Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Primo libro dei Maccabei 12


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1Gionata, vedendo che il tempo lo favoriva, scelse alcuni uomini e li inviò a Roma per confermare e rinnovare l'amicizia con loro.2Anche a Sparta e in altri luoghi egli inviò lettere nel medesimo senso.3Quelli andarono a Roma, entrarono nel Senato e dissero: "Il sommo sacerdote Gionata e la nazione dei Giudei ci hanno inviato affinché vogliate rinnovare l'amicizia e l'alleanza con essi come prima".4I Romani consegnarono loro lettere per le autorità di ciascun luogo, affinché le facessero proseguire in pace fino alla terra di Giuda.5Ecco la copia della lettera che Gionata scrisse agli Spartani:6"Gionata, sommo sacerdote, il senato della nazione, i sacerdoti e il resto del popolo dei Giudei agli Spartani, loro fratelli, salute!7Già nel tempo passato fu inviata al sommo sacerdote Onia una lettera da parte di Areo, vostro re, nella quale si diceva che siete nostri fratelli, come risulta dalla copia sotto allegata.8Onia ricevette con onore l'uomo che gli era stato inviato e accettò la lettera, nella quale si parlava chiaramente di alleanza e di amicizia.9Noi, dunque, pur non avendone bisogno poiché abbiamo per nostra consolazione i libri santi che sono nelle nostre mani,10abbiamo provato ad inviarvi alcuni per rinnovare la nostra fratellanza e amicizia con voi, in modo da non divenirvi estranei. Infatti sono passati molti anni da quando voi ci inviaste messaggeri.11Noi, dunque, in ogni tempo e ininterrottamente, nelle feste e negli altri giorni stabiliti, facciamo memoria di voi nei sacrifici che offriamo e nelle preghiere, essendo giusto e conveniente ricordarsi dei fratelli.12Ci rallegriamo per la vostra gloria.13Quanto a noi, invece, molte tribolazioni e molte guerre ci hanno stretto all'intorno, poiché i re che sono intorno a noi ci hanno combattuto.14Durante queste guerre non abbiamo voluto molestare né voi né altri alleati e amici nostri,15perché abbiamo dal Cielo l'aiuto sicuro per noi e siamo stati liberati dai nemici, che sono stati umiliati.16Avendo, perciò, scelto Numenio figlio di Antioco e Antipatro figlio di Giasone per inviarli presso i Romani a rinnovare l'antica nostra amicizia e alleanza con loro,17abbiamo comandato loro di passare anche presso di voi, di salutarvi e di consegnarvi da parte nostra questa lettera riguardante il rinnovamento della nostra fratellanza.18Ora, perciò, farete bene a risponderci in proposito".19Ecco la copia della lettera che essi avevano inviato a Onia:20"Areo, re degli Spartani, a Onia, gran sacerdote, salute!21Si è trovato in uno scritto, riguardante gli Spartani e i Giudei, che sono fratelli e che sono della stirpe di Abramo.22Or dunque, dal momento che noi abbiamo appreso ciò, farete bene a scriverci riguardo alla vostra prosperità.23Da parte nostra, noi vi scriviamo: "Il vostro bestiame e le vostre sostanze sono nostri e i nostri sono vostri". Ordiniamo perciò che di queste cose vi sia data notizia".24Gionata, avendo saputo che i generali di Demetrio erano ritornati con un esercito più numeroso di prima per fargli guerra,25partì da Gerusalemme e andò a incontrarli nella regione di Camat, senza dar loro tempo di penetrare nella sua regione.26Inviò spie nel loro accampamento e questi, tornati, gli riferirono che si erano già disposti per piombare loro addosso la notte stessa.27Come il sole fu tramontato, Gionata comandò ai suoi di vegliare e di tenersi in armi, in modo da essere pronti al combattimento durante tutta la notte; poi dispose sentinelle tutto attorno all'accampamento.28Gli avversari, però, come seppero che Gionata e i suoi erano pronti al combattimento, ebbero paura e si spaventarono nel loro cuore. Perciò accesero fuochi nel loro accampamento e fuggirono.29Gionata e i suoi non se ne accorsero fino al mattino, poiché vedevano ardere i fuochi.30Gionata allora si mise ad inseguirli, ma non riuscì a raggiungerli, poiché avevano attraversato il fiume Elèutero.31Gionata si diresse contro gli Arabi chiamati Zabadei, li batté e prese le loro spoglie.32Quindi, tolto il campo, andò a Damasco e percorse tutta la regione.33Anche Simone era partito e si era recato fino ad Ascalòna e alle fortezze vicine, poi piegò su Giaffa e l'occupò.34Egli infatti aveva saputo che volevano consegnare questa fortezza ai partigiani di Demetrio; perciò vi pose una guarnigione e la fece custodire.35Appena tornato, Gionata convocò gli anziani del popolo e con loro decise di edificare fortezze nella Giudea,36di sopraelevare le mura di Gerusalemme e di alzare una grande barriera fra l'Acra e la città per separarla dalla città, affinché fosse isolata in maniera tale che quelli dell'Acra non potessero né comprare né vendere.37Allora si riunirono per riedificare la città e poiché era caduta una parte del muro del torrente dalla parte di levante, Gionata fece riparare quello che è chiamato Kafenata.38Simone a sua volta riedificò Adida nella Sefela, la fortificò e la munì di porte e di sbarre.39Trifone, intanto, cercava di divenire re dell'Asia e di cingere il diadema stendendo la mano sul re Antioco.40Temeva però che Gionata non glielo permettesse e che gli avrebbe fatto guerra. Perciò cercava il modo di catturarlo e di farlo perire. Pertanto si mosse e si recò a Beisan.41Anche Gionata, uscito contro di lui con quarantamila uomini scelti per il combattimento, andò a Beisan.42Quando Trifone vide che era venuto con un esercito numeroso, ebbe paura di stendere la mano su di lui.43Lo ricevette con onore e lo presentò a tutti i suoi amici, gli offrì doni e ordinò ai suoi amici e alle sue truppe di ubbidirgli come a se stesso.44Poi disse a Gionata: "Perché hai scomodato tutta questa gente, se non vi è nessuna guerra tra noi?45Ora perciò rimandali alle loro case, scegliti pochi uomini che siano con te e vieni con me a Tolemaide. Io te la consegnerò insieme alle altre fortezze, alle altre truppe e a tutti i funzionari. Poi, presa la via del ritorno, me ne andrò, perché solo per questo son venuto".46Gionata gli prestò fede e fece come lui aveva detto. Rimandò le truppe, che ritornarono nella terra di Giuda,47e trattenne con sé tremila uomini, dei quali ne lasciò duemila in Galilea e soltanto mille andarono con lui.48Come però Gionata fu entrato in Tolemaide, i Tolemaidesi chiusero le porte, lo catturarono e passarono a fil di spada quanti erano andati con lui.49Trifone poi inviò le truppe e la cavalleria in Galilea e nella grande pianura allo scopo di annientare tutti gli uomini di Gionata.50Questi però, avendo saputo che egli era stato catturato e che era perito insieme agli uomini che erano con lui, si esortarono a vicenda e avanzarono schierati, pronti a combattere.51Allora gl'inseguitori, vedendo che essi lottavano per la vita, tornarono indietro.52Vennero perciò tutti in pace nella terra di Giuda; piansero Gionata con i suoi compagni e furono presi da gran timore. Tutto Israele fece un grande lutto.53Tutte le nazioni che erano intorno a loro cercavano allora di distruggerli. Esse infatti dicevano: "Non hanno più un capo né uno che li aiuti. Ora, dunque, facciamo loro guerra e sradichiamo la loro memoria di mezzo agli uomini".