Scrutatio

Domenica, 12 maggio 2024 - Santi Nereo e Achilleo ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 14


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LA SACRA BIBBIABIBBIA CEI 2008
1 Dopo uno spazio di tre anni giunse notizia agli uomini di Giuda che Demetrio, figlio di Selèuco, sbarcato nel porto di Tripoli con un forte esercito e una flotta,1 Dopo un periodo di tre anni, giunse notizia agli uomini di Giuda che Demetrio, figlio di Seleuco, sbarcato nel porto di Trìpoli con un grande esercito e la flotta,
2 si era impadronito della regione, dopo aver fatto sparire Antioco e il di lui tutore Lisia.2 si era impadronito del paese, eliminando Antioco e il suo tutore Lisia.
3 Or un certo A'lcimo, che in precedenza era divenuto sommo sacerdote ma volontariamente si era contaminato al tempo della rivolta, avendo compreso che per lui non vi era in alcun modo salvezza né più possibilità d'accedere al santo altare,3 Un certo Àlcimo, che era stato prima sommo sacerdote, ma che si era volontariamente contaminato al tempo della rivolta, avendo capito che non si apriva a lui in alcun modo una via di salvezza e non vi era più la possibilità di accedere al sacro altare,
4 andò dal re Demetrio verso l'anno 151 e gli offrì una corona d'oro e una palma, oltre ai soliti ramoscelli d'olivo del tempio. Per quel giorno rimase quieto.4 andò dal re Demetrio verso l’anno centocinquantuno, offrendogli una corona d’oro e una palma, oltre ai tradizionali ramoscelli di ulivo del tempio. Per quel giorno restò tranquillo.
5 Ma, colta l'occasione propizia alla sua follia quando da Demetrio fu convocato a consiglio e interrogato in quale disposizione e volontà stessero i Giudei, a tale riguardo rispose:5 Ma colta l’occasione favorevole alla sua follia, quando da Demetrio fu convocato a consiglio e interrogato su quali fossero lo stato d’animo e le intenzioni dei Giudei, rispose:
6 "Coloro dei Giudei che sono chiamati Asidei, alla cui testa è Giuda Maccabeo, fomentano la guerra e la sedizione, non permettendo al regno di ritrovare la calma.6 «I Giudei che si dicono Asidei, a capo dei quali sta Giuda il Maccabeo, alimentano guerre e ribellioni e non lasciano che il regno trovi la calma.
7 Proprio per questo, privato della dignità degli avi, e cioè del sommo sacerdozio, io ora sono venuto qui:7 Per questo anch’io, privato della dignità ereditaria, intendo dire del sommo sacerdozio, sono venuto qui,
8 in primo luogo pensando sinceramente agl'interessi del re e poi anche preoccupandomi dei miei concittadini, poiché per sconsideratezza delle dette persone tutta la nostra gente soffre non poco.8 spinto anzitutto da schietta premura per gli interessi del re, ma in secondo luogo mirando anche ai miei concittadini, perché, a causa dell’irragionevolezza di dette persone, tutto il nostro popolo si va impoverendo non poco.
9 Tu, o re, che conosci bene ognuna di queste cose, provvedi al paese e alla nostra gente minacciata, in conformità a quell'affabile umanità che hai verso tutti.9 Ora che conosci bene ognuna di queste cose, tu, o re, provvedi al paese e alla nostra stirpe che va decadendo, con quella cortese benevolenza che hai con tutti.
10 Infatti, finché Giuda rimane in vita, è impossibile che la situazione ritorni pacifica".10 Fin quando Giuda è vivo, è impossibile che la situazione torni pacifica».
11 Appena egli ebbe detto tali cose, gli altri amici che nutrivano rancori verso Giuda si affrettarono ad infiammare Demetrio.11 Dopo queste sue parole, gli altri amici, irritati per i successi di Giuda, si affrettarono a infiammare Demetrio.
12 Questi, perciò, scelto subito Nicànore, che era divenuto elefantarca, lo nominò stratega della Giudea e ve lo inviò,12 Questi, designato subito Nicànore, che era a capo degli elefanti, e nominatolo stratega della Giudea, ve lo inviò
13 dandogli ordine di far sparire Giuda, di disperdere gli uomini che erano con lui e di costituire A'lcimo sommo sacerdote del grande tempio.13 con l’ordine di eliminare Giuda, di disperdere i suoi uomini e di costituire Àlcimo sommo sacerdote del tempio massimo.
14 I gentili della Giudea, che erano sfuggiti a Giuda, in massa si unirono allora a Nicànore, stimando che le sventure e le disgrazie dei Giudei sarebbero tornate a loro proprio vantaggio.14 Allora le nazioni della Giudea, che erano fuggite davanti a Giuda, si unirono in massa a Nicànore, pensando che le sfortune e le calamità dei Giudei sarebbero state apportatrici di fortuna per loro.
15 Avuta notizia della spedizione di Nicànore e dell'aggressione dei gentili, i Giudei, cosparsisi di cenere, fecero una supplica a colui che per l'eternità aveva costituito il suo popolo e che con apparizioni aveva sempre sostenuto coloro che sono sua porzione.15 Quando seppero della venuta di Nicànore e dell’aggressione delle nazioni, i Giudei, cosparsi di polvere, elevarono suppliche a colui che ha costituito il suo popolo per sempre e che con segni palesi protegge sempre coloro che sono la sua porzione.
16 Quindi, al comando del loro capo, subito si mossero di lì e si scontrarono col nemico presso il villaggio di Dessau.16 Poi, dati gli ordini, il capo mosse rapidamente di là e si scontrò con loro presso il villaggio di Dessau.
17 Simone, fratello di Giuda, si era già spinto contro Nicànore; ma, a causa dell'arrivo improvviso degli avversari, lentamente aveva dovuto cedere.17 Simone, fratello di Giuda, aveva già attaccato Nicànore, ma per l’improvvisa comparsa dei nemici, lentamente aveva dovuto cedere.
18 Nondimeno Nicànore, venuto a conoscere il valore che possedevano gli uomini di Giuda e il coraggio con cui essi combattevano per gli interessi della patria, temeva di decidere la questione con spargimento di sangue.18 Tuttavia Nicànore, conosciuto il valore che avevano gli uomini di Giuda e il loro entusiasmo nelle lotte per la patria, non osava decidere la questione con spargimento di sangue.
19 Perciò inviò Posidonio, Teòdoto e Mattatia a dare e ricevere la destra.19 Per questo mandò Posidonio e Teodoto e Mattatia a dare e ricevere la destra.
20 Fatta un'ampia discussione in proposito, il capo ne diede comunicazione alle truppe e con voto manifestato per suffragio queste assentirono agli accordi.20 La cosa fu discussa lungamente e, quando il comandante ne diede comunicazione alle truppe, il parere risultò unanime e accettarono gli accordi.
21 Pertanto fissarono un giorno nel quale incontrarsi privatamente in uno stesso luogo. Dall'una e dall'altra parte avanzò una lettiga e si disposero i seggi.21 Fissarono il giorno nel quale sarebbero venuti a un incontro privato. Dall’una e dall’altra parte avanzò un carro e collocarono dei seggi.
22 Intanto Giuda aveva disposto degli uomini armati nei luoghi più adatti per paura che improvvisamente dai nemici fosse compiuta qualche cattiva azione. Conclusero così l'incontro in pieno accordo.22 Giuda tuttavia dispose degli uomini armati nei luoghi opportuni, per paura che si verificasse d’improvviso qualche tradimento da parte dei nemici. Così in buon accordo conclusero l’incontro.
23 Nicànore poi si trattenne a Gerusalemme e non fece nulla fuori posto. Licenziò pure le folle, che erano state raccolte come greggi.23 Nicànore si trattenne a Gerusalemme e non fece alcun male; anzi licenziò le turbe raccogliticce che a lui si erano unite.
24 Aveva continuamente Giuda con sé ed era cordialmente affezionato a quest'uomo.24 Aveva sempre Giuda con sé e nutriva un intimo affetto per lui.
25 Lo esortò a sposarsi e a procreare figli. Giuda si sposò, restò tranquillo e condusse vita comune.25 Lo esortò a sposarsi e ad avere figli; si sposò, se ne stette tranquillo e visse normalmente la sua vita.
26 A'lcimo, venuto a sapere della benevolenza dell'uno per l'altro, dopo essersi procurato una copia dei patti conclusi, si recò da Demetrio e accusò Nicànore di avere sentimenti contrari al governo. Egli, infatti, aveva designato a suo successore Giuda, il perturbatore del regno.26 Ma Àlcimo, vedendo la loro reciproca simpatia e procuratosi copia degli accordi intercorsi, andò da Demetrio e gli disse che Nicànore seguiva una linea contraria agli interessi dello stato: aveva infatti nominato suo successore Giuda, il sobillatore del regno.
27 Il re, adirato ed eccitato dalle calunnie di quello scellerato, scrisse a Nicànore dichiarandogli che egli non sopportava i detti patti e ordinandogli d'inviare subito ad Antiochia il Maccabeo in catene.27 Il re, contrariato e acceso di sdegno per le calunnie di quel genio malefico, scrisse a Nicànore, dichiarandogli di essere scontento delle alleanze concluse e ordinandogli che gli mandasse subito ad Antiòchia il Maccabeo in catene.
28 Come gli giunsero questi ordini, Nicànore ne rimase costernato e sopportava di malavoglia di dover violare le convenzioni, non avendo quell'uomo fatto nulla di male.28 Nicànore, quando gli giunse quest’ordine, rimase sconcertato ed era riluttante a rompere i patti senza che quell’uomo avesse commesso alcuna colpa.
29 Poiché, tuttavia, non era possibile agire contro il re, cercava l'opportunità di eseguire l'ordine con uno stratagemma.29 Ma, poiché non gli era possibile agire contro la volontà del re, cercava l’occasione per effettuare la cosa con qualche stratagemma.
30 Ora il Maccabeo, avendo osservato che Nicànore si comportava con lui in modo più austero e che nei consueti incontri si mostrava piuttosto aspro, pensò che tale austerità non proveniva da qualcosa di buono. Perciò, radunati non pochi dei suoi uomini, si sottrasse a Nicànore.30 Il Maccabeo, notando che Nicànore era più freddo nei suoi confronti e aspro nei consueti incontri, arguendo che questa freddezza non presagiva niente di buono, raccolti non pochi dei suoi, non si fece più vedere da Nicànore.
31 Quando l'altro si accorse di essere stato abilmente giocato da Giuda, raggiunse il sublime e santo tempio, mentre i sacerdoti compivano i consueti sacrifici, e comandò di consegnargli quest'uomo.31 Questi, accortosi di essere stato giocato abilmente da Giuda, salì al massimo e santo tempio, mentre i sacerdoti stavano compiendo i sacrifici prescritti, e ordinò che gli fosse consegnato quell’uomo.
32 Gli dichiararono con giuramento che non sapevano dove poteva essere il ricercato.32 I sacerdoti dichiararono con giuramento che non sapevano dove fosse il ricercato.
33 Egli, allora, stesa la destra verso il tempio, fece questo giuramento: "Se non mi consegnate Giuda in catene, raderò al suolo questa dimora di Dio, abbatterò l'altare e innalzerò qui uno splendido tempio a Dioniso".33 Allora egli, stendendo la destra contro il tempio, giurò: «Se non mi consegnerete Giuda in catene, spianerò questa dimora di Dio, abbatterò dalle fondamenta l’altare e innalzerò qui uno splendido tempio a Diòniso».
34 Ciò detto, se ne andò. Allora i sacerdoti, stese le mani al cielo, incominciarono ad invocare colui che è stato sempre difensore della nostra gente, dicendo: "34 Detto questo, se ne andò. I sacerdoti, alzando le mani al cielo, invocarono il protettore sempre vigile del nostro popolo, dicendo:
35 Tu, o Signore, che non hai bisogno di nessuna di tutte le cose, hai voluto che vi fosse in mezzo a noi un tempio per la tua dimora.35 «Tu, Signore, che di nulla hai bisogno, ti sei compiaciuto di porre il tempio della tua abitazione in mezzo a noi.
36 Ora, perciò, o Signore, santo di ogni santità, custodisci per sempre incontaminata questa casa, che da poco è stata purificata".36 Ora, Signore, santo di ogni santità, custodisci per sempre incontaminata questa tua casa, che da poco è stata purificata».
37 Or un certo Razis, degli anziani di Gerusalemme, fu indicato a Nicànore come uomo amante della città e di ottima fama, che per la sua bontà era chiamato padre dei Giudei.37 Fu denunciato a Nicànore un certo Razìs, degli anziani di Gerusalemme, uomo pieno di amore per la città, che godeva grandissima fama, chiamato padre dei Giudei per la sua benevolenza.
38 Egli, infatti, nei precedenti giorni della rivolta aveva subìto una condanna per giudaismo e si era dato, corpo ed anima, con tutta la costanza possibile alla causa dello stesso giudaismo.38 Egli infatti, nei giorni precedenti la rivolta, si era attirato l’accusa di giudaismo e realmente per il giudaismo aveva impegnato corpo e anima con piena generosità.
39 Nicànore, volendo rendere manifesta l'ostilità che nutriva verso i Giudei, mandò più di cinquecento soldati ad arrestarlo,39 Volendo Nicànore far nota a tutti l’ostilità che aveva verso i Giudei, mandò più di cinquecento soldati per arrestarlo;
40 poiché credeva che arrestando lui avrebbe inflitto un grave danno agli altri.40 pensava infatti che, prendendo costui, avrebbe arrecato loro un grave colpo.
41 Le truppe stavano già per occupare la torre e forzavano la porta del cortile, dando ordine di portare del fuoco per appiccarlo alle porte, quando Razis, stretto da ogni parte, si gettò sulla sua spada,41 Ma, quando quella truppa stava per occupare la torre e tentava di forzare la porta del cortile, dando ordine di portare il fuoco e di appiccarlo alle porte, egli, accerchiato da ogni lato, rivolse la spada contro se stesso,
42 preferendo morire nobilmente piuttosto che cadere nelle mani di quegli scellerati ed essere oltraggiato in modo indegno della sua nobiltà.42 preferendo morire nobilmente piuttosto che divenire schiavo degli scellerati e subire insulti indegni della sua nobiltà.
43 Ma poiché, nella fretta della lotta, il colpo non era andato al punto giusto e le truppe erano già penetrate dentro le porte, corse coraggiosamente sulle mura e virilmente si precipitò sulla folla.43 Non avendo però portato a segno il colpo per la fretta della lotta, mentre la folla premeva fuori delle porte, salì arditamente sulle mura e si gettò giù coraggiosamente sulla folla.
44 Questa, subito indietreggiando, fece largo e così egli venne a cadere nel mezzo dello spazio vuoto.44 Questa, subito indietreggiando, fece largo e così egli cadde in mezzo allo spazio vuoto.
45 Respirando ancora e infiammato d'ardore, si rialzò, mentre il sangue gli scorreva abbondantemente e le ferite lo tormentavano; di corsa passò in mezzo alla folla e salito su una roccia scoscesa,45 Poiché respirava ancora, con l’animo infiammato, si alzò, mentre il sangue gli usciva a fiotti e le ferite lo straziavano, di corsa passò in mezzo alla folla, salì su di un tratto di roccia
46 già completamente esangue, si strappò gli intestini, li prese con ambedue le mani e li lanciò sulla folla, invocando il padrone della vita e dello spirito di restituirglieli di nuovo. In questo modo egli passò di vita.46 e, ormai completamente esangue, si strappò gli intestini e prendendoli con le mani li gettò contro la folla. Morì in tal modo, invocando il Signore della vita e dello spirito perché di nuovo glieli restituisse.