Scrutatio

Lunedi, 13 maggio 2024 - Beata Vergine Maria di Fatima ( Letture di oggi)

Primo libro dei Maccabei 12


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BIBBIA MARTINIBIBBIA CEI 1974
1 E Gionata vedendo, che il tempo era favorevole, elesse deputati per mandargli a Roma a stabilire e rinnovar l'amicizia.1 Giònata, vedendo che le circostanze gli erano propizie, scelse uomini adatti e li inviò a Roma per ristabilire e rinnovare l'amicizia con quel popolo.
2 Similmente agli Sparziati e ad altri potentati scrisse lettere dello stesso tenore.2 Anche presso gli Spartani e in altre località inviò lettere sullo stesso argomento.
3 E quegli andarono a Roma, ed entrati nella Curia, dissero: Gionata sommo Sacerdote e la nazione dei Giudei ci hanno mandati a rinnovare l'amicizia e la confederazione, quale ella è stata per la passato.3 Partirono dunque per Roma e là entrarono nel consiglio e dissero: "Giònata sommo sacerdote e il popolo dei Giudei ci hanno inviati a rinnovare la comune amicizia e l'alleanza come la prima volta".
4 E (i Romani) diedero ad essi lettere pe' loro presidi d'un luogo all'altro, affinché li facesser condurre con sicurezza nella terra di Giuda.4 E i Romani diedero loro lettere di raccomandazione per le autorità dei vari luoghi, perché favorissero il loro ritorno pacifico in Giudea.
5 Or ecco la copia della lettera scritta da Gionata agli Sparziati:5 Questa è invece la copia della lettera che Giònata scrisse agli Spartani:
6 Gionata sommo Sacerdote e i seniori della nazione e i sacerdoti e tutto il popolo dei Giudei, agli Sparziati fratelli, salute.6 "Giònata sommo sacerdote e il consiglio degli anziani del popolo e i sacerdoti e tutto il resto del popolo giudaico, agli Spartani loro fratelli salute.
7 È già tempo, che fu scritta lettera da Ario, che regnava tra voi a Onia sommo Sacerdote, nella quale si dicea come voi siete nostri fratelli, come lo dimostra la copia, che qui sotto si riferirà.7 Già in passato era stata spedita una lettera ad Onia sommo sacerdote da parte di Areo, che regnava fra di voi, con l'attestazione che siete nostri fratelli, come risulta dalla copia annessa.
8 E Onia accolse onorevolmente il messo e le lettere, nelle quali si trattava di fare amicizia e confederazione.8 Onia aveva accolto con onore l'inviato e aveva accettato la lettera nella quale vi erano le dichiarazioni di alleanza e di amicizia.
9 Noi non avendo bisogno di nissuna di queste cose, perchè abbiamo per nostra consolazione i libri santi a che sono nelle nostre mani,9 Noi dunque, pur non avendone bisogno, avendo a conforto le scritture sacre che sono nelle nostre mani,
10 Abbiam voluto nulladimeno mandar a voi deputati per rinovellare la fraternità e l'amicizia, affinché non accada, che noi diventiamo stranieri a voi; perocchè gran tempo è trascorso dopo che voi mandaste a visitarci.10 ci siamo indotti a questa missione per rinnovare la fraternità e l'amicizia con voi in modo da non diventare per voi degli estranei; molti anni infatti sono passati da quando mandaste messaggeri a noi.
11 Noi però in ogni tempo non abbiam mai tralasciato nè giorni solenni e negli altri tempi quando convien di farlo, di far commemorazione di voi nè sacrifizj; che da noi sono offerti, e nelle orazioni, come è giusto e convenevole di aver memoria de' fratelli.11 Noi dunque fedelmente in tutte le feste e negli altri giorni prescritti ci ricordiamo di voi nei sacrifici che offriamo e nelle nostre invocazioni, com'è doveroso e conveniente ricordarsi dei fratelli.
12 Or noi ci rallegriamo della vostra gloria.12 Ci rallegriamo della vostra gloria.
13 Ma noi siamo stati circondati da molte tribolazioni e guerre; e i re circonvicini ci hanno vessati.13 Noi invece siamo stati circondati da tante oppressioni e molte guerre: ci hanno combattuti i re dei paesi vicini,
14 Noi adunque non abbiam voluto in queste guerre recar molestia a voi, né agli altri confederati e amici nostri:14 ma non abbiamo voluto disturbare né voi né gli altri nostri alleati e amici in queste lotte:
15 Perocchè noi abbiam ricevuto soccorso dal cielo, e siamo stati liberati, e son rimasi svergognati i nostri nemici.15 abbiamo infatti dal cielo un valido aiuto per il quale noi siamo stati liberati dai nostri nemici ed essi sono stati umiliati.
16 Ma avendo noi eletto Numenio figliuolo' di Antioco, e Antipatro figliuolo di Giasone per mandargli ai Romani a rinnovar con essi l'amicizia e la confederazione antica,16 Ora abbiamo designato Numenio figlio di Antioco e Antìpatro figlio di Giàsone e li abbiamo inviati presso i Romani a rinnovare la precedente amicizia e alleanza con loro.
17 Abbiam data ad essi commissione di venir anche da voi a salutarvi, e a portarvi questa nostra lettera, che ha per fine di rinnovellare la nostra fraternità.17 Abbiamo quindi dato loro disposizioni di passare anche da voi, per salutarvi e consegnarvi la nostra lettera, riguardante la ripresa dei nostri rapporti e la nostra fraternità.
18 Or voi ben farete rispondendo a noi sopra tali cose.18 Voi dunque farete cosa ottima comunicandoci una risposta su queste cose".
19 E questa è la copia della lettera scritta ad Onia:19 Segue ora copia della lettera che essi avevano inviato ad Onia:
20 Ario re degli Sparziati, ad Onia sommo Sacerdote, salute.20 "Areo, re degli Spartani, a Onia sommo sacerdote salute.
21 Si è trovato in certa scrittura, che gli sparziali e i Giudei sono fratelli, e sono della stirpe d'Abramo.21 Si è trovato in una scrittura, riguardante gli Spartani e i Giudei, che essi sono fratelli e che discendono dalla stirpe di Abramo.
22 Or dacchè noi abbiamo scoperta tal cosa, voi farete bene a scriverci, se siate in pace.22 Ora, dal momento che siamo venuti a conoscenza di questa cosa, ci farete cosa gradita scrivendoci sui vostri sentimenti di amicizia.
23 E noi pure scriviamo a voi: I nostri bestiami e le nostre possessioni sono vostre, e nostre sono le vostre: queste cose adunque abbiamo dato commissione di far sapere a voi.23 Noi intanto vi rispondiamo: I vostri armenti e i vostri averi ci appartengono e i nostri appartengono a voi. Abbiamo quindi disposto perché vi sia riferito in questo senso".
24 Or Gionata seppe come i capitani di Demetrio eran tornati con esercito maggior di prima per assalirlo:24 Giònata ebbe notizia che i generali di Demetrio erano ritornati con forze più numerose di prima per ritentare la guerra contro di lui.
25 Ed egli parti da Gerusalemme, e andò ad incontrarti nel paese di Amath; perocchè non avea dato loro il tempo di metter piede nel suo paese.25 Egli si mosse da Gerusalemme e andò loro incontro nella regione di Amat, perché non volle dar loro il tempo di entrare nel suo paese.
26 E mandò delle spie nel loro campo, le quali tornarono a dirgli, che quelli avean risoluto di coglierlo all'improvviso quella notte.26 Mandò nel loro campo delle spie, le quali tornarono annunciando che essi stavano disponendosi per dar loro l'assalto di notte.
27 Or tramontata che fu il sole, Gionata ordinò ai suoi di vegliare, e di stare coll'armi in ordine per la battaglia tutta la notte, e pose sentinelle intorno al quartiere.27 Quando fu il tramonto, Giònata comandò ai suoi di vegliare tutta la notte e di stare con le armi pronte per la battaglia e dispose sentinelle intorno al campo.
28 Ma i nemici avendo risaputo come Giornata era colla sua gente in ordine per la battaglia, ebber timore, e perderon coraggio, e acceser de' fuochi nel loro campo.28 Ma anche gli avversari seppero che Giònata e i suoi uomini stavano pronti per la battaglia e furon presi da timore ed esitazione d'animo e allora accesero fuochi nel loro campo.
29 E Gionata e i suoi non si accorsero del fatto fino alla mattina, oeggendo quei fuochi accesi:29 Giònata e i suoi uomini non si accorsero di nulla fino al mattino, perché continuavano a vedere il bagliore dei fuochi.
30 E Gionata andò dietro ad essi, e non li raggiunse; perocchè avean passato il fiume Eleuthero.30 Allora si diede a inseguire le loro tracce, ma non poté raggiungerli, perché avevano passato il fiume Elèutero.
31 E Gionata piegò verso gli Arabi detti Zabadei, e gli sconfisse, e prese le loro spoglie.31 Giònata piegò sugli Arabi chiamati Zabadei, li assalì e si impadronì delle loro spoglie.
32 E riuniti i suoi andò a Damasco, e andava attorno per tutto quel paese.32 Poi ripartì e andò a Damasco e si diede a percorrere tutto il paese.
33 E Simone partì, e andò fino ad Ascalon e alle vicine fortezze; e si voltò verso Joppe, e la occupò.33 Anche Simone fece una spedizione, marciando fino ad Ascalòna e ai vicini posti di guarnigione, poi piegò su Giaffa e se ne impadronì;
34 Perocche' aveva inteso come quelli volevano rimettere la fortezza alle genti di Demetrio: ond'egli vi mise presidio, che la custodisse.34 aveva sentito infatti che avevano intenzione di consegnare la fortezza ai partigiani di Demetrio; perciò vi pose una guarnigione per presidiarla.
35 E Gionata al suo ritorno convocò i seniori del popolo, e risolvè con essi di fabbricare delle cittadella nella Giudea,35 Quando Giònata fu di ritorno, radunò in assemblea gli anziani del popolo e deliberò con loro di costruire fortezze in Giudea,
36 E di riedificare le mura di Gerusalemme, e di alzare un muro altissimo in mezzo tralla cittadella e la città per separar quella dalla città, affinché restasse isolata, e quelli non potessero nè comprare, nè vendere:36 di sopraelevare le mura di Gerusalemme e di alzare una grande barriera tra la città e l'Acra per separare questa dalla città affinché fosse isolata, così che non potessero più né comperare né vendere.
37 E si adunò la gente per fabbricare attorno alla città; e cadde la muraglia, che era lungo il torrente da levante: ed egli ristorò il muro chiamato Caphetetha:37 Si organizzarono dunque per ricostruire la città e poiché era rovinato parte del muro sul torrente dal lato orientale, Giònata allestì il cosiddetto Kafenata.
38 E Simone fabbricò, Adiada in Sephela, e la fortificò e vi pose le porte e le sbarre.38 Simone a sua volta ricostruì Adida nella Sefela fortificandola e applicandovi porte e sbarre.
39 Ma Trifone avendo disegnato di farsi re dell'Asia, e di prendere il diadema, e di porre le mani addosso al re Antioco:39 Intanto Trifone cercava di diventare re dell'Asia, cingere la corona e stendere la mano contro il re Antioco,
40 Temendo, che Gionata non gli fosse di ostacolo, e anzi gli facesse guerra, cercava di averlo nelle mani e ucciderlo: quindi si mosse, e andò a Bethsan.40 ma sospettava che Giònata glielo impedisse e, nel caso, gli muovesse guerra. Perciò cercava di averlo nelle mani e di eliminarlo; si mosse dunque e venne a Beisan.
41 E Gionata gli andò incontro con quaranta mila guerrieri scelti,e giunse a Bethsan.41 Giònata gli uscì incontro con quarantamila uomini scelti e inquadrati e venne a Beisan.
42 Ma veggendo Trifone, che Gionata era venuto con grosso esercito per assalirlo, ebbe paura.42 Trifone, vedendo che era venuto con numeroso esercito, si guardò bene dal mettergli le mani addosso.
43 E lo accolse onorevolmente, e lo raccomandò a tutti i suoi amici, e gli fece dei regali, e ordinò ai suoi eserciti, che obbedissero a lui come a se stesso.43 Anzi lo ricevette con molti onori, lo presentò a tutti i suoi amici, gli offrì doni e ordinò ai suoi amici e alle sue truppe di obbedirgli come a lui stesso.
44 E disse a Gionata: Per qual motivo hai tu incomodata tutta la tua gente, mentre noi non abbiam guerra?44 Disse a Giònata: "Perché mai hai disturbato tutta questa gente, non essendoci guerra tra di noi?
45 Or tu rimandagli alle case loro, e scegli un piccol numero d'uomini, che restin teco, e vieni meco a Tolemaide, e io te ne farò padrone, come degli altri presidj e delle milizie e di tutte le persone del governo, e me ne ritornerò in dietro; perocchè a questo fine son venuto.45 Su, dovresti rimandarli alle loro case; tu scegli per te pochi uomini che ti accompagnino e vieni con me a Tolemàide e io la consegnerò a te insieme con le altre fortezze e il resto dell'esercito e tutti i funzionari, poi tornerò indietro e partirò: sono venuto appunto per questo".
46 E quegli prestogli fede, e fece come egli avea detto; e licenziò i soldati, i quali se n'andarono nel paese di Giuda.46 Giònata, fidatosi di lui, fece quanto aveva detto e rimandò le truppe che tornarono nella Giudea.
47 E ritenne seco tre mila uomini; dei quali ne rimando due mila nella Galilea, e mille andaron con lui.47 Fece rimanere tremila uomini, di cui duemila lasciò in Galilea e gli altri mille andarono con lui.
48 Ma appena ebbe Gionata messo il piede in Tolemaide, que' cittadini chiuser le porte della città, e lo fecero prigione, e messer a fil di spada tutti quelli che erano venuti dentro con lui.48 Ma quando Giònata fu entrato in Tolemàide, i cittadini chiusero le porte e si impadronirono di lui e passarono a fil di spada quanti erano entrati con lui.
49 E Trifone mandò un esercito e la cavalleria nella Galileo e nella pianura grande per isterminar tutti quelli che aveano accompagnato Gionata.49 Trifone mandò poi fanti e cavalli in Galilea e nella grande pianura per liquidare tutti gli uomini di Giònata.
50 Ma quelli avendo saputo, come Gionata era stato preso, e messo a morte con tutti quelli che eran con lui, si esortarono gli uni gli altri, e si mossero pronti a venir alle mani.50 Ma essi avevano sentito dire che Giònata era stato catturato e che era finita per lui e per quelli che erano con lui e, incoraggiatisi l'un l'altro, si presentarono inquadrati, pronti alla battaglia.
51 Or quelli che erano andati in traccia di essi, veggendoli disposti a far tutto per la loro vita, tornarono indietro:51 Gli inseguitori li videro decisi a difendere la loro vita e se ne tornarono.
52 E quelli se ne tornarono tutti salvi nella Giudea: e piansero grandemente Gionata e i suoi compagni; e Israele meno gran duolo.52 Così tutti giunsero senza molestie in Giudea; fecero lutto per Giònata e per quelli della sua scorta e furono presi da grande timore. Tutto Israele si immerse in un lutto profondo.
53 E tutte le circonvicine nazioni cercavano di abbatterli; perocchè dicevano.53 Tutti i popoli intorno a loro cercarono subito di sterminarli, dicendo appunto: "Non hanno più né capo né sostegno: scendiamo ora in guerra contro di loro e cancelleremo anche il loro ricordo dagli uomini".
54 Ei non han condottiero, ne chi gli aiuti: adesso pertanto sterminiamoli, e si cancelli il loro nome dalla memoria degli uomini.