Vangelo secondo Luca 1
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Gabriele rivela a Zaccarìa sacerdote la concezione di Giovanni da Elisabetta sterile. Zaccaria non credendo all'Angelo diventa mutolo. Lo stesso Gabriele annunzia a Maria la concezione di Gesù figliuolo di Dio per virtù dello Spirito santo. Al saluto di Maria esulta Giovanni nell'utero di Elisabetta, la quale profetizza; e Maria canta una lauda di ringraziamento al Signore. Nella circoncisione di Giovanni, Zaccaria suo padre ricupera la favella, e prorompe in un cantico di ringraziamento.
1Giacchè molti si sono sforzati di stendere il racconto delle cose avvenute tra noi:2Come riferirono a noi quelli, che sin da pincipio le videro, e furono ministri della parola:3E paruto anche a me, dopo aver diligentemente rinvergato dall'origine il tutto, di scriverlo a te a parte a parte, o Teofilo prestantissimo,4Affinchè tu riconosca la verità delle cose, che a te sono state insegnate.5Bravi al tempo di Erode, re di Giudea, un sacerdote, per nome Zaccaria, della classe di Abia; e la moglie di lui delle figliuole di Aronne, e si chiamava Elisabetta.6Ed erano ambedue giusti dinanzi a Dio, camminando irreprensibili in tutti i comandamenti, e nelle leggi del Signore.7E non avevano figliuolo, per essere Elisabetta sterile, e tutti due di età avanzata.8Or avvenne, che, mentre faceva la funzione di sacerdote dinanzi a Dio nell'ordine del suo turno,9Secondo la consuetudine del sacerdozio, toccogli in sorte di entrare nel tempio del Signore a offerirvi l'incenso:10E tutta la turba del popolo orava di fuori nell'ora dell'incenso.11E apparve a lui l'Angelo del Signore, stante alla destra dell'altare dell'incenso.12E Zaccaria al vederlo turbossi, e il timore lo soprapprese.13Ma l'Angelo gli disse: Non temere, o Zaccaria, perché è stata esaudita la tua orazione: e la tua moglie Elisabetta ti partorirà un figliuolo; e gli porrai nome Giovanni:14E sarà a te di allegrezza, e di giubbilo: e molti si rallegreranno per la nascita di lui:15Imperocché egli sarà grande nel cospetto del Signore: non berrà né vino, né sicera: e sarà ripieno di Spirito santo sin dall'utero di sua madre:16E convertirà molti dei figliuoli d'Israelle al Signore Dio loro.17Ed egli precederà davanti a lui con lo spirito, e con la virtù di Elia: per rivolgere i cuori de' padri verso i loro figliuoli, e gl'increduli alla sapienza dei giusti, per preparare al Signore un popolo perfetto.18E Zaccaria disse all'Angelo: Come comprenderò io tal cosa? Imperocché io son vecchio, e la moglie mia è avanzata in età.19E l'Angelo gli rispose, e disse: Io sono Gabriele, che sto nel cospetto d'Iddio: e sono stato mandato a parlarti, e recarti questa buona nuova.20Ed ecco, che sarai mutolo, e non potrai far parola sino al giorno, che questo succeda, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a suo tempo.21E il popolo stava aspettando Zaccaria: e si maravigliava del tardare, che egli faceva nel tempio.22Ma essendo egli uscito, non poteva parlare ad essi: e compresero, ch'egli aveva avuta una visione nel tempio. Ed egli andava facendo loro dei cenni, e si restò mutolo.23E avvenne, che, finiti i giorni del suo uffizio, se n' andò a casa sua:24E dopo que' giorni Elisabetta sua moglie rimase incinta, e per cinque mesi si teneva nascosta, dicendo:25Cosi ha fatto con me il Signore, quando si è a me rivolto per togliere la mia ignominia tra gli uomini.26Ma il sesto mese fu mandato l'Angelo Gabriele da Dio a una città della Galilea, chiamata Nazaret,27A una vergine sposata ad un uomo della casa di Davidde, nomato Giuseppe, e la Vergine si chiamava Maria.28Ed entrato l'Angelo da lei, disse: Dio ti salvi, piena di grazia: il Signore è teco: Benedetta tu fra le donne.29Le quali cose avendo ella udite, si turbò alle sue parole; e andava pensando, che sorta di saluto fosse questo.30E l'Angelo le disse: Non temere, Maria, imperocché hai trovato grazia dinanzi a Dio.31Ecco che concepirai, e partorirà un figlio, e gli porrai nome Gesù.32Questi sarà grande, e sarà chiamato figliuolo dell'Altissimo: e a lui darà il Signore Iddio la sede di Davidde suo padre: e regnerà sopra la casa di Giacobbe in eterno.33E il suo regno non avrà fine.34E Maria disse all'Angelo: la qual modo avverrà questo, mentre io non conosco uomo?35E l'Angelo le rispose, e disse: Lo Spirito santo scenderà sopra di te, la virtù dell'Altissimo ti adombrerà. E per questo ancora quello, che nasce rà di te Santo, sarà chiamato figliuolo di Dio.36Ed ecco che Elisabetta tua parente ha concepito anch' essa un figliuolo nella sua vecchiezza: ed è nel sesto mese quella, che diceasi sterile:37Imperocché nulla sarà impossibile a Dio.38E Maria disse: Ecco l'ancella del Signore, facciasi di me secondo la tua parola. E l'Angelo si parti da lei.39E Maria in quegli stessi giorni andò frettolosamente nella montagna a una città di Giuda:40Ed entrò, in casa di Zaccaria, e salutò Elisabetta.41E avvenne, che appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino saltellò nel suo seno: ed Elisabetta fu ripiena di Spirito santo:42Ed esclamò ad alta voce, e disse: Benedetta tu tra le donne, e benedetto il frutto del tuo ventre.43E donde a me questo, che la madre del Signor mio venga da me?44Imperocché ecco che appena il suono del tuo saluto giunse alle mie orecchie, saltellò per giubbilo nel mio seno il bambino.45E beata te, che hai creduto, perché si adempiranno le cose dette a te dal Signore.46E Maria disse: l'anima mia esalta la grandezza del Signore:47Ed esulta il mio spirito in Dio mio salvatore.48Perché ha rivolto lo sguardo alla bassezza della sua serva: conciossiachè ecco che da questo punto beata mi chiameranno tutte le età.49Perché grandi cose ha fatte a me colui, che è potente, e di cui santo è il nome.50E la misericordia di lui di generazione in generazione sopra coloro, che lo temono.51Fece opere di potenza col suo braccio: dissipò i superbi coi pensieri del loro cuore.52Ha deposto dal trono i potenti, e ha esaltato i piccoli.53Ha ricolmati di beni i famelici, e voti ha rimandati i ricchi.54Accolse Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia:55Conforme parlò ai padri nostri, ad Abramo, e ai suoi discendenti per tutti i secoli.56Maria poi si trattenne con lei circa tre mesi: e se ne tornò a casa sua.57E si compi per Elisabetta il tempo di partorire, e partorì un figliuolo.58E i vicini, e i parenti di lei udirono, come il Signore aveva segnalata la sua misericordia verso di lei, e se ne congratulavano con essa.59E avvenne, che l'ottavo giorno andarono a circoncidere il fanciullo, e lo chiamavano Zaccaria dal nome di suo padre.60E la madre di lui rispose, e disse: Non già; ma avrà nome Giovanni.61E le dissero: Non v' ha alcuno della tua parentela, che porti tal nome.62E facevano cenno a suo padre, come volesse, che fosse chiamato.63Ed egli, chiesta la tavoletta, scrisse cosi: Il suo nome è Giovanni. E tutti restarono maravigliati.64E in quel ponto fu aperta la sua bocca, e sciolta la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.65E furono presi da timore tutti i loro vicini: e per tutta la montagna della Giudea si divulgarono tutte queste cose:66E tutti quelli, che le avevano udite, le ponderavano in cuor loro, dicendo: Che bambino sarà, mai questo? imperocché la mano del Signore era con lui.67E Zaccaria suo padre fu ripieno di Spirito santo: e profetò, dicendo:68Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato, e redento il suo popolo.69Ed ha innalzato per noi il principe della salute nella casa di Davidde suo servo.70Conforme annunzio per bocca de' santi profeti suoi, che sono stati dal cominciamento de' secoli:71La liberazione da' nostri nemici, e dalle mani di tutti coloro, che ci odiano:72Per fare misericordia co' padri nostri: e mostrarsi memore del testamento suo santo.73Conforme al giuramento, col quale ei giurò ad Abramo padre nostro, di concedere a noi:74Che liberi dalle mani de' nostri nemici serviamo a lui scevri di timore.75Con santità, e giustizia nel cospetto di lui per tutti i nostri giorni.76E tu, bambinello, sarai detto il profeta dell'Altissimo: perché precederai davanti alla faccia del Signore a preparare le sue vie:77Per dare al suo popolo la scienza della salute per la remissione de' loro peccati,78Mediante le viscere della misericordia del nostro Dio: per le quali ci ha visitato il Sol nascente dall'alto:79Per illuminare coloro, che giacciono nelle tenebre, e nell'ombra della morte: per guidare i nostri passi nella via della pace.80E il bambino cresceva, e si fortificava nello spirito: e abitava pei deserti sino al tempo di darsi a conoscere a Israele.Note:
1,1:Giacchè molti si sono sforzati ec. Non parla s. Luca de' due storici sacri, i quali prima di lui aveano scritti per ispirazione divina i loro Vangeli. Parla di altri scrittori, i quali di proprio lor movimento si eran preso l'assunto di trattar lo stesso argomento, benchè sforniti di quei lumi, e aiuti, che erano necessari per riuscire felicemente in sì alta impresa. Così vi fu chi scrisse un Vangelo intitolato degli Egiziani, che è antichissimo; e altri Vangeli ancora scritti da uomini di nissuna autorita e ignoti, sono rammentati da' Padri.
1,2-3:Come riferirono a noi ec. L'ordine naturale di questi due versetti è così: E paruto anche a me, dopo d'aver diligentemente rinvergato dall'origine il tutto, di scriverlo a te, o Teofilo prestantissimo, come riferirono a noi quelli, che sin da principio videro, e furon ministri della parola. Dimostra assai chiaramente s. Luca, che quello che egli scrive, non lo aveva veduto, ma udito da quegli, i quali erano stati con Gesù fin dal principio della sua predicazione, e delle cose di lui avevan piena contezza, ed erano stati ancora suoi cooperatori nell'annunziare la parola di vita. Così circoscrive gli Apostoli testimoni fedeli della verità. S. Luca potè vedere gli Apostoli ne' viaggi, che fece con Paolo nella Giudea, e in molte altre parti. Ei distingue quelli, che avean vedute co' propri occhi le cose, delle quali dovea parlare, e quelli che erano stati ministri della parola, come il suo maestro Paolo, il quale non era stato con Gesù nel tempo della sua vita mortale, ma era stato uno de' più grandi predicatori del Vangelo: il qual Vangelo lo avea egli imparato per immediata rivelazione di Gesù Cristo. Vedi la lettera a' Galati.
1,4:Affinchè tu riconosca la verità ec. Il Greco ha la fermezza, ovver la certezza: e veramente la nuda, e semplice storia del Vangelo ella è la più forte, e in superabil dimostrazione della verità, e divinità del Vangelo.
1,5:Eravi al tempo di Erode. .. . un sacerdote, ec. Comincia s. Luca la sua storia dal concepimento di Giovanni, perchè i miracoli, che avvennero allora, e nella nascita del Precursore, danno peso grandissimo alla testimonianza, che questi rendette a Cristo, e le predizioni fatte dall'Angelo a Zaccaria evidentemente dimostrano, che Giovanni era mandato da Dio a render questa testimonianza.
Della classe di Abia. Moltiplicatisi grandemente i discendenti di Aronne, nè potendo tutti servire a un tempo stesso nel tempio, Davidde, per togliere la confusione, e le dispute, li divise in ventiquattro famiglie, ognuna delle quali servisse per turno. Ad Abia, capo di una di queste famiglie, toccò in sorte l'ottavo luogo. Vedi Paral. XXIV. 10. Si mutavano queste famiglie ogni sabato, come notò Teofilatto. E la moglie di lui delle figliuole di Aronne. È celebrata la nobiltà di Giovanni per parte ancor della madre, dicendosi, che era anch'essa di stirpe sacerdotale. Or egli è notissimo, che nel popolo Ebreo era in grandissima distinzione il sacerdozio. Presso di noi (dice Giuseppe) nobile è la schiatta de' sacerdoti.
1,8:Facea le funzioni di sacerdote dinanzi a Dio. La prima parte del tempio era dove stava il popolo, detta perciò l'atrio del popolo, e oltre l'atrio del popolo, eravi quello de' sacerdoti, dove era l'altare dei sacrifizi, il labbro di bronzo, ec.: e in questo luogo non entrava il popolo. La seconda parte era il santo, ovvero il primo tabernacolo, dove i sacerdoti mattina e sera offerivan l'incenso: la terza il santo de' santi, dove solo una volta l'anno entrava il sommo pontefice, e quivi diceasi abitare lo stesso Dio a motivo dell'Arca. Stava perciò dinanzi al Signore il sacerdote, il quale faceva le funzioni del suo ministero nel primo tabernacolo, che stava dirimpetto al sancta sanctorum.
1,9:Toccògli in sorte. Giuseppe racconta, che ogni settimana erano a migliaia i sacerdoti, che servivano nel tempio (Vedi 2. Reg. XI. 5. 6. 7.). Per la qual cosa non dovendo essere, se non un solo a offerire l'incenso, dovea questi tirarsi a sorte, e ciò ancora si costumnava rispetto agli altri uffizi del sacerdozio.
1,10:E tutta la turba del popolo orava ec. La gente, che interveniva al tempio nell'ore di orazione, rappresentando tutto il popolo, a nome di lui orava, digiunava, imponeva le mani sopra i sacrifizi, ec. Così per tutto l'anno ogni dì la moltitudine, che era, come ei dicevano, di stazione, assisteva a nome di tutto Israele alle funzioni sacre, e univasi ai sacerdoti. Or questa moltitudine era grande, perchè molti erano quelli che per ispontanea divozione intervenivano al tempio nell'ore dell'orazione. Nei sabbati e nelle grandi feste tutto il popolo si adunava pel pubblico culto. Di fuori, nell'atrio del popolo, detto anche degli Israeliti. Nell'ora dell'incenso, nel tempo, in cui si bruciava l'incenso. Ciò facevasi due volte al dì, la mattina, e la sera; onde non sappiamo, a quale delle due incensazioni seguisse l'apparizione, che in appresso descrivesi.
1,13:È stata esaudita la tua orazione. Intendesi l'orazione, che questo giusto e santo sacerdote faceva per la salute del popolo, e per la venuta del Salvatore. Ch'ei sia stato esaudito, ne dà un segno l'Angelo colla promessa di un figliuolo, il quale sarà quel precursore promesso dai profeti, che avrà per suo uffizio di preparare le vie al Messia, e di farlo conoscere agli uomini. Gli porrai nome Giovanni: nome, che vuol dire grazioso, ovvero graziato, col quale volle Dio indicata e la grazia della fecondità conceduta ai genitori, e i doni dello Spirito santo, de' quali fin dall'utero della madre fu ripieno questo figliuolo, e finalmente la grazia della salute, di cui doveva egli essere il primo predicatore.
1,15:Non bera nè vino, nè sicera. Il Grisostomo, Teodoreto, e Teofilo di Antiochia dicono, che sicera è il vino di dattili rammentato anche da Plinio; ma questa voce ebbe una più ampia significazione; mentre s. Girolamo dice, che sicera è qualunque liquore, che può ubbriacare, sia egli fatto o di dattili, o di mele, o di orzo, o di miglio, o di altra cosa. I Nazarei per tutto il tempo del loro voto, e i sacerdoti, quando erano all'attual servizio del tempio, si astenevano dal vino, e dalla sicera, che erano segni e figura di tutte queste cose, che turbano la ragione. Vedi Num. VI, 3. Levit. X. 9. Sarà ripieno di spirito santo ec. Ripieno nell'utero della madre non solo dello spirito di profezia, ma ancor dello spirito di adozione, ripieno della grazia giustificante e santificante.
1,16-17:Convertirà molti... al Signore Dio loro. Ed egli precederà davanti a lui ec. Il Dio d'Israele, a cui si convertiranno molti per opera di Giovanni, egli è certamente il Cristo, come apparisce da quello, che poi dello stesso Giovanni si dice: Egli precederà davanti a lui ec. Or molti furono, che si convertirono a Cristo, vale a dire, credettero in Cristo, mediante la testimonianza ren duta a lui da Giovanni. Per rivolgere i cuori de' padri verso ec. Riducendo i figliuoli alla fede, e alla pietà dei loro maggiori (de' patriarchi, de' profeti, degli antichi giusti) farà sì che questi il loro affetto rivolgano verso i figliuoli medesimi malveduti per l'avanti da loro a motivo della incredulità, e dei loro pravi costumi. Gli increduli alla sapienza dei giusti. Increduli in questo luogo vale disubbidienti, come apparisce dal Greco. La sapienza de' giusti fu, ed è di riguardarsi sempre come ospiti e pellegrini sopra la terra, a una miglior patria anelando, cioè alla celeste, Heb. XI. 14. 16. In secondo luogo la sa pienza de' giusti dell'antica legge fu di non porre la loro fidanza nelle ombre della legge, nei riti, e nelle ceremonie carnali, ma nella benignità di Dio, e nella grazia del Salvatore; onde e per l'uno e per l'altro titolo e di fede vissero, ed ebbero lo spirito di adozione, e al nuovo testamento appartennero. Di questa sapienza i dommi, e gli insegnamenti, quasi generalmente dimenticati tra gli Ebrei del suo tempo, venne a risuscitare Giovanni, facen lo cosi alla prima venuta di Cristo quello, che farà Elia prima della seconda venuta (Vedi l'Apocalisse). Onde dicesi, che egli avra lo spirito stesso, e la stessa virtù d'Elia, intendendosi per lo spirito i doni dello Spirito santo, come per la virtù intendesi l'attività nel bene operare, e la fortezza, e costanza nel patire per la verità, e per la giustizia. Vedi s. Ambrogio. Che Elia sia per venire alla fine de' secoli, e che di lui letteralmente debbansi intendere le parole di Malachia, sembra evidente da tutto il discorso del profeta, e pel comun sentimento de' Padri.
1,18:Come comprenderò io tal cosa? Zaccaria peccò diffidando, e mostrando di non voler credere senza qualche segno esteriore; e tanto più fu colpevole la diffidenza di lui, perchè da quello, che era avvenuto a Sara, e ad altre donne rammentate nel vecchio Testamento, dovea intendere come era possibile quello, che l'Angelo gli promettea. Egli è ancora da credere, che Zaccaria considerato il tempo, e la qualità del luogo santo, dove questo personaggio gli apparve, considerato il discorso di lui tutto riguardante la gloria di Dio, e la salute degli uomini, non ebbe alcun dubbio, che Angelo di luce fosse quello che gli parlava.
1,19:Io son Gabriele. Egli era riverito, e onorato grandemente nella chiesa giudaica; e molto di lui si parla nelle profezie di Daniele, come di un particolar protettore del popolo di Dio. Che sto nel cospetto d'Iddio. Come i primari ministri del re stanno davanti al suo trono per corteggiarlo, e riceverne i comandi; così gli Angeli dinanzi a Dio. E aggiungendo: sono stato mandato ec. di mostra, come l'autore della promessa fatta a Zaccaria egli è Dio stesso, egli poi nunzio solamente di essa; ma nunzio tale, che si merita piena fede.
1,20:Ed ecco, che sarai mutolo. Zaccaria avea domandato un segno, e questo segno gli è dato; ma quale lo meritava la sua diffidenza: e il suo gastigo dimostra la verità di quanto l'Angelo gli aveva predetto. Notisi, che Zaccaria rimase non solamente muto, ma anche sordo, come apparisce dal 62.; e in vece di dire sarai mutolo, ec. il Greco potrebbe tradursi sarai sordo, e non potrai far parola, ec., come spiega Teofilatto, Eutimio, e altri.
1,21:Il popolo stava aspettando. Il popolo, che era di stazione, non si ritirava, se non licenziato dal sacerdote, e ricevuta la benedizione. Vedi Num. VI. 24.
1,22:Compresero, che egli aveva avuta una visione. Lo compresero dalla lunga dimora nel luogo santo, dalla commozione, che in lui si vedeva, e dalla perdita della parola; così anche il popolo fu testimone della visione.
1,24-25:Si teneva nascosta, dicendo: Cosi ha fatto con me ec. Si per lodevole verecondia, e si ancora per umilta ascondendo quello, che Dio avea fatto per lei, non lasciava però di dimostrarne a lui la sua gratitudine. Per togliere la mia ignominia: la sterilità presso gli Ebrei (dopo la promessa di Dio ad Abramo di moltiplicare all'infinito la sua discendenza, e che del seme di lui nascerebbe Cristo) era considerata come pena di qualche occulto peccato. Per altro donne di gran virtù si rammentano nelle Scritture, alle quali non diede Dio la fecondità; onde dice Elisabetta, che il precedente suo stato era ignominioso per lei nel cospetto degli uomini.
1,26:Il sesto mese. Dal tempo, che Elisabetta avea concepito.
1,27:A una vergine sposata ad un uomo ec. Si accenna già imminente l'adempimento e della celebre profezia d'Isaia: Ecco che la vergine concepirà, ec., e delle promesse fatte a Davidde di far nascere della sua stirpe un figliuolo, il regno di cui sarebbe eterno. Quelle parole della casa di Davidde, anche secondo la costruzione gramaticale, possono riferirsi ad ambedue gli sposi, a Giuseppe, e a Maria. Questa Vergine ha uno sposo eletto da Dio per salvare l'onore di lei, per essere testimone della sua purità, e custode della madre, e del figlio, e perchè dalla genealogia dello Sposo quella ancora di Maria venisse a conoscersi.
1,28:Dio ti salvi. Osservano gl'Interpreti, che la maniera di saluto usata dall'Angelo con Maria è tutta nuova, e non mai usata per l'avanti nelle Scritture; segno della somma riverenza, con la quale lo stesso Angelo si presenta a questa Vergine sì per le altissime virtù, che in lei ammirava, e sì ancora considerandola come futura madre del suo Re, e Signore.
Piena di grazia. Vale a dire (secondo la forza della parola Greca) arricchita della pienezza di tutti i doni di grazia, pe' quali se' renduta gratissima, e accettissima a Dio: onde soggiunge: il Signore è teco; le quali parole spiegano le precedenti; conciossiachè per questo ella è piena di grazia, perchè il Signore abita in lei come in suo tempio santo, ed eletto, e de' beni suoi la ricolma. Benedetta tu ec. Benedetta con ogni maniera di benedizione da Dio sopra tutte le donne di tutte l'età. In questo discorso dell'Angelo hanno osservato molti Padri un tacito confronto tra Eva, e Maria, tra' quali s. Agostino serm. 15. de temp. Il Demonio parlando per bocca del serpente con Eva si servi delle orecchie della donna per recare al mondo la morte: Dio per mezzo dell'Angelo parlò a Maria, e portò la vita a tutti i secoli.
1,29:Si turbo alle sue parole; e andava pensando, ec. Si turbò per effetto di verecondia all'ingresso dell'Angelo in forma umana. Si turbò molto più per la sua grande umiltà all'udirsi da lui salutare con titoli sì nuovi, de' quali credevasi indegna. Il suo turbamento però siccome era giusto, e ragionevole, così fu ancor moderato, e con uguale prudenza: nè ammise leggermente i detti dell'Angelo, nè contradisse con durezza, correggendo col suo esempio e la leggerezza di Eva, e la incredulità di Zaccaria; onde è detto, che stava considerando, e pensando dentro di sè a quello, che aveva udito.
1,30:Non temere, Maria: imperocchè ec. L'Angelo conforta la Vergine chiamandola pel suo nome, e rendendo le ragione di quello, che le aveva detto, hai trovato grazia. Non temere illusione,. nè inganno; è effetto del favore, con cui Dio ti riguarda, la grandezza a cui sei sollevata.
1,31:Ecco che concepirai, ec. È manifesto, che l'Angelo allude, e quasi ripete la predizione d'Isaia. Fa adunque sapere a Maria, che ella è quella Vergine fortunata, in cui avverar debbesi quello che Isaia annunziò come nuovo inaudito miracolo alla casa di Davidde. Gli porrai nome Gesù: il figliuol della Vergine chiamato in Isaia col nome d'Emanuele si dice qui, che avrà nome Gesù, interpretando l'Angelo il senso del primo nome: imperocchè Emanuele significa Dio con noi: Gesù significa Colui, che è salvator nostro; onde e l'uno e l'altro nome dice lo stesso. Questo nome di Gesù lo ebbero due uomini illustri nella storia del popolo di Dio, dei quali il primo introdusse Israele nella terra di Canaan; il secondo lo ricondusse da Babilonia nella medesima terra; e l'uno e l'altro furono figura di Cristo.
1,32:Sarà grande. Grande assolutamente. Imperocchè se così è chiamato anche Giovanni (vers. 15.) egli è (dice s. Ambrogio) grande come un uomo grande; ma il figliuol della Vergine è grande, come il Dio grande. Imperocchè ei sarà chiamato figliuolo dell'Altissimo, vale a dire, ei sarà figliuolo unigenito consustanziale del Padre. Così quegli che sopra l'Angelo chiamò figliuol della Vergine è qui chiamato figliuol di Dio; con la qual cosa dimostrasi la doppia natura di lui in una istessa persona contro dei Nestoriani. A lui darà il Signore Iddio la sede di Davidde. Specifica ancor più l'Angelo la sua promessa, e dice a Maria, che questo figliuolo egli è quel Messia, quel re aspettato da tanto tempo, e desiderato da tutto Israele, quel figliuolo di Davidde secondo la carne, il quale ereditar dovea il trono dello stesso Davidde secondo le predizioni de' profeti. Or ciò è detto, non perchè il figliuol della Vergine dovesse avere un regno temporale, come Davidde, nè ch'ei dovesse regnar solamente sopra del popolo una volta soggetto a Davidde; ma perchè e Davidde, e il regno di lui eran figura del Cristo, e dello spirituale regno del Cristo: per la qual cosa col nome di Davidde è chiamato lo stesso Cristo nelle Scritture, Jer. X.9. Ezech. XXXIV. 23. 24., Oseae, I. 5. E la casa di Giacobbe, sopra la quale regnerà il Messia non è la discendenza carnale di Giacobbe, ma lo spirituale Israele, la Chiesa cristiana composta di Ebrei, e di Gentili riuniti nella fede del medesimo Salvatore. Vedi Rom. XI. 24., Efes. II. 5., Apocal. VII. 4. Questo regno è eterno, e non ha fine giammai. Nuovo carattere del regno di Cristo, per cui da tutti i regni della terra, e da tutti gl'imperi distinguesi, come era stato già tante volte predetto nelle Scritture, Isai. IX. 7. Dan. VII. 14. Ps.145. 14. Mich. IV. 7., ec.
1,34:In qual modo avverrà questo, mentre ec. La vergine non dubitò, che quello, che le prediceva l'Angelo, dovesse aver suo effetto; ma come prudente fe' ricerca del modò, onde dovesse effettuarsi; il qual modo non vedeva ella, quale potesse essere, atteso il voto di verginità fatto da lei prima che fosse sposata da Giuseppe, e custodito di consenso del suo sposo medesimo. Di questo voto fatto da Maria sono una prova queste parole: perocchè se per l'ordinario fine della prole fosse ella stata data a Giuseppe, non avrebbe dovuto sembrarle cosa nuova, e difficile a credere l'annunzio di un figliuolo, come noto il Nisseno. Fu ella adunque, cosi portando l'uso della nazione, sposata a un uomo, il quale non era per torre, ma per custodire quello, che ella avea consacrato con voto, dice s. Agost. De s. virgin. cap. 4.
1,35:Lo Spirito santo scenderà sopra di te, e la rirti dell'Altissimo ec. Eutimio, e altri, per quella parola virtù dell'Altissimo intendono lo stesso spirito santo (come nel cap. XXIV, 49.) per una maniera di ripetizione assai frequente nelle Scritture, e con gran ragione lo Spirito santo è qui detto virtù dell'Altissimo, o sia virtù di Dio perchè di un'opera si trattava, nella quale la potenza divina massimamente dovea risplendere. Alla interrogazione di Maria, la quale avea ricercato come potesse ella, salva la sua verginita, esser madre, risponde l'Angelo, che scenderà in lei lo Spirito santo, e che questo divino, efficacissimo spirito la coprirà della sua ombra; e opera di lui sarà la concezione miracolosa, immacolata, e divina del Cristo. E per questo ancora quello, che nascerà di te Santo, ec. La voce Santo è presa qui in sostantivo per la santità assoluta, e perfetta, che al solo Dio appartiene, Bern. Conc. Gen. Francof. Can. I., ec. A differenza adunque di tutti i figliuoli degli uomini, che sono concepiti in peccato, e nascono peccatori, santo è il figliuolo della Vergine, perchè è Dio, e sarà chiamato figliuolo di Dio, quale egli è per natura.
1,36:Ed ecco, che Elisabetta ec. Non per togliere qual che ombra di diffidenza (che non era nella Vergine), ma a maggiormente confermar la fede di lei, le fa sapere l'Angelo il miracoloso concepimento di una donna già sterile, e di età avanzata, e sua parente. Questo miracolo veramente è minore, che quello di una vergine, che di vien madre; ma questo stesso indicava, quanto il figliuol di Maria fosse più grande, che il figliuolo di Elisabetta: così, anche nella sua concezione, Giovanni rende testimonianza a Gesù Cristo, provandosi dall'Angelo il concepimento futuro del Verbo con quello gia avvenuto, e gin manifesto di Giovanni. Notisi, che Elisabetta potè essere della tribù di Levi, e della stirpe di Aronne da canto del padre, e della tribù di Giuda, e della famiglia di Davidde per parte della madre.
1,38:Ecco l'ancella. Questa è quell'altissima, e umilissima obbedienza della Vergine, obbedienza tanto celebrata dai Padri, e contrapposta alla disobbedienza della prima donna. L'Angelo le aveva detto in qual modo dovesse ella esser madre; ma questo sorpassava infinitamente i limiti dell'umana ragione. Ella però non disputò, non esitò; ma credette. Dopo questa risposta di umil consentimento, e di ardentissimo desiderio, il Verbo di Dio s'incarnò in lei di Spirito santo, e si fece uomo.
1,39:Andò frettolosamente... a una citta ec. Apparisce in questo fatto l'umiltà, e la carità ammirabile di Maria, la quale, benchè gia fatta madre di Dio, intraprende con gran sollecitudine un assai lungo, e disastroso viaggio per visitare, consolare, e servire Elisabetta. La città di Giuda, dove abitava Zaccaria, era Ebron nella tribù di Giuda.
1,41-42:Appena Elisabetta udì ec. Dimostrasi l'efficacia del saluto della Vergine. A questo saluto fu santificato il bambino nel seno di Elisabetta; riconobbe il suo Salvatore, ed esultò per movimento dello Spirito santo. Esultò per eccesso di giubbilo (dice s. Agost. ep. 57.); la qual cosa certamente nissuno crederà, che potesse succedere, se non per operazione dello Spirito santo; e finalmente al saluto di Maria fu ripiena di Spirito santo anche Elisabetta: dal quale Spirito furono a lei dettate le parole profetiche, che ella pronunziò intorno a Maria, e a Cristo. Imperocchè, quasi udito avesse quel che l'Angelo avea detto alla Vergine, colle stesse parole di lui comincia le sue congratulazioni, evidentemente mostrando, che dal medesimo Dio erano a lei ispirate, a nome del quale erano state dette dall'Angelo. E' benedetto il frutto del tuo ventre. Parole di grandissimo senso. Il figliuol di Maria è benedetto assolutamente senza limitazione, o re strizione di sorta. Egli è quel desso, di cui sta scritto: Benedetto colui, che viene nel nome del Signore, Ps. 117. Egli è colui, nel quale avranno benedizione tutte le genti secondo la promessa di Dio ad Abramo, Gen. XII. Il figliuol di Maria, essendo il solo benedetto senza limitazione, egli è Dio. Il figliuol di Maria, essendo frutto del ventre di lei, egli è della stessa natura, di cui è la Vergine, della stessa natura dell'uomo; egli è Dio vero, e uomo vero.
1,43:E donde a me questo, ec. Questa espressione di profonda umiltà dimostra ancora la divinità del figliuolo, di cui è madre la Vergine. Questo figliuolo chiamò ella di sopra frutto del ventre di Maria a motivo dell'umana natura: qui poi suo Signore lo chiama a imitazione di Davidde, Ps. 109., per riguardo alla natura divina. Egli è adunque lo stesso figliuolo una sola persona in due nature, e la madre di lui è veramente madre di Dio.
1,45:E' beata te... perchè si adempiranno ec. Si può anche tradurre, e beata, perchè hai creduto, che si adempiranno le cose dette a te dal Signore, vale a dire le cose annunziate a te dall'Angelo spedito dal Signore.
1,46:L' anima mia esalta ec. Il primo è questo dei cantici del nuovo testamento. In esso la Vergine con tenerissimo affetto esalta la bontà, e misericordia del Signore non solo pei singolarissimi favori fatti a lei, ma anche per tutti i benefizi fatti al suo popolo, e pel massimo di tutti, che per mezzo di lei faceva a tutto il genere umano, dandogli il Salvatore si lungamente aspettato. Ha perciò questo divinissimo cantico assai chiare allusioni a molti luoghi del vecchio testamento; ma particolarmente alla storia della liberazione del popolo Ebreo dall'Egitto, nella quale una migliore liberazione era significata; e siccome allora Maria profetessa, ed Elisabetta moglie d'Aronne presero a cantare le glorie di Dio; così adesso una Vergine piena dello spirito del Signore, e la moglie di un sacerdote della stirpe d'Aronne, ispirata anch'essa da Dio, si uniscono a celebrare le misericordie del Signore, e i miracoli di sua bontà a pro de' figliuoli degli uomini.
1,47:Ed esulta... in Dio mio Salvatore. Ps. XXXIX. 9. L'anima mia esulterà nel Signore, e suo gaudio avrà nel suo Salvatore.
1,49:Di cui santo è il mome. Ps. XC. 9. Santo, e terribile il nome di lui.
1,50:E' la misericordia di lui di generazione ec. Sono le stessissime parole del Salmo CIII. 17.
1,51:Fece opere di potenza col suo braccio. Queste parole in primo luogo riguardano generalmente tutti i prodigi operati da Dio contro i nemici del popol suo prostrati da lui, e dispersi coi loro superbi e crudeli disegni: in secondo luogo riguardano particolarmente un grandissimo avvenimento annunziato con profetico spirito da Maria, vale a dire la vittoria, che il Figliuolo di Dio riportar doveva del Demonio, e di tutte le potenze del secolo, e di tutta la terrena sapienza, convertendo alla sua fede tutte le genti.
1,52:Ha deposto dal trono i potenti, ec. Eccl. X. 17. I seggi dei duci superbi distrusse Dio e fe'sedere in luogo d'essi i mansueti. Esempio di questa verità sono Saulle, e Davidde: lo sono eziandio i Farisei, gli Scribi, e i capi della sinagoga degradati, e spogliati della loro autorità, e scacciati dalla sala del convito nuziale nel tempo stesso, che i poveri, i piccoli, i ciechi, gli zoppi, ec. vi furono ammessi.
1,53:Ha ricolmati di beni i famelici, ec. Ciò fa Dio sovente nell'ordine della natura; perchè egli è di tutto il padrone: lo fa molto più nell'ordine della grazia, ricolmando de' doni suoi coloro, che conoscendo la lor povertà hanno fame, e sete, vale a dir desiderio ardente della giustizia, e discacciando da sè voti d'ogni bene quelli, che ricchi si credono, e non bisognosi di cosa alcuna.
1,54:Accolse Israele ec. Il Greco può tradursi porse la mano, prese per mano, ec. Benchè queste parole si ri feriscano alla liberazion d'Israele dall'Egitto; contutto ciò più specialmente riguardano la liberazione degli uomini dalla schiavitù del peccato. A Israele si dice, che porse la mano il Salvatore, perchè agli Ebrei, e alle pecorelle disperse d'Israele fu principalmente mandato Cristo: delle quali molte in lui credettero, ed ebbero salute. Ma rigettato egli dai principi della nazione fu predicato ai Gentili, divenuti poi per la fede il vero spirituale Israele, e seme d'Abramo. Vedi Rom. IV. I6., IX. 8.
1,60:Avrà nome Giovanni. Elisabetta non aveva appreso il nome, col quale volea Dio distinguere il suo figliuolo nè dall'Angelo, nè dal marito; ma le era stato rivelato dallo Spirito santo. Per questo con tanta fermezza si oppone al parere di tutti i parenti.
1,63:Chiesta la tavoletta. La tavoletta coperta di cera, sopra la quale con uno stile di ferro scrivevano gli antichi. Il suo nome è ec. Vale a dire: non sono io, che tal nome gl'impongo. Egli lo ha già avuto da Dio, e nissuno dee ardir di cambiarlo.
1,66:Imperocchè la mano del Signore ec. Parole del s. Evangelista, colle quali spiega il motivo, per cui tutti quelli, che furono informati di quanto era avvenuto nel concepimento, e nella nascita di Giovanni, sentirono riempirsi di religioso timore e di riverenza, verso questo bambino si altamente favorito da Dio; e ne aspettavano cose grandi.
1,68:Benedetto il Signore ec. Tutto questo cantico pieno di profetico spirito è un solenne rendimento di grazie a Dio per aver mandato al mondo tutto, e in particolare al popolo Ebreo il Salvatore promesso. Dio d'Israele, Dopochè le nazioni tutte si abbandonarono al culto de' falsi dei, Dio, benchè Signore di tutti gli uomini, cominciò a chiamarsi specialmente Dio d'Israele, perchè dice Davidde: nella Giudea Dio è conosciuto; grande è il nome di lui in Israello, Ps. LXXV. Ha visitato, e redento ec. È da notarsi, come Zaccaria si trasporta in ispirito a considerare la redenzione degli uomini come già eseguita perchè era già nato il precursore del Cristo, e il Cristo stesso era già venuto. Dove la nostra Volgata ha redenzione, nel Greco è una voce significante riscatto effettuato mediante il pagamento del prezzo; e in maniera fummo noi riscattati e redenti da Cristo, il quale pago a Dio il prezzo, e prezzo grande, della nostra liberazione.
1,69:Il principe della salute. Gli Ebrei con la voce corno dinotano la forza, e la potenza, ma specialmente la potenza reale, come si vede Dan. VI. 24., VIII.2I., Zachar. 1, 18., ec. E perciò mi son fatto lecito di tradurre in tal guisa quelle parole cornu salutis. Vuol dire adunque Zaccaria, che nella famiglia di David umiliata, e depressa risuscita Dio, e accresce infinitamente l'antica gloria fa cendo sorger da lei il Cristo chiamato già dallo stesso Davidde col medesimo titolo di principe della salute, Ps. XVIII. 2.
1,70:Che sono stati dal cominciamento de' secoli. Che in tutto il vecchio testamento (la storia del quale comincia alla creazione del mondo) sia adombrato il Cristo, e la Chiesa; che egli sia quell'agnello svenato fin dal principio del mondo, come si ha nell'Apocalisse, cap. XIII. 8.; che di lui abbia scritto Mosè; che finalmente non altro oggetto fuori di lui abbiano tutte le Scritture, è dottrina insegnata in molti luoghi da Paolo, anzi dal medesimo Cristo.
1,71:La liberazione da' nostri ec. Queste parole legano col verbo annunziò del versetto precedente. Avea dunque Dio pe' santi profeti suoi annunziato in tutte le età, che ci avrebbe un dì liberati da' nemici di nostra salute, il Diavolo, e i suoi cattivi angeli, e il peccato.
1,72:Per fare misericordia co' padri nostri. Non solo, perchè eglino pure ebber parte alla redenzione di Cristo, e per la fede in lui, che dovea venire, e in virtù della grazia da lui meritata furono salvi; ma ancora, perchè si considera come fatto ai medesimi padri quello, che per amore di essi, e in virtù delle promesse fatte loro da Dio fu conceduto ai loro discendenti.
1,73-74:Conforme al giuramento, col quale ec. Rammenta la promessa fatta da Dio ad Abramo confermata con giuramento, Gen. XXII. 17. 18.; secondo la qual promessa nel seme d'Abramo, il qual seme (conforme spiega l'Apostolo) egli è Cristo, doveano ricever benedizione tutte le genti. Or la condizione, e gli effetti di questa benedizione, o sia della grazia conseguita da noi mediante l'incarnazione di Cristo, con bellissimo ordine sono spiegati in questo luogo dallo Spirito santo. Dice adunque il nostro profeta, che il giuramento fatto da Dio ad Abramo conteneva la promessa immutabile di concedere a noi tal grazia, per cui liberi dalla tirannia del Demonio, del peccato, delle passioni, a lui per tutta la nostra vita serviamo non più in ispirito di timore qual servi, ma in ispirito di amore come figliuoli adottivi: serviamo a lui non con culto esteriore, e carnale, ma colla purità, e colla giustizia dell'uomo interiore; con quella giustizia, che viene da Dio, ed è degna dell'approvazione di lui, e pregevole negli occhi di lui, non puramente esterna, e apparente. Tutto ciò serve a dimostrar nobilmente la perfezione della nuova alleanza, e la distinzione di essa dalla antica legge, intorno alla quale vedi Rom. VIII. 15. VI. 18. 22. Heb. IX. 10.
1,76-77:A preparare le sue vie: Per dare ec. Preparò le vie a Cristo il Batista, perchè correggendo i vizi degli uomini, distruggendo la falsa idea, che aveano molti della vera giustizia, dimostrando come tutti erano peccatori, e la remission de' peccati, e la giustizia conseguir non potevano, se non per gratuita misericordia, mediante la fede in Cristo, dispose gli uomini alla penitenza della vita passata, e a riconoscere, e cercare l'unico lor Salvatore. Questa è la scienza della salute, mediante la quale il Batista preparava gli uomini a ottenere la remissione de' peccati da colui, il quale (com'egli dopo predicava) era venuto a togliere i peccati del mondo.
1,78-79:Mediante le viscere della misericordia ec. Queste parole legano con le precedenti, e dimostrano come e la remissione de' peccati, e i beni tutti, de' quali siamo ricolmi per Cristo, non sono stati a noi conceduti, se non per intima tenerissima misericordia del nostro Dio; misericordia usata a noi senza alcun nostro merito, mentre vivevamo nelle tenebre della nostra cecità, e nell'orrore de' nostri peccati, ed eravamo degni non d'altro, che di eterna dannazione. Questa misericordia fu quella, che mandò il Sole di giustizia, il Cristo a visitarci, e a mostrarci la via della pace; vale a dire la via della vera giustiza, nella quale camminando noi abbiamo pace con Dio per Gesù Cristo, che è egli stesso nostra pace. Vedi Ephes. II. 19.
1,80:Abitava pe' deserti fino ec. Stette ritirato dal commercio degli uomini, lontano dagli stessi genitori, e parenti, nella solitudine, in gran mortificazione e penitenza, occupato solamente nella contemplazione delle cose celesti, preparandosi per lo spazio di molti anni al ministero di predicatore della penitenza, e di testimone del Cristo; nè questo stesso ministero intraprese, se non allora quando conobbe essere voler di Dio, ch'ei si facesse vedere a Israele, vale a dire intorno al trentesimo anno della sua vita.
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