' miei nemici, e faccia loro pagare in una sola volta il fio della privazione de' miei due occhi.
29 Sansone, sentite col tatto le due colonne centrali che sostenevano l'edificio e afferratele, l'una col braccio destro e l'altra col braccio sinistro,29 E prendendo le due colonne, sulle quali posava la casa, e una tenendone colla destra, l’altra colla sinistra,
30 esclamò: "Ch'io muoia insieme ai Filistei!". Poi spinse violentemente, facendo crollare l'edificio sui prìncipi e su tutto il popolo che v'era radunato. E furono più quelli che Sansone uccise morendo che quelli che aveva ucciso durante la vita.30 Disse: Muoja io co' Filistei: e scosse con forza grande le colonne: rovinò la casa addosso a tutti i principi, e a tutto il resto della moltitudine che vi era, e molti più ne uccise egli morendo che non aveane uccisi pell'innanzi da vivo.
31 I suoi fratelli e tutta la famiglia di suo padre vennero a prendere il suo corpo per seppellirlo fra Zorea ed Estaol, nel sepolcro di Manoach, suo padre. Sansone fu giudice in Israele per vent'anni.31 E andarono i suoi fratelli, e la tutta parentela, e preso il suo corpo lo seppellirono tra Saraa, ed Esthaol nel sepolcro del padre suo Manue. Ed egli fu giudice d'Israele per venti anni.